Lavoro, l’automazione mette a rischio 3 milioni di posti in Italia

Il peso della modernità rischia di schiacciare circa 3 milioni di lavoratori in Italia nel giro di 15 anni. Cifra che nello scenario peggiore potrebbe arrivare a 4,3 milioni. E’ questa la stima riguardo alle mutazioni del mercato del lavoro, causate dalla sempre maggiore introduzione della robotica nei processi produttivi. Questo è l’esito di uno studio fatto da 2 professori di Oxford, Carl Frey e Michael Osborne.

I posti di lavoro a rischio

Ad essere maggiormente a rischio sono i settori manifatturiero e commercio, dove potrebbe esserci un taglio complessivo di 1,5 milioni di posti. L’incidenza sarà soprattutto nel primo settore, dove artigianatooggi vengono impiegati più di due milioni e mezzo di italiani, che scenderanno sui 2 milioni. Cosa ancora più grave è che questo taglio non riguarderà gli attuali occupati, ma le generazioni future. In pratica chi va in pensione nei prossimi 15 anni non verrà rimpiazzato. Il rischio di sostituzione infatti è del 20% per i lavoratori fra i 20 e i 24 anni, e via via che si procede con l’età si arriva a percentuali molto più basse per coloro che hanno tra 60 e 64 anni. Anche perché di solito in questa fascia di età si è giunti ad occupare mansioni più alte.

Altro aspetto importante: la correlazione fra titolo di studio e rischio automazione. Secondo questa ricerca infatti maggiore è la qualifica, più scende il rischio di essere tagliati fuori (1% se si ha specializzazione universitaria). Viceversa la qualifica minore comporta la probabilità più alta di restare disoccupati (chi non ha almeno una laurea il rischio sale al 17%). Restano salvi i lavoratori che puntano sulle qualità umane – manualità, creatività, innovazione, capacità di relazione – che non possono essere sostituite dalle macchine. Non è un caso se i diplomati di conservatori e accademie di belle arti sono quelli che rischiano meno di ogni altro.

La soluzione

Attenzione però, perché l’effetto netto dell’automazione non necessariamente sarà negativo. Vero è che 3 milioni di lavoratori potrebbero essere non più necessari, ma altre figure potrebbero diventarlo. Del resto anche la macchina a vapore si riteneva avrebbe ammazzato il lavoro, e invece ha finito per creare più posti di lavoro di quelli distrutti. E infatti lo studio sostiene proprio che per ogni nuovo posto in un settore avanzato se ne creano altri 2,1 nell’indotto: quarantamila posti l’anno nei settori chiave sono tre milioni di occupati in 15 anni. Insomma, se si riusciranno a cogliere le opportunità, il saldo netto sul lavoro potrebbe non essere negativo.

Lavoro, l’automazione mette a rischio 3 milioni di posti in Italiaultima modifica: 2017-09-02T09:43:30+02:00da nonsparei

Potrebbero interessarti anche...