Ho voluto farlo girare ancora una volta, da solo, lasciando i cinque colpi dentro…senza aver nessuno di cui aver cura o che potesse dirmi no.

Arrivare, prendere qualcosa, salutare, partire, senza tregua o pause, ho voltato l’angolo e già inondavo l’abitacolo di musica per non sentire i miei pensieri.

Ho fatto il tragitto che conosci, quello strano percorso misto da adrenalina, solo e stanco, senza neppure pensare di fermarmi un momento sino all’arrivo, sul posto i soliti convenevoli, due chiacchiere, e via di nuovo verso il mio sacrario…

Ho cercato il potere, riprendere in mano la mia vita negando ogni cosa, forzando la mano alla sorte, sono qui il che vuol dire che ci son riuscito.

Sai quanto ti ho pensata mentre quella canzone che parla di domande passava sul video?, vuoi sapere cosa avrei fatto se ti avessi avuta vicina?, mi sarei fermato per guardarti alla prima piazzola dove poter guardare il mare.

So perfettamente che disapproverai, se non l’avessi fatto il potere sarebbe stato ancora lontano da me, ho viaggiato come in un acido, i colori cangianti del paesaggio dal giallo dei campi di grano trebbiati alla fuliggine ed infine, ad un verde smeraldo spettacolare. Strano concetto quello del potere, semplicemente sapere di poter fare una cosa, nulla di più.

Una strada di curve e dirupi, fantastica se vai piano, caleidoscopica se vai veloce, la musica unica compagnia, i finestrini chiusi per tacitare i rumori delle gomme sull’asfalto.

Sulla sinistra le vestigia di storie minerarie, come templi innalzati al guadagno, sotto di me il mare con le scogliere a picco, il vento faceva il resto, tingendo di bianco la base delle rocce.

Mentre percorrevo la discesa eri ancora più vicina, non potevo lasciare il volante ed avevo la sensazione di sentire la tua voce e sentirmi toccare la spalla.

Sontuosamente, rientrato a casa, ho preso in mano il mio telefono, ho cercato la cosa più preziosa,l’ho trovata, baciata ed ho pensato noi due, vento nel vento