Turbine Interno
un blog per farvi capire quanto è difficile riuscire ad inquadrare una persona (soprattutto se sono io)
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INERME COME UN PUPAZZO
Post n°615 pubblicato il 27 Ottobre 2009 da turbine_di_pensieri
Ieri ho provato una sensazione mai provata prima. Inutile dirlo, si è cominciato a discutere sul fatto che lui non vive nel passato ma che anzi, a differenza mia, cerca di vivere il più possibile le emozioni. Mentre io me ne sto ferma a guardare perchè ho paura di soffrire. E' anche un dato di fatto che ora io mi stia mangiando le mani, perchè non saprò mai come sarebbe stato. Rimarrò sempre con questa domanda in testa. Ho imparato a mie spese che il treno una volta che passa, non può tornare indietro, anche se magari sarei disposta a correre per riprenderlo: vedi il pensiero di fare il viaggio con lui. Quelle parole mi hanno scatenato una reazione dentro. Mi sono accorta che i sentimenti che provo nei suoi confronti non hanno mai sfumature, sono molto puri e netti, invece: o gli voglio un bene dell' anima o sento di odiarlo. Questo perchè probabilmente è la prima persona che mi fa soffrire così tanto, forse proprio in relazione al bene che gli voglio. Anche ieri è accaduta questa cosa. Mi sentivo questo malloppo all' altezza del petto, eppure, non lo facevo uscire. Perchè anche in situazioni del genere la razionalità non mi abbandona mai. Sono consapevole che sono cose che uno pensa in quella frazione di secondo in cui si discute, e che poi tutto passa. Quindi sarebbe inutile rovinare tutto per delle parole che neanche si pensano sul serio. Mi trovavo di fronte al portatile, a leggere le utleriori frasi che mi stava scrivendo, quando quel groppo è scomparso. Cioè, come se qualcuno avesse cliccato un interruttore nascosto non so dove. Improvvisamente dentro di me non c' era più quella rabbia. Il problema è che non c' era più niente. Non sentivo più nulla, non pensavo più nulla. Era come aver raggiunto la calma in una situazione di incoscienza. Avevo lo sguardo fisso in un punto dello schermo e le braccia poggiate sulla tastiera improvvisamente sono diventate pesanti. Sembravo un pupazzo: irrigidita, e allo stesso tempo, dentro di me c' era una calma mai provata prima. Ho tentato di rispondergli, ma non c' erano pensieri nella mia testa. Era come se con quell' interruttore fosse stato spento tutto ciò di vivente in me. Non avevo stimoli di alcun tipo. Ero semplicemente lì, seduta, a fissare un pc e mi sentivo pesante. Lui, vedendo che non rispondevo, se ne è andato via, e dopo qualche minuto, sono riuscita a spegnere il computer pure io. Sentivo gli arti rigidi, a anche il mio volto era contratto. Ho provato ad alzarmi dalla sedia, e la gamba mi si è piegata. Non riuscivo a stare in piedi. Mi sono aiutata sorreggendomi con le mani sulla scrivania. Quando sono andata a lavarmi i denti, i movimenti a poco a poco hanno cominciato a ridiventare fluidi, però mi sembravo uno zombie. Cercavo di evitare di guardarmi fissa negli occhi, perchè mi faceva una strana impressione. Non so spiegarlo. Non lo so, forse è un meccanismo di autodifesa. In ogni caso non mi sembra una reazione tanto normale, così come non era normale il mio attacco di panico di qualche tempo fa. So quello che pensate. E' che mi sentivo di descrivere ciò che mi è accaduto per cercare di capire cosa mi è accaduto... son tutte sensazioni nuove che mi lasciano spiazzata. |
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