WEBPOETICA IL GIOCO DELL'ANIMA
Rilanciamo il gioco letterario iniziato da JouleSal il 7 novembre 2010
Lo aggiorneremo mano mano seguendone e proponendo nuovi 'sviluppi '....
Affinchè la poesia dell’Anima
e l’iniziativa dello Spirito
dirigano Mente creativa
al non-luogo agognato
un titolo:
Il gioco dell’Anima
ed un inizio……
.....commenta ed aggiungi quelli che consideri opportuni
?
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webpoetica - Il gioco dell'Anima -the Soul game reload - Cap 3
Post n°9 pubblicato il 13 Febbraio 2011 da joulelife
Cap 3 Sulla Starship svolte mappe e progetti erano stati fatti partire i primi impulsi, la navicella rimbalzò tra dimensioni parallele come impazzita, dopo alcuni ‘eterni’ minuti si stabilizzò. Gli elaboratori iniziarono a caricare i dati di ritorno ed uno speciale programma, esaminando la sonorità dell’eco, filtrando riverbero e rumore di fondo, delineò sui monitor i contorni di un tratto libero dall’onda distorsiva: gli sguardi dei passeggeri e dell’equipaggio della nave stellare fissavano, attoniti, una immensa distesa d’acqua purpurea percorsa da inusitate tempeste magnetiche. (Jsal) I "trenta minuti di follia", cui avevano assistito sul web, minacciavano di essere dei bruscolini a fronte di ciò che andava preparandosi sotto di loro: la distesa all'inizio placida ora, sotto la spinta delle tempeste, cominciava ad assumere le forme più tormentate di onde paurose che scavavano abissi vertiginosi. Il colore purpureo si era fatto plumbeo ed a fatica il sistema gravitazionale della nave le impediva di essere risucchiata e travolta. Il comandante diede l'ordine di riunire d'urgenza lo stato maggiore e gli organi più rappresentativi dei passeggeri e cominciò così il discorso: "Ho appena ricevuto un messaggio telepatico..." (Wship) Il prof e Maja si guardarono un istante, poi trasmisero, direttamente alle pepsi-cerebrali dei civili a bordo, ciò che si erano letti tra gli occhi: ‘ le comunicazioni telepatiche sono prerogativa dei vertici delle interforze, una sorta di cuscinetto neutrale strutturato militarmente e molto potente. Avevano però posizioni diversificate ed anche se al momento si erano dimostrati protettivi bisognava comunque vigilare’. La Starship era da considerare un’incognita e ne lui, ne lei, tanto meno Pat e gli altri sedici giovani ospiti della nave sembravano armati..., ma il gigante con un gesto appena percepibile fece capire di avere un asso nella manica. -Jsal- Intanto il discorso era finito ma gli ufficiali si guardavano in faccia smarriti, scambiandosi occhiate d'apprensione. Il capitano afferrò al volo e chiarì: "Forse ancora non siete stati messi al corrente che il sottostante pianeta appartiene alla categoria Solaris. Come ben saprete è una categoria di viventi assai particolari, dotati di poteri ancora tutti da indagare. Così, l'entità che si è messa in contatto con me, mi ha comunicato che, prima di lasciarci atterrare nella colonia, vuole parlare con un nostro passeggero: il Professore, esimio astronomo che ci è stato affidato, con la sua assistente e la guardia del corpo. L'Entità vuole che egli sia sbarcato da solo per chiarire alcuni aspetti della sua missione..." – Wship - ‘Erano quindi ben oltre la terza’ il Prof stava pensando, Solaris difatti stazionava nella sesta dimensione anche se manteneva un occhio satellitare nelle dimensioni precedenti, “oppure si trovavano proprio su uno dei satelliti?” Fu quanto domandò al capitano che, alzando le sopracciglia e mostrando le mani: “Bho?” rispose: “A dire il vero non ne ho la più pallida idea”. Jsal Cap 3.1 Nel cielo color porpora, tre soli splendevano instabili. I loro raggi si diffondevano in modo anomalo sulla strana crosta si cui poggiavano i piedi. Una strana nebbiolina celeste e scintillante li avvolgeva sino ad arrivare alle caviglie...dove uno strano brivido, misto alla paura, faceva pensare ai malcapitati che qualcosa sarebbe successa da li a poco. –Dafne- Il Professore maledì il capitano con tutto l'equipaggio: possibile, pensava, che un essere dotato di telepatia, non riuscisse a mettersi in contatto con lui direttamente, magari nella sua confortevole cabina, mentre se ne stava con la sua.. ricercatrice ..o ex allieva accoccolata sul suo petto? ..mmah, comunque. Che bisogno c'era di farlo scendere in un paesaggio così osceno per le manifestazioni perverse di .... già, pensò...e se fosse una trappola? E se il capitano voleva solo sbarazzarsi di lui? -Wship- Mentre erano ancora a bordo i cinque, o meglio i quattro più un intontito professore, avevano deciso, prima di scendere sull ‘occhio satellitare ’, di operare una sostituzione. Maja aveva praticato ai capelli taglio e tintura, s’era truccata ed indossato la gonna e le calze viola di Sally, che nel frattempo faceva lo stesso, in tal modo Maja sarebbe restata con Pat sulla nave. Tramite l’ultrasensibilità avrebbe mantenuto, senza perdere di vista il mezzo interforze, il contatto col Prof che era sceso quindi con l’ex allieva, in vece di assistente, e Mac Njor il gigante afro-scozzese quale guardiaspalle. Utilizzando il ‘confusion’ , uno degli aggeggi che Mac s’era portato dietro, le due donne, inoltre, si erano scambiate la connessioni cerebrali , la traslazione sarebbe durata poco ma forse.. abbastanza per l'entità mutaforma'. -Jsal- Il Professore, ancora confuso da tutti quei movimenti, anche perchè assorto in considerazioni a tratti sconfortanti, sguazzava nella melma rossastra fino alle ginocchia, alla ricerca di quel contatto che avrebbe dovuto chiarire una missione, fino a quel momento oscura e senza costrutto. Ad un tratto, fece uno scarto fulmineo che lo mandò con la faccia immersa nella poltiglia. Quando risollevò la testa grondante, si accorse di averla scampata bella: un seno enorme si stava sciogliendo accanto a lui, se l'avesse colpito... Un lampo doloroso gli aprì la coscienza: tutto ciò che stava vedendo era una proiezione del suo inconscio. Quelle forme oscene e putrescenti erano generate dall'Entità, ma rimandavano all'inconscio umano e a tutte le schifezze ataviche che vi albergano. Una cosa l'aveva capita il prof: era una partita doppia che stava giocando. Una proiezione di sè era sul ponte della nave; l'altra era lì a zompare nella sbobba color vinaccia. E sguazzando arrivò in una specie di piazza, enorme, dalla circonferenza ampia punteggiata da grossi globi di un liquido gelatinoso e fosforescente,che si sarebbe potuto dire che fossero dei modelli di pianeti. Rimase a bocca aperta per un'eternità. Poi una voce che gli giungeva dai neuroni lo strappò allo stupore: "Quelli che vedi sono i pianeti che costituiscono il cerchio primevo dell'energia dell'acqua vitale. (E' inutile che ti spieghi la sua importanza, ma sappi che l'unità è in grave pericolo): Hai già avuto dei segnali della potenza della volontà distruttiva, e delle sue capacità nel sovvertire dimensioni e mondi. La vita è un bene più unico che raro nell'universo impossibile, ed i pianeti liquidi che vedi, ne sono detentori e propagatori nello spazio. Se guardi bene, sulla tua destra, è il globo terrestre. E' lì il grosso problema! Gli invisibili, mangiatori d'arsenico, stanno divorando la realtà." La testa la sentiva come uno dei globi, gorgogliante di materia grigia che andava in tutte le direzioni, seguendo un moto ondoso che gli dava la nausea. Gli venne da pensare alla donna lasciata sulla nave, la sua Maja, che in quel momento faceva il suo giretto romantico con la proiezione di lui... Un po' infingarda, forse, questa entità.. –Wship- Il lento proiettarsi non poteva che non confonderlo nella sua innaturale certezza, ma non si arrese agli eccessi di tal globo.. e dell’entità mutaforma. Certo della sua potenza non ebbe alcun timore d’infrangere il passato e lanciare la sua proiezione (Occhidigatta) Cap 3.2 Maja lo sentì nel medesimo istante in cui il prof l’aveva pensata, aveva l'aria di un tranello, l’entità era dinanzi ai tre nella forma che ciascuno stava immaginando, erano effettivamente sullo ‘sguardo’ che questa avevano lasciato nella quarta dimensione ad un solo ‘salto’ dalla terra. L’apprensione crebbe, stringendo le mani di Pat lasciarono la plancia, mentre tutto l’equipaggio era con gli occhi fissi agli schermi che passavano la diretta, ed iniziando a perlustrare la nave: “Non farti irretire” lei gli trasmise. Intanto l’entità aveva mandato nel ‘pallone’ Sally e Mac Njor alle prese con i loro ‘film’ interiori: l’una a guidare la più pazza astronave del cosmo, l’altro a raccogliere, con la mano enorme, minuscole more da un rovo multicolore. Il professore concentrò le facoltà percettive sul nulla, sgombrò la mente dai ricordi, dai sogni trascritti, dalle paure profonde ed i timori contingenti; chiuse gli occhi ed attraversò le tre fasi meditative prima di sganciarsi dalla materia e fluttuare nel suono antico dell’Ohm. Era in sintonia, la vibrazione emanata dall’entità si perdeva ed una voce profonda, ora dalla sinistra, dal passato .. 26.000 anni terrestri, scandiva.. ..piano.. come scolpendo l’aria: (Jsal) |
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