Mi sto consumando…
Mi sciolgo lentamente…
Inesorabilmente…
Consapevolmente…
Attraverso il tempo che mi scivola addosso senza lasciare traccia…
Un solo piccolo segno sul cuore, tu…
La mia cicatrice
Un amore infinito…
Mi sto consumando…
Mi sciolgo lentamente…
Inesorabilmente…
Consapevolmente…
Attraverso il tempo che mi scivola addosso senza lasciare traccia…
Un solo piccolo segno sul cuore, tu…
La mia cicatrice
Sdraiata al buio, Lea ascoltava il silenzio…
L’abat-jour proiettava la sua luce sul soffitto punteggiato di stelle…
Pensieri, pensieri, pensieri…
Perché?
Perché no?
Interrompere l’affollarsi nella mente, questo solo desiderava Lea, una tregua…
Menti distratte, sguardi fissi su piccoli schermi, corpi che si muovono frettolosi…
Nessun interesse per chi scivola a lato…
Questo è il mondo di adesso…
Triste scorrere di un tempo sprecato…
Un improvviso colpo di testa all’indietro, i capelli che svolazzano, il ciuffo come un leader in primo piano…
E’ un movimento automatico che spazza via… un pensiero scomodo? un dubbio inaccettabile?… un desiderio che si teme non si realizzi?… un ricordo piacevole ormai archiviato?…
E’ un gesto che cancella in ogni caso, che fa posto ad altro, forse…
E se accadesse veramente?
Se realmente ci incontrassimo, uomo misterioso che mi hai fatto compagnia in tutti questi mesi?
Se ci trovassimo uno di fronte all’altra cosa accadrebbe? Il tempo trascorso insieme a chattare, a conoscersi, a farsi compagnia e ad amarsi, seppur in modo alternativo, aiuterebbe a superare l’imbarazzo?
O forse una sorta di pudore tardivo ci impedirebbe di realizzare quanto a lungo immaginato e desiderato?
Chissà se lo scopriremo o se tutto resterà ancora sospeso, in tensione, ammantato di magia, quella di un incontro-non incontro, di un amore-non amore, di una realtà vera mascherata da virtuale…
Libertà. Il mare mi ha sempre fatto questo effetto, quello di essere libera.
E’ come se l’acqua nella quale mi immergo di testa portasse via tutte le preoccupazioni e i limiti che mi impediscono di abbandonarmi.
Uno svuotamento che lascia spazio all’imprevisto, alla novità, in qualche modo anche a qualche rischio che coscientemente non avrei il coraggio di correre.
Mare che accoglie, cura, consola, incoraggia, spinge a osare.
Senso di libertà che si accompagna all’audacia. Niente più paure, solo desiderio di rompere gli schemi e scoprire la felicità.
Lui, sicuro di sé, è convinto che forzando la mano esca la vera natura
Lei si sente al muro e per difesa tenta di opporsi
Lui insiste e non capisce, sicuro sia il metodo migliore
Per stanchezza lei cede
Lui è convinto di aver avuto ragione
Lei è delusa e arrabbiata con se stessa per essersi arresa, non doveva andare così, non era pronta in quel momento
Lui prosegue, come se fosse tutto bello per entrambi
Lei tenta di fermarlo, lo prega di smettere, ma lui non capisce e insiste
All’improvviso, senza alcun segnale, lei interrompe la comunicazione…
Lacrime di rabbia le rigano il viso…
Non doveva andare così…
Chiacchiere nascosti dietro a uno schermo. Chiacchiere, confidenze, fantasie, giochetti, tutto dietro a uno schermo.
Anonimato che protegge dal pericolo di un coinvolgimento reale.
Paura di compromettersi, meglio restare nascosti, anche se solo parzialmente.
Scappatoia al tradimento reale e all’impegnarsi in una nuova relazione affettiva.
Incapacità di comunicare onestamente, utilizzo dell’altro per la propria temporanea soddisfazione personale.
Triste epilogo dei rapporti umani.
Io ti verrò a cercare.
E lo sai che lo farò. Ma la domanda è: tu faresti lo stesso con me?
E’ questo che devi capire. Perchè un giorno la smetterò di inseguirti.
(Ethan Hawke)
Patrizia amava il vino, preferibilmente rosso, fermo, corposo. Sul bianco era critica, non andava matta per le bollicine, a meno che non si trattasse di un Pas dosé o meglio ancora di un Satin. Ma il rosso la rappresentava e lo sentiva consono al suo temperamento.
E amava tenere il calice in maniera differente: il bianco dallo stelo, per non scaldare il vino fresco, il rosso dal calice, quasi a sentire con tutto il palmo il calore e la forza del nettare, ad afferrarli e farli suoi.
Reggeva bene l’alcool lei e non le interessavano i super alcoolici. Il vino aveva un certo fascino ed era convinta che chi amava mangiare e bere bene, sapeva anche fare bene l’amore.