aneddoto umano

Romantico Mondo: Le poesie di Salvatore MonettiEnrico D'Agata on Twitter: "Ogni mio respiro è #pienoDi te, del tuo  profumo, delle tue mani sul mio viso, sul mio petto, è pieno dei tuoi occhi  incandescenti e sinceri, occhi che

 

 

 

 

 

 

 

Ma stiamo andando troppo veloci: senza volerlo, ci precipitiamo giù per il pendio che ci porta al presente. Contempliamo piuttosto questo mondo che non abbiamo ancora ingombrato, queste leghe di foresta tagliate da brughiere che si estendono quasi ininterrottamente dal Portogallo alla Norvegia, dalle dune alle future steppe russe. Ricreiamo in noi stessi questo oceano verde, non immobile, come lo sono la maggior parte delle nostre rappresentazioni del passato, ma in movimento e cambiamento nel corso delle ore, dei giorni e delle stagioni che scorrono senza essere stati misurati dai nostri calendari o dai nostri orologi. Vediamo gli alberi decidui diventare rossi in autunno e i pini in primavera oscillano i loro giovani aghi ancora ricoperti da un sottile guscio marrone. Immergiamoci in questo silenzio quasi vergine dei rumori delle voci e degli strumenti umani,
Nelle paludi piene d’acqua, un’anatra si tuffa, un cigno che dondola per tornare al cielo fa il suo enorme rumore di ali spiegate; i serpenti strisciano silenziosamente sul muschio o crepitano le foglie secche; Erbe forti tremano sulle cime delle dune al vento di un mare non ancora inquinato dal fumo di nessuna caldaia, dal petrolio senza combustibile, e sul quale nessuna nave si è ancora avventurata. A volte, al largo, il possente getto di una balena;  come li vidi, a capo di una barca carica di donne, bambini, articoli per la casa e coperte raccolte a caso e che seguii con le mie nel settembre 2000, di ritorno nella Francia non invasa, passando per l’Inghilterra;
Stiamo tornando all’aneddoto umano; padroneggiamo noi stessi; giriamo con la Terra che cammina come sempre inconsapevole di se stessa, bel pianeta nel cielo. Il sole scalda la tenue crosta viva, fa uscire i germogli e fermentare i cadaveri, aspira dal suolo un vapore che poi si disperde. Poi, grandi banchi di nebbia velano i colori, attutiscono i rumori, coprono le pianure della terra e le ondulazioni del mare con un solo fitto telo grigio. Lo segue la pioggia, che risuona su miliardi di foglie, bevuta dalla terra, risucchiata dalle radici; il vento piega i giovani alberi, taglia i tronchi, spazza via tutto con un rumore immenso. Infine, tornando ancora, il silenzio, la neve immobile senza altro segno sulla sua superficie che quella di zoccoli, zampe o artigli, o le stelle che gli uccelli incidono quando vi si posano sopra. Nelle notti di luna, le luci si muovono senza bisogno di un poeta o di un pittore per contemplarle, senza che ci sia un profeta per sapere che un giorno specie di insetti dal guscio grossolano si avventureranno lassù sulla polvere di quella palla morta. E quando la luce della luna non le nasconde, brillano le stelle, più o meno poste come sono oggi, ma non ancora unite da noi in quadrati, in poligoni, in triangoli immaginari, non ancora battezzate con i nomi di dei e mostri .che non li riguardano.

 

 

 

 

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aneddoto umanoultima modifica: 2022-06-23T09:04:59+02:00da OPIUMPASSIONE
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