XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 12.28-34) 3 NOVEMBRE 2024

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XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 12.28-34) 3 NOVEMBRE 2024

 XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 12.28-34) 3 NOVEMBRE 2024

XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 12.28-34) 3 NOVEMBRE 2024

TESTO:-

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,28-34)

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio».
E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 12.28-34) 3 NOVEMBRE 2024

Marco ci fa ascoltare, per bocca di Gesù, il nuovo comandamento per eccellenza, che è il centro e la sintesi del Vangelo, ed insieme il programma della nostra vita. Dio ci ha creati per l’amore. Ha fatto in modo che tutto in noi, il nostro corpo come il nostro spirito, la nostra sensibilità come la nostra volontà, la nostra anima come il nostro cuore, tutto il nostro essere, insomma, potesse amare. Del resto, egli ha fatto in modo che veniamo al mondo come un esserino indifeso, che ha un bisogno vitale non solo di essere nutrito, ma anche di essere amato dalla madre, un esserino che non può crescere e raggiungere la propria maturità come persona se non in fondamentali relazioni d’amore e grazie ad esse. Ma, più noi procediamo nella vita, più facciamo prova di come sia difficile amare, amare veramente e disinteressatamente, amare profondamente e sinceramente Dio e il prossimo. Questo richiede ogni sorta di purificazione, e non lo si impara certo sui libri! Il solo modo di imparare ad amare è quello di lasciarci amare da Dio, poiché non si può amare se non essendo amati, e non c’è altri che Dio che possa amarci veramente, perché egli è l’unico Signore ed è Amore.

Venerdì Della XXX Settimana Del Tempo Ordinario Anno B Tutti i Santi Mt 5,1-12

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XXX Settimana Del Tempo Ordinario Anno B Tutti i Santi Mt 5,1-12

XXX Settimana Del Tempo Ordinario Anno B Tutti i Santi Mt 5,1-12

NELLA FESTOSA ASSEMPLEA DEI SANTI RISPLENDA LA GLORIA DEL SIGNORE
E IL LORO TRIONFO CELEBRI I DONI DELLA SUA MISERICORDIA.
NELLA LORO VITA CI OFFRE UN ESEMPIO, NELL’INTERCESSIONE UN AIUTO,
NELLA COMUNIONE DI GRAZIA UN VINCOLO DI AMORE FRATERNO.
ESSI HANNO USATO IL TEMPO PER RAGGIUNGERE L’ETERNITA’

TESTO:-
Della XXX Settimana Del Tempo Ordinario Anno B Tutti i Santi Mt 5,1-12
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 5,1-12)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi». Parola del Signore.

XXX Settimana Del Tempo Ordinario Anno B Tutti i Santi Mt 5,1-12

RIFLESSIONI

Gesù sale sul monte, cioè entra nel cuore di Dio, nel cuore di Dio porta anche i suoi discepoli, dal cuore di Dio dona la nuova legge, le Beatitudini. Esse però sono per l’uomo più incomprensibili dei geroglifici dell’antica scrittura. Anche se una persona è riuscita a decifrare qualcosa di esse, la sua decriptazione non serve a nessuno. Vale solo per essa. Ogni altro ha bisogno della sua personale interpretazione e della sua attuale, momentanea, odierna traduzione. Nessuno può leggerle per un altro e neanche le può vivere come le ha vissute o comprese un altro.
Maestro capace di interpretare i geroglifici delle Beatitudini, che le può decriptare, tradurre, adattarle ad ogni anima è lo Spirito Santo. Lui viene, legge ogni beatitudine e con saggezza eterna indica ad ogni cuore come viverle nell’attualità del tempo, nelle mutate circostanze storiche, nella variabilità dei luoghi, nelle situazioni concrete in cui esso verrà a trovarsi. Ogni beatitudine ogni giorno dallo Spirito Santo va letta e ogni giorno applicata all’anima secondo perfetta attualità, nel rispetto della purissima volontà di Dio, dal cui cuore esse sono sgorgate.
Come unico è il cuore, unica la vita, unico il carisma, unica la persona, così unica sarà la lettura e l’applicazione che lo Spirito del Signore farà per ogni anima. La storia attesta che nessuno di quanti sono stati condotti, guidati, ammaestrati dallo Spirito di Dio ha vissuto le Beatitudini uguale ad un altro. Attesta altresì che anche quanti hanno deciso di seguire le orme tracciate dal loro maestro umano, questo o quell’altro santo, ognuno ha vissuto, vive e vivrà le beatitudini donando ad esse sempre una modalità personale. L’imitazione nella forma è solo per quanti non sono condotti e guidati dallo Spirito Santo. Non vi è alcuna ripetizione nella vita secondo le Beatitudini.
Il primo che ha decriptato le Beatitudini è stato lo stesso Gesù, con il Discorso della Montagna. Esso però non risolse il nostro problema della quotidiana decriptazione. Al negativo esso è chiaro. Quando però si tratta di superare la giustizia degli scribi e dei farisei, allora solo lo Spirito di Dio può farci da maestro. Nessuno potrà da solo leggere, spiegare, applicare alla sua vita questa nuova legge di Gesù Signore. Essa è troppo alta da essere consegnata allo spirito dell’uomo e alla sua intelligenza. Troppo profonda perché vi si possa immergere lo sguardo. Troppo divina per essere spiegata da un cuore umano. Noi siamo fatti di terra e per di più di terra di peccato. Sempre dovrà essere invocato lo Spirito Santo perché illumini gli occhi a vedere il visibile per noi. La personalizzazione delle Beatitudini è la sua opera perenne.
Le Beatitudini non proibiscono qualcosa perché non la si faccia. Manifestano invece un nuovo modo di essere. Si tratta di una modalità senza modalità, di un limite senza limite, di un’opera senza alcuna opera, perché è l’essere stesso che è chiamato a vivere, ad esprimersi, manifestarsi, rivelarsi in tutto il suo nuovo splendore. Quali opere deve compiere il povero in spirito, il mite, quelli che sono nel pianto? Le Beatitudini portano l’uomo dal mondo della carne a quello dello spirito, dal mondo dell’uomo al mondo di Dio, dalla terra lo portano nel cielo. La vita nuova delle Beatitudini è vita che inizia ma che mai potrà giungere ad un termine, perché il termine è infinito. Le Beatitudini ci chiedono di essere perfetti in tutto come Dio è perfetto e misericordioso.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci miti e umili come Gesù.

XXX Settimana Del Tempo Ordinario Anno B Tutti i Santi Mt 5,1-12

XXX Settimana Del Tempo Ordinario Anno B Tutti i Santi Mt 5,1-12

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 10.46-52) 27 OTTOBRE 2024

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XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 10.46-52) 27 OTTOBRE 2024

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 10.46-52) 27 OTTOBRE 2024

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 10.46-52) 27 OTTOBRE 2024

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 10,46-52)

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada. Parola del Signore.

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 10.46-52) 27 OTTOBRE 2024

RIFLESSIONI

Ci sono anch’io sulla tua strada
«Bar-timeo»: figlio dell’onorevole
Abbiamo sentito pronunciare un nome: «Figlio di Timeo, Bartimeo» (Mc 10,46b).
È l’unica volta nei Vangeli che un povero, «cieco e mendicante, seduto sul ciglio della strada» (Mc 10,46c), al quale nessuno badava, viene presentato con un nome proprio.
Ma questo è un nome particolare, in quanto è la composizione di due parole, una aramaica, “bar”, che significa “figlio”, e l’altra greca, “Timeo”, che significa “onorevole”.
Due culture, quella ebraica e quella greca, sono comprese nello stesso nome, esplicitamente dichiarato (Bartimeo) e al tempo stesso ripetuto nel significato (figlio di Timeo). «Il figlio di Timeo, Bartimeo» può così rappresentare qualsiasi essere umano che, mediante il battesimo, diventa «uno in Cristo», poiché «non c’è più distinzione tra giudeo e greco, schiavo o libero, maschio o femmina» (cfr. Gal 3,26-28).
«Bartimeo» significa letteralmente “figlio dell’onorevole”, cioè il figlio di colui che è degno di essere onorato. Chi merita veramente di essere onorato se non Dio Padre unito al Figlio, nostro Signore Gesù Cristo, per l’azione della gratuità dell’amore che è lo Spirito Santo?
Nel nome «Bartimeo» è celata tutta la dignità della filiazione divina di ogni essere umano.
Tutti, senza distinzione, abbiamo già ricevuto gratuitamente il dono dello Spirito Santo che ci fa figli amati dal Padre, per Cristo, con Cristo e in Cristo.
Per noi cristiani solo il Padre unito al Signore Gesù Cristo nello Spirito Santo è “degno di onore”.
Dio Padre ci offre ogni giorno l’opportunità di incontrare, conoscere, amare e seguire Gesù che passa lungo la strada della nostra vita, così come passò per la strada dove si trovava il cieco e mendicante Bartimeo.
Quando incontriamo, conosciamo, amiamo e seguiamo Gesù, Dio Padre è molto felice, perché il modo migliore per onorarlo e glorificarlo è attraverso l’esperienza della nostra conversione.
Conversione significa passare dalla situazione di essere «seduto sul ciglio della strada», senza Gesù (Mc 10,46b) alla situazione di incontrare personalmente Gesù e decidere di «seguirlo lungo la strada» (Mc 10,52). A quel tempo, prima della morte e risurrezione di Gesù, il cieco e mendicante Bartimeo ebbe l’opportunità di incontrare fisicamente Gesù di Nazaret.
La conversione oggi avviene grazie al dono della comunità cristiana missionaria
Oggi, per ciascuno di noi, l’esperienza della conversione consiste nello scoprire che Gesù Cristo risorto, il Figlio del Padre, c’è sicuramente lungo il cammino della nostra esistenza.
Gesù Risorto parla al nostro cuore e ci dice: «Ci sono anch’io sulla tua strada!»
Gesù risorto passa in modo speciale quando siamo bloccati in una situazione di fragilità della nostra condizione umana o in una situazione di miseria materiale e spirituale e sembra che non possiamo uscire da questa realtà, non possiamo fare un passo andando “oltre” da dove ci troviamo, perché stiamo fermi.

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 10.46-52) 27 OTTOBRE 2024

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 10.46-52) 27 OTTOBRE 2024

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 10.35-45) 20 OTTOBRE 2024

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 XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 10.35-45) 20 OTTOBRE 2024
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 XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 10.35-45) 20 OTTOBRE 2024

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 10.35-45) 20 OTTOBRE 2024

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 10,32-45)

In quel tempo, mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti ai discepoli ed essi erano sgomenti; coloro che Lo seguivano erano impauriti. Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’Uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; Lo condanneranno a morte e Lo consegneranno ai pagani, Lo derideranno, gli sputeranno addosso, Lo flagelleranno e Lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà». Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che Tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che Io faccia per voi?». Gli risposero: Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che Io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui Io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che Io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui Io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’Uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Parola del Signore.

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 10.35-45) 20 OTTOBRE 2024

RIFLESSIONI

Gesù reagisce vivamente di fronte alla minaccia che pesa ancora una volta sulla sua comunità a causa dell’ambizione sfrenata di avere i primi posti, di conquistare il potere. La sua lezione è molto severa, quasi solenne. Egli propone in compenso una nuova economia sociale: quella di una comunità senza potere la cui sola regola è servire, fino a offrire la propria vita per i fratelli, bevendo il calice fino all’ultima goccia. E per tutti i suoi membri, perché tutti sono fratelli. All’immagine del capo che comanda si oppone quella del capo che serve. Ed ecco che i capi avranno paradossalmente un solo compito: servire. Il suo prototipo è il Messia, diventato piuttosto il Figlio dell’uomo, schiavo di tutti gli schiavi, per il riscatto dei quali egli offre quello che possiede e quello che è: tutto. Egli ha appena formulato il suo progetto di comunità, la sua carta “costituzionale”, alla quale tutti i partecipanti devono aderire: ognuno è servitore di tutti.

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 10.35-45) 20 OTTOBRE 2024

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 10.35-45) 20 OTTOBRE 2024

XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 10.2-16) 6 OTTOBRE 2024

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XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 10.2-16) 6 OTTOBRE 2024

XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 10.2-16) 6 OTTOBRE 2024

TESTO:-

XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 10.2-16) 6 OTTOBRE 2024

Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 10,2-16)

In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 10.2-16) 6 OTTOBRE 2024

Nel contesto della manifestazione del Figlio dell’uomo e dopo il secondo annuncio della passione, Marco espone – come complemento catechetico – l’insegnamento sulla indissolubilità del matrimonio, e i comportamenti richiesti per fare parte del regno di Dio.
Gesù cambia scena (Mc 10,1): va in Giudea. Espone con autorità messianica – non a un gruppo ma al popolo – l’indissolubilità del matrimonio come un principio universale. San Marco non entra nelle discussioni dei rabbini sulla legislazione del divorzio. Coglie con fedeltà le parole di Gesù, senza tener conto della clausola eccezionale trasmessa da (Mt 19,9). Marco, rivolgendosi a comunità di gentili, e andando al di là del mondo giudaico, ricorre alla Genesi (Gen 1,27 e 2,24): nell’unione indissolubile del matrimonio brillano, folgoranti, l’immagine e la somiglianza poste da Dio nell’uomo e nella donna. Gesù spiega e chiarisce la volontà del Creatore.
L’atteggiamento di Gesù con i bambini fa trasparire la fiducia con la quale bisogna ricevere Dio come Padre (Abbà), la protezione e la sicurezza della paternità divina. Alcune tradizioni patristiche hanno scoperto nell’atteggiamento di Gesù con i bambini un’allusione implicita al battesimo dei bambini.

XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 10.2-16) 6 OTTOBRE 2024

XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 10.2-16) 6 OTTOBRE 2024

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 9.38-43.45.47-48) 29 SETTEMBRE 2024

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XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 9.38-43.45.47-48) 29 SETTEMBRE 2024

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 9.38-43.45.47-48) 29 SETTEMBRE 2024

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 9.38-43.45.47-48) 29 SETTEMBRE 2024

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 9,38-43.45.47-48)

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 9.38-43.45.47-48) 29 SETTEMBRE 2024

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 9.38-43.45.47-48) 29 SETTEMBRE 2024

L’itinerario di Gesù verso Gerusalemme è un susseguirsi di insegnamenti e raccomandazioni; una specie di manuale catechetico, che serve da continuo confronto per la fede, ancora solo incipiente, dei discepoli.
L’interrogativo posto da uno di loro: “Abbiamo visto uno che scacciava i demoni… ma non era dei nostri” descrive bene il rigido schematismo dentro cui, loro come noi, vorremmo imprigionare la libertà dello Spirito, che soffia sempre dove e come vuole.
Non siamo noi cristiani i padroni della salvezza, donataci da Cristo. Sia pure avendo responsabilità e modalità diverse in seno alla Chiesa, noi cristiani abbiamo solo il compito di far incontrare, tra di noi e agli altri, con la nostra testimonianza, la nostra parola e le nostre opere, la persona di Cristo.
La consapevolezza della gratuità del dono di Cristo ci obbliga a valorizzare tutto ciò che, nel mondo, fa presagire e manifesta la sua presenza redentrice, perché Cristo, unico ad avere una risposta esauriente all’inquietudine presente nel cuore dell’uomo, può inviare lo Spirito Santo a illuminare il cuore di ogni persona.
Il nostro desiderio più profondo dovrebbe essere quello di Mosè, quando ha esclamato: “Fossero tutti profeti nel popolo di Dio e volesse il Signore dare loro il suo spirito!”.

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 9.38-43.45.47-48) 29 SETTEMBRE 2024

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 9.38-43.45.47-48) 29 SETTEMBRE 2024

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 9.30-37) 22 SETTEMBRE 2024

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XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 9.30-37) 22 SETTEMBRE 2024

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 9.30-37) 22 SETTEMBRE 2024

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 9,30-37)

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 9.30-37) 22 SETTEMBRE 2024
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 9.30-37) 22 SETTEMBRE 2024
Il santo battesimo ci ha inseriti nella morte del Signore, ci ha resi conformi al suo sacrificio. Questa è la radice della nostra esistenza cristiana, la sua sorgente profonda: il frutto deve essere l’umiltà, l’esistenza che ne sgorga deve essere un’esistenza donata nel servizio. È questo un punto centrale della vita cristiana. In essa, e dunque nella Chiesa, la logica delle “precedenze” è completamente rovesciata: il primo è colui che si fa il servo di tutti, come Gesù, il cui primato è stato posto dalla sua obbedienza ed immolazione sulla croce. La vera dignità è nella possibilità offerta all’uomo di imitare l’umiltà del Verbo Incarnato. Una conseguenza sconvolgente: il piccolo è il “sacramento” di Gesù e quindi in lui accogliamo il Padre.
XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 9.30-37) 22 SETTEMBRE 2024

24° DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 8.27-35) 15 SETTEMBRE 2024

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24° DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 8.27-35) 15 SETTEMBRE 2024

24° DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 8.27-35) 15 SETTEMBRE 2024

15 Settembre
Beata Vergine Maria Addolorata

https://www.iosonolalucedelmondo.it/maria-settembre/

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 8,27-35)

24° DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 8.27-35) 15 SETTEMBRE 2024

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Anche oggi si sentono le voci e i giudizi più contrastanti su Gesù: c’è chi lo ritiene un saggio, un generoso moralista, un protagonista della storia, e c’è anche chi lo calunnia, chi lo odia. Ma la sola, la vera identità di Gesù è quella proclamata da Pietro: “Tu sei il Cristo”. Se riduciamo la fede cristiana al chiuso di un orizzonte umano, per quanto nobile, siamo in errore: Cristo è venuto a portare la salvezza eterna, la speranza soprannaturale, non una dottrina per rendere più tollerabile la convivenza umana, anche se è interessato alla redenzione di tutte le realtà terrene, sempre in funzione della felicità eterna. Non basta riconoscere Gesù come Figlio di Dio: bisogna imitarlo in ciò che egli ha di più specifico, cioè nell’amore alla croce che non è il fine, ma il mezzo necessario per compiere la redenzione. Se vogliamo essere corredentori non possiamo rifuggire la croce, perché solo attraverso di essa, perdendo la nostra vita, la ritroveremo nell’eternità, partecipando alla risurrezione di Cristo.

24° DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 8.27-35) 15 SETTEMBRE 2024

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 7.31-37) 8 SETTEMBRE 2024

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8 Settembre Natività Della Beata Vergine Maria

BUON COMPLEANNO MARIA

https://www.iosonolalucedelmondo.it/maria-settembre/

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 7.31-37) 8 SETTEMBRE 2024

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 7,31-37)

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!». Parola del Signore.

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 7.31-37) 8 SETTEMBRE 2024

RIFLESSIONI

Un sordomuto. Assomiglia molto a noi, quando siamo nel peccato.
Possiamo avere accanto Dio, che ci sussurra le parole più dolci e imperiose. Non lo sentiamo. Possiamo aver vicino le persone più acute e più buone, che desiderano aiutarci. Non prestiamo attenzione. O passiamo davanti a chi ha bisogno di un conforto, di una speranza. È come se fossimo soli al mondo, chiusi nel nostro egoismo.
Ma se il sacramento di Cristo ci raggiunge… Può essere la Chiesa che battezza o ci offre il perdono a nome del Signore Gesù. Le dita, la saliva, l'”apriti” possono essere l’acqua o la mano benedicente che si leva su di noi: “Io ti battezzo”; “Io ti assolvo”.
Allora avviene nuovamente il “miracolo”.
Diventiamo capaci, per grazia, di udire le consolazioni e i suggerimenti e gli imperativi di Dio. Diventiamo capaci di rispondergli con la preghiera e con la vita.
E il prossimo è colui che dev’essere ascoltato e confortato. Nasce la fraternità.
Se ci lasciamo salvare dal Signore. Se aderiamo a lui con tutte le forze.

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 7.31-37) 8 SETTEMBRE 2024

XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 7.1-8.14-15.21-23) 1 SETTEMBRE 2024

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XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 7.1-8.14-15.21-23) 1 SETTEMBRE 2024

XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 7.1-8.14-15.21-23) 1 SETTEMBRE 2024

Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.

XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 7.1-8.14-15.21-23) 1 SETTEMBRE 2024

TESTO DELLA XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 7.1-8.14-15.21-23) 1 SETTEMBRE 2024
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 7,1-8,14-15,21-23)

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo». Parola del Signore.

XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 7.1-8.14-15.21-23) 1 SETTEMBRE 2024

RIFLESSIONI

“Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”. Nella discussione tra Gesù e i farisei si percepiscono forti tensioni. Oggetto del dibattito è la “religione pura” (Gc 1,27). Gesù pone al centro di essa il cuore dell’uomo e la sua liberazione dal male, mentre i farisei difendono il rituale esteriore della religione venuta da Dio.
“Il suo cuore è lontano da me”. Tutti dobbiamo ammettere questa verità, che noi non controlliamo il nostro cuore. Quanti vorrebbero smettere di bere troppo e non lo possono fare? Prendiamo anche il noto esempio del grande santo della Chiesa dei primi secoli, il cui cuore fu così diviso, per molti anni, da spingerlo a pregare così: “Signore rendimi casto, ma non subito!” (Sant’Agostino).
Quanti vorrebbero disfarsi dell’invidia e dell’orgoglio e, invece, si sorprendono a fare il contrario?
“Non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto” (Rm 7,15).
Spesso ci rendiamo conto di questo per la prima volta quando cominciamo a prendere più seriamente la nostra fede e a seguire più da vicino un modo di vita cristiano. Ci stupiamo della nostra tendenza a ripetere gli stessi errori e a ricadere nello stesso peccato. Cominciamo a capire il grido di san Paolo: “Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte?” (Rm 7,24).
“Il suo cuore è lontano da me”. Il fine della vita cristiana è l’unione con Dio e l’unità con il prossimo. Per raggiungere questo scopo, dobbiamo innanzi tutto essere liberi dalla schiavitù delle cattive intenzioni. Dobbiamo conquistarci la libertà! Quest’impresa è interamente opera della grazia del Redentore. Così Gesù promette: “Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero” (Gv 8,36).
La Chiesa cattolica non ha per fine quello di dare spettacolo, ma piuttosto quello di adempiere ad un dovere semplice e divino: la conversione della nostra vita grazie ad un cambiamento di cuore, ispirato dalla grazia. La Chiesa ritiene che, facendo ciò, ha fatto tutto mentre, se non fa ciò, non vale la pena di fare nient’altro. Essa prega, predica e soffre per un vero battesimo del cuore, a fine di liberarlo perché accolga Cristo.

XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 7.1-8.14-15.21-23) 1 SETTEMBRE 2024

XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 7.1-8.14-15.21-23) 1 SETTEMBRE 2024