WEBPOETICA IL GIOCO DELL'ANIMA
Rilanciamo il gioco letterario iniziato da JouleSal il 7 novembre 2010
Lo aggiorneremo mano mano seguendone e proponendo nuovi 'sviluppi '....
Affinchè la poesia dell’Anima
e l’iniziativa dello Spirito
dirigano Mente creativa
al non-luogo agognato
un titolo:
Il gioco dell’Anima
ed un inizio……
.....commenta ed aggiungi quelli che consideri opportuni
?
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webpoetica - Il gioco dell'Anima - the Soul game reload Cap 6
Post n°12 pubblicato il 17 Febbraio 2011 da joulelife
Cap 6 Si era risvegliato sulla sabbia, almeno così gli pareva, quella polvere che colava dal palmo della mano; ma non riusciva ad aprire gli occhi: ‘un bagliore accecante lo feriva, non appena ci provasse ’. Ad un tratto una voce accanto lo richiamò ad uno dei tanti ‘presente’: "Ben arrivato prof.!" Era una voce non nuova, si chiese chi potesse essere mentre faceva un ulteriore sforzo per aprire gli occhi, stavolta con successo. Li aprì riparandoseli con una mano dal sole bianco accecante e si ritrovò muso contro muso con un cammello, con qualcosa che poteva ‘anche essere un cammello’: questo è troppo, pensò, un cammello che parla, forse quella vinaccia alla festa della sera prima doveva essere edulcorata... "Basta!" la voce si rifece sentire, di certo non poteva essere il cammello. In effetti, vide il volto sorridente di quello che riconobbe come un suo assistente. Questi gli stava chiedendo cosa ci facesse lì, su quella spiaggia del Mar Morto...Lui, il Prof. abbozzò una risposta, ma quello non lo lasciò finire: "Vi stavo aspettando, Prof., lei forse non ricorda più, ma è da anni che scrutiamo e studiamo questo mare, alla ricerca dei mangiatori d'arsenico. Ci sono, perchè la malvagità che brancola.. è parecchia ....Tanta cattiveria" Stava biascicando quello che, ad un tratto, gli parve un perfetto sconosciuto. Un assistente l'aveva avuto ma era già morto da qualche tempo in un incidente mai chiarito. Il Prof. lo guardò meglio, lui ed il suo cammello, gli parve di cogliere un'aura malvagia. Con la coda dell'occhio vide penzolare dalla sella del cammello qualcosa che somigliava ad un disarticolatore. Vederlo ed imbracciarlo fu un lampo. Premette il pulsante e vide l'ectoplasma col cammello dissolversi in un urlo selvaggio: erano due mangiatori d'arsenico, l'aveva scampata bella. Con la scomparsa, che aveva lasciato un insostenibile puzzo di bruciato, si rese conto che la scena era cambiata: non era più in riva del Mar Morto. Aveva davanti a sè quello che aveva tutta l'aria di essere un lago, conosciuto per giunta:‘ c'era già stato per studiare il ritrovamento di un calendario astronomico Maya. Era stato ritrovato nella città sepolta nella giungla del Petèn: la città di Tikal! E lui si trovava adesso in riva al lago Izabal. Misterioso bacino senza emissari o immissari noti, che si alzava o abbassava di livello in modo enigmatico e senza causa apparente.. In Guatemala, che c'era tornato a fare? Era stanco di essere sbattuto ai quattro angoli dell'universo: lui voleva tornarsene al suo lavoro. Ma aveva anche fame: di fronte a lui c'era Flores, un paesino su una specie di isolotto mezzo sommerso dalle acque. Attraversò la stradina semi allagata e andò a sedersi nel primo comedor che incontrò. Ordinò, ed attese che qualcosa arrivasse. Intanto, fuori era calata una fitta oscurità. Una nebbia assassina cominciava ad essere sprigionata dal lago . Strane fosforescenze iniziarono ad intrecciare come delle danze sull'acqua e tra gli alberi delle rive buie. Distratto da quelle visioni, non si era accorto di una donna che gli si era seduta al suo tavolo e di fronte. Arrivò il cameriere con la cena. Il Prof. si riscosse e la vide. La donna non gli lasciò il tempo di capire: "Perchè non si arrende?" gli disse a bruciapelo: " Oramai lei ha perso. L'umanità ha perso. Presto i mondi dell'acqua saranno dominati dai mangiatori d'arsenico..." Si era arrestata,di fronte all'insensibilità del Prof che, invece di tremare e preoccuparsi, si era rivolto al cameriere con un tono di rimprovero: "Avevo ordinato una bistecca ed insalata, non una omelette ai funghi! " Il cameriere,visibilmente contrariato, rispose:" Hei, gringo,hai voglia di scherzare? E' passata di qui, poco prima che tu arrivassi, una vieja a dire che saresti arrivato e che avresti voluto mangiare una omelette con funghi... hai qualcosa da obiettare?..." terminò la frase e tornò a pulirsi le unghia con la minacciosa navaja che aveva recuperato da sotto il bancone. La fame era tanta. Il prof si rassegnò ad aggredire la frittata. E la donna riprese: "..Voi ci chiamate ancora mangiatori d'arsenico, ma noi non lo siamo più da un pezzo: Ci siamo evoluti da semplici batteri, siamo diventati organismi complessi come voi e meglio di voi...Siete già sotto il nostro potere, ma il vostro orgoglio vi spinge ad ignorarci...". Mentre parlava il prof vedeva quelle labbra avvicinarsi sempre di più alla sua bocca. Sentiva un alito ardente scuoterlo fin nelle viscere. Ad un tratto gli cadde di mano la forchetta con l'ultimo pezzo di fungo e si ritrovò abbracciato a lei in un amplesso furioso. Non esisteva più nulla, tutto si era disciolto nelle acque scure del lago. Loro si stavano amando sullo specchio d'acqua, mentre era iniziata una sarabanda infernale attorno. Erano le fosforescenze che si manifestavano in modo tanto vorticoso da creare un mulinello ed un gorgo che gli strappò di mano la donna, proprio quando stava per avere l'orgasmo. Una vecchia maya, aiutata dal cameriere, tirò fuori dall'acqua il prof e lo coprì con un poncho. Il cameriere gli stava dicendo che doveva essere completamente pazzo a lasciarsi incantare in quel modo. La vecchia invece lo rimbrottò, dicendogli che aveva esagerato con i funghi: ‘ancora un po' e si sarebbe consumato l'amplesso, alla faccia dell'effetto che avrebbe dovuto essere depressivo’. Il Prof non riusciva a dire una parola, ancora preda di una eccitazione folle che gli si notava ancora tra le gambe. La vecchia decise che era meglio rispedirlo sulla starship: lì, oramai, era troppo in pericolo. La mangiatrice sarebbe tornata, era andata troppo vicina allo scopo, per rinunciare. Prima o poi qualcuno avrebbe dovuto spiegare al prof qual'era la sua vera natura e quale la posta in ballo. Era meglio rispedirlo sulla Starship. Chiese alle fluorescenze del lago di occuparsene. Lei avrebbe avuto il suo bel da fare per tenere indietro il nemico. (Woodeship) Cap 6.1 Lanciato a bordo della nave, nel mezzo della sala, il prof era in preda ad un attacco tele-onirico-patico che il tele-trasporto quantico aveva inasprito: ‘mescolava i gesti ed i commenti del personale e del capitano con le istruzioni delle florescenze; come se non bastasse, continuava a percepire Maja e quanto gli trasmetteva ’; la gelosia inconscia, inoltre, aveva trasformato il potenziale rivale Pat in una bionda ossigenata e così si auto-trasmetteva una sua personalissima interpretazione degli eventi: “ Maya e Pat stavano entrando nella cabina del comandante, quando inciamparono in qualcosa che le fece ruzzolare l'una nelle braccia dell'altra. Sembrava un corpo umano e subito ne ebbero la prova: il corpo si era levato a sedere e si stava massaggiando le costole. Era nudo. Le due donne si portarono la mano alla bocca nel vedere lo stato in cui versava la virilità dell'uomo. In quell'attimo sopraggiunse il capitano, che le pregò di chiudere la porta:la faccenda era maledettamente seria. Dovevano cercare di farlo riavere altrimenti la missione sarebbe fallita. Entrambe si diedero da fare a lungo, fino a quando l’uomo finalmente manifestò ancora qualche segno di lucidità”. Il prof aprì gli occhi mettendo fine alla ‘telenovela’ e si vide ancora sul pianeta classe Solaris, li richiuse. Qualche secondo, nuova apertura: stavolta era, finalmente, sulla Starship. Il comandante gli stava dicendo che era stato imprudente nel lasciarsi irretire a quel modo. Se la creatura avesse ottenuto il suo sperma, sarebbe stata la fine: l'unico passaggio mancante alla completa mutazione degli alieni era quella. |
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