Per essere una mamma green (o quasi)

Sono sempre stata un po’ “green”, fin da ragazza credo, in realtà mi definivo semplicemente “antiquata” o “come mia nonna”, perchè ho sempre amato le tradizioni e lo stile di vita di una volta, semplice, a contatto con la natura, apprezzando i racconti della madre di mio padre, i suoi insegnamenti, i suoi regali.

Nel tempo, un po’ per le conoscenze acquisite, per le nuove persone incontrate sulla mia strada (anche virtualmente) ed altre esperienze di vita che mi hanno dato tanto, diciamo che sono “peggiorata” e diventata ancora più pignola in questo senso, soprattutto in alcuni campi.

In sostanza vorrei riassumere cosa si può fare per essere “abbastanza green” (dico abbastanza perchè la perfezione non esiste, non può esistere!), per far del bene alla propria persona, alla famiglia, all’ambiente; naturalmente il troppo stroppia, diventa difficile star dietro proprio a tutto, a volte impossibile per motivi di lavoro, di organizzazione famigliare, di luogo in cui si abita, ma si può fare comunque tanto e tutti insieme ancora di più.

  • Intanto si possono abbattere gli sprechi: vestiti riciclati dei fratelli o degli amici per i bambini, idem lettini, passeggini, molti libri e giochi;
  • ancora meglio se acquistate una fascia rigida, che solitamente va da zero a 18 kg, si lava con il bucato di tutti i giorni, non ingombra, non deve essere smaltita, costa come un passeggino ad ombrello (e molto meno di un trio dei più scarsi) ma serve davvero a soddisfare le esigenze di mamma e bambino ed è in fibre naturali;
  • allattare i bimbi e a lungo: il latte della mamma va sempre bene, protegge molto di più dalle malattie, non servono ciucci, biberon, scaldabiberon, latte artificiale (che influisce ovviamente sull’ecosostenibilità);
  • fare autosvezzamento: il bambino mangiando il nostro cibo ci aiuta ad essere più attenti nell’avere un’alimentazione sana per tutta la famiglia e senza acquistare omogenizzati ed altri prodotti confezionati si aiuta nuovamente il pianeta;
  • acquistare prodotti biologici, ma soprattutto a km zero, dal contadino vicino a casa, ai GAS  o anche al supermercato, ma prediligendo prodotti locali o perlomeno italiani!
  • bere l’acqua del rubinetto e cercare di ponderarne il consumo, come già evidenziato nel mio articolo.
  • preparare dolci fatti in casa, per la merenda, la colazione… così non avranno coloranti e conservanti e molto altro (a casa mia ad esempio vanno a ruba i muffin, che ho anche fatto in versione vegana);
  • usare i pannolini lavabili, se possibile anche di notte (ma a volte dipende proprio da bambino a bambino): un pannolino U&G impiega circa 500 anni a decomporsi, quindi è immaginabile quanto inquinamento ambientale si crei per ogni piccolo essere umano;
  • per la casa usare aceto, bicarbonato, acido citrico e altri detergenti il più possibile ecologici per pulire, lavare i piatti o in lavatrice;
  • organizzarsi per le commissioni in paese in modo da non usare la macchina: a piedi con i piccoli in fascia e i grandi per mano, o bicicletta per tutti, fa bene al pianeta, ma anche alla forma fisica;
  • per il corpo usare burro di karitè e olio di mandorle come idratanti per tutta la famiglia, saponi di Aleppo e Marsiglia e pochi altri di uso quotidiano facendo attenzione all’INCI e sperimentando anche shampoo alternativi come acqua e bicarbonato o acqua e farina di ceci (che è ottima anche per molte altre ricette di bellezza);
  • usare l’henné per tingere i capelli: costa poco, è naturale, ci sono diverse colorazioni e rinforza ed illumina i capelli, a casa in poche ore.
  • scegliere attività per la domenica e l’estate che siano all’aria aperta, in montagna, in campeggio, al fiume, perchè i bambini hanno bisogno di sperimentare, sporcarsi, osservare animali, insetti e fiori e soprattutto stare in compagnia di altri bambini;
  • per i regali ai più piccoli scegliere giochi di legno, educativi, creativi ed evitare quelli rumorosi, luminosi ecc. che implicano l’utilizzo di pile e spesso rendono i bambini troppo eccitati; meglio ancora un libro da leggere insieme per farsi le coccole prima della nanna e iniziare ad appassionare alla lettura.

Ecco qua i miei spunti… e voi cosa fate per essere “abbastanza green”? Attendo i vostri suggerimenti!

RICORDANDO LA NONNA, ECCO IL MIO GNOCCO FRITTO

Posso ringraziare la mia nonna paterna se ho imparato a preparare la pasta fresca in casa e se mi è stata trasmessa la passione per la cucina.

La mia nonna era emiliana, per cui nelle sue ricette non mancavano prelibatezze per niente dietetiche, ancora meno vegetariane o vegane, ma se ha vissuto indipendente fino ad 89 anni forse aveva ragione lei a mettere sempre tutto quel burro…

Sta di fatto che ogni tanto mi faccio prendere dalla voglia, abbandono tutti i buoni propositi sulla cucina sana ed invito qualcuno a cena a mangiare il gnocco fritto.

Ecco la ricetta per 8/10 adulti:

  • 1500 g di farina 00
  • 500 g di acqua gasata
  • 50 g e q.b. di latte
  • 2 cucchiai abbondanti di strutto
  • 20 g di sale
  • 20 g di lievito di birra fresco (1 cubetto)

Sciogliere il lievito nel latte ed amalgamare poi tutti gli altri ingredienti facendo più palline, se non riuscite a fare un agglomerato unico.

Aggiungere olio di oliva extra vergine e/o acqua se il composto è troppo asciutto, fino ad ottenere una pasta abbastanza liscia ed omogenea, compatta e non molle.

Lasciar lievitare qualche ora avvolgendo la pasta in pellicola (non troppo stretta perché aumenterà abbastanza), io ho impastato dopo pranzo per mangiarlo a cena.

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Quindi prendere dei pezzi di impasto e stenderli con un mattarello dello spessore di circa 2 mm, dividerlo in quadrati e rombi della grandezza di mezza mano e lasciarli riposare su carta scottex spolverata di farina (in questo modo si possono anche sovrapporre più strati senza che si appiccichino), fino ad operazione terminata.

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Quindi mettere in una padella abbastanza alta e larga circa 3 dita d’olio per frittura e quando è bollente iniziare a friggere circa 1 minuto per parte i quadrati di gnocco, che grazie all’acqua frizzante diventeranno belli gonfi.

Togliere dalla cottura a doratura desiderata (io consiglio solo un minimo, sennò diventano troppo biscottosi), asciugare con scottex l’olio in eccesso e servire belli caldi con i più sfiziosi contorni: formaggi, salumi…. E per finire nutella!

Buon appetito… senza esagerare!

 

 

Focaccia dolce di mele con lievito madre

Ecco una variante sfiziosa e dolce della focaccia, ottima per colazione, merenda e feste scolastiche!

Dose per una teglia da 25 cm

  • 200 gr di Farina 0
  • 150 gr di Farina Manitoba
  • 90 gr di Pasta madre rinfrescata
  • 180 gr di Latte intero fresco
  • 40 gr di Tuorlo d’uovo (2 tuorli)
  • 70 gr di Zucchero (io ne metto anche 80/90 di quello grezzo di canna)
  • 10 gr di Miele
  • 1 gr di Sale
  • 35 gr di Burro (o margarina vegetale)

Per la finitura:

  • 2 Mele
  • q.b. di Zucchero semolato
  • q.b. di burro fuso

Nella ciotola della planetaria impastare le farine setacciate, il lievito, il latte, i tuorli, lo zucchero e il miele. Lasciamo andare piano, e lavoriamo fino a quando non avremo una massa omogenea e liscia. Ci vorranno circa quindici minuti. A questo punto unire il burro a pomata e in ultimo il sale.

Far prendere all’impasto una bella incordatura, cioè deve risultare omogeneo, liscio ed elastico. Se impastiamo a mano, l’ordine degli ingredienti da impastare è lo stesso. A questo punto, fare una bella palla, e riporla in una ciotola coperta da pellicola al caldo a lievitare. Deve triplicare, e ci vorranno almeno 8 ore (a casa mia in inverno anche 12).

Imburrare una tortiera da 25 cm di diametro. Ribaltare l’impasto lievitato sul piano di lavoro infarinato, schiacciarlo leggermente, e spostarlo nella tortiera dandogli uno spessore omogeneo, occupando l’intero fondo della teglia. Lasciar recuperare la lievitazione per un’altra ora e mezza circa.

Quindi accendere il forno possibilmente statico impostando la temperatura a 160°C. Tagliare le mele sbucciate, a quadrotti abbastanza grossi di almeno due centimetri di lato. Fondere a microonde o a bagnomaria una noce di burro, e quando non è più molto caldo, spennellare la superficie della focaccia. Farcire con i quadrotti di mela spingendoli a fondo nella massa, e cospargere uniformemente tutta la superficie di zucchero semolato, a piacere (io ne metto abbastanza).

Infornare e cuocere per 30/35 minuti, e comunque fino a doratura. La temperatura così bassa, serve per cercare di far caramellare il meno possibile lo zucchero in superficie. Se sappiamo che il nostro forno riscalda molto, tenere la temperatura anche più bassa. Quando cotto, sfornare, e appena possibile sformarlo dalla tortiera per farlo raffreddare su di una gratella.

Buon appetito!

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velocità 2

nb: io l’ho fatta più volte, non è mai durata fino all’indomani!

Piccoli trucchi per non sprecare il cibo

A 22 anni sono andata a vivere con il mio compagno e attuale marito e con tutte le spese che ci siamo ritrovati a sostenere, ho dovuto imparare a essere formichina più di quanto già non fossi per natura.

Nel tempo ho capito e imparato molti trucchi per non buttare gli avanzi del frigorifero, di una cena e molto altro, non solo per evitare sprechi di denaro, ma anche perché la cucina degli avanzi è prima di tutto etica.

Ecco alcuni esempi:

  • Prima di tutto è sempre meglio guardare la data di scadenza di un prodotto prima di acquistarlo, perché è probabile che sugli scaffali dei supermercati vengano esposti a portata di mano gli articoli che hanno una scadenza breve, mentre di solito quelli con scadenza più in là nel tempo sono dietro;
  • Gli yogurt ho scoperto che riportano una data di scadenza che non è mai del tutto veritiera: prima di buttarli, apriteli, io ne ho sempre mangiati anche quando sembravano scaduti da 2 settimane, eppure erano buonissimi (e diversamente si inizierebbe a vedere della muffa sullo strato superiore), al limite hanno meno fermenti; se non vi fidate potete sempre utilizzarli per una torta;
  • Mozzarelle, mascarpone e formaggi vari che iniziano ad ammuffire o inacidire si possono tranquillamente mettere sulla pizza, sciogliere per un sugo della pasta o di un risotto, o per ottimi sformati;
  • Il pane secco, i crakers rotti o avanzati da una merenda si possono frullare e diventare pan grattato per ricette future;
  • Il pane non del tutto raffermo diventa di nuovo buonissimo se tagliato a fette e messo qualche minuto per parte sulla piastra o nel tostapane… ottimo poi per una bruschetta estiva o per accompagnare minestre di verdure, legumi e cereali!
  • Le briciole miste dei vari biscotti infilati nel tempo nella biscottiera possono essere uniti a burro e zucchero e diventare una sfiziosa base di pasta frolla per crostate o cheese cake;
  • Il cioccolato dura anche 2 anni, basta metterlo in frigo in estate affinchè non si sciolga e se perde gusto si può usarlo per fare i dolci;
  • Carne o pesce della sera precedente, se non si ha voglia di mangiarli riscaldati, si possono frullare insieme a parmigiano, pan-grattato, un uovo e spezie varie e diventano ottime polpette da fare al forno, o fritte;
  • Il sugo dell’arrosto, da solo o unito magari a qualche fungo e a della panna da cucina, diventa un ottimo sugo per la pasta;
  • La polenta avanzata, che si indurisce, si può fare alla “pizzaiola” (le mie bimbe l’adorano): si taglia a tocchetti, si mette in una pentola antiaderente con un po’ d’olio extravergine, mozzarella, passata di pomodoro ed origano, salando a piacere, si fa asciugare l’umidità del pomodoro e quando la mozzarella fila il piatto è pronto;
  • Il risotto del giorno prima si può unire a uova e parmigiano e agli ingredienti che preferite (io ad esempio uso molto curry e rosmarino) e diventare polpette, anche simili ad arancini se si farciscono con del formaggio filante;
  • Le verdure avanzate, unite alle uova (e volendo panna o formaggio) diventano delle buonissime frittate, anche al forno;
  • Se le verdure che ci sono in frigorifero sono un paio per tipo si può fare una “verdurata” (tipo peperonata con una buona base di soffritto di scalogno, aglio, spezie), oppure un bel minestrone o passato;
  • Con patate lesse o purè avanzati si possono inventare polpette, gnocchi, o sugo per pizzoccheri (insieme a verdure e formaggio);
  • I residui di frutta e verdura dell’estrattore si possono utilizzare per ottime torte o muffin, oppure si possono mettere nello yogurt per la colazione;
  • Se qualcuno vi passa frutta e verdura dell’orto e non riuscite a consumarla tutta prima che marcisca, potete inventare sughi e marmellate, antipasti ortolani e così via, da mettere sotto vuoto o nel congelatore e che andrete ad utilizzare tutto l’anno o che potrete regalare a Natale con un bel fiocco;
  • Legumi di vario tipo, se avanzati, si possono frullare con spezie e semi e diventare ottime creme spalmabili o da mangiare calde con un filo d’olio extravergine e crostini o polpette;
  • Se a fine estate avete sul balcone delle piantine di rosmarino, salvia, timo che andrebbero a morire nell’inverno, prendete tutti i rametti e foglie possibili, sciacquateli, fateli asciugare e seccare un po’ su uno strofinaccio, unite sale grosso e tritate finemente: avrete un ottimo condimento per carne, pesce, risotti e quel che più vi verrà in mente.

Spero di aver dato buoni spunti… si accettano ulteriori suggerimenti!

Fette biscottate orzo e/o cacao con lievito madre

Ingredienti

  • 470 gr di Farina 0
  • 115 gr di Acqua
  • 115 gr di Latte intero fresco
  • 150 gr di Pasta Madre rinfrescata
  • 75 gr di zucchero
  • 5 gr di Sale
  • 7 gr di Malto d’orzo (io uso 1 cucchiaino di miele)
  • 28 gr di Olio EVO
  • 5 gr di Orzo solubile (oppure 2 cucchiai di cacao amaro o entrambi)

Per la finitura:

  • 1 Tuorlo d’uovo
  • 50 gr di Latte

Prendiamo la pasta madre a 3 o 4 ore dal rinfresco, la spezzettiamo nella ciotola della planetaria e aggiungiamo la farina, il malto, lo zucchero, l’acqua e il latte tiepido e iniziamo ad impastare con il gancio. Quando l’impasto avrà preso corpo aggiungiamo l’olio in due volte e per ultimo il sale. Non lasciamo lavorare ancora molto l’impasto perché dovremmo toglierne un terzo per amalgamarlo con l’orzo solubile.

Quindi, prendiamo l’intero panetto, che peserà circa 980 gr e ne togliamo circa 320 gr. (se invece vogliamo fare il tricolore dividiamo in 3, lasciando per la parte bianca almeno il 50% dell’impasto). Ora, finiamo di lavorare bene la parte che resterà chiara, e quando risulta liscia arrotondiamo con le mani e lo spostiamo in una ciotola coperto da pellicola.

Il panetto piccolo, lo rimettiamo nella planetaria e aggiungiamo l’orzo, pazientemente aspettiamo che la colorazione sia omogenea e ci può venire in soccorso aggiungere un cucchiaino d’acqua all’impasto. Fatto questo,  formiamo una palla e in un’altra ciotola, sempre coperto da pellicola, lasciamo a riposo per 3 ore.

Passate questo tempo, prendiamo uno alla volta i nostri impasti, e per ciascuno facciamo un giro di pieghe e rimettiamo in ciotola a lievitare per un’altra ora. Dopo di che, riprendiamo il nostro impasto bianco e con l’aiuto del mattarello, lo stendiamo sul piano leggermente infarinato allo spessore di circa 5 millimetri facendo un rettangolo. Facciamo lo stesso con l’impasto scuro, che ovviamente sarà più piccolo e quindi avremo un rettangolo più piccolo. A questo punto, sovrapponiamo l’impasto scuro su quello chiaro.

fette

Tenendo il lato lungo dei rettangoli parallelo a noi, lasciando liberi i bordi, arrotoliamo partendo dal lato di fronte fino a chiudere a rollè. Dividiamo a metà il nostro rotolo e lo adagiamo in stampi da plum cake imburrati.

Copriamo con pellicola e poniamo lontano da correnti d’aria, lasciamo a lievitare per circa 4 ore.

Quando le vostre fette avranno terminato la lievitazione e saranno raddoppiate, accendete il forno statico a 160°, spennellate la superficie delle fette con un tuorlo sbattuto con il latte e infornate per 40/50 minuti fino a doratura.

A cottura, sfornate e lasciate tutta la notte (12 ore) i due filoni su una gratella a raffreddare nello stampo. Il giorno dopo, sformare i panetti, e con un coltello per pane a sega, tagliare a fette spesse meno di 1 cm, sistemare su carta da forno sopra la leccarda e tostare a 140° per 30 minuti, avendo cura passati 15 minuti di girare le fette per tostarle uniformemente da entrambi i lati (io questa fase l’ho saltata e sono rimaste comunque croccanti).

Sfornare e lasciate raffreddare, conservatele se potete in una scatola di latta, altrimenti ben chiuse in un sacchetto per alimenti.

facilità 2

velocità 3

nb: io le ho fatte tricolore (foto in alto)…. tanto che c’ero mi sono buttata! non vengono dolci, ma sono proprio buone!

Taralli con lievito madre

Questa ricetta piace molto alle mie bambine, perché si divertono ad arrotolare la pasta con me… e devo dire che unire l’utile al dilettevole con loro è davvero stimolante.

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Ingredienti

  • 300 g pm solida rinfrescata,
  • 450 farina di grano duro,
  • 200 gr acqua,
  • 100 gr olio evo,
  • 25 gr semi di finocchio o di sesamo (io ne ho messo ancora meno)

Aggiungere alla pm l’acqua tiepida, il sale e l’olio, mescolare e lasciare riposare qualche minuto. Aggiungere via via la farina e i semi di finocchio (ma anche no, a piacimento). Impastare fino ad ottenere un impasto omogeneo e lasciar lievitare per circa un ora.

Formare i taralli ricavando dalla pasta dei bastoncini di circa 1 cm di diametro per 8 cm di lunghezza e chiudendoli su se stessi unendo le estremità.

Fissare schiacciando con un dito.

Portare dell’acqua ad ebollizione in una pentola piuttosto capiente, come per cuocere gli spaghetti, unire un cucchiaio di sale. Cuocere i taralli nell’acqua bollente ritirandoli con una schiumarola appena vengono a galla. Disporli su un canovaccio pulito e lasciarli asciugare qualche minuto, quindi trasferirli su una teglia oliata.

Vanno cotti in forno preriscaldato a 200° per 30/40 minuti. Se all’uscita dal forno sono ancora un pò morbidi, ma comunque ben dorati, non importa: diventeranno croccanti raffreddandosi.

Si possono fare anche i grissini, invece che i taralli, e anche senza sbollentarli sono venuti buoni e croccanti. La ricetta dice che vanno bene anche se sono un po’ morbidi usciti dal forno, beh se invece voi li tirate fuori che sono duretti, rimangono così croccanti anche per più giorni, se invece li tirate fuori morbidi il giorno dopo sono moscetti.

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nb: questi li fatti parecchie volte, bisogna fare attenzione ai tempi nel forno, sennò vengono troppo duri.

Angelica salata con lievito madre

Ingredienti

  • 125 gr di Pasta Madre
  • 500 gr di Farina 0
  • 225 gr di Latte
  • 60 gr di Uova (1 uovo intero)
  • 10 gr di Zucchero
  • 40 gr di Olio
  • 15 gr di Sale

 Per il ripieno

  • 150 gr di Speck
  • 200 gr di Taleggio
  • 100 gr di Pistacchi sgusciati

Usiamo la nostra amata Pasta Madre a tre ore dal rinfresco, la spezzettiamo nella ciotola della planetaria, aggiungiamo lo zucchero, la farina, l’uovo intero, ed infine il latte. Lasciamo girare il gancio a velocità moderata fino ad avere un impasto liscio ed omogeneo, procediamo mettendo l’olio EVO in due volte, dando il tempo alla massa di assorbirlo bene, finiamo con il sale. Alla fine l’impasto deve essere ben incordato.

Se si impasta a mano, l’ordine degli ingredienti da rispettare è lo stesso.

Dopodiché, lo mettiamo in una ciotola unta con un goccio d’olio a riposare al caldo per circa due ore coperto da pellicola. Io l’ho messo in forno chiuso con la lucina accesa.

Nel frattempo prepariamo i nostri ingredienti per il ripieno, quindi, apriamo i pistacchi, li raccogliamo in un canovaccio e con l’aiuto di un batticarne li pestiamo fino a farne una granella abbastanza grossolana. Tagliamo e cubetti piccoli (come fossero canditi) lo speck e il taleggio.Accendiamo il forno a 170°C e quando in temperatura cuociamo per 40/50 minuti e comunque fino a doratura. Sforniamo e serviamo calda.

Passate le due ore, infariniamo bene il nostro piano di lavoro e vi ribaltiamo sopra  il nostro impasto. Servendoci di un mattarello lo stendiamo allo spessore di 5 milliimetri fino ad avere un rettangolo che misuri all’incirca 55×60 centimetri (lato lungo vicino a noi).

Cospargiamo la superficie con i nostri cubetti di speck e taleggio e la granella di pistacchi, lasciando libero il bordo inferiore  parallelo a noi per chiuderlo. Iniziamo ad arrotolare l’impasto su se stesso partendo dal lato lungo di fronte scendendo fino al bordo lasciato libero che chiuderà il rollè. Una volta ottenuto il biscione, prendiamo un coltello affilato e lo tagliamo a metà per il senso della lunghezza.

Mettiamo le due metà vicine, con il taglio verso l’alto, delicatamente iniziamo ad intrecciare, creando una treccia a due capi, che poi chiuderemo a forma di ciambella. Imburriamo la tortiera, io ho usato quella da 28  centimetri con il buco centrale ma possiamo usarne anche una semplicemente tonda, posiamo con cura maneggiando delicatamente la nostra creatura.

Copriamo con pellicola e lasciamo lievitare circa 6 ore al caldo, fino che non avrà riempito gli spazi.

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Dopodiché, lo mettiamo in una ciotola unta con un goccio d’olio a riposare al caldo per circa due ore coperto da pellicola. Io l’ho messo in forno chiuso con la lucina accesa.

Usiamo la nostra amata Pasta Madre a tre ore dal rinfresco, la spezzettiamo nella ciotola della planetaria, aggiungiamo lo zucchero, la farina, l’uovo intero, ed infine il latte. Lasciamo girare il gancio a velocità moderata fino ad avere un impasto liscio ed omogeneo, procediamo mettendo l’olio EVO in due volte, dando il tempo alla massa di assorbirlo bene, finiamo con il sale. Alla fine l’impasto deve essere ben incordato. Se si impasta a mano, l’ordine degli ingredienti da rispettare è lo stesso.

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nb: questa l’ho fatta solo 2 volte, ma è stata un successone!

Focaccia di patate con lievito madre

Dosi per una teglia da 32 cm

  • 100 gr di Pasta Madre (rinfrescata)
  • 300 gr di Farina 0
  • 75 gr di Acqua
  • 75 gr di Latte
  • 100 gr di Patate lesse (una patata media)
  • 5 gr di zucchero
  • 20 gr di Olio evo
  • 8 gr di Sale

Per la finitura

  • q.b. di Emulsione di Acqua e Olio evo in pari quantità
  • q.b. di Sale grosso

Usiamo la pasta madre a 4 ore dal rinfresco (ma anche del giorno prima va bene lo stesso). Nel frattempo che aspettiamo la sua giusta maturazione, mettiamo a lessare una patata di grandezza media, e una volta lessa pesiamone 100 gr che schiacceremo per dargli modo di raffreddarsi. Nella ciotola della planetaria spezzettiamo la nostra pasta madre, aggiungiamo la farina, l’acqua tiepida, il latte a temperatura ambiente, lo zucchero e le patate passate. Se lo fate a mano, l’ordine degli ingredienti naturalmente è lo stesso. Facciamo partire la planetaria e aspettiamo che l’impasto prenda corpo, aggiungiamo gradatamente l’olio EVO e successivamente il sale. Portiamo a incordatura. Quando l’impasto risulta liscio ed omogeneo, facciamo una bella palla e lo lasciamo riposare per mezz’ora sul piano di lavoro infarinato, coprendolo a campana con una ciotola. Passato questo tempo, diamo un giro di pieghe al nostro impasto e dopo averlo arrotondato lo riponiamo in una ciotola coperto con pellicola, lontano da correnti d’aria fino al raddoppio, cioè per circa 6 ore.

Quando l’impasto avrà raddoppiato, lo ribaltiamo su una teglia ben unta con olio, e delicatamente lo allarghiamo in modo da coprire tutta la superficie. Gli lasciamo recuperare la lievitazione per altre due ore. A questo punto, possiamo creare degli avvallamenti con le dita che permetteranno in cottura di avere una colorazione non uniforme e un aspetto molto appetitoso, spennellare bene con  abbondante acqua e olio EVO in pari quantità emulsionati insieme. Poi cospargiamo di sale grosso. In questo caso, io a volte affetto anche una cipolla rossa con cui farcisco la superficie, per dare un sapore più deciso alla mia focaccia. A vostro gusto, insomma! Scaldiamo il forno a 200° e inforniamo una volta caldo per 30/35 minuti, dipende dal vostro forno (nel mio ne bastano anche 20).

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nb:  questa è una ricetta che faccio ogni settimana!

 

PICCOLE IDEE REGALO

Si avvicina Natale, o avete semplicemente bisogno di fare un regalino all’ultimo momento, oppure avete un piccolo budget di spesa e volete comunque fare un pensiero utile ed originale?

Ecco un paio di idee…

Ricetta per cioccolata calda

Procuratevi un vasetto carino abbastanza grande, magari con un bel tappo, o un coperchio che possiate decorare (oppure stoffa per coprirlo e un fiocco per legarlo) ed i seguenti ingredienti:

  • 180 gr cioccolato fondente (55-65%)
  • 12 cucchiai cacao amaro in polvere
  • 4 cucchiai zucchero di canna
  • 8 cucchiai di zucchero semolato
  • 12 cucchiai rasi di fecola di patate

Procedimento:

Polverizzare nel mixer (con le lame) il cioccolato facendo attenzione a mixare a intermittenza altrimenti il cioccolato si scioglie. Metterlo in un barattolo insieme a tutti gli altri ingredienti e mescolare bene. Conservare in un luogo fresco e asciutto.

Preparazione di 1 tazza:

Mettere in un pentolino 3 cucchiai e sciogliere 250 ml di latte versandolo poco alla volta e mescolando bene con un cucchiaio per sciogliere bene la polvere, facendo attenzione a non fare grumi. Portare a ebollizione a fuoco basso lasciando addensare.

Ricetta per zucchero di canna integrale all’arancia

Procuratevi sempre un bel vasetto, magari decorando il coperchio con pasta di sale o pannolenci e poi i seguenti ingredienti:

  • 3 arance
  • 200 gr di zucchero integrale di canna

Preparazione:

Grattugiate con cura la scorza delle arance, mettetela su un piattino e lasciatela seccare su un termosifone per un giorno intero. Con un piccolo frullatore o un macinacaffè riducetela in polvere e mescolatela con lo zucchero fino a ottenere un composto omogeneo.

Si può utilizzare per addolcire quello che di preferisce, regalando un tocco di aroma all’arancia.

TORTA DI FIBRE (residui dell’estrattore)

Premettendo che io mi ritengo abbastanza brava in cucina, ma che i dolci non sono il mio forte, sono rimasta abbastanza stupita da quanto le mie figlie amino questa torta più di ogni altra fatta con molto più impegno ed ingredienti molto più sfiziosi.

Inoltre non è una vera e propria ricetta a sé, ma la mescolanza di un paio di ricette già provate, anche con eventuale variante vegana.
Dunque, dopo aver fatto un buonissimo succo con l’estrattore, ad esempio con 2 mele, 2 carote, 2 pompelmi (ma ho usato anche mele, pesche e prugne, insomma a vostra scelta), ho preparato il seguente impasto:

  • 200 g circa di fibra di frutta
  • 350 g di farina (io uso metà integrale)
  • 4 uova intere (oppure in variante vegana 8 cucchiai di latte di soia in polvere mescolato con 8 cucchiai di acqua)
  • 200 g zucchero (io uso quello di canna grezzo) o 250 se si preferisce un po’ più dolce
  • 250 g di mascarpone (o ricotta, o yogurt, o margarina vegetale)
  • 1 bicchiere di latte vaccino (o di soia o di cocco a piacere)
  • Noci, nocciole tritate (oppure nulla) qb
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • Un pizzico di sale

Ho sbattuto le uova con lo zucchero e poi ho aggiunto gli altri ingredienti, compresa la fibra della frutta, mescolando per bene fino ad ottenere un composto omogeneo e abbastanza molle.

Ho acceso il forno a 180° e ho foderato uno stampo con carta da forno, per versarci poi il composto preparato.

Quando il forno ha raggiunto la temperatura ho infornato per circa 20 minuti (ma il mio forno cuoce molto velocemente), o comunque fino a doratura e finchè infilando il coltello in mezzo all’impasto ne esce pulito.

Una volta sfornata la torta e lasciata raffreddare si può gustarla così com’è al naturale, oppure tagliarla a metà in senso orizzontale e farcirla con cioccolato, marmellata o gustarla fetta per fetta con un sottile velo di miele, come piace alle mie bambine!

Si conserva fuori frigo 2/3 gg, è ottima per la colazione del primo mattino o per quella delle 10 a scuola, senza parlare della merenda!
Buon appetito con tantissime fibre!