Oggi siamo in compagnia di un giovane cantautore; Ma andiamo a conoscerlo meglio.
_ Buongiorno Marco, presentati ai nostri amici lettori.
Buongiorno amici lettori, mi chiamo Marco Russo, ho 26 anni e sono nato a
Catanzaro. Ho iniziato a comporre piccole poesie e canzoni già all’età di 12 anni,
quando per la prima volta sentii il bisogno di far uscire fuori dalla mente i miei
pensieri. Non li volevo perdere e allora iniziai a scriverli su qualche quaderno, con
l’intenzione di rileggerli in futuro.
Ricordo che un giorno triste, dopo aver appuntato varie frasi negative, alla fine
scrissi:
“ Quando rileggerai queste righe, spero lo farai senza più rancore, perché
sarai cosi felice che il passato non conterà più nulla. ”
A 15 anni, durante il liceo, scoprii che tutte le risposte che volevo ricevere per
migliorare la mia vita e la mia persona risiedevano nei libri di letteratura. L’unico
modo per non vivere una sola volta è leggere le storie degli altri e imparare dai loro
insegnamenti.
Poco più tardi, ripresi in mano la chitarra che non suonavo dall’infanzia, iniziando
ad unire musica e letteratura e a scrivere le mie prime canzoni. Rileggendo adesso
quei vecchi testi noto quanto la mia scrittura sia sempre stata veritiera e mai
infantile:
“ L’amore è lo sguardo di un padre che guarda fiero il figlio anche se è incapace ”
Oggi, a 26 anni, sono fiero di aver esordito nel mondo della musica cantautoriale
italiana con il mio primo singolo “ Dio Musica ” ed il mio primo album “ Interno11 ”.
Ho speso tante energie in questo progetto, ma sono felicissimo di quello che ho
costruito fino ad ora e, soprattutto, non ho più rancore verso il passato.
_ Ci Racconti com’è nato il brano “ Dio Musica “
“Dio musica” è una preghiera, una dedica, un omaggio al mio Maestro Pietro
Aldieri, storico chitarrista di Catanzaro, prematuramente scomparso nel 2019
a causa di una terribile malattia. Dai suoi insegnamenti ho appreso tanto,
nell’arte della chitarra come nella vita, ed è per questo che ho deciso di
ringraziarlo in occasione del mio esordio, con un pezzo che parla di lui.
La mattina in cui lessi su Facebook la notizia della sua scomparsa, mi sedetti
davanti la mia scrivania, presi una penna e la chitarra e iniziai a comporre
questa canzone che nel giro di un’ora era già finita. Un brano che mi è uscito
dal cuore subito, nel quale esprimo tutta la mia amarezza per questa enorme
perdita. Una perdita che credo appartenga un po’ a tutti, non solo a me, ma
anche alla musica in generale, alla Calabria. Il mondo ha perso una persona
fantastica e, come canto in “ Dio Musica “, voglio raccontarla al fine di
migliorare il mondo.
A volte smettiamo di sognare, messi alle strette dai limiti che la realtà sembra
imporci. E allora abbiamo bisogno di qualcuno che ci tenda la mano, che ci
riporti sulla via che avevamo intrapreso, dandoci la forza di continuare, passo
dopo passo. Pietro Aldieri è stato quel qualcuno, quel “dio” che mi ha restituito
la musica, che mi ha dato gli strumenti necessari per dare forma alle mie
ambizioni.
_ Quali sono i tuoi ascolti musicali?
Ascolto veramente tanta musica ogni giorno, sono sempre alla scoperta di qualcosa
di nuovo, qualcosa che mi dia una spunto o una visione musicale differente da quella
che già possiedo. Sono cresciuto con Pino Daniele, Bennato, Alex Britti, Neffa e tanta
altra musica straniera, soprattutto il blues e il funk. Il mio gruppo preferito si chiama
“Fat Freddy’s Drop”: sono tutti musicisti australiani che hanno creato questo genere
molto elettronico, ma anche reggae, funk, indie, insomma, un bellissimo mix di idee.
Nella musica di oggi è questo che funziona, l’unione di vari generi per arrivare a
creare un proprio stile senza doverlo per forza etichettare con un nome specifico.
In Italia oggi ci stanno tante belle proposte che fanno parte dei miei ascolti giornalieri:
Venerus, Ainè, Davide Shorty, Serena Brancale, Willie Peyote, Maneskin. Al di là del
genere di ognuno, io credo che la musica italiana stia riprendendo una retta via,
perché finalmente inizia ad essere fatta da gente che ha trascorso anni a studiarla.
Perciò, credo stia finalmente finendo l’epoca delle “scorciatoie”.
_ Opinioni sui talent?
Il talent è una bella idea, una buona possibilità per i giovani artisti di mettersi
in luce. La cosa che trovo sbagliata, però, che noto spesso in questi programmi
televisivi, è quella di voler assegnare ad ogni partecipante un costume,
snaturarlo per arrivare ad un tornaconto economico, bloccando il talento. Non
credo che parteciperò mai ad un talent, non mi interessa quello che si fa lì
dentro. Probabilmente mi chiederebbero di cantare in inglese o mi farebbero
lavorare sulla mia estensione vocale, ma io non sono questo e né voglio
diventarlo, perciò non mi interessa.
Se avessero detto mai a Silvestri, per dirne uno a caso, o a Vasco di cantare
un brano dei Bee Gees o di Michael Bublè, sarebbe stato strano da ascoltare.
E questo vorrebbe dire che non abbiano talento? Non credo.
Io preferisco costruire il mio cammino percorrendo le mie strade, in maniera
autonoma ma senza dubbio più sincera. Ecco, piuttosto un giorno si, mi
piacerebbe partecipare a Sanremo Giovani.
_L’artista a cui ti ispiri maggiormente?
Ce ne sono tanti, probabilmente se dovessi fare un solo nome tra tutti gli artisti
che ho ascoltato e dai quali ho cercato di trarre ispirazione e rendere quello
stile un po’ mio, sbucherebbe fuori sicuramente il nome di Pino Daniele.
_Due parole invece sull’EP?
“ Interno 11 ”, il mio EP di esordio è composto da 5 brani, che rappresentano 5 storie
relative ai miei ultimi 4 anni vissuti in provincia di Salerno, in questa casa situata
nell’interno 11 di una piccola piazza. Ho unito la mia scrittura e le mie note con le
idee del mio produttore, Francesco Galdieri, che appartiene più al mondo
dell’elettronica. Unendo le nostre personalità e trasformandole in musica, è venuto
fuori un prodotto stupendo. In tutta onestà mi sento di dire che non sembra affatto il
primo lavoro di un’artista.
I brani contenuti all’interno dell’album sono in ordine: Facciamo Finta, Ottima Scusa,
Dio Musica, Mille Collane e Parla per noi.
Il mio “Interno 11 ”, parla soprattutto di persone, del mio insegnante, di alcune donne
che hanno fatto parte della mia vita e che sono anche state dentro quella casa. In
alcuni di questi pezzi saluto in maniera malinconica le persone che ho amato, in altri
parlo di me e della mia voglia di ricominciare da capo, sempre. Questa forza che mi
contraddistingue nonostante l’animo malinconico è un modo di vivere di cui vado
fiero, che ho preso da mia madre, la quale nella sua vita si è sempre rialzata e non
ha mai mollato davanti le tante delusioni.
Vi invito ad ascoltare “Interno 11” soprattutto perché dietro le quinte non c’è niente di
costruito, nulla è stato inciso con lo scopo di arrivare al successo o fare grandi
numeri. Dietro l’album ci sono semplicemente io, che mi racconto in totale sincerità,
senza nascondermi.
_Progetti Futuri?
In questo momento sto finendo i miei studi di chitarra pop presso il
Conservatorio di Salerno. Il passo successivo è quello di trasferirmi in una
grande città, tornare a Roma o magari anche Milano, dove poter costruire in
maniera più approfondita la mia carriera e lavorare con la musica per tutta la
vita. Ovviamente in cantiere ci sono altri brani pronti che con Francesco, il mio
produttore, inizieremo ad incidere subito dopo la stagione estiva. Per il
momento mi godo il mare ed il sole della mia terra, Catanzaro. Spero di
suonare tantissimo con la mia band nei prossimi mesi e soprattutto spero che
finisca questo periodo di pandemia il primo possibile perché ho bisogno di
rivedere negli occhi delle persone quella serenità che oramai manca da troppo
tempo.
_I Tuoi Contatti?
Potete ascoltare “ Interno 11 “ qui :
https://open.spotify.com/album/2mspOlewsgpRSAbbjymNgN?si=hwAsw-
7ERHmyTK5ylKlW4A
Questa è la mia pagina Instagram e Facebook :
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La mia mail :
marcorusso1022@gmail.com
Il video di “Dio Musica” e tutte le grafiche di “Interno 11” create dal grande Luca
Passafaro, potete vederlo qui:
MARCO RUSSO | DIO MUSICA ( Official Video ) – YouTube