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INCANTESIMO

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L’Incantesimo, dal latino “recitare la formula magica” , è la concentrazione di energie volitive verso un preciso scopo, che implica l’alterazione del comportamento naturale delle cose o della volontà delle persone
Esso ha il preciso scopo di apportare energia a un desiderio, affinché quest’ultimo si avveri.
L‘Incantesimo può essere veicolato da parole o da strumenti dedicati a tale scopo, come sigilli, amuleti, talismani, pentacoli, erbe e piante, oli, incensi, rituali, ecc. e, a volte, si invocano o si evocano divinità o entità varie.
Se dovessimo basarci sull’etimologia, l’Incantesimo dovrebbe richiedere l’uso della voce, la ripetizione di parole più o meno in rima, una cantilena, perchè il termine deriva dal latino incantare con il significato di “cantare formule magiche”.
Gli Incantesimi sono utilizzati dall’uomo fin da tempi antichi, infatti nel Medioevo, da essi nacquero leggende sulla stregoneria.

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Essi sono sempre stati visti come un mezzo per poter raggiungere l’impossibile e per poter vincere così i propri limiti.
Gli Incantesimi di magia possono essere di varia natura e per questo rispondere ad esigenze molto differenti.
Solitamente ciò che è più richiesto è l’Incantesimo d’amore, che può avere vari tipi di risvolti e può venire in soccorso in svariate situazioni.
Molto noti sono poi i legamenti d’amore, che sono stati utilizzati fin dall’antichità per fare in modo che una persona potesse innamorarsi del soggetto che effettua il rituale.
Ciò che influenza notevolmente queste pratiche esoteriche, è sempre l’intenzione dell’individuo che le compie. Generalmente si parla di buone o cattive intenzioni, che portano alla distinzione in Incantesimi di magia nera e in Incantesimi di magia bianca.
Bisogna stare molto attenti, perché il limite tra magia bianca e nera è molto sottile. Questo perché si può sempre rischiare di interferire con il libero arbitrio e raggiungere anche scopi “crudeli” ed egoistici.
Quando gli Incantesimi sono sull’amore, si parla convenzionalmente di Incantesimi di magia rossa, che potenzialmente non può definirsi né buona né cattiva. Anche in questo caso i rituali a cui affidarsi sono vari, raccolti sia in libri sia affidati a leggende e tradizioni.
Lanciando un Incantesimo, si celebra il rituale il cui scopo è di provocare la vibrazione che apporterà la modifica desiderata e il compimento dello stesso.

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Non esiste un Incantesimo che non sia accompagnato da elementi come candele, campanellini, erbe e essenze. Questi due ultimi elementi un tempo venivano impiegati come mezzo per ottenere i favori delle divinità. In seguiti furono impiegati come stimolante per provocare allucinazioni, rilassamento e per favorire l’ispirazione.
Gli effetti imputabili all’uso delle erbe sono molteplici. Alcuni le applicano per ottenere degli effetti personali come dimagrire o ingrassare, divenire forti, essere protetti da ogni male, evitare le epidemie, spezzare le maree, guadagnar denaro, impedire l’infedeltà.
Gli antichi Greci acquistavano coraggio grazie al timo, i Romani curavano l’ubriachezza col prezzemolo e Carlo Magno coltivava il rosmarino, perché riteneva aumentasse la memoria.
Gli Incantesimi possono essere di diverse tipologie, ma essenzialmente si dividono in “benedizioni” e “malefici”.
Le benedizioni sono sospinte dalla forza creatrice, una forza con polarità positiva e sono destinate a portare vantaggi, senza però prevaricare su cose, persone od animali.
Non è sempre facile eseguire un Incantesimo benefico, in quanto bisogna valutare con attenzione le conseguenze sia immediate che future.
I malefici, invece, non tengono conto delle conseguenze, ma puntano direttamente a far ottenere a chi li esegue, l’immediato soddisfacimento dei propri bisogni. Molto spesso i malefici non sono solo dannosi per chi li subisce, ma anche per lo stesso esecutore.
In generale, gli Incantesimi si compongono di tre parti: formula, allestimento dell’altare ed esecuzione.

Durante gli Incantesimi è anche possibile fare offerte agli Dei per propiziarsi la loro benevolenza o ringraziarli.
Le richieste possono essere di carattere sia materiale che spirituale ed è possibile rivolgerle a Divinità, Spiriti, Angeli o anche alla semplice Energia, secondo la tradizione seguita dall’officiante.
Bisognerebbe sempre tenere presente che, quando si vuole eseguire un Incantesimo a scopo personale, esso non deve assolutamente recare danno agli altri.
Avere le capacità, le doti e il coraggio di fare Incantesimi, di avere forti doti energetiche non va mortificato o scusato, va esaltato e, se si ha bisogno, si dovrebbe usare tutta la “magia” che scorre in ogni singola cellula.
Allo stesso tempo, è necessario non perdere di vista il “bene” e, se ci viene proposto da terzi di eseguire un Incantesimo che riteniamo vìoli i nostri principi positivi, ricordiamo sempre che siamo liberi di declinare.
E’ preferibile eseguire un Incantesimo in solitudine, per concentrarsi meglio sul problema che vogliamo risolvere. Infatti così consente di conoscere meglio la propria energia personale, di apprendere i propri limiti e le proprie potenzialità.
In questo modo si possono conoscere meglio le energie che abbiamo intorno ed imparare a distinguerle, oltre che sviluppare meglio la nostra personalità.

Bisogna anche aggiungere, che vedere i risultati o sentire le energie sprigionate tramite un Incantesimo è molto appagante, dà forza, coraggio e perseveranza ed accresce la nostra «personalità magica».

E’ bene tenere presente l’importanza delle influenze astrali nell’esecuzione degli Incantesimi, quindi sarebbe bene scegliere di operare nei giorni e nelle ore maggiormente propizie al nostro scopo.
Particolarmente importanti sono le fasi lunari, ad esempio è scarsamente probabile che riesca un Incantesimo teso all’accrescimento durante la luna calante, oppure è sconsigliato eseguire la maggior parte degli Incantesimi durante la luna nuova.

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Importanti sono anche i Pianeti, i quali influenzano fortemente i vari campi energetici umani.
Venere governa e influenza tutto ciò che ha attinenza con l’amore e i sentimenti, mentre gli affari commerciali, le riunioni, le attività letterarie ed istrioniche sono sotto l’influenza di Mercurio.
Hanno anche influenza, le diverse ore della giornata e i differenti giorni della settimana, quando i pianeti hanno una maggiore influenza sulla Terra.
Il Lunedì è il giorno consacrato alla Luna, perciò in questo giorno sono indicati tutti gli Incantesimi atti a potenziare le facoltà psichiche, indagare nel proprio inconscio, potenziare le capacità magiche e tutte le altre attività influenzate dalla Luna. I colori da preferire sono bianco, perla e grigio.
Il Martedì è il giorno associato a Marte, adatto per temi riguardanti coraggio, azione, energia fisica, sesso, ma anche qualsiasi cosa che ha bisogno di forza o stimolo iniziale. Da farsi a luna calante se sono ritualistiche propiziatorie positive. Non è adatto per i riti d’amore, in quanto potrebbe favorire degli ‘sconvolgimenti’ temporanei e creare tensioni. Colori da preferire rosa, rosso ed arancione.
Il Mercoledì è il giorno consacrato a Mercurio. E’ adatto per questioni riguardanti le arti, questioni legali, comunicazione di ogni tipo. Se si vuol favorire la comunicazione fra due persone, si può usare il colore giallo, che è un colore ‘dominante’, che ‘persuade’ il ricevente. I colori propizi sono porpora, magenta ed argento.
Il Giovedì è il giorno associato a Giove. Esso è adatto per tutte le questioni d’affari, per ottenere maggior potere, per migliorare se stessi in qualsiasi campo, per l’ottenimento di qualsiasi obiettivo materiale e la fortuna in genere. Per questi obiettivi, l’incantesimo va fatto di mattina, a mezzogiorno o la notte prima di mezzanotte. I colori da preferire sono blu, verde smeraldo (per i riti sulle finanze), colori metallici in genere.
Il Venerdì è consacrato a Venere. E’ il giorno adatto per le questioni sentimentali, la bellezza ed il magnetismo, il matrimonio e questioni di famiglia, le relazioni interpersonali. I colori preferibili sono rosa, bianco, (talvolta rosso) e anche verde.
Il Sabato è il giorno dedicato a Saturno. E’ adatto per ritualistiche che ‘eliminano’, diminuiscono, tolgono, scacciano, ma anche per alcuni riti di protezione. Se si vuole togliere negatività e proteggersi da essa allo stesso tempo, questo giorno, a luna calante, è adatto soprattutto al tramonto. I colori ideali sono nero, grigio e bianco.
La Domenica è dedicata al Sole. E’ il giorno adatto (a luna crescente) per ritualistica sul successo, la carriera, le finanze, ma anche la salute, la forza fisica e la forza della propria aura e per le divinazioni. I colori più adatti (anche per le candele usate nel rito) sono oro, giallo e arancione.

Gli Incantesimi di magia nera, purtroppo, vengono usati il più delle volte per vendetta fine a se stessa e, ovviamente in quei casi specifici, il colpo di ritorno di cui parlerò in seguito, è tremendo.
La magia nera ha diversi ambiti di azione perché prevede anch’essa un bilancio delle forze in disequilibrio. Agisce quindi nell’amore, sul denaro, per ovviare ad un torto subito. Estremamente richiesti sono gli Incantesimi d’amore, spesso proprio con la magia nera . Le formule di magia nera sono contenute in diversi testi, che abbracciano altrettanti periodi storici. E’ utilizzata sempre la Natura, oltre anche ad una grandissima fonte di energia personale e pensieri negativi, odio e volontà di ferire.
Ma preferisco non toccare questo argomento, dal quale mi dissocio fortemente.

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Di seguito, alcuni Incantesimi “positivi”, quanto innocui.

1) INCANTESIMO PER CONSOLIDARE UN LEGAME D’AMORE E RENDERLO PIU’ PROFONDO
Bruciare in un piccolo braciere del Rosmarino. Avvicinare alle sue fiamme i due anelli di fidanzamento o di matrimonio, aggiungendo alla brace ottenuta qualche grano di Incenso e di Benzoino.

2) ANTICO INCANTESIMO PER ARMONIZZARE LE VIBRAZIONI AMOROSE TRA I PARTNER
I due innamorati devono accendere in un braciere un fuocherello, su cui porre due rametti di Mirto, due rametti di Rosmarino, due rametti di Verbena, sei foglie di Pervinca ed un pizzico di Zenzero. Quando al fuoco subentreranno le braci ardenti, essi dovranno prendersi per mano e porle a breve distanza al di sopra del braciere e, guardandosi negli occhi, ripeteranno insieme:
“Io ti amo (nome del partner)”
Essi suggelleranno, così con un Incantesimo, la purezza dei loro sentimenti e l’eternità del loro amore.

3) INCANTESIMO PER SCONFIGGERE IL/LA RIVALE IN AMORE
Se una terza persona crea problemi alla vostra relazione, eseguite questo Incantesimo, durante la luna calante.
Ingredienti: foglio di carta e biro – busta – 1 spicchio d’aglio – 1 candela nera o viola.
Scrivete il nome del vostro rivale sul pezzo di carta. Se non sapete il suo nome, assegnategli un nome magico. Pelate lo spicchio d’aglio (pianta del potere) e strofinatelo sul nome scritto sul foglio di carta. Mettete il foglio scritto nella busta e accendete la candela. Sigillate la busta con la cera della candela e tenete la busta sulla fronte, dicendo finchè volete: “(nome) non intendo recarti danno, ma abbandona ogni speranza su chi amo”. Quando sentite che è il momento giusto, bruciate il foglio e seppellite tutti gli ingredienti rimasti.

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STORIE E LEGGENDE VEGETALI: ALOE

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L’Aloe è una pianta grassa dalle foglie succulente.
Il nome deriva dal greco “als, alos” = “mare, acqua marina, sale”, poiché il suo habitat naturale è in zone marine.
Oppure il vocabolo potrebbe discendere dall’arabo “alua” = “amaro”, come in effetti è amaro il succo della pianta.
Sotto il nome di Aloe sono elencate circa 250 specie del genere Liliacee.
La pianta assomiglia molto all’agave, sia per forma che per caratteristiche climatiche. Le differenze principali sono che l’Aloe non muore dopo la fioritura, le foglie sono più carnose e presentano sulle estremità delle spine. Qualche varietà può avere aculei sulla pagina inferiore e su quella superiore.
Gli usi antichi di questa pianta sono gli stessi di oggi, infatti è definita un vero “toccasana per tutti i mali”.

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Duemila anni fa, gli Assiri usavano l’Aloe per contrastare la cattiva digestione e l’ aerofagia.
Nel mondo egizio, era simbolo di immortalità ed era posta all’ ingresso delle piramidi, per accompagnare i Faraoni nella loro vita ultraterrena. Cleopatra e Nefertiti la utilizzavano insieme con i bagni di latte, per rigenerarsi e, collocata all’ interno delle abitazioni, si pensava assorbisse le energie negative.
La cultura greco romana, invece, ne sfruttava le proprietà cicatrizzanti e cosmetiche, oltre a farne uso per curare disturbi di stomaco, calvizie e irritazioni.
L’Aloe Vera è conosciuta da millenni per le sue proprietà medicinali. Infatti, è citata nell’Antico Testamento, nei Vangeli ed in documenti antichissimi, che tramandano l’uso dell’Aloe presso gli Egizi, i Cinesi, gli Indiani ed i popoli Arabi.
Nel Papiro di Ebers (circa 1500 a.C.), attualmente conservato all’Università di Lipsia, sono elencate le proprietà salutari della linfa di questa pianta, utilizzata nell’antico Egitto ed inserita nella formulazione dei preparati adoperati per il processo d’ imbalsamazione.
Ippocrate, il maggiore medico dell’antichità, fondatore di una scuola medica che ha tramandato i suoi insegnamenti in una collezione di oltre 60 libri, cita ripetutamente l’uso dell’Aloe nei suoi trattati.
Dioscoride, medico greco, autore del più antico trattato di farmacologia, il “De materia medica”, descrive ampiamente i benefici effetti dell’Aloe per la guarigione di piaghe, cicatrizzazione di ferite, protezione e sollievo contro scottature, pruriti ed infiammazioni cutanee.

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Durante il Medio Evo ed il Rinascimento, l’uso medicinale dell’Aloe si diffuse in Europa, probabilmente introdotto dai missionari spagnoli.
Da quel momento, la coltivazione della pianta si diffuse dapprima nei Caraibi e successivamente in Messico e Sud America.
In un passo del vangelo di Giovanni, si dice che Gesù venne sepolto con Mirra ed Aloe.
In Perù, si ritiene che il potere protettivo dell’Aloe sia talmente forte che, se il malocchio è molto potente, la pianta, sistemata in vaso vicino alla porta d’ingresso, muore ma non lo lascia passare.

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In Egitto, l’Aloe ancora oggi viene sistemata davanti alla porta di casa, per assicurarsi felicità e lunga vita.
Presso la tribù degli Indiani Seminole, in Florida, era chiamata “Fonte della Giovinezza”. L’acqua proveniva da un gruppo di piante giganti di Aloe, con i rami così larghi, che soltanto le persone più giovani riuscivano a farsi strada attraverso di loro. Dei vecchi Saggi vi si recavano, si bagnavano nell’acqua e tagliavano le foglie, applicandole sui loro corpi, per conservare la loro eterna giovinezza.
Esistono in commercio the con fiori di Aloe molto aromatici, numerose creme ed idrogel.
In Esoterismo, se una foglia di Aloe è tenuta in nella mano sinistra durante il parto, o posta sulla fotografia della partoriente con farina di riso, facilita la nascita.
L’Aloe è un potente afrodisiaco, che aumenta le capacità amatorie.
In magia, la pianta ha un posto d’onore nelle pratiche legate al fuoco, piromanzia.
In Africa è utilizzata per proteggersi dagli spiriti dei defunti, come amuleto contro gli incidenti e, piantata vicino all’ingresso di casa, protegge da ladri ed incendi.
Nelle pratiche magiche messicane, l’ Aloe è considerata pianta di protezione, associata a San Michele Arcangelo. Per esempio, per proteggersi da demoni e spiriti maligni, si prepara una fumigazione con Aloe, angelica ed iperico, chiamata “Sahumerio de San Miguel”.
A Mali è considerata porta fortuna e si appendono delle ghirlande in casa.

Questa pianta è associata ad un ideogramma giapponese, dal significato: “non serve dottore”.
L’Aloe è anche utilizzato nei rituali propizianti il denaro.
Mazzetti di Aloe appena tagliata, appesi in casa, portano protezione, fortuna, denaro.
Pianeta: Luna

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RITUALE PER ALLONTANARE UNA PERSONA NEGATIVA
In una notte di luna calante, prendere un foglio e scrivere il nome della persona negativa per 3 volte. Successivamente bruciare il foglio sulla fiamma di una candela nera, precedentemente accesa.
Prendere la cenere formatasi dal foglio e deporla in un vaso di Aloe, che dovrebbe essere all’ingresso di ogni casa, anche per proteggerla dalle negatività quotidiane.

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ANIMALI MAGICI: APE

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“Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita.”
Albert Einstein

L’Ape è un insetto originario dell’Europa, Africa e parte dell’Asia, in seguito introdotta nei continenti americano ed australiano.
Nel 1758, fu classificata da Linneo col nome di “Apis mellifica”.
Nella società animale è l’insetto più studiato ed ammirato.
Nell’alveare, essendo una società matriarcale, vivono una regina (unica femmina fertile), circa 100.000 operaie (femmine sterili che difendono e mantengono la colonia), circa 2.000 maschi (fuchi, destinati esclusivamente alla riproduzione).
Compito della regina è di deporre le uova e di assicurare la coesione della colonia; essa è provvista di un pungiglione, che usa quasi esclusivamente per uccidere le regine rivali, sue sorelle.

Tomb of Pasaba, Egitto
Tomb of Pasaba, Egitto

Le Api imparano a distinguere i segnali identificativi dei loro simili, effettuando una auto ispezione, per riconoscere il proprio odore ed associarlo a quello delle loro sorelle. In alcuni casi, all’ingresso di ogni colonia è presente un’Ape operaia vigilante, che indaga tramite l’olfatto, per concedere o meno l’accesso alla visitatrice.
L’Ape è un indicatore biologico della qualità dell’ambiente e, attualmente, rappresenta una delle emergenze ecologiche in corso. Infatti, le Api muoiono per varie cause, non sempre del tutto identificate: cause ambientali, mutamento climatico, la “varroa” (acaro parassita), altri antagonisti naturali, otre all’uso indiscriminato dei fitofarmaci.
L’Ape ha un valore simbolico ricollegato alla sua operosità, per la sua capacità di trasformare il polline in miele, pertanto si accomuna al lento lavoro iniziatico.

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Albrecht Durer

In esoterismo, si dà un grande valore alla produzione del miele, che serve alla preparazione dell’ambrosia, bevanda sacra presso i Celti, i Germani ed i Greci, o della cera, per la composizione delle candele, oggetti rituali e sacri.
L’Ape è l’emblema dell’eterna rinascita e del rinnovarsi della natura, perché sparisce nei mesi invernali e ritorna in primavera.
Nell’antico Egitto l’Ape, paragonata all’anima, riportava in vita il defunto, qualora entrasse dalla sua bocca. Gli Egiziani credevano che, per la luce ed il colore dorato del miele, l’ Ape fosse nata dalle lacrime del Dio Sole “Ra”. Quando le sue lacrime caddero a terra, vennero trasformate in Api, che costruirono arnie e produssero miele. Per questo motivo, la cera d’Api era onorata come sacra e le candele, fatte con la cera d’api, venivano usate unicamente dai capi spirituali.
La cera era usata dagli Egizi anche per la mummificazione. Però il termine “mummia” non è di origine egizia, ma deriva dall’arabo “mum” o “moum”, cioè la cera con cui i figli del Nilo impregnavano le fasce nelle quali avvolgevano i cadaveri, ma che pure i Persiani e gli Sciiti adoperavano, per ricoprire i loro morti, al fine di impedirne la decomposizione.
Nella cultura greco-romana, le sacerdotesse di Eleusi erano chiamate “le Api”. La statua della Diana di Efeso mostra la dea circondata da diversi animali tra cui le Api, per esprimere la ricchezza della natura.
Agli occhi degli antichi, era una messaggera, che “viaggiava sui sentieri della luce”, portando con sé i messaggi che gli uomini inviavano agli Dèi.

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Stemma nobiliare Barberini

I Greci erano soliti consacrare le Api alla Luna e Platone, nella “Dottrina della Trasmigrazione delle anime”, sosteneva che le anime delle persone oneste e placate rinascessero sotto forma di Api.
In Grecia, lo stesso Zeus fu nutrito del solo miele da sua madre Melissa. Il nome di Melissa deriva dal greco “meli” =miele e significa, letteralmente, “colei che offre il miele”. Melissa, in origine, era dunque considerata un’Ape mellifera, la regina di tutte le Api.
Melissa fu definita “vergine Dea”, perché aveva la facoltà di essere autogenerativa, proprio come le Api che possono riprodursi senza l’ unione sessuale con il maschio. Quando Zeus crebbe, per ringraziare la principessa delle sue dolci cure, decise di liberarla del suo semplice corpo di donna mortale e la trasformò in Ape. Le api, inoltre, chiesero a Zeus (divenuto un dio) di poter avere un pungiglione, per potersi difendere dagli uomini che rubavano il miele. Zeus non gradì la loro richiesta, ma le accontentò, avvertendole che, qualora avessero usato il pungiglione, avrebbero pagato con la vita.

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Placchetta Artemide Rodi VII sec.a.C.

In Gran Bretagna, le Api erano anche chiamate “uccelli di Dio”; in Germania, “uccelli di Marte”.
Gli antichi Babilonesi ( 1600 a. C. circa) veneravano il dio Mithra, che era rappresentato come un leone che teneva nelle sue fauci un’Ape.
Presso i Celti, il miele era utilizzato dai Druidi, per preparare i medicinali e l’idromele, bevanda sacra utilizzata durante cerimonie e matrimoni. Essi erano soliti allevare le Api in tronchi cavi o in alveari fatti di corde di canapa o paglia, al limitare delle foreste dove terminavano i campi coltivati ed i pascoli.
I Celti consideravano le Api messaggere degli Dei, simbolo di perfezione, saggezza e immortalità dell’anima, perché erano in possesso di una conoscenza segreta derivante direttamente dall’oltretomba.
Le Api erano creature associate alla conoscenza del futuro ed all’ispirazione divina.
Esistevano delle antiche leggi druidiche irlandesi, “Leggi di Brehon”, che proteggevano le Api e gli alveari.
Sull’isola di Man, rubare Api era considerata un’offesa capitale. L’alveare stesso, era l’immagine di una comunità ideale, riproposta nelle tombe-alveari o nelle camere iniziatiche.

Durante la Santa Inquisizione, si credeva che una strega, che avesse mangiato un’Ape prima di essere catturata e interrogata, avrebbe sopportato le torture senza rendere confessione.

Per il Cristianesimo, l’Ape era simbolo di castità e virtù: da qui la credenza secondo cui le Api causino un forte ronzio poco prima di mezzanotte della vigilia di Natale, in onore del bambin Gesù.
Un’altra leggenda narra, che dalle lacrime di Gesù fuoriuscirono delle Api. Sant’Ambrogio paragonò la Chiesa all’alveare ed i membri di una comunità alle Api, le quali sono in grado di cogliere il meglio da ogni fiore.
San Bernardo di Chiaravalle considerava l’Ape un simbolo dello Spirito Santo, probabilmente perché si pensava che le Api vivevano solo del profumo dei fiori, dando così un’immagine di grande purezza e continenza.
La Massoneria utilizzava l’Ape come simbolo dell’operosità laboriosa di tutti i Fratelli.
Una delle tante leggende su questo insetto narra che le Api debbano essere informate della morte del loro apicoltore, altrimenti se andranno o moriranno. Se invece muore il capofamiglia, nel momento in cui l’estinto verrà portato fuori per il funerale, gli alveari devono essere girati dalla parte opposta.
Oppure, quando un’ape vola, un’anima ascende.

Grotta del ragno, Spagna, 5000 a.C.
Grotta del ragno, Spagna, 5000 a.C.

Inoltre, che una persona sarebbe stata accolta alla vita ultraterrena, se un’Ape fosse stata presente al momento della sua morte.
Il ronzio delle Api nell’alveare è, altresì, connesso con la profezia oracolare femminile e l’uso dei mantra. Infatti, il sacro OM, strumento della pratica religiosa e meditativa induista, se correttamente intonato, dà origine ad un suono molto simile al ronzio delle Api. Questo mantra ed il suo suono, quindi, sono collegati all’omphalos, il centro, “il grande alveare”, la sede dell’enunciazione sacra e della vibrazione ronzante della vita.
Oltre alla simbologia legata al successo, prosperità e buoni risultati nel lavoro, disciplina, società regolata, lavoro di squadra, sforzo collettivo, amore felice e fertiile, l’Ape ha anche un significato negativo, di minaccia, fastidio e pensiero molesto.

 

 

 

Nel folklore comune:
-se le Api sciamano dall’alveare verso la vegetazione, vi sarà una morte in famiglia.
-le Api non vanno mai spostate il venerdì santo, altrimenti moriranno.

-se molte Api entrano in alveare senza uscirne, sicuramente pioverà.
-molte Api, che volano nei pressi di un bambino che dorme, preannunciano una vita felice per quel bambino ma, se un’Ape muore in casa, la sfortuna è assicurata. Infatti, la cosa peggiore è uccidere un’Ape in casa perché energie negative pervaderanno l’abitazione per molti anni.

-presso le popolazioni del Mississippi è credenza comune che, se si sogna uno sciame di Api che si posa su una casa, certamente arriverà la malasorte.

-una ragazza vergine può tranquillamente passare attraverso un grosso sciame di Api senza essere punta mentre, se le Api rimangono stanziali in un alveare per molto tempo, presagiscono l’arrivo di una guerra.
– incise sulle tombe significano immortalità.

La tradizione vuole che le Api abbiano anche proprietà terapeutiche nella cura dei reumatismi.

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Tara Reynolds

Ora passiamo ai sogni:
– Sognare un’Ape gigante, può avere un significato positivo di successo e ricchezza, oppure uno negativo di minaccia e pericolo.
-Sognare un’Ape regina, rappresenta una figura femminile sessualmente potente, che tende ad accentrare su di sé tutte le attenzioni ed a sbarrare la strada ad altre donne.
-Sognare Api che inseguono o che pungono, rappresenta una minaccia, un pericolo di cui si ha paura. Questo sogno solitamente si presenta, se hai subito traumi di recente. senti perseguitato da qualcosa (persone moleste, pensieri, preoccupazioni). Possono essere anche un simbolo di rabbia e aggressività che ti ‘pungola’. La puntura d’ape può anche avere un significatol’innamoramento, il sentimento d’amore che si fa strada in te; potrebbe crearti spavento o confusione.
-Sognare Api addosso, sul corpo o che vengono vicino, è un buon auspicio. Ad esempio, sognarle in testa è in genere un buon sogno, perché la testa è la sede delle idee.
-Sognare api nelle orecchie, indica pensieri fastidiosi, sospetti, oppure maldicenze di cui si è oggetto.
-Sognare Api in bocca è simbolo di parole cattive che si è detto, pettegolezzi o problemi di comunicazione. Mangiare un’Ape è, invece, di buon augurio, perché si incorporano le sue qualità.
-Sognare Api sottopelle o nel naso, indica la necessità di liberarsi, di tirar fuori ciò che si ha dentro, per sentirsi meglio.
-Sognare Api in casa, porta fortuna, perché portano ricchezza, salute, prosperità, felicità.
-Sognare un alveare con il miele, o Api che fanno il miele, è molto positivo perché rappresenta ricchezza, prosperità, fortuna, felicità e realizzazione, sia nel lavoro che in amore.
-Sognare di allevare Api, annuncia fortuna e benessere.
-Sognare di uccidere un’Ape , o morte, rappresenta povertà o anche scarsità di idee. Però, se si tratta di un’Ape minacciosa, la sua morte può rappresentare la vittoria su un pericolo.

 

 

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Tattoos by Taylor

Nei tatuaggi, l’Ape è amata dalle donne, rappresenta protezione, simboleggia l’intraprendenza, la laboriosità e la famiglia.
Può rappresentare anche la richiesta di un messaggio da parte di qualcuno, la voglia di novità e cambiamento. I suoi segni distintivi, sono anche la purezza, l’intelligenza, il coraggio, la cooperazione.
Con il miele si possono fare incantesimi e legamenti, per addolcire o influenzare un giudice in un procedimento giudiziario, un prestito in banca, un datore di lavoro al quale si vuole chiedere un aumento, un insegnante a scuola, un amante col quale ci si vuole riconciliare, un parente che ci ha calunniato, un amico col quale si ha litigato per un motivo superfluo.

 

 

 

 

 

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INCANTESIMO PER ATTRARRE L’AMORE
Ingredienti : Miele, vaso contenitore, carta, matita.
Prendere la carta e scrivere, per 3 volte, il nome della persona che si vuole riconquistare o trarre a sé.
Girare a 90° il foglio e scrivere il proprio nome 3 volte, facendo in modo che i due nomi si incrocino.
Concentrarsi su ciò che si vuole ottenere e scrivere il proprio desiderio attorno ai nomi, senza sollevare la matita, facendo in modo che le parole si colleghino. Finito di scrivere, si possono fare i punti sulle” i” e incrociare le “T”.
Piegare il foglio e metterlo dentro il vaso riempito con il miele. Facendolo, toccare il miele con le proprie dita, pronunciando ad alta voce la seguente formula:
“Così come questo miele è dolce, così sarà per me”.
Sigillare il vaso e metterlo in un luogo sicuro. Accendere una candela sul tappo del vaso, nei seguenti colori, a seconda della motivazione:
-Candele marroni (situazioni di casi giudiziari, se si vuole addolcire un giudice o giuria).
-Candele rosse (amore appassionato).
-Candele rosa (per l’affetto di una persona).
-Candele bianche ( per uso generale).
Accendere la candela, una volta ogni settimana nello stesso giorno.
Buona fortuna!!!

Museo Archeologico di Heraklion
Museo Archeologico di Heraklion
Alexandra Lozier, spilla in vetro e object trouve
Alexandra Lozier

 

Elizabeth Bonte
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