Turbine Interno

BUONNATALEBUONEFESTEFELICEANNONUOVO!!

Finalmente le ferie!!

Approfitterò di questo periodo per riposarmi, ma soprattutto per riprendere la vita sociale, visto che negli ultimi mesi ho allentato un po' la presa.

Ieri è stato l'ultimo giorno di lavoro, e visto che quest'anno il Natale lo sento di più rispetto agli anni passati (ci vuole poco, visto che durante l'università in questo periodo ero perennemente sotto esami e non avevo tempo neanche di uscire per fare qualche regalo!), ho deciso di andare a lavoro con il cappello peruviano in stile natalizio che mi ero comprata tempo fa.

Catia appena mi ha vista, è scoppiata a ridere. Gli avvocati sono rimasti sorpresi, ma in modo positivo:

- ma che carino il cappello in tonalità natalizia!

Il capo, appena è entrato e Catia gli ha riferito che lo aveva cercato lo zio, così ha risposto:

- cazzo vuole mo questo?

- ma è Natale! - gli ho detto, sfoggiando il mio sorriso - dobbiamo essere tutti più buoni!!

- senti... - mi fa lui con l'aria di chi ne ha passate di tutti i colori - io ho 38 di febbre. Stamattina sono dovuto andare a scuola da mio figlio. Alle 12 avevo un'udienza che è cominciata alle 13.30 ed è durata ben 2 ore!! E dopo di tutto questo, sono pure dovuto venire qui! Quindi, non me ne frega niente se è... NATALE!!

-ma scusa... se stai pure male: ma che sei venuto a fare a lavoro?? Ma nun te ne potevi rimanè a casa?? - replico, alludendo al fatto che in tal modo io e Catia avremmo potuto fare mezza giornata.

- eh no! Perché devo finire di fare una cosa. E voi rimarrete a lavorare come tutti i giorni. Che poi, non capisco perché L. decida di chiudere lo studio per così tanto tempo. Ma i cliente che pensano, vedendo che la loro commercialista è chiusa fino al 7 gennaio?

- ma guarda che tutti gli studi fanno così!

- mah! Secondo me no... Comunque, dovrei andare a consegnare una relazione in una via - rimane sospeso e mi guarda ridendo.

- è a Roma? - domando.

- eh sì... proprio qui vicino. Ma io ho la febbre - voce da finto uomo moribondo - ci servirebbe un Sh per effettuare la consegna - sorriso a 360 gradi.

- l'Sh che non ho. Oggi sono venuta in metro visto che dava pioggia - replico imitando il suo sorriso.

- e tu sei andata in metro con quel coso in testa? - solito suo sarcasmo, questa volta indirizzato al mio simpatico copricapo.

- Sì! Certo - rispondo ridendo per il modo diretto che ha di prendere in giro.

- se vuoi ci vado io - risponde prontamente Catia - ma mi devi far uscire un'ora prima!

- fammi capire: tu il venerdì, già esci come da accordi un'ora prima, e vuoi uscire un'altra ora prima per consegnare il plico? - ribatte lui con il tono di chi pensa: TE LO PUOI PURE TOGLIERE DALLA TESTA!!!

Dopo qualche ora, mi chiama nel suo ufficio:

- Turbineeee

- dimmi!

- senti un po' qui... - mi dice indicandosi la fronte.

Allungo la mano:

- ma ho le mani gelate, non sono in grado di sentire se hai la febbre...

- tu prova!

Lo tocco e lui subito esclama:

-Ecco vedi? Senti come sono caldo? Sto veramente male - proclama con voce da moribondo - come potrò consegnare il plico? Se lo dico a Catia, lei poi vuole uscire un'ora prima... qui servirebbe una persona che prende l'autobus...

- che cosa?? - esclamo, senza filtrare il tono.

Lui prorompe in una risata:

- ahahah sto scherzando.

- e meno male!

Pochi minuti prima di andare via, faccio il giro dello studio per verificare che tutto sia chiuso per bene. Sapendo che l'acqua e il server verranno chiusi lascio anche un messaggio sulla porta, per informare chi entrerà nei prossimi giorni. Mi accingo a tagliare il secondo pezzo di scotch, quando sento il capo che mi chiama, con lo stesso tono che usa mio padre quando pretende che gli faccia qualcosa:

- turbineeeeee

- ehhhhhhh!!! - rispondo esasperata

- senti un po'... ma mica starai attaccando il messaggio con tre chili di scotch, sul legno del portone, vero?

- ehm... ma non sono tre chili di scotch... - ribatto in mia difesa

Lui alza gli occhi al cielo e con fare disperato risponde:

- ma perché ogni volta devo spiegare le cose ovvie?? Che ho fatto di male? Dunque, devi sapere che il portone in legno ha una cera e se attacchi lo scotch, poi quella se ne va via!

- addirittura?

Arriva davanti alla porta di ingresso:

- e poi, perché due pezzi di scotch? Ne bastava semplicemente uno - qui mi ha ricordato troppo Garghino, con le sue osservazioni da spilorcio.

- ma se non posso attaccarlo sul legno, dove altro potrei metterlo il messaggio?

- qui! - risponde prontamente indicando la maniglia. Così è sicuro che chi entra lo vede. Comunque ti capisco, sai? Anche mia moglie avrebbe fatto così. E' che non ci arrivate proprio voi donne... non è colpa vostra.

Per non dargli soddisfazione, sono andata a chiedere all'avvocato che era rimasto in ufficio con noi, lui dove avrebbe posizionato il messaggio. Ha tirato fuori la stessa storia sulla lucidatura del legno!!

- lo vedi? - mi faceva il capo, facendo capolino nella stanza - io ho sempre ragione!!

- ma non vale! Fate parte della stessa famiglia - rispondo, sapendo che sono cugini - è ovvio che dite le stesse cose. Mi sento in netta minoranza!!!

1° regola turbinese: quando qualcuno ha ragione, e tu hai torto, non necessariamente devi riconoscere l'evidenza dei fatti. Soprattutto se chi ha ragione è un uomo!

Dopo un po', irrompo nella sua stanza con la lista delle cose da fare prima di chiudere l'ufficio:

- senti un po'... ma l'acqua l'hai chiusa?

- sì - risponde continuando a scrivere sul suo pc.

- ma... come faccio ad innaffiare le piante, se l'acqua è chiusa?

- beh... basta riaprirla - mi guarda con sarcasmo - hai una laurea, no?

- mah! Così dico... Dov'è la manopola?

- sotto il forno a microonde.

Torno in cucina, sposto il mobiletto, mi metto in ginocchio e cerco di aprire la manopola, ma niente. Sembra cementificata. Ritorno trafelata nel suo studio:

- senti.. la buona notizia è che l'ho trovata. Quella cattiva è che non riesco a girarla. E' troppo dura!

- Eh santa pazienza! Io qui devo finire di scrivere questa cosa e mi vieni ad interrompere in continuazione per l'acqua. Voi donne, venite sempre a chiedere aiuto, anche quando le cose potete farle da sole.

- guarda caro, che non è proprio il mio caso! Io se ci fossi riuscita da sola, lo avrei fatto senza chiedere nulla, ma purtroppo non ho abbastanza forza sulle braccia.

- sì, sì, certo - risponde annoiato.

Viene in cucina, si mette in ginocchio e traffica per qualche minuto con la manopola. Alla fine si rialza tutto rosso in viso.

- ce l'hai fatta?

- sì!

- lo vedi che era dura anche per te? - scoppio ridendo osservando la sua faccia paonazza.

Al momento dei saluti, entro in stanza sua. Lui si volta, mi guarda e con la sua solita serietà e, tutto d'un fiato, proclama:

- BuonNataleBuoneFesteFeliceAnnoNuovo!

Io rido e cercando di imitarlo rispondo:

- GrazieAltrettantoBuoneFesteAncheAte.

Lui sorride, ma non accenna ad alzarsi per i saluti. Credo sia molto timido per queste cose. Anche alla cena dello studio, ai momenti dei saluti, lui già si era messo il casco. Secondo me lo ha fatto apposta. Ovviamente, visto che sono timida anche io, ho rispettato le distanze, anche se ci siamo messi a parlare di quello che avremmo fatto durante le feste.

- carini questi pon pon... - dice lui indicando il mio cappello peruviano.

- ma come? - prorompo con ironia scimmiottandolo - ma non eri tu quello che prima diceva: "ma sulla metro ci sei andata con quel coso?"

Lui sorride:

- ma lo dicevo per scherzo. Era tanto per dire qualcosa...