Di quale beltà fai scudo
se non di velleità dimessa,
sempre il tuo sguardo oltraggiare
barlumi di speranza
per un sorriso tuo,
o fanciulla Venere sommessa.
Nel ventre tuo
cela la madre di ogni uomo,
prodiga creatura
di disuman bellezza
che all’occhio del mortal
diniega piacer e diletto,
ove sospinto il cuore
fa danno dell’amor perduto