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INTELLETTUALI ALLA RISCOSSA

Post n°695 pubblicato il 29 Settembre 2009 da quelluomo

Abbiamo affermato che l'attività intellettuale sia incompatibile con qualsiasi forma di solipsismo. Questo implica due conseguenze: dapprima che è implicito nella riflessione circa il mondo reale o l'elaborazione di un'utopia la soluzione del problema della comunicazione. Indubbiamente il rapporto sussistente fra simbolo e significato nell'arte riveste un ruolo fondamentale. In effetti è possibile asserire che, fatti salvi i buoni requisiti del significato, qualora il simbolo non si rivelasse idoneo ad evocarne la natura, l'opera d'arte si ritiene fallita, o meglio, non è ritenuta valida da chi ne ha testato l'esperienza.

Riprendendo la separazione precedentemente suggerita circa i metodi di interpretazione della realtà di natura logico-matematica e quelli di natura storico giuridica, è altresì importante prendere in considerazione che in effetti abbiamo a che fare con due diversi linguaggi. Nel caso della matematica possiamo anche considerare il numero semplicemente come uno dei tanti strumenti di comunicazione possibili, ma dobbiamo tenere conto che in certi scomparti del sapere, esso rappresenta l'unico mezzo possibile di comunicazione. Inoltre, si veda il rapporto fra idioma e intellettuale. Se non è conosciuto l'inglese, difficilmente si potrà accedere alle strutture della comunità scientifica internazionale.

La seconda conseguenza riguarda invece il problema dell'accesso ai mezzi di comunicazione. L'opera di un intellettuale potrebbe essere debitamente formalizzata ma non essere conosciuta da nessuno. Questo perchè l'uomo vive in una società che non può risolvere il contrasto fra disponibilità di tempo e diritto di ognuno di esprimersi. Ciò determina un rapporto inversamente proporzionale fra possibilità di accesso al mezzo comunicativo e strategicità dello stesso.

Orbene, se è possibile affermare che per quello che concerne l'uso del linguaggio più appropriato alla rappresentazione di un fenomeno esistono le istituzioni di trasmissione della cultura, scuola, famiglia e quant'altro, non si può affermare che il problema dell'accesso ai mezzi di comunicazione maggiormente strategici abbia possibilità di essere risolto in sede pedagogica.

Si noti come l'accesso ad un mezzo di comunicazione non sia mai determinato semplicemente da una forma di competenza riscontrabile di chi è candidato ad usufruirne attivamente. Altri fattori, di diversa natura, non ultimi beceri e triviali ragionamenti di antipatia e simpatia, influiscono in modo preponderante. Ci si chiede, dunque, quali possano essere questi fattori. Non credo che sia possibile procedere ad una stesura di tutti quanti, ma credo che essi abbiano sempre a che fare, direttamente o indirettamente, con il profitto.

Direttamente quando colui che stabilisce l'accesso ha ragioni tali da prevedere un beneficio economico dalla pubblicazione di un'opera; indirettamente quando l'opera serve al committente per aumentarne il prestigio, condizione che gli deve essere evidentemente necessaria per poter fare profitto altrove.

 

 

 
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