Tornando su Il posto delle fragole: “Finito il dì…”

Venerdi 28 aprile di quest’anno presso la biblioteca Crescenzago abbiamo affrontato la visione di sequenze del capolavoro di Ingmar Bergman, Il posto delle fragole, film del 1957. E’ un film che concentra varie tematiche che poi il regista svilupperà negli anni seguenti. Mentre in quest’opera, Bergman si mantiene su di un piano realistico nelle opere successive privilegierà in misura sempre maggiore un linguaggio più sperimentale e criptico. Narra la vicenda di un anziano professore di medicina, Isak Borg, vedovo, che vive da solo con la governante Agda e deve partire per un viaggio che deve portarlo a Lund, l’estremo Sud della Svezia per ricevere un riconoscimento ufficiale per tutta una carriera dedicata alla scienza medica. La notte prima della partenza gli succede di fare un sogno, un incubo che lo turba molto, i suoi contenuti hanno a che fare con la morte. Decide di partire in macchina anzichè in aereo e ad accompagnarlo sarà la nuora Marrianne, che ha trascorso un periodo a casa sua e ora si accinge a ritornare dal marito Ewald.
Il viaggio sarà occasione per uno scambio di confidenze molto franco con l’accompagnatrice, che nel corso della discussione lo accusa di celare dietro un aspetto bonario e un atteggiamento filantropico un cuore insensibile ed egoista. E sarà anche motivo di rivisitazione di luoghi del suo passato attraverso alcune soste. E’ così che attraverso una piccola deviazione Isak decide di fermarsi proprio nei pressi della vecchia casa in cui ha trascorso la sua infanzia e giovinezza con la sua numerosa famiglia. Sarà proprio qui che ritroverà “il posto delle fragole”, un luogo carico per lui di forti reminiscenze. Vi si siede lì accanto nell’erba e incomincia a lasciarsi trasportare dal flusso dei ricordi: il suo primo innamoramento, le prime delusioni, il primo accorgersi di come lo vedevano gli altri della famiglia.

E’ la voce di una ragazza a distoglierlo dai suoi pensieri, una ragazza giovane e graziosa che ha lo stesso nome, Sara, della amata cugina (è interpretata anche dalla stessa attrice, Bibi Anderson). Insieme a due giovani amici si sta recando in Italia e gli chiede un passaggio fino a Lund. Isak accetta volentieri di concederglielo. Il viaggio prosegue e viene però temporaneamente interrotto da un incidente: una macchina taglia loro la strada investendoli. Nessuno si ferisce ma occorre rimettere in strada l’auto di Isak mentre l’altra è fuori uso. Alla guida dell’auto c’era una donna che stava discutendo animatamente con il marito. Il motivo della discussione riguarda temi religiosi come la provvidenza divina e il giudizio, sostenuti dall’uomo e negati da lei. I coniugi verranno anche loro trasportati per un tratto di strada. Il loro comportamento si rivela però insopportabile, continuando a provocarsi e a insultarsi vicendevolmente. Sarà Mariamne ad un certo punto a invitarli a scendere dall’auto e a continuare a piedi la loro strada.

Un’altra sosta in un posto piacevole rasserenerà gli animi e darà spazio a riflessioni profonde sul senso della vita e sull’esistenza di Dio. I due ragazzi amici di Sara, che paiono rappresentare plasticamente il conflitto che agita lo stesso regista iniziano una discussione animata proprio su quest’ultimo argomento: Anders che è studente di teologia contraddice le tesi razionaliste e atee di Victor.
Anche il professore viene interpellato su questo argomento. Egli prima cerca di evadere la domanda poi dopo qualche attimo di silenzio accenna a dei versi di una poesia che sembrano la continuazione di quelli recitati prima da Anders. Sarà poi Marianne a continuarla, riprendendo i versi lì dove Anders si era fermato dopo che lui stesso l’aveva ripresa nel punto in cui Isak si era interrotto. Dopo la frase “finito il dì…” Isak non ricorda più com’è il seguito. Pensandoci bene non è un caso che la memoria di Isac si inceppi proprio su quella frase.

“…Se il creato a noi si manifesta
con la gioia esplosiva di un’eterna festa
sarà di uno splendore inusitato
chi la vita ci ha dato (Anders)

Dov’è l’amico che il mio cuore ansioso
ricerca ovunque senza avere mai riposo?
finito il dì … finito il dì… (Isac)

…finito il dì ancor non l’ho trovato
e resto sconsolato (Anders)

La sua presenza è indubbia e io la sento
in ogni fiore e in ogni spiga al vento.
L’aria che da respiro e da vigore del suo amore é piena
nel vento dell’estate la sua voce intendo (Marianne)
Partiti di lì, e fermatisi a fare il pieno presso un distributore di benzina Isak, con sua sorpresa, viene riconosciuto dal benzinaio e dalla moglie incinta che gli manifestano stima e gratitudine per il suo lavoro di medico svolto con grande generosità per anni in quella zona. Il benzinaio ipotizza tra il serio e il faceto di chiamare Isak il figlio che sta per nascere. Isak viene assorbito dai suoi pensieri mentre incrocia lo sguardo della nuora Marianne, che accenna un lieve sorriso. Impossibile non riandare col pensiero alle frasi crude e taglienti uscite dalle labbra di Marianne all’inizio del viaggio in cui metteva a nudo i difetti del professore occultati dalla “maschera” sociale. Il tema della maschera è fortemente presente in tutta l’opera bergmaniana. Ad Isac sfugge una frase senza quasi rendersene conto: “Forse dovevo rimanere qui”. Il viaggio riprende.
Trovandosi sulla strada Isak decide di andare a trovare insieme a Marianne, la vecchia madre di 96 anni che è ancora attiva e lucida. Sarà motivo per ricordare antichi eventi della famiglia e per rispolverare vecchie fotografie. L’anziana impressionerà Marianne per la sua durezza e l’essere priva di ogni calore umano.
Il prosieguo del viaggio avviene mentre Isak si abbandona al sonno. Ancora una volta però sarà disturbato da sogni pieni di situazioni umilianti e penose, a volte persino crudeli. Si tratta di un lungo sogno che per comodità descrittiva si può dividere in tre parti. Nella prima la cugina Sara tiene in mano uno specchio e gli chiede di guardarsi (nel sogno Isak è anziano), poi gli mostrerà il bambino che ha avuto da suo fratello Sigfrid e da ultimo Isak vedrà lei e il fratello felici, che si scambiano delle effusioni nella loro casa. La seconda parte del sogno è ancora più straniante: Isak deve ripetere l’esame di medicina e l’esaminatore è l’uomo soccorso per strada dopo l’incidente. Isak non sa rispondere alle domande, neanche a quella più semplice che riguarda il primo dovere di un medico. E’ l’esaminatore che gli dà la risposta:
“Il primo dovere di un medico è chiedere perdono!”
Alla fine il verdetto sarà inappellabile: Isak viene giudicato Incompetente.. ma anche indifferente, incapace di comprendere, egoista.
Nella terza parte del sogno Isak è accompagnato dall’esaminatore all’interno di una boscaglia dove assiste alla tresca della moglie defunta con il suo amante e alla consumazione dell’ adulterio. Poi la moglie parla di lui come di un uomo falsamente generoso, incapace di vera compassione, gelido. Ad un certo punto rimangono solo Isak e l’esaminatore che gli fa notare come il silenzio che si è improvvisamente creato sia stato provocato da un’operazione chirurgica di asportazione, riuscita perfettamente, per cui “non c’è più nulla che dolga o palpiti”. Allora il professore chiede quale sarà la punizione. “E’ chiaro, la solitudine” si sente rispondere. “E non ci sarà clemenza?” continua a chiedere. E la risposta dell’esaminatore lo rimanda crudelmente a sè stesso:
“Non lo chieda a me. Non è compito mio”.

Isak si risveglia e trova accanto a lui Marianne mentre i ragazzi sono andati a raccogliere dei fiori lì attorno. Le dice che continua a fare dei sogni strani come se volessero dirgli delle cose che lui non vuole ascoltare da sveglio. Ad esempio di essere morto anche se sembra vivo. Marianne riconosce in queste parole le stesse del marito Ewald e inizia a confidare per la prima volta il suo dramma interiore al suocero. E’ incinta ma Ewald non vuole il bambino al contrario di lei.
Vengono interrotti dai tre ragazzi che fanno gli auguri al professore porgendogli i fiori appena raccolti. Il viaggio prosegue per Lund. Ad accoglierli Agda che pur brontolando è venuta con l’aereo. Durante la cerimonia del giubileo Isak pensa ai fatti della giornata e decide di metterli per iscritto.
A fine giornata Isak chiede ad Agda se è stanca e le porge anche le sue scuse per la discussione avuta con lei durante la colazione del mattino. Lei ne è piacevolmente meravigliata. Trovatosi solo in stanza sente le voci di una canzone dolce e malinconica: sono i tre giovani, Sara, Anders e Victor che da sotto la sua finestra lo salutano prima di ripartire per l’Italia. Isak è commosso. Mentre si sta già addormentando giungono il figlio Ewald e Marianne. Isak chiede al figlio di rimanere un pò per potergli parlare. Gli chiede di lui e Marianne. Poi anche Marianne giunge a salutarlo. Questo saluto fa molto piacere a Isak, la nuora gli dice congedandosi “di volergli molto bene” e anche lui ricambia con le stesse parole mentre si scambiano un abbraccio affettuoso. Rimasto di nuovo solo Isak per rasserenarsi pensa ai ricordi felici della prima giovinezza. Davanti ai suoi occhi scorrono le immagini serene dei familiari, del lago vicino a casa, del padre che sta pescando accanto alla madre mentre lui li chiama e li saluta da lontano.

Tornando su Il posto delle fragole: “Finito il dì…”ultima modifica: 2017-11-18T14:51:25+01:00da david.1960