LA MORTE DI UN MOLDAVO NON VALE  UNA PRIMA PAGINA

Vitali Mardari, 29 anni, lavorava al nero nei boschi del Trentino . Il padrone indagato per omicidio colposo, ma non arrestato. 

48358892_581067509001835_7010230150058999808_nEcco a cosa ci servono gli stranieri. A lavorare al nero, ad essere sfruttati e se succede un incidente sul lavoro non c’è nessuno che ne rivendichi il corpo. E’ quanto è successo a Vitali Mardari moldavo, in Italia per lavoro, assunto al nero da una ditta boschiva. Solo l’imperizia dell’imprenditore ha fatto si che i carabinieri capissero che qualcosa non andava nella morte del moldavo. Appena  Vitali Mardari venne colpito dal cavo di acciaio della teleferica che stavano costruendo, restandone ucciso, l’imprenditore, chiamato dagli altri operai è corso sul posto. Senza farsi alcun scrupolo , l’ha chiuso nel bagagliaio della sua auto e portato a qualche chilometro di distanza, gettandolo in un dirupo. Poi lo stesso imprenditore, ha chiamato i carabinieri dicendo loro  di aver trovato il corpo di uno sconosciuto. Sono stati poi carabinieri a ricostruire i reali fatti, avvenuti il 19 novembre scorso. In un a nota del Comando provinciale dei Carabinieri di Trento si precisa che: “A seguito del rinvenimento del cadavere del giovane boscaiolo di origine Moldava – Vitali Mardari, classe 1990 – avvenuto verso le ore 12 del 19 novembre in circostanze poco chiare nei boschi di Sagron Mis, i Carabinieri di Primiero San Martino di Castrozza e di Imèr intervenivano sul posto per un primo sopralluogo in ‘Val delle Moneghe’. Nell’occasione i militari ravvisavano sin da subito una situazione incongruente rispetto alle testimonianze raccolte a caldo, prima tra tutti l’incompatibilità delle evidenti lesioni riportate dal malcapitato rispetto l’ambiente in cui è stato rinvenuto il corpo esanime. In quella specifica area infatti, non risultavano presenti nè piante tagliate, né rami o sassi che potevano aver colpito il ragazzo cagionando quel genere di lesioni”. Sulla scorta di tali evidenze, gli inquirenti primierotti ascoltando vari testimoni e in seguito ad una serie di acquisizioni di natura tecnica, evidenziavano come l’infortunio mortale si era verificato in un luogo diverso da quello del rinvenimento della salma ipotizzando perciò che sia stato trasportato in quel punto per deviare gli accertamenti delle Forze dell’ordine. “I precisi approfondimenti dei Carabinieri di Primiero – spiega la nota dell’Arma – consentivano quindi di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. Più precisamente è stato appurato come il titolare di un azienda boschiva bellunese ingaggiava ‘in nero’ il giovane Moldavo che andava a prestare manodopera unitamente ad altri colleghi in un cantiere boschivo di Sagron Mis dove, nella mattinata del 19 novembre, nel corso dell’approntamento di una teleferica strumentale all’esbosco, un cavo in acciaio si spezzava, colpendo violentemente Vitali Mardari, che partecipava alle operazioni di ancoraggio. Il giovane boscaiolo sbalzato a qualche decina di metri perdeva la vita sul posto a causa di importanti fratture alla base cranica. Immediatamente i suoi colleghi presenti nel cantiere allertavano il titolare dell’impresa boschiva bellunese”. Dell’imprenditore non si conosce il nome, a tutela della privacy padronale, che comunque resta indagato per  omicidio colposo e frode. Avrà una multa e non farà neanche un giorno di arresto. E’ un padrone e Vitari resta un moldavo. La giustizia in Italia funziona così. Sul web non si è scatenato nessuno. Se fosse stato il moldavo ad uccidere l’imprenditore e portare lontano il suo corpo, si sarebbero scatenati con cori razzisti, pene di morte, blocchi di porti.

 

 

 

LA MORTE DI UN MOLDAVO NON VALE  UNA PRIMA PAGINAultima modifica: 2018-12-16T07:04:22+01:00da sciroccorosso

1 commento


  1. //

    Ma il comportamento e l’azione dell’imprenditore non è punibile con l’arresto immediato con tutto ciò che ne consegue??
    Moldavo e operaio, per giunta!!!
    Trattato come un animale investito accidentalmente su una strada……

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