Giorni di attesa
fanno finta che il tempo sia volato. strangolò la giornata, sfrecciando per i sentieri confusi della città invisibile. poi rannicchiati nel crepuscolo, rimuovi le ombre misteriosamente incise e tra ore insonni perse, dimenticami a poco a poco. disfa i ricordi e inaridisce le idee, imbevuto del profumo accumulato nella rabbia delle mie vene.

appoggia lo sguardo sul presente, apre la finestra e ingoia le luci notturne. assapora ogni sussurro nascosto, nelle ore che ascolti in grande solitudine. mi addormento nell’inquietudine delle pareti bianche, piene di falsi sogni, mentre silenziosamente fuggirò da me. abbassa ancora gli occhi, al fascino ardente dell’acqua ostinata, del mare che ci ha fatto sentire vivi, in un’attesa prolungata.

è allora il momento di camminare, di volare nell’oblio delle emozioni, di partire senza suono.