29 giugno 2020

Io sono quella degli amori platonici, quella che preferisce i sogni alla dura realtà, quella che non si vuol arrendere nel credere che tutto sia marcio e negativo, colei che odia parlare dei propri sentimenti perché ha paura che le vengano buttati in faccia con un freddo: “no lascia stare”. Io sono quella che sente prima le variazioni del tempo e le contraddizioni degli animi. Aspetta, non voglio spaventarti nel parlarti di questo. Vorrei solo conoscerti e farmi conoscere. Chissà, magari! Sono nomade e condottiera delle tempeste che dimorano nella mia anima. Con la sola forza della fragilità ho vinto tante battaglie anche se mi hanno lasciato molte cicatrici. Sono un barile di difetti, sono emotivamente insicura, non so cucinare piatti elaborati, mangio poco, soffro di sindrome premestruale, per una non colpa ho poca vita sociale, non ho fatto carriera perché avevo un valore da proteggere. La mia parte riflessiva è sempre in lotta con quella passionale, quella che come un rapace spietato vorrebbe subito far proprio ciò che gli aggrada. Ma sono anche fermamente convinta che non abbino importanza i difetti reciproci perché l’essenziale è il desiderio di trasformarli, sdrammatizzarli per riderne insieme.

Ho viaggiato invano nelle tempeste degli animi alla ricerca di un posto dove, la sera sentendomi al sicuro, potessi addormentarmi pensando: “ecco ho trovato il mio posto”. Durante il viaggio, in solitudine ho conosciuto il sentimento umano della avidità. Ho imparato ad averne paura perché ho capito quant’è forte persino dinanzi l’amore. Quell’amore di cui ho avuto sempre tanto bisogno.

Mi piace comunicare con lo sguardo e sentire che quell’anima è vicina a me. Mi piacciono gli uomini che capiscono con il cuore e che bloccando le mie insicurezze mi baciano all’improvviso, non dandomi il tempo d’aver paura.

Non mi piace litigare con chi amo ma so che il litigio è inevitabile a volte. L’importante è andare a letto la sera solo dopo aver fatto pace. E poi quella libertà di fare ciò che ci piace che non dovrebbe mai essere repressa. Si comprende con l’età. Mentre l’altro vola puoi volarci accanto, o restare sul ramo ad attendere il suo ritorno. Qualunque cosa ma non tagliare mai le ali, per quanto piccole e insignificanti possano sembrare, perché non ci sarebbe amore in tale evenienza.

Quando sento la gentilezza dei cuori tutti i miei oscuri istinti umani spariscono Non hanno più importanza davanti ad una tale ricchezza della vita. Perché dove c’è gentilezza c’è anche amore e per questo oggi ti ho scritto queste parole partorite dal mio animo in una calda giornata ventosa di un fine giugno solo per dirti forse, chissà! Quel posto che cerco…

Quell’acido tutti abbiamo dei problemi

A tutti capita d’incontrare delle persone che si presentano a noi  raccontandoci il problema che in quel preciso momento del loro percorso di vita l’angustia l’anima. Lungi da me parlare di persone che si lamentano sempre pur non avendo alcun problema reale. Mio obiettivo è parlare di coloro che, appena conosciuti, si presentano nella loro realtà e poi finisce tutto lì. Parlare di un lutto, di una malattia, di uno stato di depressione  e/o di solitudine, senza entrare in particolari intimi e travalicare i limiti del propria privacy. La persona che si presenta in un certo modo, implicitamente, non sta facendo altro che chiederci <<Vorresti conoscermi ugualmente anche se ho questo problema?>> e di conseguenza sta cercando umana comprensione per una situazione che l’affligge. Dimostra anche un elevato grado di maturità nel mostrarsi per quella che è. Oltretutto parlando di situazioni che potrebbero capitare a chiunque aiuta la diffusione della conoscenza su come affrontare una difficoltà. Il vero problema è se l’interlocutore reagisce male. Invece di donare un auspicabile sorriso risponde aggredendo o criticando chi dice d’avere una malattia, di sentirsi sola, di non trovare un lavoro. Se mentre questi cerca conforto e accettazione il secondo perché aggredisce?  Perché a tutti costi cerca il male anche dove non c’è? Semplice perché si trova davanti ad una persona che gli turba il suo ideale narcisistico di vita e di divertimento.

Rispondere acidamente “Tutti abbiamo problemi” è un implicito dire: <<Taci che del tuo problema non mi frega niente. Io voglio solo pensare a divertirmi>>. E’ pur vero che tutti abbiamo dei problemi. Anche il bambino al quale la mamma non ha comprato l’ultimo modellino di macchinina dice d’avere un problema nei confronti di chi ha scoperto d’avere una brutta malattia. Tutti abbiamo problemi ma nella comunicazione ora ci siamo io e te. Stiamo interagendo io e te con la nostra individualità. Io non sono tutti e tu non sei tutti.

E’ sempre la risposta che ci fa capire con chi stiamo dialogando. Non dimentichiamolo mai. Chi aggredisce oltre a dimostrare la sua scarsa intelligenza perché ignora che tutto può succedere a chiunque, dimostra d’essere privo di cuore e d’empatia quindi non dobbiamo rimanerci male per la sua risposta. Io generalmente amo chi mi confida un suo problema perché si sta fidando di me e so che non vuol altro che un mio sguardo di comprensione.

Intenzioni

La fase iniziale di conoscenza con un uomo è la più pericolosa.  Per questo motivo, sostengo fermamente di non farsi  illusioni.  Una donna che crede nell’amore sognerà che nel cuore del nuovo apparso si nasconda un cavaliere pronto a strapparla via dall’infausto sortilegio della solitudine ma il più delle volte troverà un cavaliere dal mantello stracciato e dal mulo zoppo. All’inizio della conoscenza sono difficili da distinguerli perché mentre noi diamo fiducia mentre loro fingono un’ ipocrita gentilezza. Davanti a questo scenario iniziale non sappiamo quali intenzioni nascondono. Tutti noi quando incontriamo una nuova persona sappiamo consciamente o non  cosa vorremo da essa. Indubbiamente nel corso della frequentazione la situazione può evolvere diversamente ma nel novantanove per cento dei casi la storia è già segnata dalle intenzioni.

Il nostro uomo “dall’identità indefinita”  potrebbe avere il fine di un’avventura per saziare il suo ego e vantarsene con gli amici, essendo un codardo non ha il coraggio di dirtelo apertamente. Lui sonda il terreno con gentilezza. Quando capirà che non otterrà nulla sparirà insieme alla sua ipocrita gentilezza. La stessa cosa succederà se l’ignara fanciulla è caduta nella sua rete mentre lui galoppa verso nuove ignare ragazze.  Lei resterà a piangere chiedendosi cosa c’è di male in lei. NIENTE. Solo l’ingenuità di aver creduto di trovare il bello dove c’era il marcio. Imparerà la prossima volta.

Qualcuno potrebbe dire: “Guarda che nel sesso non c’è niente di male”. Certo non c’è niente di male se si parla apertamente e ambedue sono d’accordo sul fine  ma il male c’è se s’ inganna una persona solo per avere del sesso. Il male è nell’aver usato la menzogna, lasciarla sedotta fra le sofferenze della momentanea perdita di autostima. Il male c’è quando si usa l’amore per avere sesso e molti care fanciulle lo fanno.

Come si possono capire le intenzioni?

Stare molto attente alle domande che il nostro cavaliere ci farà nella fase iniziale della conoscenza. Saranno le domande che ci faranno capire a cosa lui è interessato. Se non ci chiede come stiamo, qual è il nostro colore o fiore preferito e non c’invita a mangiare fuori solo per far delle chiacchiere state sicure che non vuol perdere tempo. Se sin dalle prime telefonate esordirà chiedendo: “ Da quanto tempo non hai una relazione sessuale?”. Oppure inizierà a parlarti di foto o video sexy da spedirgli levatevi dalla testa che il tipo ha intenzione di  conoscere il vostro cuore.  Vuol conoscere solo il Vostro corpo.

L’inizio della conoscenza- segnali velati

Come già scritto questo blog è dedicato a tutte le donne in cerca dell’amore, soprattutto ad una certa età, quando i migliori sono già stati presi e purtroppo bisogna cercare fra le rimanenze.

Capire all’inizio è il miglior modo per evitare d’ inceppare in delusioni . Essere sin da subito scaltre significa evitare sofferenze inutili. Perché è proprio all’inizio che ci sono dei segnali, velati ma per questo importanti, che ci parlano del  il carattere del soggetto che ci apprestiamo a conoscere  e che preannunciano l’andamento futuro della storia.

Vi ricordate Nicola, Il narcisita? Ho capito sin da subito che era tale proprio per la sua tendenza a sminuirmi ogni qualvolta che dicevo qualcosa. Ero triste, perchè una serie d’avvenimenti negativi avevano travolto la mia famiglia. Lui ne coglieva occasione per ricordarmi che ero sbagliata. Gli raccontavo che ero felice. Mi criticava rammentandomi che ero stupida a sentirmi felice per poco. Gli dicevo che avevo preso la decisione d’allontanare un persona negativa dalla mia vita.  La decisione che avevo preso era da immatura.  Una serie di critiche a me, proprio a me che avevo passato un’intera vita a conquistarmi ad avere sicurezza nelle mie fragilità, forze e debolezze. Proprio a me che avevo imparato a discernere il bene dal male. A me che per i tipi come lui in passato avevo sofferto.

Decine e decine d’anni fa c’era l’usanza d’ informarsi sulla reputazione che avevano gli uomini che le donne della propria famiglia, sorelle o figlie, si accingevano a frequentare. Oggi ci sono uomini e donne che se scoprono che ti stai informando sulla loro reputazione si arrabbiano aggredendo. Ma noi riflettiamo. Per cosa aggrediscono? Per cercare di capire? Per cercare di tutelare la nostra salute emotiva? Teniamo ben in mente che ciò che scopriremo un giorno  a nostre spese lo hanno già capito in molti. Se un uomo è un don Giovanni, uno poco serio, un fedigrafo, un narcisista, un peter pan, in giro si sa già da tempo. Ecco perché si arrabbiano quando scoprono che ti stai informando. Perché hanno paura di perdere subito la loro prossima vittima. Poi se a te donna piace questo genere d’uomo ben venga, il mio scritto è dedicato a chi non vuol avere brutte sorprese e soffrire di conseguenza.

Spesso è difficile conoscere delle persone che possano  dirci chi è il soggetto appena conosciuto ma per fortuna ci sono i social. Loro parlano da sé, se vogliamo vedere e non peccare d’ingenuità.

Molti uomini nascondono le amicizie perché  la maggior parte delle volte sono tutte amicizie femminili raccolte in giro per il mondo con il fine solo di provarci. Ma anche se nascondono le amicizie dai commenti e dai like ti puoi fare un’idea. L’esibizionista, il superficiale, il criticone chi si atteggia a scienzato della Nasa.

Pian piano esamineremo tutti i casi.

Il giorno che ho iniziato a volermi bene

Ero arrivata ad un certo punto della mia vita che non desideravo più conoscere mezzi uomini. La maturità mi aveva portata a capire che  la loro presenza rendeva brutto il paesaggio della mia esistenza. Ho imparato a liberarmi di loro senza nessun scrupolo perché loro non se n’erano mai fatti pensando a come mi sarei sentita quando avrei capito che da parte loro non c’era affetto e considerazione nei miei confronti. Avevo capito che se avessi continuato a tenerli nella mia vita non avrei potuto vedere la bellezza di altre persone. Ho iniziato a  preferire assenze complete a presenze aleatorie.

Se abbiamo conosciuto persone che ci hanno voluto davvero molto bene, facciamone insegnamento per il futuro. Persone che ci hanno dimostrato di volerci bene senza pretendere nulla in cambio. Persone il cui ricordo o la presenza c’ insegna la differenza fra chi ci tiene davvero a noi e persone che arrivano nella nostra vita solo per curiosare e cercare di capire se possono ottenere qualcosa. Teniamo bene a mente che la differenza è che i primi restano, non trovano scuse per allontanarsi, si sente il loro calore che ci giunge da lontano come il profumo del pane appena sfornato. Pur pieni d’impegni ci chiamano, ci cercano, si preoccupano per noi. I secondi, all’inizio della conoscenza fingono gentilezza. Ci crediamo pure che sia tale ma il tempo, i fatti ci faranno intuire che era tutta una falsa apparenza per curiosare e/o per raggiungere i loro subdoli scopi.  Loro si convincono che l’altro non capisce i suoi intenti. A volte è così purtroppo. Solo con l’esperienza e l’età un giorno si riuscirà a distinguerli. Arrivati ad un certo punto della conoscenza, smettono d’essere gentili. Se stavano facendo qualcosa per noi, dicono che non potranno più farla, s’ inventano problemi di lavoro, la scusa più scontata che si possano inventare. A volte è vero ma ricordiamoci che una persona  obliterata di lavoro  quando ci tiene, davvero, un minuto per noi lo trova sempre.  Io avevo imparato a volermi bene il giorno in cui avevo smesso di desiderare che un uomo che non aveva rispetto per il mio animo iniziasse ad amarmi.

Il Narcisista

Il potenziale e tanto temuto narcisista si può riconoscere dalle prime fasi di conoscenza.  Si presenta come persona gentile,  colta, sicura di se nell’esporre le sue idee. Quasi mai in dubbio con se stesso.  Ha costruito intorno a sé una formidabile immagine di  bellezza interiore (che in seguito si rivelerà inconsistente).  E’ astuto, sceglie le sue vittime in funzione della loro debolezza, perché più deboli saranno maggiormente potrà ferirle  con lo scopo di nutrire il suo ego e credersi superiore.

Inizi a raccontargli di una situazione che ti ha ferito  e afflitto lui invece di comprenderti dirà che tu hai sbagliato in quella situazione. Lo farà con l’arroganza e la convinzione di farti  dubitare delle tue capacità decisionali . Ti dirà che non accetti la critica e che sei una persona immatura. Tu ricorda che ci sono due tipi di critica:  quella costruttiva per far notare uno sbaglio  ad una persona cara che si conosce da tempo  e l’altra  dettata da una rabbia repressa nei confronti del più debole. La differenza   è che la prima appartiene ad una persona che  usa delicatezza e tatto aspettando prima di parlare ,  la seconda è tipica del narcisista che  non pensa neanche se quello che sta dicendo corrisponde a verità pur d’attaccare. Userà  argomentazioni tipiche:  tu sbagli, ma cosa ti dice la testa, tu sei da ricoverare, tu sei malata, cosa ti dice la testa . Si tratta quasi sempre di una persona che  non conosce i nostri trascorsi, non conosce la nostra anima eppure è propensa  ad attaccarci per dare il colpo di grazia. Il narcisista detesta  le persone che sono in grado d’allontanarsi da loro e da tutte le persone che le fanno soffrire. Ripete che non sai accettare il rifiuto.  Non tiene conto che porti avanti da anni un progetto morale e di vita superiore al suo o peggio ancora arrivi da una malattia, da un lutto.  Il suo obiettivo psicologico è attaccarti, distruggerti, controllarti, farti soffrire.  Questa è la differenza con le persone che ti stanno vicino delicatamente anche quando dici loro che hai un problema. La violenza psicologica inizia proprio da questi piccoli indizi: TU SBAGLI, TU NON VALI,TU HA PROBLEMI MENTALI, TU HAI SBAGLIATO COMPORTAMENTO. Se ripetute queste frasi nelle prime fase di conoscenza c’è la probabilità elevata che ti trovate davanti un narcisista. Evitatelo, se vi affezionerete il dolore che vi provocherà sarà qualcosa che non dimenticherete facilmente, facendovi cadere nel dubbio del vostro non valore. Non dimenticate mai, voi valete, noi valiamo.

 

Dalla mia finestra.

Tu che sei abituata a dire le cose chiaramente in faccia, a volte, non puoi. Devi trattenerti. Aspettare il momento oppurtuno. Per la tua dignità femminile non puoi andare da uomo che non conosci, che non ti conosce, che non ti chiama, che non ti cerca e dirgli apertamente: “Appena ti ho visto ho avuto un colpo di fulmine per te”. Potresti pur farlo se il suo rifiuto non  metterebbe a repentaglio la tua fragile autostima. Se lui non t’interessasse sarebbe tutto più semplice. Un gioco. Potresti dirgli tantissime altre cose, celando la scomoda verità che cupido ha colpito il tuo cuore. Ma la timidezza, l’angoscia del rifiuto, il terrore di dover tornare a far i conti con la propria fragilità sentimentale prendono il sopravvento. Meglio salvare il salvabile. Allora si passa alla fase dei social. Puoi controllare i suoi post passati, presenti e futuri. Inizia lo scervellamento emotivo. La psicopatia raggiunge livelli estremi “Forse questo post l’ha dedicato a me. O no ha altre intorno a se. Ecco allora mi pensa. E’ timido. E’ insicuro. E se superassi io la mia timidezza. E se facessi come tutte le gatte morte”. E poi il like. Un like è un segno di vita. La speranza di un interesse che sussiste solo nel nostro cuore e nel nostro cervello. La sublimazione del proprio dolore. A metterci like magari sono tanti altri uomini, ma noi ci concentriamo solo sul nostro uomo della passione. Gli altri non li guardiamo proprio. Il cuore che batte a mille. C’illudiamo che lui ci pensi. Non siamo obiettive. Un attimo gratuito di felicità. Magari lui è solo gentile, ignorando le nostre elucubrazioni mentali, magari gli piacciono solo i nostri post e non gliene può fregare un fico secco di noi, magari conosce la psiche femminile e sta giocando per vedere se abbocchiamo all’amo. La verità è che se non viviamo una persona nella quotidianità tutte le cose che pensiamo di lui sono frutto delle nostre elaborazioni mentali.  Il tempo deve far il suo corso.

Ritornando all’uomo della mia passione, a volte alzavo lo sguardo e mi diceva buongiorno altre faceva finta di non vedermi.  Avrei voluto capire perché la prima volta che lo vidi una speranza di bellezza nacque nel mio cuore e il cielo grigio del mio mondo si colorò di nuovi colori. Quel giorno, però, oltre al “buongiorno”  mi disse:  <<Ti  seguo Marion su facebook>>. Non sono stata felice perché quando scrivo su facebook comunico solo una parte di me. E’ come se fossi su palcoscenico. Il pubblico è vario, con qualcuno ho condiviso un pezzo di vita, con altri no,  qualcuno è caro al mio animo, altri indifferenti. E’ un pubblico. Io con lui avrei voluto passeggiare  in un giorno di primavera nel parco di un castello incantato,  raccontarci con la riservatezza dei tempi passati, quando si scrivano lettere d’amore e a volte si mettevano nelle bottiglie di vetro, si buttavano al mare nella speranza che il destinatario le trovasse. Il suo silenzio era eloquente. Non voleva superare i limiti della conoscenza che il suo animo aveva già decretato per me. A volte pensavo che dovevo essere più coraggiosa e parlargli. Chissà… magari, aspettava me. Ma avevo paura. Non so come avrebbe reagito. Chissà cosa avrebbe pensato di me! Che gli avrei potuto arrecare un dispiacere, che gli volevo portar via qualcosa, che volevo chissà cosa. Mi avrebbe fatto male capire che avrebbe pensato questo di me. Avrei sofferto nello scoprire il buio perfino dentro di lui che mi sembrava il sole in una fredda giornata d’inverno.  Si ha più paura d’essere rifiutati da chi ci tieni che da colui del quale non t’importa niente.

Alfredo

Non dimenticherò mai il primo cavaliere dal mantello sbiadito che incontrai appena rimasi sola. Per questioni pratiche chiesi consigli on line ad un geometra. Alfredo era il suo nome. Iniziammo a chiacchierare. Per fortuna risolsi le questione tecniche senza il suo ausilio. Dopo pochissimo tempo lui mi chiese d’incontrarci per conoscerci fuori dall’ambito professionale.  A primo impatto non mi sembrava un uomo  dotato di quella delicatezza d’animo di cui avevo tanto bisogno. Ma si dice che i pregiudizi non portino lontano e che nella vita le amicizie siano sempre importanti. Gli dissi che ci saremmo potuti vedere tranquillamente in centro città un mezzogiorno qualunque. Gli spiegai che io la sera non potevo uscire perché avevo una figlia molto piccola e nessuno a cui lasciarla,  tanto meno permettermi economicamente una baby sitter. Sinceramente, avrei potuto lasciare la piccola dagli zii, ma non valeva la pena far scomodare questi, la mia ansia e creare disagi alla bambina per un uomo del quale non sapevo niente. Tanto meno se poteva darmi serenità durante quell’uscita. Magari mi avrebbe fatto agitare più di quanto già ero.  Ribadii  che la soluzione migliore, per me, era incontrarci in centro a mezzogiorno per un aperitivo. Lui mi telefonò e mi disse: <<Guarda Mary,  io ho pensato per venirti incontro. Potrei venire io a casa tua, questa sera. Tu addormenti la bambina,  noi mangiamo una pizza insieme e magari poi ci rilassiamo sul divano>>. Il solo pensiero di ritrovarmi uno sconosciuto in casa mi fece accapponare la pelle. Io cosi riservata, prudente, gelosa della mia privacy.  Una cosa è  far venire un artigiano, durante il giorno, per valutare un lavoro altro è invitare in tarda serata un uomo di cui non conosco la natura. Cerco di essere gentile, gli dissi: <<Alfredo io penso che sia prematuro invitarti a casa di sera visto che non ci conosciamo>>. Ribadii: <<Io sono disponibile solo a pranzo. Ti potrei raggiungere in centro in un bar qualunque>>. Lui non desistette dal suo intento serale e mi disse: <<Facciamo così io ti vengo a prendere di sera, dopo le 21.30. Mettiamo la bambina dietro, tanto prima o poi si addormenterà>>. Si addormenterà?  Inizio a provare  ribrezzo dinanzi la sua proposta.

Il giorno dopo mi mandò dei messaggi pieni d’insulti: “Tu sei malata! Non ti va bene nessuna soluzione. Ho parlato di te anche al mio migliore amico! Hai qualcosa che non va. Fatti vedere da uno bravo. Ma da uno bravo!!!!Hai capito!!!!!!Tu non sei normale!!!!!!”

Secondo il mio metro di giudizio una donna, una madre non mette in pericolo se stessa e la sua creatura fidandosi di un uomo che non conosce, invitandolo in casa o uscendo di sera. Non è neanche questione di valori ma di prudenza, di buon senso. Un vero uomo tutto questo dovrebbe capirlo e ammirare. Ma Alfredo aveva altri obiettivi e uno come lui non sa cosa farsene dei valori e del buon senso. Per lui simili ragionamenti sono intralcio al suo modo d’operare per raggiungere i suoi obiettivi.  Lui era un cavaliere dal mantello sbiadito e dal mulo zoppo.

Disinnamoramento

Quando si ci disinnamora il cielo ritorna a vivere i suoi normali colori. L’arcobaleno e i prati fioriti sembrano un lontano ricordo. La persona che ti sembrava il dono del cielo per aver tanto atteso diventa il tuo ennesimo errore d’amore. Il tuo animo ha compreso che quella persona non può darti quello di cui ha bisogno dalla notte della tua infanzia.
 Non è colpa tua, non è colpa sua. Colpa solo del tempo e del bisogno d’ amore che vi ha fatto vedere dei miraggi ove c’ era solo deserto.
 Purtroppo l’animo si sente  disilluso perché ancora una volta non ha trovato ciò che desiderava. Se poi quella persona non ti ha dato ciò che tanto aspettavi, all’ improvviso inizi a guardarla  con un tocco di disprezzo.  Fa parte della natura dell’innamoramento. Ad un certo punto ci sono solo due alternative:  o si trasforma in amore o muore  disinnamorandosi. Per trasformarsi in amore occorre che sia coltivato con pazienza e dedizione dopo aver appurato che quella persona ti piace. Ma purtroppo, spesso non arriva nessuna cura perché uno dei due o entrambi ha capito che è stato un miraggio prodotto dalla fretta e dalla sete d’amore.
 Io avevo iniziato a disprezzare l’uomo delle libellule proprio per non avermi dato ciò che desideravo: le attenzioni, il calore, la tenerezza e la comprensione. Da lui solo da lui. Come si può continuare ad amare un uomo, ma anche una donna che non ti riesce a dare le basi dell’amore? Il terreno fertile.
 Ah già c’è l’orgoglio ferito, l’incapacità d’accettare d’essere stati rifiutati, l’ossessione, l’illusione che un giorno lui ti amerà alla follia e farà per te cose mai fatte…ma questi sono altre cose né amore né innamoramento.

Sull’amore

Ieri una mia lettrice mi poneva delle domande sull’amore. Ho riflettuto e ho dedotto che io, non posso rispondere in maniera univoca alle sue domande perché l’agire emotivo è il più imprevedibile di tutto l’animo umano. Ha a che fare con l’intera complessità dei vissuti individuali, non solo nella loro realtà dei fatti ma come l’animo li ha elaborati e catalogati nel suo cuore. E poi l’individualità  delle nostre paure e i vuoti della nostra infanzia. Sono loro che cercano ancora soddisfacimento. Nessun amore vero può nascere se non si conosce bene prima se stessi. Cosa il nostro animo  desidera per lasciarsi andare. E’ una questione di predisposizione d’animo. La vita mi ha insegnato come sono ingannevoli i colpi di fulmini. Come la mente incosciamente si aggancia a particolari inconsistenti proprio per portare alla luce ciò che il cuore desidera. Io, per esempio tendo ad innamorarmi di uomini attenti e gentili che sanno donarmi le giuste comprensioni, condite da un senso di protezione familiare. Il resto non mi da niente se non l’increscioso disturbo d’ avermi fatto illudere. Ognuno di noi cerca qualcosa che possa portare amore al nostro essere. A priori non possiamo sapere se una data persona ha dentro di sé quello di cui la nostra anima ha bisogno. Non si può sapere né con le cosi dette questioni di chimica né da due o tre uscite. Queste servono solo a dare un’etichetta alla persona, a creare un pregiudizio. E si sa che i pregiudizi sono fuorvianti. Anch’io quanti mi piace ho espresso.  Quante volte mi sono illusa di trovare bellezza in una persona. Quante persone mi sembravano gentili  per dimostrarsi cafoni il giorno dopo e quanti cafoni a primo impatto si sono mostrati gentili i giorni a venire. Quante persone avrei voluto conoscere meglio per capire se potevo amarle e viceversa, quante volte ho sentito le loro barriere nei miei confronti.  Ci basta guardare dei post su facebook, l’aspetto fisico, due o tre conversazioni dettate dallo stato d’animo del momento e già emettiamo la sentenza. E poi ci sono i nostri cavalieri dal mantello sbiadito e dal mulo zoppo che “ci vogliono far credere” che l’amore nasce facendo subito la prova a letto, senza perdere tempo in quelle che loro definiscono “stupide conversazioni”.

Ecco perché per molti è difficile trovare l’amore, perché abbiamo fretta di giudicare, non vogliamo ascoltare né noi stessi e né gli altri. Ci agganciamo a bugie ed illusioni per dare una giustificazione a questo grande vuoto che sentiamo quando siamo soli con noi stessi.