Quanta gente sarà passata in quel luogo, eppure Barrtimeo capisce che sta passando qualcuno di particolare, forse aveva sentito parlare di Gesù, ed ora può incontrarlo. “Figlio di Davide, abbi pietà di me!”, urla, quell’urlo che è nvocazione semplice e assieme drammatica, è l’unico modo per Bartimeo di superare il buio e la distanza che lo separa da Gesù.
“Figlio di Davide, abbi pietà di me!”, é la preghiera dei piccoli, dei poveri che si rivolgono al Signore, è una professione di fede, perché ripongono in lui tutta la loro speranza.
Gesù chiama alla luce il cieco Bartimeo: “Che vuoi che io ti faccia?” gli domanda.
Bartimeo, subito chiede di tornare a vedere: “Rabbunì, che io riabbia la vista!”, si affida al Signore, convinto che qull’incontro può cambiare radicalmente tutta la sua vita.
Bartimeo ha riconosciuto in Gesù la luce ancora prima di vederla, per questo ha riavuto subito la vista. “Va’, la tua fede ti ha salvato!”, gli dice Gesù. Da qui Bartimeo non sarà più un mendicante, ma seguirà Gesù da uomo salvato.
Anche per noi, non sono le nostre opere che ci salvano, non quanto facciamo, è la nostra fede in Gesù Cristo e nella sua opera. Gesù chiede la fede. È solo per la sua fede riposta in Gesù che Bartimeo riceve la vista e non solo questa, riceve anche la salvezza, perché Gesù fa più di quello che la persona umana può chiedere: risponde al suo bisogno terreno, e risponde a quello divino che l’uomo non sa ancora domandare.