Lo schiavismo che c’è dietro le Universiadi

Lo schiavismo che c’è dietro le Universiadi

Napoli ancora protagonista. Mercoledì sera sono ufficialmente iniziate le Universiadi 2019, che la città partenopea, insieme ad alcuni comuni della provincia, ospiteranno per una decina di giorni. Un altro successo per la Giunta de Magistris, che in 10 anni ha trasformato Napoli in un polo attrattivo per i grandi eventi. Sportivi, culturali, di costume che siano.

Certo, negli ultimi anni de Magistris sta perseguendo una retorica terzomondista che di fatto si mette di traverso rispetto alla politica migratoria dell’esecutivo in carica. Osteggia la politica dei porti aperti, appoggia cause come quella di Mimmo Lucano, si pone come paladino del Mediterraneo aperto al prossimo.

Una scelta comunque azzardata rispetto al vento politico che sta soffiando e che spesso i cittadini gli rinfacciano sui Social, in quanto sarebbe reo di pensare più alla causa del Terzo Mondo che ai problemi loro. La classica “guerra tra poveri”.

Ma torniamo alle Universiadi, che vedono impegnate da mercoledì 3 luglio a domenica 14 luglio 118 Nazioni per un totale di 6mila atleti. Il tutto organizzato grazie ai fondi regionali e a quelli europei. Il governo si è defilato. Molto suggestiva la cerimonia d’apertura, con un San Paolo tirato a lucido per l’occasione, al punto da essere irriconoscibile.

Tutto bello quindi? Insomma. Le universiadi vedono anche impegnati 5600 volontari senza limiti di età. Per i quali si sta praticando un autentico sfruttamento.

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Lo schiavismo che c’è dietro le Universiadiultima modifica: 2019-07-05T09:36:17+02:00da LucaScialo
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