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webpoetica - Il gioco dell'Anima -the Soul game reload - Cap 3

Cap 3

Sulla Starship svolte mappe e progetti erano stati fatti partire i primi impulsi,

la navicella rimbalzò tra dimensioni parallele come impazzita, dopo alcuni

‘eterni’ minuti si stabilizzò. Gli elaboratori iniziarono a caricare i dati di ritorno

ed uno speciale programma, esaminando la sonorità dell’eco, filtrando

riverbero e rumore di fondo, delineò  sui monitor i contorni di un tratto libero

dall’onda distorsiva: gli sguardi dei passeggeri e dell’equipaggio della nave

stellare fissavano, attoniti, una immensa distesa d’acqua purpurea percorsa

da inusitate tempeste magnetiche. (Jsal)

I "trenta minuti di follia", cui avevano assistito sul web, minacciavano di

essere dei bruscolini a fronte di ciò che andava preparandosi sotto di loro:

la distesa all'inizio placida ora, sotto la spinta delle tempeste, cominciava ad

assumere le forme più tormentate di onde paurose che scavavano abissi

vertiginosi. Il colore purpureo si era fatto plumbeo ed a fatica il sistema

gravitazionale della nave le impediva di essere risucchiata e travolta.

Il comandante diede l'ordine di riunire d'urgenza lo stato maggiore e gli

organi più rappresentativi dei passeggeri e cominciò così il discorso:

 "Ho appena ricevuto un messaggio telepatico..." (Wship)

Il prof e Maja si guardarono un istante, poi trasmisero, direttamente alle

pepsi-cerebrali dei civili a bordo, ciò che si erano letti tra gli occhi: ‘ le

comunicazioni telepatiche sono prerogativa dei vertici delle interforze, una

sorta di cuscinetto neutrale strutturato militarmente e molto potente.

Avevano però posizioni diversificate ed anche se al momento si erano

dimostrati protettivi bisognava comunque vigilare’.

La Starship era da considerare un’incognita e ne lui, ne lei, tanto meno Pat e

gli altri sedici giovani ospiti della nave sembravano armati..., ma il gigante con

un gesto appena percepibile fece capire di avere un asso nella manica.  -Jsal-

Intanto il discorso era finito ma gli ufficiali si guardavano in faccia smarriti,

scambiandosi occhiate d'apprensione. Il capitano afferrò al volo e chiarì:

"Forse ancora non siete stati messi al corrente che il sottostante pianeta

appartiene alla categoria Solaris. Come ben saprete è una categoria di

viventi assai particolari, dotati di poteri ancora tutti da indagare.

Così, l'entità che si è messa in contatto con me, mi ha comunicato che,

prima di lasciarci atterrare nella colonia, vuole parlare con un nostro

passeggero: il Professore, esimio astronomo che ci è stato affidato, con la

sua assistente e la guardia del corpo. L'Entità vuole che egli sia sbarcato da

solo per chiarire alcuni aspetti della sua missione..." – Wship -

Erano quindi ben oltre la terza’ il Prof stava pensando, Solaris difatti

stazionava nella sesta dimensione anche se manteneva un occhio satellitare

nelle dimensioni precedenti, “oppure si trovavano proprio su uno dei

satelliti?” Fu quanto domandò al capitano che, alzando le sopracciglia e

mostrando le mani: “Bho?”  rispose:

A dire il vero non ne ho la più pallida idea”. Jsal

Cap 3.1

Nel cielo color porpora, tre soli splendevano instabili. I loro raggi si

diffondevano in modo anomalo sulla strana crosta si cui poggiavano i piedi.

Una strana nebbiolina celeste e scintillante li avvolgeva sino ad arrivare alle

caviglie...dove uno strano brivido, misto alla paura, faceva pensare ai

malcapitati che qualcosa sarebbe successa da li a poco. –Dafne-

Il Professore maledì il capitano con tutto l'equipaggio: possibile, pensava, che

un essere dotato di telepatia, non riuscisse a mettersi in contatto con lui

direttamente, magari nella sua confortevole cabina, mentre se ne stava con

la sua.. ricercatrice ..o ex allieva accoccolata sul suo petto? ..mmah,

comunque. Che bisogno c'era di farlo scendere in un paesaggio così osceno

per le manifestazioni perverse di .... già, pensò...e se fosse una trappola?

E se il capitano voleva solo sbarazzarsi di lui?   -Wship- 

Mentre erano ancora a bordo i cinque, o meglio i quattro più un intontito

professore, avevano deciso, prima di scendere sull ‘occhio satellitare ’, di

operare una sostituzione. Maja aveva praticato ai capelli taglio e tintura, s’era

truccata ed indossato la gonna e le calze viola di Sally, che nel frattempo

faceva lo stesso, in tal modo Maja sarebbe restata con Pat sulla nave.

Tramite l’ultrasensibilità avrebbe mantenuto, senza perdere di vista il mezzo

interforze, il contatto col Prof che era sceso quindi con l’ex allieva, in vece di

assistente, e Mac Njor il gigante afro-scozzese quale guardiaspalle.

Utilizzando il ‘confusion’ , uno degli aggeggi che Mac s’era portato dietro, le

due donne, inoltre, si erano scambiate la connessioni cerebrali , la traslazione

sarebbe durata poco ma forse.. abbastanza per l'entità mutaforma'.  -Jsal-

Il Professore, ancora confuso da tutti quei movimenti, anche perchè assorto

in considerazioni a tratti sconfortanti, sguazzava nella melma rossastra fino

alle ginocchia, alla ricerca di quel contatto che avrebbe dovuto chiarire una

missione, fino a quel momento oscura e senza costrutto.

Ad un tratto, fece uno scarto fulmineo che lo mandò con la faccia immersa

nella poltiglia. Quando risollevò la testa grondante, si accorse di averla

scampata bella: un seno enorme si stava sciogliendo accanto a lui,

se l'avesse colpito... Un lampo doloroso gli aprì la coscienza: tutto ciò che

stava vedendo era una proiezione del suo inconscio. Quelle forme oscene e

putrescenti erano generate dall'Entità, ma rimandavano all'inconscio umano e

a tutte le schifezze ataviche che vi albergano. Una cosa l'aveva capita il prof:

era una partita doppia che stava giocando. Una proiezione di sè era sul

ponte della nave; l'altra era lì a zompare nella sbobba color vinaccia. E

sguazzando arrivò in una specie di piazza, enorme, dalla circonferenza ampia

punteggiata da grossi globi di un liquido gelatinoso e fosforescente,che si

sarebbe potuto dire che fossero dei modelli di pianeti. Rimase a bocca aperta

per un'eternità. Poi una voce che gli giungeva dai neuroni lo strappò allo

stupore: "Quelli che vedi sono i pianeti che costituiscono il cerchio primevo

dell'energia dell'acqua vitale. (E' inutile che ti spieghi la sua importanza, ma

sappi che l'unità è in grave pericolo): Hai già avuto dei segnali della potenza

della volontà distruttiva, e delle sue capacità nel sovvertire dimensioni e

mondi. La vita è un bene più unico che raro nell'universo impossibile,

ed i pianeti liquidi che vedi, ne sono detentori e propagatori nello spazio.

Se guardi bene, sulla tua destra, è il globo terrestre. E' lì il grosso

problema! Gli invisibili, mangiatori d'arsenico, stanno divorando la realtà."

La testa la sentiva come uno dei globi, gorgogliante di materia grigia che

andava in tutte le direzioni, seguendo un moto ondoso che gli dava la

nausea. Gli venne da pensare alla donna lasciata sulla nave, la sua Maja, che

in quel momento faceva il suo giretto romantico con la proiezione di lui... Un

po' infingarda, forse, questa entità.. –Wship-

Il lento proiettarsi non poteva che non confonderlo nella sua innaturale

certezza, ma non si arrese agli eccessi di tal globo.. e dell’entità mutaforma.

Certo della sua potenza non ebbe alcun timore d’infrangere il passato e

lanciare la sua proiezione (Occhidigatta)

Cap 3.2

Maja lo sentì nel medesimo istante in cui il prof  l’aveva pensata, aveva l'aria

di un tranello, l’entità era dinanzi ai tre nella forma che ciascuno stava

immaginando, erano effettivamente sullo ‘sguardo’ che questa avevano

lasciato nella quarta dimensione ad un solo ‘salto’ dalla terra.

L’apprensione crebbe, stringendo le mani di Pat  lasciarono la plancia, mentre

tutto l’equipaggio era con gli occhi fissi agli schermi che passavano la diretta,

ed iniziando a perlustrare la nave: “Non farti irretire” lei gli trasmise.

Intanto l’entità aveva mandato nel ‘pallone’ Sally e Mac Njor alle prese con i

loro ‘film’ interiori: l’una a guidare la più pazza astronave del cosmo, l’altro a

raccogliere, con la mano enorme, minuscole more da un rovo multicolore.

Il professore concentrò le facoltà percettive sul nulla, sgombrò la mente dai

ricordi, dai sogni trascritti, dalle paure profonde ed i timori contingenti;

chiuse gli occhi ed attraversò le tre fasi meditative prima di sganciarsi dalla

materia e fluttuare nel suono antico dell’Ohm.

Era in sintonia, la vibrazione emanata dall’entità si perdeva ed una voce

profonda, ora dalla sinistra, dal passato .. 26.000 anni terrestri, scandiva..

..piano.. come scolpendo l’aria:    (Jsal)

 
 
 
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