Investitori nervosi per la guerra in Medio Oriente, le borse vanno giù
Giornata pesante per i listini azionari del vecchio continente. Gli investitori hanno soprattutto venduto perché il mercato è entrato in modalità risk off dopo la guerra scoppiata in Israele, a seguito degli atti di terrorismo di Hamas.
In questo scenario gli unici a beneficiare sono i beni rifugio, come oro e dollaro, ma anche i titoli della difesa.
La giornata degli investitori
Dopo un a seduta nervosa il listino principale di Piazza Affari è sceso dello 0,46%. Sulla stessa linea, in lieve calo il FTSE Italia All-Share, che continua la giornata sotto la parità a 29.494 punti.
Anche nel resto d’Europa gli investitori hanno soprattutto venduto. L’indice DAX di Francoforte segna un calo dello 0,67%. Seduta piatta per il listino di Londra, con l’indice FTSE100 che chiude con una candela doji trading, mentre Parigi scivola dello 0,55%. Madrid (-0,89%).
I singoli titoli chi sale e chi scende
Sul listino milanese il titolo migliore risulta essere Leonardo, che avanza del 4,79%. I rumors riguardo un possibile coinvolgimento dell’Iran nella tensione mediorientale spinge in alto il prezzo del petrolio e i titoli del settore energetico come Tenaris +3,93%, ENI +2,27% e Saipem +1,80%.
Le vendite colpiscono Banca MPS, -6,25% e BPER, che scende del 4,67%.
Soffrono Iveco (-4%) e Amplifon (-4%), colpita da una revisione al ribasso del target di prezzo da parte Intermonte da 35 a 31 euro.
Gli altri mercati
Per quanto riguarda le valute, il cambio tra euro e dollaro è tornato a scendere, avvicinandosi alla soglia di 1,05, ma l’indicatore awesome oscillator trading non segnala alcuna situazione estrema. L’indice del biglietto verde americano risale verso 1,06.
Come detto in precedenza, la tensione sul fronte internazionale spinge il prezzo dell’oro che sale verso 1850 dollari per oncia. Giornata di grandi guadagni anche per il petrolio, che recupera quasi la metà delle perdite maturate settimana scorsa. In mattinata, l’Opec ha comunicato che la domanda di petrolio continuerà ad aumentare almeno fino al 2045 e a un ritmo superiore rispetto a quanto stimato in precedenza.