Tutte le guerre sono diverse e uguali.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutte le guerre sono diverse e uguali. Lo sanno i fatui generali e , anche, i veri artisti, che, per estrarre l’oro del genio e della distinzione, vivono in una lotta quasi permanente con se stessi e con i loro demoni .

A quel club bellicoso appartiene Roberto Iniesta (Plasencia, 1962), inventore dell’Estremoduro e, quindi, del «rock trasgressivo», che consiste nella difficile arte di unire poesia e nitroglicerina . Al punto che, fin dal primo dei suoi album, ha costruito il suo mondo artistico dalla distruzione, dal caos, da un’apocalisse che nasce dalle profondità organiche e intellettuali ed è in sintonia con molti dei mali del nostro tempo: tragedie umane, catastrofi ambientali, abusi di potere.

Succede che invece di esprimere in modo esplicito queste turbolenze interne ed esterne nel suo lavoro, ricorra con successo a immagini, metafore e altri giochi di prestigio stilistici attraverso una serie di elementi che percorrono tutte le sue opere e che sono, apparentemente, innocui (tranne quando egli “trasgredisce” e fa uso di gergo marginale, che è come condire un’insalata di lava vulcanica e, almeno nel suo caso, non solo riuscendo, ma riuscendo). Così, il vero significato dei suoi testi, che non è mai gratuito o innocente, al contrario, sta dietro nomi intelligibili come il sole, la primavera, gli uccelli, i papaveri, il mare, le nuvole o il cielo, tra gli altri.

Già nel lontano Rock trasgressivo, inizialmente intitolato You at your house, we at the stake (1989), insisto, si segnalava quella lotta aperta contro tutto ciò che Robe considera un tentativo contro il libero sviluppo dell’individuo e della natura . Un atteggiamento combattivo o “guerrigliero”, come preferisce dire, che è una sorta di leitmotiv capace di riassumere un’intera filosofia di vita. E non è un caso che, come citazione di apertura di uno dei brani dell’album che ha appena presentato, il secondo senza Extremoduro, recuperi alcuni versi del suo ammirato Manolo Chinato, poeta del primitivo, che si riallacciano alla sua essenza fragorosa e epica:”E vedrai senza dubbio il risorgere potente del guerriero / senza timore di leggi o nostalgia…”.

Oggi ho deciso di lasciare andare la mia parte animale. No, non starò mai più zitto, niente di più. Comincio col dire che non credo nella moralità della società, che se dico che non c’è dio o santa trinità. Dal mare, per sognare che una barca a vela è affondata. Sogna, Che il mare anneghi il mondo intero, Il mondo intero, Il mondo intero E sogna, Che il mare. Oggi, oggi non scenderò a compromessi, non esiterò. Oggi mi lascerò fluire, andrai a cagare. Se solo una meteora aiutasse un po’ e spazzasse via l’umanità. Se solo un microbo fosse rimasto in vita, potrebbe ricominciare. Dal mare, per sognare che una barca a vela è affondata. Sogna, Che il mare anneghi il mondo intero, Il mondo intero, Il mondo intero E sogna, Che il mare.

Tutte le guerre sono diverse e uguali.ultima modifica: 2022-09-29T16:20:30+02:00da SensoAstratto
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