Il “rosatellum” è la zappa sui piedi del regime

Forse non sarebbe dovuta finire così, con un’opposizione spaccata ormai profondamente e inesorabilmente tra coloro che vogliono una legge elettorale costruita per continuare a svendere il paese alla corruzione, alle mafie e alle lobby politico-economiche, del tutto manovrata dalle segreterie dei partiti di maggioranza (compresa Forza Italia, che da sei anni fa finta di fare opposizione, se non quando si tratta di interessi personali di Berlusconi e di suoi lacchè!); e coloro che, giù amalgamati dall’opposizione durante il referendum del dicembre scorso, chiedono soltanto il rispetto della democrazia, cioè la restituzione al popolo della sua più importante risorsa, il voto consapevole.

Di punto in bianco, il partito che, nelle fisiognomiche politico-istituzionali, la Lega, avrebbe potuto ritrovarsi per un certo verso, con il M5S nella dura contestazione del sistema, compresa una rivisitazione dei rapporti con l’Unione Europea, anche senza coalizzarsi, viste tante altre differenziazioni, ha scelto di schierarsi apertamente con i poteri “decaduti” ma attivi, grazie al trasformismo delle compra-vendite parlamentari, che pure, nel bailamme generale, non sono state neppure sufficienti, tanto da ricorrere vergognosamente al voto di fiducia. E lo ha fatto sperando di accaparrarsi un pugno di parlamentari con cui poter “mangiare” ancora qualche brano di quest’Italia ormai mezza divorata, grazie soprattutto al prestito di 40 milioni di € che il tycoon azzurro gli ha concesso, dopo che la magistratura glieli aveva sequestrati, a seguito degli scandali bossiani. Quindi una mera operazione di do ut des.

A questo punto il M5S si trova con altri compagni di viaggio, ma altrettanto inaffidabili. Se ci vogliamo riferire ad Art.1, fino a poche ore fa, Bersani & C. hanno tentato di trovare il solito compromesso con Renzi, dopo che per tre anni e mezzo l’hanno votato sempre, nonostante le contestazioni, e poi addirittura l’uscita dal partito. Se vogliamo, poi, riferirci alla “Sinistra”, dei vari satelliti ruotanti attorno ai capetti a cui la storia ha condannato da sempre questo comparto ideologico, non osiamo pensare cosa potrebbe accadere, un domani, con costoro che una mattina si alzano con in testa lo ius soli, e l’altra, con la resurrezione della lotta di classe nelle fabbriche!

Per cui è giocoforza che il movimento se ne stia in disparte, cercando di amalgamare più voti possibili, non escludendo tuttavia a priori, liste civetta che possano rimpinguarlo, se credibili e identificabili. Nella logica della catastrofe e della confusione che il “rosatellum” creerà, visto che nessuna delle c.d. coalizioni ha la maggioranza per governare da sola il Paese (e al momento la più debole è proprio la renziana, che comunque è avanti rispetto alla berlusconiana!), e per ora, sinceramente, sembra una barzelletta pensare che il centro-destra si consegni, anima e corpo, all’ex-sindaco di Firenze. Questo, probabilmente, potrebbe avvenire (ma con sconquassi prevedibili, come una scissione leghista, o una fuoriuscita della Meloni), nel caso che, come probabile, si tornasse a votare entro un anno o poco più, quel che le maggiori agenzie internazionali prevedono, esattamente come avvenuto in Spagna e in Belgio.

Né crediamo realizzabile il progetto “massonico”, vincente in Francia, con Macron, teso alla nascita di un partito “nuovo”, che possa attirare il voto delle classi borghesi più impaurite e scoraggiate, che attualmente si astengono: per numi tutelari, si fanno i nomi di Calenda, Draghi, Minniti, ma ci sembra troppo esiguo ormai il tempo per organizzare il tutto, visto che Mattarella aspetta solo che il “rosatellum” passi, per sciogliere le Camere.

Perciò le soluzioni sono solo due, entrambe opzionabili: una vittoria strepitosa dei grillini (40%), o la creazione di un Governo minoritario esattamente come è stato finora, da tre anni e mezzo, che, però, non starebbe più bene al Quirinale. Perché? Perché da Bruxelles (e da Washington) arrivano segnali di fumo, molto inquietanti: la situazione economica e strategica dell’Italia si indebolisce ogni giorno di più, e l’intervento della Troika è indifferibile ormai. Questo causerà il rafforzamento delle politiche fiscali e, perciò, un allargamento inesorabile della forbice tra ricchi e poveri, molto simile alla Grecia: con rivolte sociali e torbidi che solo un Governo forte, ancora più poliziesco, gestito dalla Commissione europea, potrà gestire. E quindi, allora, si tenterà, sempre che nel frattempo i disastri non siano giunti ad un limite di ingovernabilità, la “grande coalizione” centro destra-sinistra.

A quel punto cosa faranno gli italiani? Correranno a dare milioni di voti a Grillo, ingrosseranno le file dell’estrema destra (improbabile, perché in Italia il massimo che il MSI-DN ottenne fu il 9%, e c’era Almirante!), o preferiranno, come sempre, abbassare il collo, e assumere la famosa posizione, tipica, della bestiola lanosa? (D.S.)

 

Il “rosatellum” è la zappa sui piedi del regimeultima modifica: 2017-10-25T07:54:02+02:00da r.capodimonte2009