Il Report Eni for 2023: i traguardi raggiunti in sostenibilità e decarbonizzazione

L’energy tech company ha pubblicato il report volontario “Eni for 2023 – A Just Transition” per mettere in evidenza i traguardi di sostenibilità raggiunti e gli obiettivi futuri per arrivare a superare la sfida della naturalità carbonica entro il 2050

 

Eni sta rendendo  la decarbonizzazione ancora di più parte integrante della propria strategia d’impresa attraverso un approccio tecnologico neutrale e pragmatico, nel quale innovazione, ricerca e sviluppo si muovono a favore di una transizione equa che coinvolga tutti gli attori della filiera.

Un percorso non solo teorico, ma concretizzato attraverso i molteplici progressi raggiunti nell’ultimo anno ed evidenziati nel report volontario di sostenibilità “Eni for 2023 – A Just Transition”.

Grazie ad importanti investimenti mirati, l’energy company ha già ridotto del 40% le emissioni nette Scope 1 e 2 del settore Upstream e del 30% quelle complessive, rispetto al 2018. E’ riuscita ad espandere la propria produzione rinnovabile, ha puntato sulla mobilità sostenibile migliorando la capacità di bioraffinazione, ha sviluppato progetti di Carbon Capture & Storage e continuato a investire nella ricerca sulla fusione a confinamento magnetico, mantenendo sempre al centro della propria strategia una partnership equa e inclusiva con le comunità locali. Un’attenzione cruciale “in un contesto mondiale caratterizzato da dinamiche complesse e in continua evoluzione”, come sottolinea Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni. “L’energia rimane uno snodo cruciale, con le sue accezioni di sicurezza e opportunità di sviluppo. La transizione energetica è irreversibile, e dobbiamo garantirne la realizzazione senza sacrificare la competitività del sistema produttivo e la sostenibilità sociale”.

Il report “Eni for 2023 – A Just Transition” è un momento essenziale per fare il punto dei traguardi raggiunti e per definire i target di riferimento in un’ottica di mitigazione dei costi e condivisione dei benefici sociali ed economici con tutta la catena del valore. Un raggio d’azione che si articola lungo le tre leve del modello di business: Eccellenza operativa, Neutralità carbonica al 2050 e Alleanze per lo sviluppo.

Solo nell’ultimo anno l’energy tech company è riuscita a ridurre le emissioni GHG complessive generate dalle proprie attività negli Scope 1 e 2 di un’ulteriore 13%, arrivando ad un – 40% rispetto al 2018, percentuale che la allinea perfettamente con l’obiettivo net zero al 2030 e alla neutralità carbonica totale al 2050 nell’interno ciclo di vita per gli Scope 1, 2 e 3.

Significativo anche l’impegno nella riduzione delle emissioni di metano, diminuite di oltre il 20% nel 2023 e del 50% rispetto al 2017 per quanto riguarda il business Upstream, come dimostra anche il riconoscimento del Gold Standard da parte del programma Oil and Gas Methane Partnership 2.0 (OGMP 2.0) dell’UNEP e l’adesione a numerose iniziative globali come il Fondo Global Flaring and Methane Reduction della Banca Mondiale.

Oltre a decarbonizzare le proprie attività, nella strategia di Eni verso il Net Zero hanno un ruolo importante anche le energie rinnovabili, aumentate grazie alla capacità installata di Plenitude di 3GW.

Come chiaramente evidenziato nel Report Eni for 2023, i progetti di Carbon Capture & Storage hanno una funzione complementare per ridurre le emissioni residue. In questo campo Eni ha acquisito una posizione di leadership, in particolare nel Regno Unito e in Italia, e sta espandendo la propria attività in Nord Africa, Paesi Bassi e Mare del Nord. La capacità totale di stoccaggio al 100% (gross capacity) stimata ad oggi è di circa 3 miliardi di tonnellate con l’obiettivo di raggiungere una capacità gross di reiniezione annua di CO2 di oltre 15 MTPA prima del 2030.

Con un investimento che ammonta a circa 868 milioni di euro nel periodo 2024-2027, la Ricerca e lo sviluppo tecnologico rappresentano per Eni pilastri imprescindibili nel suo impegno a ridurre l’impronta carbonica netta rendendo l’accesso alle risorse energetiche più efficiente ed efficace.

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Valmont Solar | Convert: Innovazione e sostenibilità al servizio dell’agrivoltaico

Dal parco agrovoltaico più grande d’Italia alla nuova tecnologia di tracciamento solare adatta alle installazioni nei campi. Rinnovabili ha intervistato Matteo Demofonti, Vice President Product Strategy & Commercialization di Valmont Solar | Convert per farsi raccontare presente e futuro del settore fv

Alla fiera di KEY 2024 di Rimini si è fatta notare per prodotti di alto livello in grado di accogliere le ultime tendenze dell’energia fotovoltaica. E proprio grazie ad uno di questi, il Convert tracker agrivoltaic advanced, si è aggiudicata il premio Premio Innovazione Solare. Parliamo di Valmont Solar | Convert, realtà in prima linea nella transizione energetica. Rinnovabili ha incontrato Matteo Demofonti, Vice President Product Strategy & Commercialization per farsi raccontare gli ultimi progetti avviati e le novità in arrivo, con un occhio di riguardo all’agrivoltaico.

Ing. Demofonti, il 2023 è stato un anno eccezionale per il settore del fotovoltaico, con significativi risultati sia in Italia che a livello europeo e globale. Considerando la rapida crescita del mercato, come è stato per Valmont Solar | Convert l’anno appena trascorso? L’anno 2023 ha segnato un vero e proprio traguardo per Valmont Solar | Convert, registrando un incremento sostanziale del fatturato, che testimonia il dinamismo del nostro lavoro e la capacità di rispondere all’aumentata domanda con una produzione efficace e innovativa. Abbiamo lavorato intensamente per consolidare le attività di revamping e repowering, vitali per l’ottimizzazione degli impianti esistenti e per rispondere alla crescente richiesta di soluzioni energetiche sostenibili e di maggiore efficienza. Il nostro impegno nel greenfield si è concretizzato nella realizzazione di impianti di dimensioni rilevanti, supportati da solidi piani di investimento, uno dei tanti, il parco agrivoltaico Piani della Marina che una volta completato sarà il più grande in Italia. Il nostro focus si è mantenuto forte anche al di fuori dei confini italiani, trovando terreno fertile in altri mercati europei come la Spagna e la Polonia. In questo contesto favorevole, abbiamo anche iniziato a raccogliere i primi frutti nel settore dell’agro-fotovoltaico, che unisce le nostre competenze nel fotovoltaico con le esigenze dell’agricoltura moderna, delineando nuove prospettive per la crescita sostenibile. In sintesi, l’anno è andato oltre le nostre aspettative, consolidando la nostra presenza sia sul mercato italiano, dove siamo fortemente radicati, sia su quello europeo, sempre più riconoscibile come un ambiente fertile per l’espansione e l’innovazione nel settore dell’energia rinnovabile. Diciamo che l’orientamento strategico adottato è quello giusto e che l’innovazione e la sostenibilità continueranno a guidare il nostro percorso futuro.

 Cosa contraddistingue il vostro approccio all’agri-FV?  In Valmont Solar, l’agrovoltaico non è una semplice tendenza, ma una conferma della nostra visione a lungo termine nell’integrazione tra l’energia solare e l’agricoltura. L’investimento in questa sinergia è radicato ben prima che diventasse un argomento di moda, è una scelta strategica che abbiamo perseguito negli anni, puntando su un filone che potesse unire l’efficienza energetica con il sostegno all’agricoltura, che è parte integrante del nostro DNA aziendale e del patrimonio industriale italiano. Il recente riconoscimento da parte del Ministro durante la fiera KEY a Rimini, con una visita al nostro stand, riflette il sostegno e la visione lungimirante del governo verso le nostre iniziative. Questo è per noi un segno di appoggio e incentiva la nostra determinazione a proseguire su questa strada. Il nostro approccio all’agrovoltaico, che abbiamo sviluppato, si basa su un equilibrio tra benefici economici ed ecologici. Non si tratta di opporre l’energia rinnovabile all’agricoltura; anzi, crediamo in una convivenza armoniosa che, tramite l’avanzamento tecnologico, può migliorare la produttività agricola senza sacrificare la sostenibilità. Il mercato necessita di soluzioni pratiche ed efficienti, non semplicemente di incentivi statali. E il nostro sistema agrovoltaico, semplice e conveniente, risponde a questa esigenza, eliminando la necessità di un sostegno esterno per l’installazione. È con questa filosofia che continueremo a sostenere e a guidare lo sviluppo di iniziative sostenibili che rispecchiano i bisogni attuali e futuri del settore.

 Rimanendo in tema di agrivoltaico, ci può raccontare qualcosa del progetto Symbiosist? Il progetto SYMBIOSIST, finanziato dal programma europeo Horizon e lanciato all’inizio del 2023, rappresenta un’iniziativa avanguardistica che mira a fondere in maniera simbiotica l’energia fotovoltaica di ultima generazione con le esigenze dell’agricoltura. Questo progetto è al centro di una strategia per incrementare la competitività dell’agrivoltaico in Europa e, contemporaneamente, per ridurre l’impatto ambientale e paesaggistico associato a questa forma di energia rinnovabile. L’impegno di Valmont Solar in progetti come SYMBIOSIST è un esempio della nostra dedizione all’innovazione tecnologica. Il nostro scopo è quello di stimolare un progresso tangibile e concreto nello sviluppo tecnologico che trasformerà queste ricerche in prodotti reali e migliorativi. Il valore di SYMBIOSIST sta nell’avvicinare il mondo accademico e quello industriale, consentendo una sinergia di esperienze che spesso sono distanti nella quotidianità lavorativa. Attraverso questo progetto, ci avvaliamo dell’opportunità di unire gli sforzi di ricerca con le esigenze di investitori e centri di ricerca, creando così nuovi prodotti che riflettano le necessità attuali e future del settore. SYMBIOSIST diventa quindi una piattaforma di conoscenza e sviluppo che porta i benefici dell’agrivoltaico non solo in ambito tecnico ma anche culturale, elevando il dialogo sulle energie rinnovabili e stimolando politiche che ne favoriscano la crescita e l’adozione.

 

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Oliver Blum: il valore della sostenibilità alla base di Schneider Electric

La visione che guida da 20 anni la multinazionale – ben descritta in un’intervista esclusiva al suo Executiv Vice President Energy Management Business – è basata sulla digitalizzazione e sull’elettrificazione dei sistemi civili, industriali e delle infrastrutture

 

Mr Blum, Schneider Electric ha mantenuto per il tredicesimo anno consecutivo la sua posizione tra i leader della sostenibilità nel Dow Jones Sustainability Index e nella lista Corporate Knights delle 100 aziende più sostenibili al mondo. Qual è il segreto?

Il segreto della leadership è la cultura aziendale.

Abbiamo iniziato il percorso di sostenibilità 20 anni fa, quando si parlava di responsabilità sociale d’impresa. Il tema è stato fin da allora in alto nella nostra agenda, per la competitività, per soddisfare i clienti e gli azionisti e per avere cura del pianeta.  E’ stato fondamentale che la spinta e il mandato di generare un impatto positivo attraverso le nostre scelte, sia partita dal CEO di allora e sia stata poi mantenuta da chi gli è succeduto. Naturalmente dovevamo contemporaneamente generare risultati per il business e perseguire la missione di essere partner per l’efficienza e la sostenibilità dei nostri clienti.  Ma non si tratta solo di questo, ma di ciò che facciamo con i clienti e con i fornitori ogni giorno e in ogni parte del mondo, considerando che i sistemi sono molto diversi nei vari paesi.

Come attuate questi propositi?

Questo nostro impegno entra in gioco direttamente nel modo in cui scegliamo le persone che occupano le posizioni di vertice nell’azienda. Vogliamo persone che condividano questa visione, che facciano gli interessi del business, dei clienti, degli azionisti, dei dipendenti ma che condividano questa cultura dell’impatto positivo.

Per tradurre tutto questo nell’attività aziendale abbiamo creato un sistema in cui ogni 3-5 anni stabiliamo e rinnoviamo la strategia di sostenibilità, che sia pienamente connessa alla strategia di business, descrivendo ciò che vogliamo fare in modo differente. Oggi ci stiamo avvicinando al termine del ciclo attuale, che è fissato al 2025, e stiamo pensando a come potrà essere il prossimo.  Quello su cui stiamo riflettendo è su come vorremmo che il mondo fosse tra 5, 10, 15 anni e come possiamo agire positivamente perché esso si realizzi: non stiamo ragionando su come rispettare sempre meglio le richieste di reporting ESG – che è ciò di cui si parla oggi – in quanto quello che si fa oggi è già il riflesso del passato.  La strategia di lungo termine è misurata con un indice che valuta i risultati su un arco di tre anni, e questo lo facciamo da vent’anni: i risultati di questo indice hanno un impatto di incentivo anche sulla retribuzione di tutti i dipendenti.  Grazie alla cultura, a un sistema completo ed efficace che fa della sostenibilità la priorità, le cose hanno funzionato finora e ne siamo orgogliosi.

Quali sono le priorità a breve termine per la sua divisione Energy Management ? E quali sono le richieste del mercato quando si parla di gestione dell’energia?

Le priorità del breve e del lungo termine non sono così diverse. Se oggi consideriamo le emissioni mondiali di CO2, l’80% sono correlate all’energia.  L’energia è il nostro business: offrire prodotti, soluzioni per edifici, data center, infrastrutture e soluzioni per gestire e aiutare i clienti a gestire l’energia.  La priorità più immediata è andare anche oltre, arrivare a uno scenario in cui non si usano semplicemente questi prodotti ma si uniscono elettricità e digitale per fare in modo che i sistemi siano veramente intelligenti e permettano di diventare più sostenibili: è un obiettivo di breve termine perché è su questo che stiamo lavorando, ed è questo il principio che ispira la progettazione della nostra offerta. Stiamo creando un livello digitale che possa raggiungere e connettere tutte le apparecchiature alimentate da energia elettrica. Oggi non tutto è ancora connesso. L’innovazione è creare apparecchiature connesse o renderle connesse, e a quel punto poter aver i dati e usarli. L’obiettivo a lungo termine è di dare ai clienti tutto ciò e di aiutarli a servirsene. Chiaramente le esigenze di una grande azienda o di una più piccola, il punto di vista del CEO di una multinazionale o di un proprietario di casa, sono diversi e quindi le risposte debbono essere diverse e personalizzate, ma l’approccio generale è questo e siamo piuttosto esperti nel creare soluzioni per tutti.

 

L’intervista completa su Rinnovabili > https://www.rinnovabili.it/mercato/aziende/schneider-electric-business-sostenibilita-senza-compromessi/

L’influenza accademica sulla transizione energetica: come la consulenza trasforma le teorie in azione

 

Il Prof. Ing. Rosario Lanzafame, Ordinario di Sistemi per l’Energia e l’Ambiente presso l’Università degli Studi di Catania, intervistato da Ambra consulting, getta luce sull’importanza critica della consulenza specializzata per navigare la complessità della transizione verso un’efficienza energetica ottimizzata.

L’inarrestabile cammino verso una Transizione Energetica sostenibile è un viaggio che ogni nazione intraprende da un diverso punto di partenza, mirando a un obiettivo comune di decarbonizzazione. Il Prof. Lanzafame nel delineare questa marcia globale, enfatizza un concetto cruciale: la posizione iniziale ‘A’ di ogni paese è determinante per il successo nel raggiungimento del punto ‘B’, un futuro energetico sostenibile per tutti.

Il termine “Transizione” – spiega Lanzafame – è da intendersi in senso dinamico ed implica l’idea di una evoluzione attraverso un percorso, da attuare in un assegnato intervallo temporale, in cui sono determinabili 2 punti: il punto di partenza “A” e il punto di arrivo “B” o di fine percorso.
Nello specifico contesto europeo, il processo in atto, riguarda gli Stati Membri accomunati da una unica condizione: lo stato finale, ovvero il punto “B” è uguale per TUTTI. Da ciò discende chiaramente che giungere al termine del percorso nel tempo assegnato, dipende fortemente dal posizionamento iniziale di ciascun Paese dell’Unione, ovvero dalla collocazione del suo specifico punto di partenza “A”. Lo scenario che deriva da questa definizione conduce chiaramente ad una graduatoria che assegna percentuali di successo nel raggiungimento dell’obiettivo finale, via via decrescenti, in funzione della lunghezza del percorso che resta da coprire per arrivare al traguardo; in una parola, TUTTO dipende dalla posizione “A” occupata nella traiettoria da ciascun Paese.”

Secondo Lanzafame il termine “Energetica” chiarisce invece il tema della competizione. L’obiettivo principale è decarbonizzare (ovvero rendere minima l’anidride carbonica – CO2 – emessa in atmosfera, diminuendo progressivamente il ricorso al processo di combustione di idrocarburi nella produzione dell’energia). Impiegando energia decarbonizzata si elimina la CO2 (ma anche tanti altri composti gassosi e solidi, prodotti dalla combustione e noti come “gas climalteranti”) offrendo la speranza di liberarsi dai gravi effetti della crisi climatica.

“In estrema sintesi – continua Lanzafame – per arginare il problema della insostenibilità del modello di sviluppo fin qui coltivato, è imperativo attuare questa “transizione” abbandonando progressivamente l’economia basata sull’energia prodotta a partire da combustibili fossili (Per la cui formazione sono stati necessari milioni di anni) in favore dell’energia generata dalle Fonti “Rinnovabili” (la cui generazione avviene sincronicamente al loro consumo e comunque in tempi del tutto comparabili con la durata della vita del singolo uomo sul Pianeta). Per avere un’idea delle “molte” cose da fare per riguadagnare terreno perduto, si pensi alle posizioni occupate, in questa graduatoria, da Paesi come Svezia, Finlandia e Danimarca nel panorama energetico europeo”.

Con una visione chiara delle sfide interdisciplinari tecniche, economiche e gestionali che le imprese affrontano in questo percorso, il Prof. Lanzafame identifica l’alta consulenza scientifica come un fulcro centrale per una transizione energetica efficiente e minimamente onerosa.

“Le tecnologie per realizzare una transizione veloce, grazie alla ricerca scientifica, – specifica Lanzafame – sono tutte disponibili sia in ambito della sostenibilità dei trasporti (produzione di combustibili a credito di CO2 attraverso la generazione di idrogeno verde e materie prime pienamente rinnovabili – HVO, veicoli a trazione elettrica – ibrida) che in ambito residenziale e terziario (produzione di energia da tutte le fonti rinnovabili – solare termico , termodinamico, conversione fotovoltaica, eolico, cattura CO2 e metanazione, compresa la generazione di idrogeno verde per l’alimentazione delle fuel cell).
L’applicazione concreta di queste tecnologie si scontra, tuttavia, con le diverse sensibilità da parte dei cittadini, che più o meno informati, mostrano un’iniziale resistenza all’accettazione del cambiamento, alla totale sostituzione di paradigma, al nuovo modello energetico. Il maggiore problema però non è questo: è la burocrazia”.

Le agenzie di consulenza specializzate fungono da ponte tra le tecnologie disponibili e la loro applicazione e sono il motore che può superare la resistenza al cambiamento e alla burocrazia, due dei maggiori ostacoli.

“Malgrado gli sforzi profusi – spiega Lanzafame – la burocrazia rappresenta il maggiore ostacolo alla attuazione veloce della transizione; in secondo luogo, possiamo sicuramente osservare la non particolarmente avvertita necessità di cambiamento dell’italiano medio, che sconta una forte situazione di disagio economico conseguente gli attuali insostenibili costi energetici. Inoltre, sul fronte economico, occorrerebbe rimuovere il problema del maggior costo delle rinnovabili, attraverso una politica promozionale più efficace, capace di rendere economicamente vantaggioso il processo di transizione.”.

Secondo Lanzafame le aziende energetiche dovrebbero essere protagoniste della più efficace e veloce transizione energetica a favore dei cittadini, implementando la realizzazione di modelli energetici innovativi, sostenibili ed economicamente percorribili mediante l’attuazione di politiche energetiche “Tailored”.

“Le aziende si scontrano con una burocrazia in continua evoluzione, – afferma Lanzafame – che malgrado gli sforzi profusi, non riesce a semplificare efficacemente le procedure. “Sburocratizzare” deve essere la parola d’ordine”.

“L’unica risposta efficace può essere data dalla consulenza tecnico-scientifica olistica,” sostiene il Professore, evidenziando il bisogno di squadre di professionisti specializzati che possano valorizzare le specificità di ciascun contesto energetico. Nel tessuto economico attuale, dove le aziende energetiche sono chiamate a essere le protagoniste di un modello energetico innovativo, le agenzie di consulenza incarnano il ruolo di orientamento per traghettare le imprese verso il successo, facilitando l’accesso ai fondi per i Certificati di Efficienza Energetica (CER) e promuovendo l’adozione di politiche energetiche su misura.

“Nel contesto che è stato fin qui brevemente tracciato – conclude Lanzafame – il ruolo della alta consulenza scientifica capace di indirizzare le scelte verso l’obiettivo da raggiungere con il minimo sforzo, è imprescindibile, attesa la elevata complessità dei problemi da affrontare e la loro interdisciplinarietà di natura tecnica economica e gestionale. È finito il tempo dei tuttologi; l’unica risposta efficace può essere data dalla consulenza tecnico-scientifica olistica, resa disponibile da squadre di professionisti altamente specializzati che possono valorizzare le caratteristiche tecniche specifiche, esistenti in ciascun contesto energetico, nobilitando il ruolo dei territori”.

 

Ambra Consulting

Ambra Consulting, parte integrante di un gruppo con una lunga e consolidata esperienza nel settore dell’energia e della sostenibilità, si distingue come partner di riferimento per aziende e comunità che ambiscono a un futuro più verde e sostenibile. Specializzata nella transizione verso l’Industria 5.0, offre una consulenza completa che abbraccia l’identificazione di opportunità di finanziamento, l’implementazione di progetti di energia rinnovabile, efficienza energetica e la formazione di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). Forte di un profondo know-how acquisito nel corso degli anni, è in grado di offrire soluzioni su misura che rispondono non solo alle esigenze del mercato ma contribuiscono anche al benessere delle comunità. Ambra Consulting è il partner ideale per chi cerca di navigare con successo nelle sfide dell’energia sostenibile e della digitalizzazione industriale, garantendo risultati tangibili e un valore aggiunto duraturo. Rivolgendosi a Ambra Consulting, le aziende e le comunità possono contare su un supporto efficace e su una visione all’avanguardia per realizzare progetti che incarnano i principi dell’Industria 5.0 e promuovono un futuro energetico equo e sostenibile.

 

Per ulteriori informazioni su come Ambra Consulting può assistere l’azienda nella transizione energetica, visitate [www.ambraconsulting.net].