L’invasione del turista-mannaro

11949371_10204596163686328_6711573428974979918_nQuesto nostro turismo

L’estate si è aperta con la caccia all’immigrato sulle nostre spiagge e si è chiusa con un omicidio per le strade di Diamante da parte di un turista di origine  campana

E’ un argomento che affronto da anni, questo del nostro turismo e dell’invasione italiana in Calabria da parte di turisti in prevalenza campani. Invasione che lentamente ha stravolto la nostra cultura e il nostro di modo di vivere nei nostri stessi territori. Un turismo nato sostanzialmente dagli anni 80 in poi, da una speculazione edilizia gestita da mafiosi, da delinquenti politici e da inetti che ha portato a distruggere un territorio dedito all’artigianato ed all’agricoltura fatta principalmente della coltivazione del cedro. Questo piccolo pezzo di territorio calabrese viene chiamato appunto, “Riviera dei cedri”. Paesini immersi nel verde e nel profumo dei cedri, quali Santa Maria del Cedro, Diamante, Belvedere, Praia a Mare, Scalea, si sono trasformati in pochi anni in piattaforme di cemento, devastati dalle ruspe che hanno buttato a terra, secolari alberi di ulivo, cedriere, calanchi, dune di spiaggia, colline intere. Al loro posto condomini spaventosi, villaggi , alberghi costruiti a prezzo zero. Nessun comune si dotò di piani regolatori, dando così la possibilità di costruire ovunque ed in modo disordinato. Un mini appartamento costava quanto un garage in una qualsiasi città campana. Ed eccoli qui, allettati da un turismo da quattro soldi,a comprarsi l’appartamento, di 30 metri quadri, solo per poter dire di avere la casa al mare in Calabria. Nessuna amministrazione della costa tirrenica si preoccupò di fermare la speculazione edilizia, prese tutte dalle tangenti pagate dai costruttori. Erano solo i gruppetti di estrema sinistra, ante litteram dei verdi e dei grillini, visti da tutti come “contrari al benessere ed al progresso”, di Scalea, Praia, Diamante, Belvedere a denunciare quanto stava avvenendo. A Cetraro intanto iniziava la stagione degli omicidi. La cosca di Muto si allargava indisturbata protetta da procuratori e pretori dell’epoca. Le forze dell’ordine erano inesistenti e lo Stato completamente assente. Solo qualche deputato socialista e comunista ebbe il coraggio di denunciare quanto stava avvenendo. Ricordo, a proposito un’ interrogazione parlamentare del senatore Frasca del partito socialista e del senatore Martorelli del Partito Comunista, che chiedevano ai vari ministri al governo di intervenire su  quanto stava avvenendo sul tirreno cosentino. Tutto inutile. La storia di Giannino Losardo la conosciamo. La macchina dei soldi era oramai in moto, tutti si improvvisavano un lavoro. I contadini abbandonarono le terre e diventarono operai edili con paghe da quattro soldi, i delinquenti diventarono imprenditori, i sindaci , ciechi,  di fronte ad un abusivismo dilagante. Il condono edilizio agli inizi degli anni 80 e il susseguente di Berlusconi misero la pietra tombale su tutti i misfatti avvenuti. Non una sola demolizione avvenne, non un solo sequestro,non un solo fermo dei lavori. Chi mai poteva infilarsi in questo spazio temporale illegale se non un illegale, se non uno senza cultura del luogo, se non uno dedito in proprio al malaffare ? Questa ondata fece scappare, i romani che per primi avevano scoperto questo territorio, poi i cosentini che avevano costruito ville e appartamenti residenziali, infine i torinesi. Al loro posto arrivarono i campani, moltissime brave persone desiderose di rapportarsi con la popolazione locale , ma anche moltissime provenienti da quartieri a rischio o da paesi con il predominio della camorra. Ecco questo è il nostro turismo, e nessuno di noi oggi ne è colpevole, se non gli ignoranti che ancora ne difendono il modello di sviluppo. Chi viene qui è un predatore culturale, io li definisco turisti-mannari, che tengono in ostaggio i ristoratori, i commercianti, gli albergatori e tutti quelli che vivono in ogni caso di turismo sacrificandosi dalla mattina alla sera per due mesi all’anno, in estate e sperare che l’anno successivo vada meglio. “Nui purtamm i soldi” dicono quando si arrabbiano con qualcuno. E’ la logica del turista-mannaro, non quella del visitatore rispettoso dei luoghi, delle persone e delle tradizioni. In un documentario che girai una decina di anni fa, rifiutato da tutti i circuiti letterari di elite, intitolato “Per me una frittura di gamberi e calamari” evidenziai come questo turismo cambiò i nostri costumi, la nostra gastronomia, le nostre tradizioni. Fui tacciato di “ambientalismo d’assalto”, di essere “radical chic” senza sapere che ho lavorato nel commercio per 30 anni e di conoscere bene questo turismo e soprattutto i turisti-mannari con i quali giornalmente ho avuto a che fare. Questa estate è iniziata all’insegna della caccia all’immigrato sulle spiagge, che “rovinava” i commercianti, che sviliva il nostro turismo per bene. Delegazioni di commercianti si sono recate nei vari comuni della costa ad invocare ai sindaci delibere e vigili sulle spiagge. Qualche sindaco lo ha pure fatto. E’ questo il pensiero di gestione dell’estate.

AugeriEd ecco invece un giovane morire accoltellato da un “turista-mannaro”, che viene qui e gira con un coltello in tasca, come un delinquente qualsiasi da quattro soldi. Un infame vigliacco che trasforma la sua “vacanza” in un’occupazione territoriale e che pensa di portare soldi e comandare la piazza, la strada , la spiaggia. Si comporta così ovunque questo personaggio. Va sulla spiaggia e gioca al pallone infastidendo tutti, va in auto nel paese e suona se qualcuno rallenta, entra nei negozi e salta la fila esistente, va la sera nei locali notturni non per divertirsi ma per comandare, per farsi vedere dal branco che ha attorno a se, per riportare qui un comportamento che già ha nel suo paese d’origine. Ecco questo è il nostro turismo, e di fronte al povero immigrato, unico problema di oggi, vanno avanti loro: prima gli italiani.

L’invasione del turista-mannaroultima modifica: 2018-08-31T06:29:21+02:00da sciroccorosso

2 commenti


  1. //

    che problemi avete con chi dorme all’ombra della propria volvo polar ?

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