Carlo Borromeo: la nascita del santo

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San_Carlo_Borromeo Carlo Borromeo, uno dei protagonisti del libro Humilitas, il 4 novembre viene ricordato santo in tutto il mondo cristiano. Inutile celare i dubbi che questa figura ha suscitato in me dopo la lettura di un testo molto polemico sulla figura del santo di Arona ovvero “Gerolamo Donato, l’uomo che sparò a San Carlo e ne fallì il colpo. Parto da un presupposto: sono ambrosiano e come tale sono cresciuto “educato” ai miti della diocesi milanese, in primis Sant’Ambrogio e San Carlo. La gita al “Sancarlone” di Arona era una delle tappe obbligate per i gruppi adolescenti dell’oratorio. Quando ho deciso di scrivere “Humilitas” non avrei mai immaginato di dovermi mettere in ricerca per capire se le accuse di molti anticlericali fossero fatte con senno. Eppure, questa ricerca fatta di studi e di opere pro e contro Carlo Borromeo, lascia pochi dubbi sulla figura del proclamato santo. Partiamo dall’incipit della sua vicenda terrena, con la consapevolezza che vorrò portarvi nuovamente sull’argomento affinché possiate avere anche voi tutti gli elementi per essere critici. “Due ore prima dell’alba del 2 ottobre 1538, narrarono con giuramento alcuni soldati di guardia alla Rocca, una fascia luminosa apparve improvvisamente tra la Torretta e la Porta del Falcone e avvolse la camera dei tre laghi ove Margherita de’ Medici in quell’ora dava alla luce Carlo”. Nel 1606, durante il processo di canonizzazione, alcuni testimoni venuti da Arona, andarono a deporre circa lo “splendore notabilissimo apparso avanti giorno sopra la Rocca nel tempo del nascimento di san Carlo”. Questo è il primo miracolo, il quale ricorda molto da vicino la nascita proprio di Gesù Cristo: la stella di Betlemme e il coro degli angeli “illuminano” la grotta dove nacque il Salvatore. E’ il primo parallelismo religioso, ne troveremo altri. Certo è che Carlo teneva molto alle sue origini e a quelle della sua famiglia, i Borromeo. Quando lo zio Giovanni Angelo Medici diventa Papa Pio IV, manda a dire al suo segretario Tullio Albonese “C’è qui uno scrittore il quale vuole stendere la biografia dei cardinali e ha una specie di canovaccio sulla nostra famiglia… Voi cercherete con tutta la premura e diligenza possibile l’origine della nostra famiglia, le sue dignità, le sue grandi parentele, come quelle con una donna di Brandeburgo; insomma, tutto quello che esiste di più glorioso e degno di memoria tra i nostri antenati; …me lo invierete il più presto possibile”. Carlo aveva già capito quanto importante veicolare le giuste informazioni per trarne benefici. Così sarà lungo tutta la sua vita e per la lode della sua santità, veicolando testi, immagini, leggende e censure, tutte a suo favore o dei suoi fini controriformistici. Procediamo analizzando come la figura del padre Giberto II venga descritta quasi come un San Giuseppe: ritratto in lucidissima armatura con in pugno la spada, ciò che se ne risalta è la singolare mitezza che traspare dell’espressione del volto. Il primo biografo di Carlo, padre Bascapè, omise i rapporti di parentela fra le sorelle di Carlo, i quali evidenziavano che Giberto II aveva avuto tre mogli. Il senso comune del tempo considerava vizioso e infedele il transito di un vedovo a seconde, o peggio, terze nozze. Ma Bascapè è onesto e confessa certe sue omissioni “di poco conto o perché ripugnano alla storia…o che sarebbero risultate poco gradite”. Ne viene comunque messo in luce il buon esempio: uomo da indole profondamente religiosa, donava spesso ricchezze ai poveri, pur non possedendone in quantità. La madre Margherita viene descritta dal Bascapè come una “donna completamente aliena da ogni femminile leggerezza… tutta intenta con pietà e modestia alla cura della casa… con abito semplicissimo”. Ecco una nuova Madonna. ritratto-Margherita-MediciNon poteva essere altrimenti se teniamo presente che Bascapè scrive tutto ciò nel periodo della canonizzazione di Carlo. Eppure il ritratto di mamma Margherita presente sull’Isola Bella presenta una figura slanciata, con una maestosa e avvenente plasticità. Ha bianca pelle che illumina un viso delicatamente imbellettato, occhi grandi e dolci, labbra compunte, capelli neri con acconciatura a ricci e velo a corona. Indossa magnifiche vesti che solo una grande e ambiziosa dama del Rinascimento poteva permettersi. Morì nel 1548, lasciando cinque figli da accudire al marito. Poco viene sottolineato delle altre due mogli, Taddea Dal Verme e Aurelia Vistarini. Siamo solo all’inizio, il santo è appena nato. Nelle prossime settimane proseguiremo in questa ricerca per conoscere meglio l’umile protettore dell’ordine degli Umiliati.

Carlo Borromeo: la nascita del santoultima modifica: 2017-11-03T14:53:37+01:00da humilitasomniavincit
2017 "Humilitas" by Diego Moretti