WEBPOETICA IL GIOCO DELL'ANIMA
Rilanciamo il gioco letterario iniziato da JouleSal il 7 novembre 2010
Lo aggiorneremo mano mano seguendone e proponendo nuovi 'sviluppi '....
Affinchè la poesia dell’Anima
e l’iniziativa dello Spirito
dirigano Mente creativa
al non-luogo agognato
un titolo:
Il gioco dell’Anima
ed un inizio……
.....commenta ed aggiungi quelli che consideri opportuni
?
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webpoetica- Il gioco dell'Anima - the Soul game reload fine Cap 1.2 e Capitolo 2
Post n°8 pubblicato il 13 Febbraio 2011 da joulelife
Cap 1.2 "Vi porteremo noi", stava dicendo l'uomo in divisa all'affranto scienziato che si era ritrovato tra le braccia la sua ex allieva sconvolta dalla piega improvvisa degli eventi. "Abbiamo le vostre mappe e progetti, c'è una starship che vi aspetta.." (Ws) Tutto fu come un vortice, la potenza incontenibile di un uragano, impose la sovranità del pensiero e dominò le inquietudini... Chi sapeva (o pensava di sapere) non seppe mai che in realtà fu nel vortice l'evolversi di quel tempo...(occhidigatta) ...La ragazza, tremante, comunicava con gli occhi, stringendosi ancor più al braccio del Prof: gli eventi stavano loro sfuggendo di mano, ma in tutta quella situazione paradossale, lei trovava conforto già solo in quel tocco, in quel braccio possente, in quell'"autorità-autorevole" di cui era sempre stata innamorata, in segreto .. (Katartica) Cap 2 Non erano ancora le sette, nei sogni di Maja l'eco delle risa e le margherite profumate era stato soppiantato dall’approssimarsi di un’oscura presenza; s’era alzata agitata, sulla faccia acqua ghiacciata e mentre in fretta si vestiva qualcuno le comunicava di allontanarsi: era il pensiero del Prof. Stava calzando le scarpe, un sibilo acuto mandò in frantumi i vetri della camera da letto, lei si lanciò per le scale ed aveva ancora in mano una scarpa quando, uscendo dal portoncino, incontrò Pat, il musicista del primo piano, che non riuscendo a dissimulare la sorpresa esclamò: “Ehi, quanta fretta!” “Certo” lei rispose prendendolo sottobraccio: “Ho proprio bisogno di un caffé” (Noivib) Il bar era pieno dei mattinieri lavoratori agitati dall’evento che stamane aveva anzitempo risvegliato il quartiere nord della grande mela. “ E’ uno di quei mezzi sperimentali che il governo sta provando” diceva con l’aria saccente un impiegato col giornale ben aperto davanti, “ Non sembra nostra, è un’ astronave” diceva un altro guardando l’enorme discoide scuro obliquamente appoggiato al palazzo. La sagoma che si manifestata ad intermittenza poi s’era stazionata sul ‘ c’è ’, dalla nuvola di povere e fumo emergevano Pat, che stupefatto si voltava continuamente, e Maja che lo tirava a fatica verso il bar. Una luce sfocata si avvicinava, rischiarandosi man mano sino ad abbagliare raggiunto lo spiazzo ed atterrare, Il Prof uscì dalla starship e corse ad abbracciarla poi i tre salirono sul velivolo che si allontanò rapidamente come era venuto. Una volta a bordo lui spiegò: “Hanno rotto il trasduttore di virtualità”, la ragazza ribelle aggiunse: “Adesso si vedranno, e senza manco gli occhiali” “Ti riferisci al film.... Essi vivono?” chiese uno sbigottito agente facendo cadere i fascicoli che il capitano aveva ordinato. Una risata echeggiò tra le sottili pareti in volo. Nel locale intanto l’ologramma del barista, perdendo consistenza, versò il cappuccino attraverso il giornale direttamente sull’impiegato arrogante che, poco finemente, bestemmiò in babilonese prima di rarefarsi e mutare in alone macchiato. Lo stupore era palpabile tra gli avventori del bar Orione, gli habituè si guardarono sgomenti quando dalle ceneri del ragionier Jack Cuozzo si materializzò un sauroide dal muso enorme ancora sporco di cioccolato. (J S) Il cioccolato gli sporcava tutte e due le membrane color porpora che si estendevano dal collo fino al ventre. Con sguardo di chi cercava guai, fisso' prima il barista, che si dissolse in un istante, e poi i malcapitati, che gia' svelti, fecero scivolare, quasi d'istinto e silenziosamente, le loro mani sulle armi a iotroni, in grado di fulminarlo in un lampo. Ma ecco, al centro del Bar... aprirsi un varco spazio temporale, circolare, perfetto nella sua luminosità... le sedie iniziarono a tremare, i tavoli si sollevarono di un paio di centimetri ....la luce si annullò. (Dafne) “Swuap.. Un istante dopo il sauroide s’era eclissato ed il varco richiuso. Sull’astronave madre, nella sua traiettoria costantemente celata dalla luna, i led rossi che segnalavano la caduta di tensione della virtualizzazione si accendevano in serie, come su un abete, a natale; Il crash della navicella ‘Adamo’ visibile e pesante tanto da aver reso ‘pendente’ il palazzo, l’esaurimento della parrocchia spia bar ‘Orione’ e di conseguenza le satelliti confraternite, pub, sala giochi, negozi ‘Pleadi’ disseminate nel territorio aveva reso necessario l’utilizzo massiccio del tunnel spazio–temporale in una vasta zona dell’emisfero nord–occidentale e stava pesantemente incidendo sulla riserva d’energia della orbitante ‘mamma’ spaziale. Si vedevano in giro per la città decine di bassi, grigi personaggi dalla testa spropositata e le movenze ripetitive: Erano gli androidi fuggiti dalla navicella in panne mentre i loro dei-padroni, simili alle mantidi terrestri ma eretti e altissimi, s’erano precipitosamente spostati nella loro dimensione parallela lasciandoli soli e senza direttive. Alcuni bambini, convinti fossero ET telecomandati, stavano per toccarli ma erano stati prontamente rincorsi ed allontanati dai genitori, anche perchè quei cosi puzzavano in modo terrificante! L’arrivo della gigantesca Anunnaki la nave che aveva predisposto e coordinato la colonia terrestre sin dall’inizio ricollocò, riattivando il virtualizzatore, ogni cosa al suo ‘retto’ posto. I mezzi d’informazione parlarono dei 30 minuti di follia che avevano sconvolto la grande mela e le città limitrofe con un velo di ironia spesso quanto la iuta e tanti di quei messaggi subliminali che la cosa divenne presto una ‘sciocchezza’ per l’intero paese. Nel resto del mondo si commentavano con scetticismo le immagini diffuse dal web etichettandole come ‘solite stranezze di NewYork’. |
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