Galilea

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04 Aprile 2025

VENERDÌ DELLA IV SETTIMANA DI QUARESIMA

Se “dalla Galilea non sorge profeta!”. Da dove viene il Cristo? Noi cosa diciamo di Lui? Oggi siamo invitati a fare esperienza sempre piu profonda di Gesù, per riconoscerlo quale inviato dal Padre, quale dono di salvezza inestimabile per la nostra vita.

Gesù non lo conosciamo per sentito dire, dobbiamo accoglierlo. Si può ascoltare la sua parola tutti i giorni, ma se non ci si lascia cambiare dentro, questa non porta frutto e invece di incontrare il Cristo, continueremo a porre questioni su di lui. “Conoscere Dio, conoscere Cristo significa sempre anche amarLo, diventare in qualche modo una cosa sola con Lui in virtù del conoscere e dell’amare” (Benedetto XVI).

Le parole di Gesù, sono parole d’amore, dette con tutta l’intensità d’amore che ha per ciascuno di noi, infatti: “Mai un uomo ha parlato così!”. Dalle sue parole non c’è mai ombra di dubbio o di sospetto, ma affiora tanta tenerezza e perdono per quell’umanità ferita che lo cerca, che desidera la vita vera. Cerchiamo di conoscere Gesù, entriamo nella sua amicizia che è un dialogo d’amore, per imparare la via dell’amore e non del dissenso.

Che non ci accada come scritto alla fine di questo Vangelo, di tornare ciascuno a casa propria come se nulla fosse accaduto, senza avere incontrato il Signore, riconosciuto il suo amore per noi.

“Signore,

aiutami a sentire il tuo amore.

Fa che il mio cuore

diventi un luogo che non ti rinnega, ma ti ama.

Fa che non mi senta solo

e sappia affrontare la fatica

riconoscendo la tua presenza, affidandomi a essa”. (Shekinaheart eremo del cuore)

Ascolta

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28 Marzo 2025

VENERDÌ DELLA III SETTIMANA DI QUARESIMA

Alla domanda degli scribi su quale fosse il primo comandamento, Gesù risponde: “Il primo è: “Ascolta, Israele!”. Segue l’invito a considerare Dio l’unico Signore e quindi di amarlo con tutto il cuore, l’anima, la mente e forze.

Cuore, mente, forze: tutto di noi è implicato nell’atto di amore. Infatti non è possibile decidere di amare qualcuno, c’è bisogno del cuore e spesso il cuore non basta, c’è bisogno della mente e di tutte le forze. Lo sappiamo: amare implica il tutto di noi stessi, l’amore ci trasforma, ci forma.

Il tempo di quaresima che stiamo vivendo, ci aiuta a comprendere come questo invito è una risposta ad un essere amati così. Noi siamo già amati da Dio così, con tutto il cuore, con tutta la mente e le forze. “Li amò sino alla fine”, sentiremo tra qualche settimana; tutta la vita terrena di Gesù è un testimomare che Dio ci ama così: con tutto se stesso! Senza il timore di donarsi troppo, ma soprattutto con tutte le sue forze fino all’estremo.

Il Signore in questo venerdì di quaresima, ci faccia guardare al crocifisso, con il pensiero rivolto a tale grande amore.

“Li amo sino alla fine”(Gv 13,1), con tutto se stesso, e se potesse tornare indietro rifarebbe lo stesso, Dio ti ama così tanto che dà tutto per te. E tu? Tornando indietro apriresti questa pagina, ascolteresti la parola?

Ecco il tuo estremo oggi, il tuo tutto di te. Apri e ascolta, perché la grandezza dell’amore è in quel piccolo verbo da sei lettere: “ascolta”. Lo stesso atto di amore che fece Maria, lo stesso gesto di Gesù e dei suoi discepoli, lo stesso richiesto a noi.

“Ascolta”, e sentirai che sei amato da sempre, prima che tu aprissi quella pagina del Vangelo. “Ascolta”, perché oggi è un nuovo giorno per risalire da dove sei e scoprire che sei amato. “Ascolta”, perché Dio ama proprio te!

“Signore,

tra i frastuoni dentro e fuori di me,

fa che ti senta.

Come devo fare?

Ascoltare non è semplice,

anche il silenzio è un suono vuoto.

Aiutami a scendere nel profondo del cuore.

Che cos’è l’amore?

“Ascolta”, mi dirai tu.

Dalla croce non smettere di parlami,

perché anche solo per una parola resto accanto a te”. (Shekinaheart eremo del cuore)

Compimento e la legge

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26 Marzo 2025

MERCOLEDÌ DELLA III SETTIMANA DI QUARESIMA

A guardare bene la nostra vita è fatta di azioni quotidiane, ordinarie,  ma è proprio in questo ordinario che si può fare la differenza. Qui prendono forma piccoli gesti, segni d’amore, a volte quasi impercettibili, perché compiuti nel silenzio, nel nascondimento, ma che non sfuggono agli occhi di Dio.

Gesù è venuto a portare a compimento la legge dell’amore, fino al suo massimo dono: la vita. La legge infatti, mette dei limiti per evitare il male, l’amore invece, apre un orizzonte crescente di luce e rende partecipi del regno.

Abbiamo una responsabilità dell’amore a cui non possiamo esimerci: siamo figli di Dio e i figli non vivono per la legge, ma per l’amore. Chi ama non abolisce, al contrario, avvolge nell’amore tutte le cose, anche le più piccole e neno in vista. Ogni solo iota o ogni solo trattino della legge, è già compreso in questo amore che l’ha preceduto.

Compiere senza abolire, significa accogliere quell’amore che abbiamo ricevuto, ed essere disposti a offrirlo di nuovo agli altri, nella quotidianità della vita.

“Signore,

parla al mio cuore

anche se spesso giudica,

giudica in base alla legge delle mie ferite.

Ma il tuo amore può dare compimento a quel dolore estremo,

che da solo non posso portare,

così la legge diventerà una strada

e il mio giudizio

non mi inciamperà più,

perché il tuo amore mi ha risanato.

Il compimento è aver trovato il tuo amore attraverso le mie ferite”. (Shekinaheart eremo del cuore)

Ultimo

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25 Febbraio 2025

MARTEDÌ DELLA VII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

Se vuoi essere primo sii ultimo: è una logica un po’ diversa dal solito, perché quando da ultimo diventerai primo, non vorrai più esserlo. Siamo invitati a fare un cammino di discesa, per sentire di noi anche quelle cose ultime, ma che purificano il cuore. L’invito nel Vangelo di oggi è togliere il peso di quel primo posto, poiché l’amore non è una conquista, è un dono e c’è chi è più capace, chi meno, ma l’amore di Dio ci spinge a scendere più in profondità e liberare il nostro io.

Corriamo un grave rischio: dire di seguire Gesù e poi di voler prendere il suo posto. Dobbiamo chiedere a Gesù di liberarci da quel desidero del primo, perché troppo attenti ad esso, si perde la vita. Il Signore non è un concorrente, è colui che è nei nostri calvari e da ultimo prende la nostra croce. E tu sei disposto a portare la croce di qualcun altro? Se sei ultimo nella salita, vedrai chi fa fatica, sei primo, come farai? Il primo posto è di Colui che ama di più ed è più attento: non è potere, è morire.

Chiediamo a Gesù di purificare il nostro cuore, di non smettere di starci accanto, così da poter sentire la forza di Dio attraversare il nostro corpo.

Affidiamo in questi giorni il nostro Santo Padre Francesco, affinché nella sofferenza possa sentire il Suo conforto e le nostre preghiere di bene. Il Signore lo sostenga e gli dia forza e noi figli ultimi, siamo qui accanto a lui.

“Signore,

quando non ci riesco

fai tu per me.

Io che voglio essere primo,

oggi scopro che sono l’ultimo:

ultimo a scoprire il tuo amore.

Insegnami ad amare come fai tu,

a dare la vita fino alla fine,

così che un giorno,

possa sollevare il cuore di chi è  lontano da te

e avvicinandomi possa dirgli:

vieni, siedi qui,

ti dico chi è Gesù.” (Shekinaheart eremo del cuore)

Amare

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23 Febbraio 2025

VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Il Vangelo di questa domenica, è una rivoluzione dell’amore che non poggia sulle nostre risorse umane, ma unicamente nel dono di Dio frutto di una misericordia infinita, di quel “di più” che viene solo da Dio. Le parole che Gesù ci rivolge oggi, non sono solo un invito a rispondere al male con il bene verso chi ci è ostile, a non ricercare la gratitudine per il bene fatto, quanto piuttosto a coltivare una bontà del cuore, che faccia vibrare le corde del nostro essere secondo la frequenza dell’amore di Dio, per diventare buoni. Lungi dall’essere un elenco di cose buone da fare. Si tratta di maturare un’umanità che crede alla luminosità della vita e dei gesti di Gesù, e su questa modellarsi.

Quando non si cerca la propria gloria, il cuore resta invaso dall’amore di Dio; allora lasciamo che questo amore ci costruisca dentro, così da conservare il cuore nella pace senza lasciarsi prendere all’ira, dalla tristezza, e cercando di considerare anche quella parte di bene in chi ci è contro, poiché la sua realtà non si esaurisce nel male che sta compiendo.

Questo amore senza confini verso tutti e tutto, è proprio di Dio e noi ne siamo resi partecipi perché lo possiamo vivere. La rivoluzione dell’amore vive nella misericordia che ciascuno riceve e dona.

“Signore,

sono qui per imparare ad amare,

insegnami.

I miei nemici li conosci,

abbia pietà per loro,

essi feriscono di me quello che purtroppo io ancora permetto.

Mi allontanerò più veloce del vento

per spazzare via il dolore di quel torto.

Cosa resterà di me? Il tuo amore, aiutami a farne vita.” (Shekinaheart eremo del cuore)

Perdere la vita

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21 Febbraio 2025

VENERDÌ DELLA VI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

“Chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà”. Il cammino di Gesù è stato perdersi, spogliarsi, donarsi completamente, portando l’uomo al livello più alto dell’amore, un amore che sa di eternità, perché dall’albero della croce ha fatto fiorire la vita. Dio ha vinto la morte, Dio mi ama più di se stesso.

Perdersi per guadagnarsi, diventa per il cristiano profezia di Cristo. All’uomo che ha paura di perdere qualsiasi cosa e finisce per incentrare tutto su di sé, Gesù mostra l’amore come “estasi”, ovvero un’uscita continua dall’io chiuso in se stesso, verso la liberazione del dono di sé. Il dono libero dell’amore fa crescere e moltiplicare la vita. Allora non mi troverò più da solo a guardare me stesso, ma scopriró di trovarmi tra tanti fratelli, scoprirò che i miei occhi sono fatti per guardare oltre me stesso, per guadagnare una pienezza di vita.

La croce che siamo chiamati a portare non è quella di Cristo, quella è già stata portata da lui, per noi ora, si tratta di amare con tutta la capacità che abbiamo e di vincere il nostro egoismo. L’amore che abbiamo donato non perde nemmeno una briciola di vita, perché è l’amore con cui Cristo ci ha raccolti e ci ha insegnato ad amare, é vita salvata dall’amore.

“Signore,

la vita scorre veloce,

aiutami a non trattenerla,

ma a viverla fino in fondo

per ritrovare te inizio, svolgimento

e fine del mio esistere.

Aiutami a non sprecare il tempo,

fa che cerchi sempre il tuo volto.

Grazie per ogni istante della vita,

dove posso persino piangere

il timore della tua perdita

e vedere raccolte le mie lacrime, segno che non ti ho mai perso.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Dal Vangelo di oggi, commento al Vangelo del giorno, perdere la vita, croce, amore, vita

Pane

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18 Febbraio 2025

MARTEDÌ DELLA VI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

Comprendere il mistero di Cristo, non è solo questione di testa ma, soprattutto di cuore. Se la Parola non scende nel profondo di noi stessi, non abita il cuore, tutto rimane alla superficie e vola via con il primo soffio di vento, “come pula che il vento disperde” (Sl 1,4). Cosi la nostra fede non vede, non ode, non vive cio che è importante e perde la memoria della cosa più buona che c’è, che accomuna tutti: il pane. Un pane unico, universale, che solo Cristo dà donando se stesso.

Gesù con le sue domande, vuole risvegliare nei suoi discepoli e in noi, la memoria del cuore, per comprendere l’essenziale che dà la vita. E lui è con noi, sulla barca della nostra fragilità umana, tra momenti di tempesta e di calma, tra gli affani della vita e quel lievito “del male” che fa lievitare in noi la sete di potere, di autosufficienza, di farci persino un Dio a nostra misura.

Se nel cuore non si riaccende la memoria dell’amore, la nostra vita rimane spenta; abbiamo bisogno di lasciarci interrogare continuamente dalla sua parola, per ravvivare tutto l’amore che ci è già stato donato, per accorgerci che nella nostra barca c’è il pane della vita, l’Amore che si spezza per renderci buoni come il pane.

“Signore,

libera il mio cuore dalla durezza,

aiutami a credere in te.

Non importa quanti pani ho io,

quello che conta

è che siano in mano tua.

Liberami dall’affanno,

così che possa

spezzare e gustare dell’amore

che hai dato a me.” (Shekinaheart eremo del cuore)

Segno

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17 Febbraio 2025

LUNEDÌ DELLA VI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

L’uomo è un pellegrino verso la vita, è un mendicante del cielo, un cercatore di segni che danno luce e senso al cammino, ma quando si sente già arrivato, si trasforma in possessore e dominatore del presente. I farisei chiedono a Gesù “un segno dal cielo, per metterlo alla prova”, eppure ne avevano visti, tuttavia non credono, non si fidano. Il loro domandare segni, diventa un pretesto per non credere all’amore vero.

Quando non credi all’amore lo distruggi e lo tramuti in una smania di potere verso gli altri e anche verso te stesso, perché pretendi sempre di più.

Per chi non vuole credere, nemmeno i miracoli servono.

Un Dio che da la vita in croce per me, è l’amore più grande a cui mi posso affidare completamente. Quando credi a questo amore e ami, ritrovi intorno a te tanti segni d’amore; quando non ami o non ti senti amato, non riesci a riconoscerli.

Apriamo gli occhi e il cuore quali cercatori di Dio, un Dio che non si trova nei libri, ma in questa umanità che vive, ama, desidera, soffre, un Dio che cammina sempre al nostro fianco, allora come afferma S. Agostino: “percorri l’uomo e troverai Dio”, percorri la tua fede e troverai l’Amore, percorri l’Amore e troverai il Dio della vita vera, quella che non ha fine.

“Signore,

ti si chiede un segno,

quasi come una spunta blu

e così so che l’hai letto.

Insegnami a lasciarti libero.

Insegnami che la fede non è una spunta,

ma è una promessa già donata,

poiché già vivo sotto il segno della croce.

Chissà se prima o poi,

sarò io a leggerti tra le pagine della mia vita,

solo così percorreró l’amore,

il tuo, che lascia il segno.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Dal Vangelo di oggi, commento al Vangelo del giorno, segno, spunta blu, amore, S Agostino

Raggio di luce

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domenica 02 Febbraio 2025

PRESENTAZIONE DEL SIGNORE – FESTA

Nella festa della presentazione del Signore, che oggi prevale sulla liturgia della domenica, prima dell’accensione delle candele, il sacerdote può utilizzare questa introduzione: “[…] Guidati dallo Spirito Santo, vennero nel tempio i santi vegliardi Simeone e Anna. Illuminati dallo stesso Spirito, riconobbero il Signore e pieni di gioia gli resero testimonianza. Anche noi, qui riuniti dallo Spirito Santo, andiamo nella casa di Dio incontro a Cristo. Lo troveremo e lo riconosceremo nello spezzare il pane, nell’attesa che egli venga e si manifesti nella sua gloria”.

Anche noi come Simeone e Anna, ci lasciamo condurre dallo Spirito Santo, a riconoscere questo Gesù speranza del nostro futuro, luce che illumina tutti i popoli di tutti i tempi e che ora abita dentro i nostri cuori. Un Dio che possiamo toccare, lo accogliamo nelle nostre mani, lo assimiliamo nel sacramento dell’eucaristia.

Illuminati dalla sua luce simboleggiata nel cero, accogliamo lo splendore della sua santità, della sua gloria, quale amore rivelato in Gesù il consacrato di Dio. Oggi festa della vita consacrata, preghiamo perché non manchi mai il segno profetico di donne e uomini che siano capaci di risplendere della santità di Dio, di scrutare in orizzonti nuovi il Dio che viene come luce, per illuminare tutte le genti.

“Signore,

donami un raggio della tua luce,

bagliore di vita,

irradiazione del tuo spirito.

Un raggio per illuminare la mia vita

ed il mio cuore,

un raggio che sia di consolazione

a chi soffre,

un raggio perché il mio buio

non sia mai troppo scuro.

Mi presento a te,

con le mie fatiche e insicurezze

certo che il tuo amore non tarderà,

perché l’Amore vero sei tu

e tu non puoi negare

te stesso.” (Shekinaheart eremo del cuore)

Andate

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sabato 25 Gennaio 2025

CONVERSIONE DI SAN PAOLO, APOSTOLO – FESTA

Evangelizzare non è una nostra iniziativa, non è far vedere quanto siamo bravi, parte sempre da quell’essere stati conquistati da Cristo, e San Paolo di cui oggi ricorre la festa della sua conversione, lo ha sperimentato molto bene. Il suo essere annunciatore è una risposta a Dio che lo ha amato, chiamato e salvato. San Giovanni Crisostomo nel “Panegirico di san Paolo, apostolo” scrive: “Godere dell’amore di Cristo era il culmine delle sue aspirazioni e, godendo di questo suo tesoro, si sentiva più felice di tutti. […] Il più grande ed unico tormento per lui sarebbe stato perdere questo amore. […] Il godere dell’amore di Cristo era per lui tutto: vita, mondo, condizione angelica, presente, futuro, e ogni altro bene”.

Andare in tutto il mondo e proclamare il Vangelo a ogni creatura, è la missione che Gesù affida a ciascun credente, ad ognuno di noi amato senza condizioni, che crede nel suo amore e vuole raccontare la tenerezza e la misericordia che Dio gli accordato. In forza di questo, siamo  abilitati a metterci in cammino; nulla dipende dai nostri meriti, ma tutto è per grazia di un Dio che si fida di me.

“Signore,

nel mio viaggio della vita,

rimani con me.

Il Vangelo è la Parola dell’amore

che ha uno sguardo: il tuo.

Aiutami ad incrociare il tuo sguardo, così che di preghiera in preghiera

mi rialzi,

certo del tuo amore,

più forte del mio timore,

ove il peccato è una piccola ombra

che la tua luce offusca.”

(Shekinaheart eremo del cuore)