La perfezione: un mito. Eppure, fin dalla nascita, siamo tutti in qualche modo, chi più chi meno, indirizzati a questa meta. Puoi fare di più, devi fare di più. Se poi sei un pochino più dotato della media, apriti cielo! Così, spesso inconsapevolmente, esponiamo i nostri successi con orgoglio, senza renderci conto che chi ci sta davanti può sentirsi inferiore già per conto suo.
Sicuramente l’ho fatto anch’io, ma non te ne rendi conto finché non sei dall’altra parte della barricata, quella di chi è un po’ più sfigato, passatemi il termine.
E poi perché essere perfetti? Non ci sono medaglie in palio e non si vincono premi e sicuramente lo sforzo di essere perfetti per fare quel che è giusto in assoluto non porta automaticamente alla felicità, né la nostra né quella delle persone a cui vogliamo bene.
Fare quel che è giusto. Ma chi stabilisce cosa è giusto e cosa no? Non parlo di legalità, ma di quello che è giusto per ognuno di noi, adatto al nostro carattere, alla nostra personalità. L’errore è credere che esista un “giusto assoluto” applicabile a tutti indistintamente e a cui tutti dobbiamo adeguarci Ma noi siamo diversi gli uni dagli altri e quel che è giusto per me, adatto alla mia essenza, alla mia anima, non è detto che lo sia anche per te.
E allora smettiamola di rovinarci la vita cercando di essere perfetti per fare la cosa giusta o facendo la cosa giusta per essere perfetti! Guardiamoci allo specchio e chiediamoci un po’ più spesso se siamo felici e se non siamo perfetti, chi se ne importa!