C’è ancora posto

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Tutta la Scrittura è la storia di un Dio che insegue l’uomo, il quale continua a scappare su percorsi diversi.

Ma il Signore non si arrende e manda ancora a cercare altri. Dio non si stanca, fa di tutto perché tutti possano entrare e partecipare della sua cena, dice ai servi di costringerli ad entrare, di raccogliere tutti, di andare dovunque, perché tutti devono gustare il suo cibo.

C’è un’attenzione di Dio, un suo correre, un suo inseguire l’uomo là dove si trova, in qualunque situazione sia. L’uomo deve solo accogliere questo invito: “è pronto”. Chi prende questo cibo partecipa già al regno di Dio, a quella beatitudine che il Signore concede a quanti si nutrono di Lui.

La salvezza di Dio è proprio per tutti eppure, indifferenza e ingratitudine fanno rifiutare l’invito e porgere delle scuse che non hanno fondamenta. Chi rifiuta la salvezza perché pensa di bastare a se stesso, si esclude da solo dalla bontà di Dio. Sono quelli che nel cuore si sentono poveri, storpi, ciechi e zoppi, che entrano, che accolgono l’invito, perché vedono in Dio la loro forza; non sono invitati per merito, ma per puro dono, per sua Grazia.

La gratuità della possibilità di entrare in questo banchetto è assoluta, non si può fare niente per averne diritto. Solo l’amore che Dio ha per noi diventa quasi un’esigenza da parte sua di non mollare la presa, di cercarci continuamente.

“Scusa Signore per tutti i miei no,

che mi hanno allontanato da Te.

Scusa per quelle scuse senza senso,

fuori tempo, che hanno accompagnato la mia vita oscurandola.

Scusa per tutto quello

che non ho capito, compreso.

Scusa e grazie,

perché oggi, ieri e da sempre

Tu mi dici:

Figlio vieni per te c’è ancora posto.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Un amore da vivere

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06 NOVEMBRE 2023

LUNEDÌ DELLA XXXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

C’è un banchetto nel quale ciascuno nella propria fragilità, può sentirsi invitato. Tale banchetto è l’Eucaristia, dove sull’altare i nostri peccati, le nostre fragilità sono perdonate, amate da Colui che dal profondo del Suo cuore, non vede le nostre mancanze, ma la pienezza di ciò che saremo.

Quest’oggi siamo invitati a fare altrettanto con gli altri. Siamo invitati a non far sentire nessuno storpio, cieco, mancante in qualcosa, anzi renderlo nostro familiare, perché non c’è proprio nessuno che non abbia una mancanza. È fantastico un Dio che ama così! Ecco perché il Vangelo parla di beati, ovvero felici di aver un posto nel cuore di Dio, indipendentemente da ciò che siamo, dalla nostra condizione di fragilità.

Accostiamoci dunque a quel banchetto, nutriamoci di Lui, così da sentirci amati, benedetti, e rendiamogli grazie perché il Suo cuore si è posato sul nostro e questo sarà per sempre.

“Signore,

aiutami a sentire il Tuo amore

nella fragilità, nella mia fatica,

fa che senta la Tua forza

consolare il mio cuore.

Aiutami ad essere un dono per altri,

per condurli a Te;

nel cui cuore non c’è storpio,

o cieco o zoppo,

ma solo un figlio da amare,

un figlio da consolare,

un amore da vivere.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Maestro e guida

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DOMENICA 05 NOVEMBRE 2023

XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

Dinanzi al continuo primeggiare ed esporsi, Gesù dà delle indicazioni: non fatevi chiamare Rabbi, padre, guide, perché ce ne già uno, Dio

Quello che cerchi è davanti a te, senza che si esponga. Il Signore è venuto per donarci una vita di possibili passi avanti, ma con lui. La via è però quella dell umiltà. La via è Lui. Allora camminiamogli accanto, lasciamoci guidare da colui che ci ama e saremo salvi. Poiché la salvezza è già qui, ha un volto e un nome, non ha bisogno di primi posti va verso gli ultimi, perché questa salvezza sia per tutti.

Gesù rappresenta tutto l’amore del Padre per il mondo. Solo in quel Figlio, dato per noi riceviamo la salvezza,  ci sono perdonati i peccati, ed è per questo motivo che, essendo tutti perdonati allo stesso titolo, siamo anche resi tutti figli e fratelli allo stesso titolo. Così facciamo l’esperienza d’imparare dall’unico Maestro, perciò noi godiamo tutti della stessa dignità, siamo tutti fratelli.

“Signore,

insegnami a chiamarti Padre,

così che riesca a riconoscermi figlio.

Insegnami a chiamarti maestro e guida

affinché non mi dimentichi

che sei tu ad indicarmi la via.

Signore sono qui ed ascolto,

libera il mio cuore e conducimi accanto a Te,

per quella via di salvezza

per cui mi hai chiamato

ed a cui, io sono grato.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Ultimo posto

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04 NOVEMBRE 2023

SAN CARLO BORROMEO, VESCOVO – MEMORIA

Il Vangelo di oggi ci conduce a compiere un passo indietro, per farne uno in avanti. Si va avanti non solo per i nostri continui sforzi, ma per il dono del Suo amore e della Sua misericordia.

Oggi il Signore ci invita a vivere l’umiltà, che non è disprezzo di sé, o svalorizzarsi, ma è l’uomo capace di riconoscere una solitudine abitata da Dio. È colui che nel riconoscere il suo peccato  sa che Dio è lì dentro per sanarlo. È colui che riconoscendo le sue capacità, le mette a servizio e non le tiene per sé.

Solo quando avremmo compreso questo, il Signore sarà colui che ci dirà: “vieni più avanti”, ed in quell'”avanti” capiremo che non c’è un premio, un primo posto, ma la capacità di essere noi per altri, quell’amico che fa spazio all’umile, che gli insegna la strada e insegna con l’esempio che ogni cuore è già presso Dio.

“Signore,

insegnami a vivere di quell’ultimo posto.

Insegnami a vivere l’umiltà del cuore,

che non mi fa cercare i primi posti,

ma il mio, presso Te.

Aiutami ad andare avanti nel cammino, da quel posto,

per scoprire il Tuo amore e la tua misericordia.

Condurmi in avanti,

non per premio o per vanto,

ma per amore, il Tuo per me;

e lasciarmi indietro tutte le mie idee di vanto,

per quello spazio con Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Figli guariti

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03 NOVEMBRE 2023

VENERDÌ DELLA XXX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

Nel Vangelo di oggi, risuona forte la voce del Padre che per ogni figlio fa di tutto. Figlio, è la parola che Gesù usa per dirci chi era quel malato per Lui, chi siamo noi per Lui.

Figli vuol dire essere nella mente e nel cuore di qualcuno; figli è vivere la fiducia che i tuoi si prenderanno cura di te. Dobbiamo chiedere al Signore di essere capaci di vivere da figli.

Alcuni di voi sono genitori, nonni e spesso andando avanti nella vita, si dimentica il ruolo di figlio. Oggi il Signore ci invita a recuperarlo, perché la nostra prima esperienza di fiducia, comincia dall’essere figli, per poi diventare generatori di vita.

Anche se la nostra esperienza da figli può non essere stata bella, se il nostro passato ha incontrato ferite, proprio da chi non pensavamo; non lasciamo che queste siano l’ultima parola in noi, viviamo da figli guariti dal Padre. Figli guariti dall’amore di Dio, anche in quel dolore inespresso, come l’uomo del Vangelo di oggi che non dice nulla, ma il Signore sa.

Dio tuo Padre sa, non c’è al mondo persona che possa conoscerti di più, perché tu sei prima figlio e poi uomo o donna, e poi tutto il resto, la tua dignità è in Lui, e questa è la Sua meravigliosa promessa.

“Signore,

eccomi da figlio accanto a Te,

quasi in punta di piedi,

bisognoso di amore, bisognoso di Te.

Aiutami a sanare il mio cuore

da quel dolore che il tempo mi ha lasciato.

Tu, sole di giustizia,

sei venuto a rimettere in piedi la mia vita,

così che io possa camminare

e dire al mondo:

non temo più ciò che è stato,

ora so che Dio mi ha risanato.

Dio della mia vita,

aiutami ad essere figlio,

così da dirti una delle parole più belle al mondo: Padre.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Nella speranza

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GIOVEDÌ 02 NOVEMBRE 2023

COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI

Nella liturgia di oggi commemoriamo tutti i defunti e c’è l’indicazione per celebrare tre S. Messe, quindi troviamo piu letture della Parola di Dio, tutte però ci riportano al pensiero della speranza cristiana, che trova il suo fondamento nella morte e risurrezione di Cristo.

La speranza cristiana parte da un’attesa che dobbiamo imparare a vivere, e non si riferisce a qualcosa di astratto, ma ad un fatto che è già stato compiuto e che certamente si realizzerà per ciascuno di noi; siamo in cammino verso qualcosa che avverrà: la nostra risurrezione, radicata in quell’unico evento della risurrezione di Cristo.

Oggi nel ricordo dei nostri cari e di tutti i defunti, ripetere le parole di Giobbe: “Io so che il mio Redentore è vivo, e io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno e non un altro”, ci fanno cambiare la logica umana che va dalla vita alla morte, perché la fede cristiana porta l’esistenza dell’uomo dalla morte alla vita, una vita eterna, entrata in noi con il dono della fede.

Allora quanti abbiamo amato qui in terra, vivono in Cristo e vivono nel nostro ricordo, nel nostro cuore e nei nostri gesti, per quello che ci hanno insegnato, lasciato ed amato.

Ringraziamo il Signore per averceli dati e preghiamo per loro, affinché possano contemplare sempre il suo volto. Sentiamoli vicini e sentiamoci in comunione di preghiera con tutta la chiesa del cielo e della terra.

“Spero in Te Signore,

confido in Te;

l’unico capace di dare pace al mio cuore,

poiché il dolore mi rende vivo,

ma consapevole di chi ora non c’è più.

Nutro la speranza di saperli con te

a contemplare il tuo volto.

Oggi prego per chi resta,

per chi raccoglie le forze

e cerca di andare avanti, consolali,

di a tutti che Tu sei il Dio della speranza,

parla a quel dolore del cuore,

donaci la Tua luce,

un bagliore del Tuo volto,

un riflesso di ciò che vedremo un giorno con Te. “

(Shekinaheart eremo del cuore)

Beato te, beati noi

Beato te, beati noi

 

MERCOLEDÌ 01 NOVEMBRE 2023

TUTTI I SANTI – SOLENNITÀ

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ap 7,2-4.9-14

Salmo: Dal Sal 23 (24)

Seconda lettura: 1Gv 3,1-3

Vangelo: Mt 5,1-12a

Oggi solennità di tutti i Santi siamo chiamati a rallegrarci tutti nel Signore, “con noi gioiscono anche gli angeli e lodano il Figlio di Dio”, recita l’antifona d’ingresso della Messa.

Si! La santità è motivo di gioia, perché parte da un amore accolto e condiviso che costituisce la tessitura per la nostra umanità.

Dio per amore dell’uomo si è fatto uomo, ne consegue che accogliendo questo amore nella nostra vita, anche le nostre relazioni e azioni parlino di Dio ed esprimano la gioia e la lode per Lui.

I Santi hanno vissuto e vivono di questo splendore dell’amore del Signore; hanno creduto alla promessa di felicità che Gesù fa ai suoi discepoli quando li chiama beati: “Beati i poveri… Beati i misericordiosi… Beati i puri di cuore”…  Beati tutti quelli che riconoscono  la grandezza dell’amore che salva, che consola, conforta e dona pace. Beati tutti quelli che in Dio trovano le coordinate della vera gioia, perché il peccato non può fermarla; il suo amore ci sottrae all’abisso della nostra miseria, per farci proclamare la sua misericordia.

Sia oggi un giorno di lode e di ringraziamento a Dio, con e per tutti i santi del cielo e della terra, per tutte quelle persone che in cammino verso il Signore illuminano la nostra storia, e ci aiutano a vivere la pienezza di gioia alla Sua Presenza.

“Beato te uomo, che già contempli il volto di Dio,

beato te viandante, in cerca della Sua strada,

Orsù non temere,

non c’è notte o giorno, in cui Lui non sia con Te.

Beati noi figli, amati dal Padre,

per le nostre colpe perdonati,

nei nostri dolori accompagnati.

In noi è riflesso il volto di quell’Uomo

nato e cresciuto, affinché oggi potessimo dire:

Beato tu fratello, già nel Signore,

beato tu fratello, compagno di cammino.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)