spiritelli

qualsiasi essere vivente non ama la solitudine, una metafora per i nostri giovani.

L’Albero

Sopra un poggiolo, proprio in cima al monte

dove l’orizzonte del bosco non arriva

come ultimo baluardo della Vita

posto tu fosti, su quell’angusto spazio.

Solo, su quel pietrisco

immerso nelle evanescenti nubi

che sfioravano con grazia la tua chioma

asciugando il pianto che non ti consolava.

E tu, ti lagnavi, quando l’aura ti bagnava

e, quando caldo, t’asciugava il Sole

perché volevi aver compagni

con cui scambiar parole.

Il vento sibilando ti chiese un giorno  forte:

“vorresti tu finir l’amara pena?”

“Certo!”, rispondesti senza pensarci sopra.

Intanto, guardavi in basso e vedevi il bosco

che spazzolato dal vento faceva mercato:

e tu solingo, triste, su quel dosso

gridavi il tuo bisogno d’affetto smisurato.

Amara sorte, toccò al tuo ceppo triste

quando il vento posò su questi sassi il seme

e ti lasciò, ultima fiammella

in un cielo di vento e di tempesta.

Così piangesti, e con te pianse il cielo:

e pianse, e veramente pianse tanto

che l’acqua portò le radici ad affiorare.

Scendesti dalla china dolcemente

piano, piano, per non farti male:

or, ti ritrovi proprio in mezzo al bosco

fra tanti altri tuoi simili, a parlare.

E’ il regalo che t’ ha fatto il cielo:

ora, in mezzo a tanti alberi fronzuti

il vento fa parlare la tua chioma

che perennemente racconta la tua storia.

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Silvano Montanari