Mese: giugno 2024
Cuore immacolato di Maria
SABATO 08 GIUGNO 2024
CUORE IMMACOLATO DELLA BEATA VERGINE MARIA
Il giorno successivo al Sacro Cuore di Gesù, si celebra la memoria del Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria. Madre e Figlio sono uniti in un unico disegno di salvezza: il cuore del Figlio ha riversato tutto l’amore per ogni essere umano, il cuore della Madre custodisce e dona vita e rifugio a tutta l’umanità.
Maria custodisce nel suo cuore, tutto ciò che accade ad ogni figlio che gli è stato affidato da Gesù; e come per Lui il suo cuore ha trepidato di gioia, di speranze, di incomprensioni, di angoscia, di paura, di fede grande e profonda, perché era certa che Dio compie grandi cose anche nelle persone più fragili, più umili, cosi per noi intercede presso Dio, quale dolce Madre di misericordia e speranza nostra.
Maria ci è madre, ci apre il suo cuore diventato dimora dello Spirito Santo, per mostrarci da vicino come lo Spirito abita anche il nostro cuore, perché la nostra vita possa aprirsi continuamente alla novità di quello che accade, non solo come successione di eventi, ma quale storia amata e salvata nel profondo della nostra esistenza.
Ognuno di noi è molto più di quello che pensa di essere, delle sue difficoltà, paure o limiti; la nostra vita è un miracolo di grazia, perché è custodita dal Signore; allora conservare nel cuore come Maria, ciò che non si comprende oggi, in Dio, diventa apertura alla comprensione del mistero di salvezza, dove ciascuno può cantare il suo Magnificat, perché Dio ha operato grandi cose, ha fatto la grandezza della nostra vita.
“Al tuo cuore o madre,
affido la mia vita.
Tu che sei unita al tuo figlio
fammi parte del vostro cuore.
Donaci quello stupore
che ci rende famigliari a Nazareth.
In viaggio con voi,
alla ricerca di me stesso;
pongo il mio cuore al sicuro,
così che la mia gioia
parta da qui, da Te,
dal cuore di una Madre in cammino, alla ricerca del Figlio e di me.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
Sacro cuore di Gesù
VENERDÌ 07 GIUGNO 2024
SACRATISSIMO CUORE DI GESÙ – SOLENNITÀ – ANNO B
Un colpo di lancia trafigge quel cuore che ci ha amati fino alla fine, ma il sacrificio di Cristo non è la fine, bensì l’inizio della vita. Sangue e acqua scaturiscono dal suo cuore, dono di salvezza, fonte viva che “zampilla per la vita eterna” (Gv 4,14).
Scrive S. Bonaventura: “Tu sei vita che vivifica ogni vita, luce che illumina ogni luce”. Corriamo a questa fonte di vita e di luce con il desiderio vivo di ricevere un amore immenso, ineffabile, che plasma la nostra esistenza.
Gesù mostrando il suo cuore a Santa Margherita Maria Alacoque, le dice: “Ecco il cuore che ha tanto amato gli uomini”. Accostiamo il nostro cuore al suo, parliamo al nostro amico, al confidente, al Signore della nostra vita, a Lui possiamo dirgli tutto, senza nascondere nulla. La sua misericordia accoglie ogni nostra miseria e ci spinge a vivere per Lui, sull’esempio di una vita donata per tutti. Ogni uomo infatti, può imparare la sapienza del cuore che è amore ricevuto e donato, palpito di vita, dono di salvezza prima ancora che gli venga domandato.
Che il cuore di Cristo possa battere in ciascuno con la stessa sua forza, cosi che ogni uomo non valga per le opere che fa, ma per l’amore che vive a partire dal cuore.
“Signore,
parla al mio cuore,
rassicuralo Tu,
che nel Tuo,
c’è un posto anche per me.
Ama Tu per me e con me;
perdona ciò che io non riesco a perdonare
neanche a me stesso
e liberami dalla paura di sentirti distante,
perché Tu sei Dio,
e avrai cura di me per sempre,
ed il Tuo cuore è già casa,
dove io posso appoggiare il mio.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
Ascolta, amerai
06 GIUGNO 2024
GIOVEDÌ DELLA IX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)
Il primo dei comandamenti è un imperativo: Ascolta, Israele! Non è un obbligo, è un invito con tutta la forza di Dio, per imparare ad ascoltare. Un ascolto non fine a sé stesso, ma che ha in sé una promessa: “amerai”. Partendo da questo ascolto, il cuore si smuove all’amore; risana ciò che il tempo ha portato e via e ridona speranza.
La partenza è l’ascolto, spesso siamo sordi dinanzi Lui, andiamo a messa, ascoltiamo, ma è ancora troppo superficiale; la differenza deve consistere in un ascolto che smuove il cuore. Vi ricordate i discepoli di Emmaus? “non ci ardeva forse il cuore?” Ecco, questo è l’ascolto: quando metto da parte me stesso e mi fido di Dio. Qui è la bellezza di riscoprire un amore grande superare il mio.
Ascoltiamo, amiamo a partire dal suo ascolto, allora ogni fatica avrà un senso diverso, guariremo dall’idea di sentirci soli, perché Colui che desidera essere ascoltato, ascolta ogni tua parola e ti ama già, così come sei.
“Signore,
desidero ascoltarti,
dì quello che hai da dirmi;
aiutami a fissare nel cuore il tuo amore,
così da sapere dov’è nei giorni bui
e andare a prenderlo,
affinché da quell’ascolto
io sia capace di sentirti
ed amarti con tutto il cuore,
l’anima e le forze.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
Dio dei vivi e non dei morti
05 GIUGNO 2024
SAN BONIFACIO, VESCOVO E MARTIRE – MEMORIA
Dio, è il Dio dei vivi. Queste parole diano consolazione, quando al nostro dolore cerchiamo una discendenza, al punto che partendo dall’origine, ci troviamo a cercare vita altrove e in diversi modi differenti.
Oggi il Signore chiarisce un punto: Dio è dei vivi, non dei morti. È tempo di lasciare che sia la vita a scorrere nelle nostre vene e non tutti quei pensieri inutili, che si annidano nella mente e che cercano una discendenza.
Abbiamo fede in Lui, le cose non sono come le aspettiamo; siamo dinanzi al Dio della storia, e la nostra vita è nel pensiero di Dio, ci ama sempre.
Sia la certezza del Suo amore la vera vita.
“Tu Dio mio
fammi sentire la certezza
del Tuo amore.
A tutti quei pensieri
dona un freno;
risplenda nello spazio della mia mente,
che Tu ci sei per me,
sei la mia vita ora e da sempre.
“Ora”, perché lo riconosco
e “da sempre”, perché in ogni momento,
Tu sei con me.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
A Dio quel che di Dio
04 GIUGNO 2024
MARTEDÌ DELLA IX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)
Il Signore oggi ci insegna l’equilibrio delle cose: dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio, ma sopratutto ci insegna a non metterlo alla prova. Spesso, anche se ci nascondiamo, lo facciamo anche noi, lamentandoci che tanto Dio non ci ascolta, che è lontano dalle nostre miserie. A che serve andare da Lui se poi nella fatica non lo vediamo?
Questo è il più grande nostro errore, inserire il dubbio verso Dio e non dare spazio a ciò che Lui realmente è: pienezza infinita, presenza, Paternità. È il momento di dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio, credendo anzitutto che Lui c’è, che è accanto a noi giorno dopo giorno, nella sofferenza come nella gioia. Non è facile sentirlo accanto, è vero, perché tra noi è Dio inevitabilmente c’è una distanza, é quell’alterità che distingue le persone, ma che le mette in relazione, se si mette in gioco la libertà.
Egli liberamente sceglie di non essere più solo un Dio lontano, e manda ciò che ha di più bello: suo Figlio, così che guarendo, sanando, perdonando, ciascuno possa credere in Lui. Dio dona anche a noi la libertà di poter scegliere, di fidarsi, di aprire il nostro cuore a Colui che è alla porta del cuore e bussa. Non si impone, dispone, un Dio che ti desidera!
Contrariamente a quanti nella vita ci hanno deluso, Egli non si allontanerà mai, non solo c’è, ma resta nonostante tutto il tuo mondo ferito, calpestato o umiliato. Dio non è qui per assorbire delle colpe, per essere accusato, ma liberamente prende su di sé la tua colpa, così che tu sollevato possa incontrarlo.
Dare a Dio quel che è di Dio, è in ultima analisi accettare che il Suo amore è efficace e che nessuno potrà mai amarci in questo modo. Che ne dici ripartiamo? Lui è qui e ti tende la mano, così che quando camminerai sulla “corda” Egli ti sosterrà e non ci sarà più vuoto o paura, ma solo amore e bontà.
“Signore,
mi affido a Te,
a quel Tuo amore grande,
affinché il mio cuore torni a credere.
Stammi vicino,
possa sentire il Tuo respiro.
Dio dove sei?
Tienimi la mano,
fa che non cada,
e la Tua forza mi spinga
oltre quella ferita,
per sentire la Tua vicinanza
in ogni vuoto, in ogni fatica.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
La vigna
03 GIUGNO 2024
SANTI CARLO LWANGA E COMPAGNI, MARTIRI – MEMORIA
“Avranno rispetto per mio figlio!” Sembra che Gesù racconti la storia di se stesso, ed il desiderio del Padre: rispetto per il Figlio. Rispetto. Riusciamo ad averlo nei confronti del Signore? Egli fa davvero parte della nostra vigna? Oppure è legato a momenti sporadici? Oggi Gesù ci invita a pensarlo, come Colui che è mandato dal Padre.
La storia di salvezza ha compimento in un uomo, un Figlio di un Padre immenso, che per portare pace dona suo Figlio. Chi meglio di Dio potrebbe non capire il dolore di Abramo, sacrificare suo figlio? Isacco non morirà proprio per dono del Padre. Non morirà perché Dio non vuole il nostro dolore, ma il nostro cuore.
La vigna è data per amore, è data per donare guadagni, lavoro, dignità, e oggi ci insegna anche il rispetto.
Rispettiamo il Signore, nei piccoli gesti della nostra vita, e respiriamo ciò che è venuto a portare: l’amore del Padre. E quando mancheranno di rispetto a noi, alziamo lo sguardo a quel Padre che pensa: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Sarà Lui la nostra forza per superare la fatica; Egli ci darà luce e serenità, perché ciò che da soli ci sembra insuperabile, con Dio diventa segno di vita, per superare quel dolore che Dio ha già raccolto e gettato dalla vigna.
“Signore,
Tu che abiti nella mia vigna,
abbine cura.
Perdona i miei sbagli,
la mia mancanza di rispetto
che ti allontana,
e aiutami a recuperare passi
che mi portino verso di Te.
Stammi accanto,
stai con me.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
Prendete
“Prendete”. La Solennità di oggi, ci permette di pensare più intensamente al grande dono che tra le mani ci viene dato: il Suo corpo.
In memoria di Lui, popoli interi, nazioni e ciascuno di noi, può lodare, benedire, ringraziare e adorare per questo grande dono. Gesù pane vivo del cielo entra in noi, il Suo sangue lava i nostri peccati, la nostra colpa è perdonata, il dolore passerà. Non è automatico, non capita all’istante, ma ognuno di noi nella vita, riceverà il dono di Gesù tra le mani: in quell'”Amen”, metterà tutto se stesso in Colui che per primo ha dato tutto.
Procedi piano, cammina pensando a quello che accadrà, stai per ricevere Colui che attraversa la storia per incontrarti. Fermati a gustare quell’incontro che coinvolge il tuo corpo.
Cosa sei o uomo? Un corpo fatto di ferite, speranze, ma che ha un altro corpo, venirgli incontro: Gesù. Egli è qui per incontrare proprio te. Solo un cuore così grande da contenere cielo e terra, poteva scegliere un dono tanto bello da superare ogni barriera per venire ad incontrarci.
Fermiamoci a contemplare ciò che ogni giorno possiamo avere dinanzi agli occhi: Gesù, ostia vera, com’è vera la sua presenza. Alle assenze del nostro cuore, entra in noi Colui da vita vera e ci offre un amore grande, pieno puro, tra le mani.
“Gesù,
entra in me,
vivificami Tu,
che il mio “Amen” mi unisca a Te
e ti senta profondamente così,
che ogni membra di me
riprenda vita
ed annulli ciò che di buio
devasta e uccide.
Libera il mio cuore,
nutri il mio spirito,
possa toccare il Tuo amore,
possa sentirlo scendere
nelle profondità di me.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
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