Mese: dicembre 2022
Benedetto il Signore
VENERDÌ FERIA PROPRIA DEL 22 DICEMBRE
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Prima lettura: Ml 3,1-4.23-24
Salmo: Sal 24 (25)
Vangelo: Lc 1,57-66
Siamo tornati ai primi giorni della creazione, dove Dio vide e disse che era cosa buona, così Zaccaria vede il bambino e dopo aver esclamato il suo nome, benedice. Benedire è: dire bene, e la bontà anzitutto viene da Dio. Dio ha bisogno di essere benedetto? No, ha bisogno di essere riconosciuto.
Giovanni il figlio inaspettato, ma tanto atteso è destinato a cose grandi, sia Zaccaria che Elisabetta lo sanno e constatano già da subito quanto Dio abbia visitato il Suo popolo, come aveva promesso, si è ricordato della sua alleanza. Tra le loro braccia vedono la promessa di Dio realizzarsi, e quel bambino figlio del miracolo, muove a commozione, perché Dio sì è ricordato di loro e anche di noi.
Il Signore si ricorda di noi; purtroppo a volte non è reciproco, ma Dio non si stanca, attende, e Natale dopo Natale è sempre qui, per dirci, per dirti, non temere figlio mio: sono qui accanto a Te.
“Signore,
aiutami a credere che la Tua promessa è per sempre
e che mai ti separerai da me.
Corro a cercarti ma non ti trovo,
dove sei?
E scopro che Tu ci sempre stato, pronto a dirmi:
Sono qui! Sono in un angolo del tuo cuore
ad aspettare che tu mi apra.
Scendi giù, non avere paura,
troverai me e mia madre a tenderti la mano,
affinché Tu non abbia più paura”.
(Shekinaheart Eremo del Cuore)
Fieno e paglia
Al presepe di oggi, aggiungiamo il fieno e la paglia Elementi di decoro, ma non meno importanti.
Il fieno era il cibo degli animali e la paglia serviva da giaciglio.
Gesù nascerà qui, tra oggetti che nutrono e scaldano. Chissà se Gesù ha avuto freddo quella notte e chissà se Giuseppe e Maria avevano da mangiare. Sicuramente il figlio di Dio ha fatto di queste mancanze, un luogo dove potessimo ritrovarle: Lui stesso. Egli si farà cibo per tutti e amore che scalda il cuore.
Tali elementi apparentemente inutili, ci fanno pensare alla cosa più importante ed essenziale, che speriamo sempre di avere nelle nostre case. Chissà che tutto questo, non ci smuova il cuore a ringraziare Colui che ce le ha donate e pregare anche, affinché tutti ne abbiamo in abbondanza.
Ha soccorso
GIOVEDÌ FERIA PROPRIA DEL 22 DICEMBRE
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Prima lettura: 1Sam 1,24-28
Salmo: 1Sam 2,1.4-8
Vangelo: Lc 1,46-55
Maria nel Magnificat, ci aiuta a fare memoria che Dio “ha soccorso Israele”. Dio ci ha soccorso “ricordandosi della Sua misericordia”. Essa è ben più del perdono, è un amore viscerale per il quale Dio desidera che tutti i suoi figli ne facciamo esperienza, e sentendosi amati dal profondo, comprendano che nel Suo perdono, alla base di tutto c’è il Suo amore precedente.
Egli ci ha soccorso quando a terra non sapevamo come proseguire, ci sostiene quando nelle difficoltà ci sentiamo soli e non abbiamo più la forza. La nostra vita è un eterno amore in cui Dio è il protagonista!
Maria la nostra mamma del cielo, desidera soccorrere i suoi figli dalle sofferenze presenti, passate e future. Con il cuore di madre ci indica il luogo dove poter andare per attingere la forza ed affrontare la fatica: da Gesù.
Andiamo incontro a Gesù che viene e a Maria sua madre, lasciamo siano loro a condurci, così da sentirci soccorsi e sorretti in ogni circostanza.
“Signore,
dal profondo mio cuore
invoco il tuo aiuto:
fammi sentire la tua forza
e dinanzi alla mia miseria,
fa che mi fermi a guardare alla tua misericordia.
Purifica il mio cuore
e fanne un posto speciale,
un posto in cui rifugiandomi,
sappia vedere te venirmi incontro,
pronto a soccorrermi.”
(Shekinaheart Eremo del Cuore)
Il palazzo di Erode
Novena di Natale 6° giorno
“Il palazzo di Erode è sullo sfondo, chiuso, sordo all’annuncio di gioia. Nascendo nel presepe, Dio stesso inizia l’unica vera rivoluzione che dà speranza e dignità ai diseredati, agli emarginati: la rivoluzione dell’amore, la rivoluzione della tenerezza”. (Papa Francesco, Lettera Apostolica: Admirabile signum)
Nella vita è presente il bene e il male, la sofferenza, l’invidia e la paura di perdere i “nostri troni”, il natale non toglie questa situazione ma da al cuore un segno: un bambino, affinché in Lui tutto abbia un nuovo senso. L’Amore prende su di sé il dolore e ogni fatica, nasce con un castello sullo sfondo, segno che la regalità non è più lì sul trono, ma in una stalla, dove l’umiltà della Madre e di un falegname hanno detto si. D’ora in poi tutti avranno un luogo dove poter andare: Gesù e di fare del proprio cuore un rifugio per il Re dei re.
Una benedizione
MERCOLEDÌ FERIA PROPRIA DEL 21 DICEMBRE
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Prima lettura: Ct 2,8-14
Salmo: Sal 32 (33)
Vangelo: Lc 1,39-45
Maria fa visita ad Elisabetta, leggiamo nel testo: “entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta”. Maria sembra essere diventata come l’angelo annunciatrice di Dio. Il figlio di Dio già nel grembo l’ha cambiata, dal di dentro Egli ci trasforma, plasma la nostra vita, affinché sia segno di Dio stesso. A tal proposito, Elisabetta proclama una benedizione: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo”. Ella ha riconosciuto la presenza di Dio in Maria, quelle due donne unite nel dono si sono ritrovate, non c’è bisogno di parole, perché Dio ha già detto tutto.
Entrambe ci sono di esempio, poiché anzitutto hanno ascoltato non solo con le orecchie, ma anche con il cuore, hanno fatto spazio a Dio nella loro vita.
È meraviglioso che il Signore nasce da un ascolto, da un “si” detto con tutto il cuore. Non dobbiamo fare tante cose, ma semplicemente esserci con tutto noi stessi ed esprimere il nostro “si”. Diventeremo anche noi annunciatori come Maria senza dire nulla. Sarebbe bello se fossimo strumento attraverso il quale Egli sia riconosciuto e chissà magari, ci potrà capitare di sentirci salutare cosi: Dio ti benedica.
“Signore,
entra nella mia casa,
fatti spazio nel mio cuore,
affinché in esso vi sia una rinascita.
Il dolore e le ferite rimangono
non si cancellano facilmente,
ma fa che con Te, non facciano più tanto male.
Nasci nel mio cuore così che abitato da te,
torni a battere più forte
e sia capace di amare, benedire e ringraziare
oltre ogni limite,
come il Tuo amore per me.”
(Shekinaheart Eremo del Cuore)
Il villaggio
Novena di Natale 5° giorno
Quando facciamo il presepe, oltre alla capanna possiamo mettere altri personaggi: i pastori, le donne che lavano, i falegnami… C’è una quotidianità in cui subentra la nascita di Gesù. Oltre alla capanna c’è un villaggio, persone con speranza, preoccupate dai loro affari, c’è una vita che aspetta la vita.
Oltre a rendere il presepio più bello, nel villaggio troviamo ciò che il nostro cuore può vivere, ed è bello pensare che Gesù viene a nascere proprio qui.
Tra le luci della casa, c’è una che risplende più forte delle stelle e proviene da una piccola capanna dove vi è il signore Gesù. Affidiamo a
Lui il nostro oggi, il villaggio dove alberga il nostro cuore e guardiamo con attenzione quella luce capace di illuminare il villaggio e non viceversa
Colmata di grazia
MARTEDÌ FERIA PROPRIA DEL 20 DICEMBRE
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Prima lettura: Is 7,10-14
Salmo: Sal 23 (24)
Vangelo: Lc 1,26-38
“Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio”.
In queste parole troviamo tutto il progetto di Dio per l’umanità. Trovare grazia presso Dio, equivale ad essere avvolti dal suo amore che da vita, dà una nuova identità: l’amore con cui siamo amati.
Maria è colmata di grazia, di amore, di gioia, entra nel disegno di Dio da prima dell’inizio del mondo. Solo con la forza di Dio Ella può rispondere: “si”, perché Dio è da sempre “si”, e “amore” per tutta la sua creazione e aspetta che qualcuno liberamente gli dica “si”, solo allora il suo desiderio è compiuto. La stessa creazione è compiuta, perché nel “si” a Dio questa diventa come Lui: l’amore rende simili, rende uguali.
Maria ha generato il figlio di Dio; l’uomo attraverso il suo libero “sì” all’amore di Dio, è chiamato a portare Dio, in modo che tutto il mondo diventi divino e Dio sia tutto in tutti. Quindi è proprio per la risposta dell’uomo, che il creato raggiunge il massimo delle sue possibilità: il ritorno alla sorgente della vita.
Il futuro dell’uomo è Dio, perché l’uomo è apertura all’infinito, e attraverso l’amore, non solo gli diamo corpo in questo mondo, ma viviamo di Lui e in Lui ricolmi della sua grazia.
“Signore,
aiutami a dire di “sì” nonostante vi sia fatica,
fammi comprendere che il Tuo “si” è apertura,
affinché lo dica anch’io,
poiché solo nell’amore ricevuto io posso donare.
E se sentissi di non avere più nulla,
Tu sostienimi affinché sia forte
della Tua forza,
sereno della tua pace
e pieno di speranza
e segno anche per chi l’ha perduta”
(Shekinaheart Eremo del Cuore)
L’asinello e il bue
Mettiamo altri due personaggi nel nostro presepe: il bue e l’asinello. C’erano quella notte? Come dice il Papa emerito Benedetto XVI, nel Vangelo non sono menzionati, ma in Isaia e in altri due libri della bibbia, troviamo l’influenza per cui nei nostri presepi, il bue e l’asinello sono irrinunciabili.
L’asino accompagna Maria e Giuseppe lungo il viaggio in cerca di un posto dove stare, un asino che porta il peso e la preoccupazione del suo padrone. Portare i pesi gli uni degli altri, accompagnare lungo la strada: quell’asino ha svolto un servizio degno di onore, tanto da essere posto lì accanto al bambino. Lo posizioniamo con il bue accanto a Gesù, due soggetti che nella diversità, si ritrovano per tenere al caldo il dolce bambino che è appena nato.
Animali o persone, questi personaggi posti nel presepe, ci insegniano quanto sia importante soccorrere chi ci è prossimo, portarlo sulle nostre spalle, e accogliere le differenze di chi accanto a noi, si fa un fratello, un compagno di viaggio lungo il corso della vita.
Nascerà lo stesso
LUNEDÌ FERIA PROPRIA DEL 19 DICEMBRE
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Gdc 13,2-7.24-25a
Salmo: Sal 70 (71)
Vangelo: Lc 1,5-25
Oggi ancora si parla di un angelo, Egli appare per rassicurare il cuore di Zaccaria e dirgli: “non temere”. Manca veramente molto poco al Natale e nonostante la gioia della festa, un po’ di vacanze e case addobbate, nel nostro cuore può albergare il timore per qualcosa. Si, perché le paure e le incomprensioni, non si allontanano da noi nonostante sia Natale, eppure Gesù nascerà lo stesso, tra paure, timori e speranze, e verrà ad abitare nella casa di ciascuno.
Gesù è il nostro messaggero di Dio, per dirci di “non temere”, perché non nascerà lontano da noi, ma in casa nostra. La speranza bussa alla porta del nostro cuore per donare pace e conforto, e speriamo di avere la forza di aprirgli. Se così non fosse, non saremo perduti, perché il Suo amore non si ferma alla porta ed il cielo, le stelle, il sole, ne sono testimoni.
“Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo?”, anche noi possiamo chiedercelo, ma la risposta è in tutto quello che ci è intorno: viene da quel respiro di Dio, da quell’alito di vento che soffia e crea ed il nostro cuore ne fa già parte per sempre.
“Angelo di Dio che sei il mio custode
venuto a darmi speranza,
vieni e raccontami cosa devo fare per vivere.
Ti ascolto
e aspetto come si attende l’aria.
Vieni a raccontarmi di Gesù
e dimmi che non è lontano da me.
Fa che sia Natale per tutti e anche per me”.
(Shekinaheart Eremo del Cuore)