Il senso recondito del braccio di ferro tra UE e Italia, sulla manovra finanziaria varata dal governo giallo-verde.

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di Andrea Atzori

L’intransigenza dei governi europei nei confronti dell’Italia per la manovra finanziaria dei giallo-verdi, giudicata troppo espansiva per il rapporto deficit PIL al 2,4%, è dovuta principalmente, alla considerazione fondamentale che il debito pubblico italiano è il più alto d’Europa, dopo quello della Grecia.

Con in più, l’aggravante che questo debito venne contratto dall’Italia negli anni 80 dal governo Craxi, per garantire agli italiani, fino ad allora un popolo costituito in larghissima parte da proletari filocomunisti, l’accesso di massa alla proprietà dei beni immobili, all’auto, alla laurea ecc.

Insomma, trasformare il proletariato urbano e campagnolo, in vera e propria borghesia, con tutti gli annessi e connessi. Cioè sconfitta e crollo del comunismo, come infatti, subito dopo, avvenne con il compromesso storico, e alleanza dei post comunisti con gli ex democristiani, con il convolo a nozze dentro al Partito Democratico.

Fu un grande disegno di ricostruzione dell’intero panorama politico italiano. In effetti, sparì la sinistra ormai amalgamata con la Democrazia Cristiana, tramite la nascita di un nuovo grande partito di stampo clericale il PD, come lo fu a suo tempo, la DC.

Ma con l’avvento al potere di Berlusconi, cominciarono i mal di pancia anche dentro al rapporto di coniugio del centrosinistra, le cui correnti di destra venivano attratte come calamite dalla politica liberista sfrenata praticata dall’esecutivo guidato dal magnate di Arcore.

Una situazione di estremo disagio sfociata poi nello strappo definitivo voluto e telecomandato dallo stesso segretario in carica del PD, Matteo Renzi. Il successivo, immediato tracollo elettorale di questo partito fu una conseguenza diretta della sua implosione interna.

In verità si trattò di un divorzio già annunciato prima ancora delle nozze innaturali, tra correnti e movimenti politici, troppo distanti, ideologicamente, tra loro. Ma un altro soggetto politico era già stato concepito dai poteri forti, per sostituire quello ormai morente, ed era quello dei 5 stelle di Grillo e Casaleggio.

Fu questa sapiente operazione politica, manovrata, orchestrata e diretta oltre oceano, che ha, per sempre, seppellito, fatto sparire ogni velleità di ascesa al potere delle sinistre. I veri, nuovi, protagonisti politici, non sono più Berlusconi o Renzi, ma Di Maio e Salvini.

Solo che, su questo sentiero praticato con il plauso di Washington, assai interessata a ridimensionare e mettere bastoni tra le ruote ai piani di ascesa geopolitica dell’Unione Europea, l’Italia non poteva, assolutamente, schivare la minaccia di una rotta di collisione con Bruxelles.

La qual cosa, si sta puntualmente verificando. L’impatto pare sia già avvenuto, sia nel caso della politica migratoria perseguita dalla Lega con il ministro Salvini, sia in quello della manovra finanziaria giallo-verde, già bollata dalla commissione europea, con la minaccia, addirittura, dell’apertura di una procedura di infrazione per deficit eccessivo.

La verità, se vogliamo dirla tutta, è che in Europa non perdonano all’Italia di avere, per troppo tempo, goduto della loro benevolenza, fondata, soprattutto, su considerazioni di interesse politico ed ideologico. Infatti, se l’85% della popolazione italiana è proprietaria di casa, per gli altri paesi vale la regola inversa, cioè l’85% dei loro cittadini vive in case d’affitto.

L’Italia non ha mai onorato i debiti contratti con il F.M.I dal governo Craxi per finanziare la c. d. politica del mattone, ed anzi è insolvente persino sugli interessi ormai saliti alle stelle. Inoltre non condivide certo quel sottile disegno geopolitico perseguito dagli Stati Uniti, che strumentalizzano il disaccordo tra le nazioni europee, in ossequio al principio del “divide et impera”, per intralciare il cammino al progetto del North Stream 2, concordato tra Germania e Russia, cioè il gasdotto che dovrebbe bypassare l’Ucraina, per arrivare in Europa.

Infatti, gli USA cercano, inutilmente, di imporre alla Germania l’acquisto del loro gas assai più costoso di quello russo e quindi, non economico e temono anche che la collaborazione dell’Europa con la Russia nel settore dell’energia, finisca poi per trasformarsi in vera e propria alleanza militare.

Gli Stati Uniti verrebbero per sempre, estraniati dallo scacchiere geopolitico del vecchio continente, provocando con ciò un isolamento e una definitiva emarginazione, economica e politica, del c.d. “Nuovo Mondo”.

Per tutta una serie di considerazioni, quindi, ritengo che la cena tra Conte e Junker, fissata e programmata per sabato, non porti a niente di concreto se da parte italiana non vengano presi impegni seri a modificare la manovra finanziaria troppo espansiva, concepita solo per obiettivi e calcoli di tipo elettorale.

L’Europa, specie dopo la Brexit, è giunta ormai ad un bivio. Ciascuno Stato membro dovrebbe fare la sua parte per evitare una catastrofe economica, politica e sociale, le cui avvisaglie sono già percettibili dietro l’angolo.

Il senso recondito del braccio di ferro tra UE e Italia, sulla manovra finanziaria varata dal governo giallo-verde.ultima modifica: 2018-11-23T15:48:08+01:00da Artalek

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