A La7 Mentana mistifica la “rimborsopoli” grillina, allo stesso modo in cui mistifica le teorie di Kalergi: metodi razzisti?

C’era da aspettarselo: il Tg che agli occhi di tutti i benpensanti doveva rappresentare la moderazione fatta notizia, con il capataz Enrico Mentana, inattaccabile per tutta una serie di motivi: ultime sono state le sue panzane sul “kalergismo”, definito da lui una “buffonata”, perché ha voluto, a bella posta, confondere le teorie “paneuropee e cosmopolite” del conte Nicholaus Coudenhove-Kalergi – da alcuni prezzolati massoni definito il vero “anticipatore” dell’Unità Europea (peccato che il suo “europeismo” trasudi lobbismo e conservatorismo a tutto tondo, tanto da aver a suo tempo tentato di coinvolgervi Mussolini!); con l’altra faccia della medaglia, il suo incondizionato pacifismo, legato ad una visione dell’alta finanza internazionale, come mediatrice dei grandi conflitti (fu agevolato nel suo lavoro da Louis Rothschild, Max Warburg e Robert Bosch), e il suo spiccato filo-giudaismo. Il tema dell’ebraismo si interseca, del resto, con il discorso dominante della sua ideologia, ossia la costituzione di una nuova élite in grado di governare la futura nazione paneuropea. A questa tematica il conte dedicò un libello già nel 1922, cioè Adel (Aristocrazia), poi confluito nell’opera Praktischer Idealismus (1925) (che Mentana non ha citato, e si capisce il perchè). Le argomentazioni di Coudenhove-Kalergi sono qui caratterizzate da disinvoltura logicafantasiose semplificazioni storiografiche e, talvolta, anche da spunti interessanti. Egli parte dalla distinzione, da lui stesso teorizzata, tra campagna/endogamia/paganesimo/città/meticciato/cristianesimo. L’«uomo rustico» sarebbe il classico prodotto dell’endogamia (Inzucht); le sue qualità sarebbero prestanza fisica, aggressività, eroismo, forza di carattere e di volontà, mentre i suoi vizi sarebbero un’innata limitatezza di orizzonti e povertà di spirito. L’«uomo urbano», al contrario, è il frutto della mescolanza di sangue (Blutmischung) e si distinguerebbe per apertura mentale, cultura e ricchezza di spirito; come contraltare sarebbe sprovvisto di carattere e volontà, di coraggio fisico e di iniziativa. A partire da questi presupposti, Coudenhove-Kalergi formula la frase tanto incriminata, perché senza se e senza ma: converrà citarla per intero: «L’uomo del futuro remoto sarà meticcio(Mischling). Le razze e le caste di oggi saranno le vittime del superamento di spazio, tempo e pregiudizio. La razza eurasiatica-negroide del futuro (eurasisch-negroide Zukunftsrasse), simile nell’aspetto alla razza degli antichi Egizi, sostituirà la pluralità dei popoli con una molteplicità di personalità».

Per quanto effettivamente inquietante, la profezia di Coudenhove non riguarda specificamente l’Europa, bensì l’intera umanità. Però è pur vero che il conte si augura l’emergere di un’Europa in cui a essere maggioritaria sia una popolazione spiritualmente forte e caratterialmente debole, al fine di preservare la pace nel continente e nel mondo. Il conte vorrebbe fondare l’esattezza di questa analisi – con un volo pindarico a livello logico e storico – sul fatto che le nazioni europee (che lui non disconosce affatto) non sarebbero propriamente comunità di sangue (Blutgemeinschaft), bensì comunità di spirito (Geistesgemeinschaft). Esse condividerebbero, più che antenati comuni, comuni eroi.

Questo discorso ha certamente un senso, se il fine è una nazione europea avvenire. Più complicato e poco conseguente è invece il fatto che, ad una uniformazione planetaria della tecnica, debba seguire una omogeneizzazione etnica e culturale mondiale (che peraltro contraddirebbe la specificità europea asserita da Coudenhove). Ad ogni modo, c’è anche un altro aspetto della teoria del conte che ha inquietato sia complottisti che accademici. Nell’individuare la nuova aristocrazia del domani, Coudenhove la intravede nell’ebraismo, che, tempratosi attraverso secoli di persecuzioni, ora sarebbe divenuto la vera «razza spirituale padrona dell’Europa (geistige Führerrasse Europas)». Così ha chiosato Ulrich Wyrwa: «Le sue affermazioni, che vorrebbero essere filosemite, presentano un’inquietante vicinanza alla semantica antisemita e razzista». Dall’unione tra i migliori elementi della «nazione ebraica» e quelli dell’antica nobiltà feudale sorgerà dunque l’«aristocrazia del futuro». Non stupirà a questo punto che Adolf Hitler abbia bollato Coudenhove-Kalergi come «Allerweltsbastard», termine che potremmo tradurre come «bastardo di tutte le razze». L’ostilità nazionalsocialista nei confronti del conte, poi, costringerà quest’ultimo a emigrare negli Stati Uniti in seguito allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Ad ogni modo, l’offesa di Hitler nei confronti di Coudenhove, pur nella sua volgarità e nei suoi scopi, centra probabilmente il punto della questione. Il conte viene infatti descritto dalla critica storiografica come una personalità estremamente arrogante e affetta da manie di grandezza, che non smetterà mai di autopromuoversi a rappresentante ideale di questa “aristocrazia del futuro” della Paneuropa. Tutto il suo discorso sul meticciato e la fusione tra ebraismo e vecchia nobiltà potrebbe quindi essere una diretta conseguenza della sua storia personale: meticcio austro-giapponese, cosmopolita errante, sposato a un’ebrea. Più che di una teoria storicamente fondata, si potrebbe quindi trattare di una semplice (e goffa) autopromozione politica.

Ma quanto pesa oggi l’esempio di Coudenhove-Kalergi nel dibattito sull’integrazione europea? Effettivamente ben poco. Lo si cita tutt’al più a mo’ di icona come il primo ad aver parlato di Stati Uniti d’Europa e di una unione delle nazioni del Vecchio continente. La sua influenza politica (pur sempre relativa) viene circoscritta unicamente agli anni Venti e all’inizio degli anni Trenta. Inoltre, il movimento paneuropeo è oggi un piccolo raggruppamento europeista conservatore dal peso specifico assai limitato. Le sue teorie sono state peraltro duramente criticate dagli ambienti accademici. Il suo elitismo e antidemocratismo, insieme al suo discorso sul diritto di Paneuropa allo sfruttamento dello colonie africane, senza contare la sua fascinazione per personalità come Mussolini e Dollfuss, non piacciono affatto all’establishment demo-liberale dell’Unione Europea e ai circoli universitari. Così si esprime infatti Ulrich Wyrwa: «Paneuropa dev’essere quindi considerato un capitolo storicamente chiuso, comprensibile solo alla luce del contesto intellettuale del periodo tra le due guerre, e che non permette alcun collegamento con l’attuale dibattito intellettuale e politico sul presente e sul futuro dell’Europa» (16). Insomma, è troppo comodo che i progetti di “grande sostituzione” e di annientamento etno-culturale dei popoli europei siano delegati ad un “negazionismo” di parte. Essi invece hanno ben precise basi filosofiche e sono attuati da altrettanto precisi soggetti politici e intellettuali, che oggi, dallo Stato ebraico, ma anche dalle grandi assiste segrete globaliste, diffondono un nazionalismo acceso nei confronti del mondo arabo e mussulmano, e poi si fingono, “moderati e pacifisti”, ma pronti scatenare guerre religiose, che nulla hanno da invidiare a quelle cristiane e islamiche.

Mentana in questi giorni, ad esempio, è la “mosca cocchiera” a caccia della controprova che i grillini siano onesti, ma fino al punto di dimenticarsi, in certi casi, di versare la quota parte di stipendio per impiegarlo a favore del popolo, come da sempre asserito. In realtà si tratta della stessa “operazione culturale mistificatoria” che l’infido giornalista, porta avanti quando, determinati personaggi storici, “verba volant scripta manent” gli danno la zappa sui piedi, come Kalergi. Lo stesso “vizio” che i suoi correligionari utilizzano per imporre al mondo il ricordo “sacrosanto” dell’Olocausto, ma strumentalizzandolo poi barbaramente, ad ogni piè sospinto: per interporre, dietro le quinte, il dogma della assoluta superiorità della razza ebraica. E ci dispiace per Enrico Mentana: che il conte Nicholaus Coudenhove Kalergi, almeno, non si nascose mai dietro un paravento mediatico, come lui fa per compiacere i padroni del vapore! (D.S.)

 

A La7 Mentana mistifica la “rimborsopoli” grillina, allo stesso modo in cui mistifica le teorie di Kalergi: metodi razzisti?ultima modifica: 2018-02-14T16:15:39+01:00da r.capodimonte2009