Dal nulla spunta…il Goteborg

La Svezia è sempre stata terra di talenti, ma in relazione al talento, non ha mai raggiunto vette Europee. Fino al 1982 le uniche notizie della Svezia si avevano per la conquista della medaglia d’argento nel Campionato del Mondo 1958. Tocca al Goteborg invertire la tendenza e far uscire dal letargo la sua nazione. Come già detto prima, nella stagione 1981-1982 il Goteborg conquista la Coppa Uefa. Il complessivo è sensazionale: 27-11. Eliminano in serie i finlandesi dell’Haka, gli austriaci del Sturm Graz, i rumeni della Dinamo Bucarest. Fino a qui impegni sulla carta agevoli, dopo i Rumeni sulla strada degli svedesi c’e gli spagnoli del Valencia, i tedechi del Kaiserslautern e in finale l’Amburgo (l’anno dopo trionferà in Coppa Campioni). A Goteborg termina 1-0 per i padroni di casa, ma è ad Amburgo che gli svedesi danno il meglio di se: netto 3-0 e prima coppa Europea messa in bacheca. Passano cinque anni e la storia si ripete: attacco meno sterile, 21 reti ma difesa di ferro, 5 gol subiti. Cadono in serie Sigma Olomuc, Brandeburgo, Gent, Inter, Swarovski Tirol fino alla finale con gli scozzesi del Dundee UTD. A Goteborg termina 1-0 per i padroni di casa, a Dundee termina 1-1 e la coppa prende nuovamente la strada della Svezia. Il calcio svedese torna nell’oblio fino ai Campionati del Mondo del 1994 dove i gialloblù allenati da Svensson prenderanno il meritato bronzo.

1990-Anno del triplete Europeo

Ci sono annate memorabili, annate che saranno scolpite per sempre negli almanacchi. Uno di questi è il 1990, dove l’Italia, unico paese nella storia, centra il triplete Europeo con Milan, Sampdoria e Juventus. Partiamo dalla coppa madre: il Milan elimina in serie Helsinki, Real Madrid, Malines (in francese) e Bayern Monaco fino a giocare la finale con il Benfica. Adesso tocca alla Sampdoria: la squadra allenata da Boskov fa fuori i norvegesi del Brann, i tedeschi del Borussia Dortmund, gli svizzeri del Grassopher e i francesi del Monaco fino a disputare la finale con i belgi dell’Anderlecht. Più lungo e tortuoso il percorso della Juventus: batte in serie Gornik, Psg, Karl Marx Stadt, Amburgo e Colonia per giocare la finale contro la Fiorentina. Avete capito bene, la Fiorentina. Quattro squadre Italiane su sei.
Ma arriviamo adesso al mese che nessuno sportivo Italiano scorderà mai. il 2 Maggio a Torino si disputa Juventus-Fiorentina. Termina 3-1 grazie ai gol di Galia, Casiraghi, De Agostini per i bianconeri e Buso per i Viola. Il 9 Maggio a Goteborg una doppietta di Vialli regalerà ai blucerchiati il primo alloro europeo. Sette giorni dopo ad Avellino c’e il ritorno Fiorentina-Juventus: il risultato sarà 0-0 e la coppa prende la strada di Torino. Seconda Coppa Uefa per i torinesi ma triste record anche per i Toscani: la squadra viola è sconfitta in tutte e tre le finali Europee. Ha anche i suoi record: sempre la squadra Toscana è stata la prima squadra Italiana a giocare una finale di Coppa dei Campioni e la prima squadra a vincere un trofeo Europeo. Ma passiamo oltre. Il 23 Maggio a Vienna una rete dell’Olandese Rijkaard regalerà al Milan e a Sacchi la seconda coppa dei Campioni consecutiva, quarta in assoluto. Sedici giorni dopo prenderanno il via la quattordicesima edizione dei Campionati Mondiali che si disputeranno in Italia. Va da se che l’Italia, sia come padrona di casa che per lo strapotere europeo mostrato, parta favorita. L’attaccante Argentino Caniggia non è molto d’accordo, il resto è storia da consegnare agli annali.

Continua il vento dell’Est

Sei anni dopo la vittoria in Coppa delle Coppe dello Slovan Bratislava, sempre la stessa coppa supera la Cortina di Ferro e viaggia verso Kiev. La notizia di per se non è sconvolgente visto che gli Ucraini hanno vinto per 13 volte il campionato Sovietico ma fa notizia l’autorevolezza con cui la portano a casa. Sconfitte in serie CSKA Sofia, Francoforte, Bursaspor, PSV e Ferencvaros per un complessivo di 18 a 5. Ma ribadisco ciò che ho scritto prima: se un’eventuale successo della Dinamo Kiev non fa notizia, è sensazionale il successo sei anni dopo della Dinamo Tbilisi (adesso capotale Georgiana). Due campionati e due coppe sovietiche in bacheca (in relazione alle corazzate moscovite il nulla) ma quello che compie nella stagione 1980-1981 ha qualcosa di clamoroso. Elimina in serie il Kastoria, Waterford, West Ham e Feyenoord fino a giocarsi e vincere la finale contro la tedesca orientale Carl Zeiss Jena. Il complessivo recita 16-5 e per una notte Gutsaevi e Darasella diventano eroi nazionali.
Ancora cinque anni e nuovamente la Dinamo Kiev sul tetto della seconda coppa Europea per Nazioni. Il complessivo è da record: 26 a 8. Secondo i numeri i metodi del colonnello Lobanovski funzionano. cadono sotto i colpi della corazzata Ucraina l’Utrech, Craiova, Rapid Vienna, Dukla Praga e Atletico Madrid. Come avete potuto leggere, da Mosca nessuna notizia, eppure le squadre della capitale hanno portato a casa 33 scudetti e 31 coppe Nazionali.

La squadra che non ti aspetti

Questa sera parliamo di Cecoslovacchia. Se pensiamo ad una squadra ceca vincente in Europa pensiamo subito allo Sparta Praga, allo Slavia Praga o al Dukla Praga, nessuno penserebbe allo Slovan Bratislava (adesso Slovacca) eppure i biancocelesti hanno portato a casa la Coppa delle Coppe nella stagione 68/69. Se guardiamo il vecchio campionato Cecoslovacco la capitale Slovacca vanta 8 scudetti e 5 coppe Nazionali. In quella cavalcata i cechi sconfiggono gli Jugoslavi del Bor, il Porto e il Torino per un complessivo di 10-4. In semifinale alza bandiera bianca la squadra scozzese del Dunfermline ma lo scoglio maggiore è in finale dove c’e l’altisonante Barcellona.
Il 21 Maggio a Basilea va in scena la finale e dopo due minuti prende la strada ceca con il gol di Cvetler; al sedicesimo pareggia il Barcellona con Zalova ma i biancocelesti allungano fino al 3-1 con i gol di Hrivnak e Jan Capkovic. Il secondo tempo serve solo ad accorciare le distanze grazie al gol di Rexach. Rimarrà una vittoria singola perchè la SuperCoppa Uefa non era ancora istituita, ma di fatto è la prima Coppa che vola verso l’est Europa.

Grecia, la culla della civiltà, ma assente in Europa. Fino all’estate 2004

Pensi alla Grecia calcistica e subito pensi alle polisportive Olympiakos e Panatinaikos. Le due corazzate elleniche contano 64 titoli di Grecia, 45 Coppe (sempre di Grecia) e 7 supercoppe. Eppure, strano a dirsi, in Europa non hanno mai fatto valere il loro strapotere, fino alla Coppa dei Campioni 1970-1971 dove i verdi raggiungono la finale superando Jeunesse D’Esch, Slovan Bratislava, Everton e Stella Rossa con il complessivo di 16-8. In finale gli ellenici trovano i lancieri dell’Ajax ma subiscono gol da Van Dijk dopo 5 minuti. Haan all’84 chiude la gara nel più classico dei risultati. Il calcio ellenico torna in letargo fino al 2004, anno degli Europei in Portogallo. La squadra allenata dal tedesco Rehagel viene inserita nel gruppo A insieme ai padroni di casa, la Spagna e la Russia. Contro ogni previsione la Nazionale supera il Portogallo all’esordio e pareggiano la seguente partita con la Spagna. La sconfitta nell’ultima gara contro la Russia risulta ininfluente ai fini della classifica. Il turno viene superato con 4 gol fatti e 4 subiti, forse troppi per sparare di far strada ma normali per una rappresentativa come la Grecia. Dai quarti la traasformazione: la difesa sembra di ferro: supererà il turno contro la corazzata Francia e contro la Repubblica Ceca senza subire gol. Charisteas e Dellas conducono i suoi ad una finale insperata alla vigilia. L’avversario è il Portogallo, i padroni di casa, tutto sembra apparecchiato per una comoda vittoria, ma non avevano fatto i conti con Charisteas, per una notte eroe di una Nazione intera che urla la sua esistenza.

Quando l’altra Germania era protagonista

La Repubblica Democratica Tedesca fù riconosciuto Stato nel lontano 1949 ma gia dal 1948 esisteva la DDR Oberliga. La Germania Ovest era oggettivamente più famosa e vincente e conduceva i suoi club a successi continentali. Ma la “piccola” DDR ha avuto il suo pezzo di gloria. La protagonista è il Magdeburgo che porta a casa la Coppa delle Coppe nel 1973-1974. Nei primi tre turni eliminano gli Olandesi del Nac Breda, i cechi del Banik Ostrava e i Bulgari del Beroe Stara Zagora con il conplessivo di 8-3. Direte voi: tutto tranne che squadroni. Il capolavoro arriva in semifinale dove incontrano i portoghesi dello Sporting Lisbona. Il livello si alza ma i “tedeschi orientali” superano il turno vincendo 3-2. L’8 Maggio a Rotterdam si gioca la finale e di fronte al Magdeburgo c’e il Milan, in attesa del bis europeo. I bianco-blu non si lasciano intimorire e portano a casa il trofeo vincendo 2-0 con autorete di Lanzi e gol di Seguin.

Altre due squadre si sono avvicinate all’alloro Europeo: il Carl Zeiss Jena nel 1980-1981 e la Lokomotiv Lipsia nel 1986-87. Per il Carl Zeiss Jena la strada per la semifinale non è semplice: elimina squadre blasonate come Roma e Valencia e i gallesi del Newport County mentre nuovamente il Portogallo sulla strada di una tedesca orientale: il Benfica. Ma la squadra lusitana si deve arrendere 2-1. In finale i sovietici della Dinamo Tbilisi ma questa volta il punteggio di 2-1 ride ai sovietici. Sei anni dopo ci prova la Lokomotive Lipsia: nei primi tre turni eliminano il Glentoram, il Rapid Vienna e il Sion con il complessivo di 7-4. In semifinale i gialloblù eliminano ai tempi supplementari il Bordeaux ma non avevano fatto i conti con l’Ajax e con Van basten che spezza i sogni di gloria. Due anni dopo ci sarà la caduta del muro di Berlino, ma nessuna delle tre squadre tornerà ai massimi livelli del calcio Europeo.