Quando i motivi sentimentali in politica decadono in torbide e letali strumentalizzazioni

Ormai la questione bancaria italiana è il nervo scoperto, e quasi metastasico, che sta distruggendo le residue speranze di ripresa del nostro Paese, precipitandoci velocemente verso l’abisso della totale e inesorabile perdita di ogni residuo di sovranità, con l’avvento della Troika. L’Unione Europea l’ha capito da un pezzo, ma ha di fronte due incontrovertibili verità: la prima è che l’Italia non è la Grecia e la sua caduta verticale sfascerebbe definitivamente la trama finanziaria e massonica che finora l’ha tenuta in piedi, ai danni dei popoli europei, specie quelli mediterranei e orientali, dopo la profonda ferita della Brexit. A questo proposito non è un caso che Moscovichi & soci stiano tentando di rinviare alle kalende greche il patto per l’uscita del Regno Unito, sperando che le due realtà non si sovrappongano, e quindi dissanguino una BCE già oberata di oltre 500 miliardi di crediti praticamente inesigibili, creati con il “quantitative easing” (che le banche avrebbe dovuto salvarle!); la seconda è la paura che in Italia si imponga un Governo “populista”, che invece, in Francia, in Grecia e in Spagna si è riusciti a bloccare, e che provocherebbe, come una reazione a catena, il sorgere di altri “populismi” non più dormienti (come in Austria, Polonia, Slovacchia, Croazia e Ungheria) e che spazzerebbero via la lobby del PSE e del PPE instauratasi nel parlamento Europeo, grazie alla caratura tedesca, che, già oggi, non sembra più in grado di reggerla.

A Bruxelles, paradossalmente, stilano l’elenco dei Paesi off-shore, dopo vent’anni di evasioni fiscali che hanno disintegrato il tessuto imprenditoriale e bancario del continente, come se uno dei gran maestri di questo abuso, non sia proprio l’”avvinazzato” Junker! E si procede a tentoni, evitando di aggravare la situazione economica dell’Italia, che ormai ha superato di miglia il segnale di guardia!

Ma in Italia c’è già che sta facendo di tutto per disfare il centrino sfilacciato dei burocrati europei, ed è proprio il partito di maggioranza relativa, il quale sta avvoltolandosi, ogni minuto secondo, nel multingpop disastroso di una corruzione infinita, che ormai deborda da ogni parte: e più lo si mescola, e più manda fetore!

E’ anche vero che la massoneria, divisa profondamente dopo il fallimento ieratico del suo campioncino toscano, e dei suoi compagni di merende, tra chi ha sbagliato, come le lobby dei banchieri italiani, seguita da presso dalla lobby dei giudici, e quindi degli editori; e chi, da Oltre Oceano, sta bacchettando duramente i confratelli, tentando di imporre nuovi candidati, per salvare capre e cavoli (e Grasso, un uomo dell’ “antimafia”, della DIA e quindi molto vicino ad FBI e CIA è uno di questi!); e Mattarella, presto, si troverà le linee telefoniche del Quirinale ancora più calde di quelle che dovette condividere Giorgio Napolitano, e che portarono alla cacciata di Berlusconi, altro esperimento fallito, ma non dopo aver rimpinzato la Gran Loggia di Washington con il tradimento dei libici!

La “figuretta” di questa “Giovanna d’Arco” dell’imbroglio, cioè Maria Elena Boschi, sta diventando il “buco nero” verso cui l’astronave renziana si sta dirigendo, senza alcuna speranza: neppure quella di poter contare su Berlusconi, perché i suoi voti ballerini non gli bastano più, nonostante la truffa elettorale perpetrata dai silenzi quirinalizi.

La difesa che mezzo partito (l’altro mezzo, tace!) sta innalzando a sua difesa, assomiglia troppo da vicino alle difese che gli “impresentabili” di F.I. (soprattutto gli ex-A.N.), fecero del “pregiudicato”, quando costui iniziò a scandalizzare (e non ha mai smesso, perché è un vizioso!) l’Italia e il mondo, con il suo harem: allora difendere Berlusconi significava difendere le sue “intimità distorte”; adesso difendere la Boschi ad ogni  costo (quando tutti, proprio tutti, sanno del conflitto di interessi e dei grandi errori supportati –non ultimo il disastroso e insipiente attacco alla Costituzione, fortunatamente sventato un anno fa!), significa difendere, è lampante, altre “intimità distorte”, che risalgono a quando lei assisteva il suo giovane e intimo amico, già sposato, unica persona di cui lui si fidasse, nei meandri della sua fondazione Big Bang (poi confluita nella Open), quella che servì a trasformare un personaggetto di provincia da quattro soldi, in un “leader” rampante. Non è solo un assioma quello che dice, con le dovute proporzioni, che “dietro un grande uomo, c’è sempre una donna”: Maria Elena, probabilmente, e silenziosamente (bisognerebbe chiederlo alla signora Landini–moglie), lo ha coadiuvato, difeso, plasmato e, d’accordo con i poteri forti che predominavano nelle due famiglie, Boschi e Renzi, lo ha alla fine sorretto, contro tutto e contro tutti!

Come si fa a cacciarla via, proprio adesso, che è travolta dagli scandali? Le donne, specie quelle in carriera, possono essere vendicative (la vendetta di una moglie è più lenta, perché ci sono i figli!), e Maria Elena non è quello stinco di santo che appare sotto le luci della ribalta, e per Matteo potrebbe essere la sepoltura definitiva.

Il problema per lui che è segretario di un partito ancora forte, che, a parte la infingarda stampa italiana che tutto sa ma che tutto sa nascondere quando vuole, non se la sente più di “reggere il moccolo”. E crediamo che il momento della verità, scoppierà, prima o poi.

Allora, vedrete, che Matteo Renzi tornerà a fare quel che ha sempre fatto. Cioè il figlio di papà… (D.S.)

Quando i motivi sentimentali in politica decadono in torbide e letali strumentalizzazioniultima modifica: 2017-12-06T17:26:24+01:00da r.capodimonte2009