Vicinanza di Dio

 vicinanza di Dio

13 MARZO 2024

MERCOLEDÌ DELLA IV SETTIMANA DI QUARESIMA

Se dovessimo dire qual è la, differenza tra noi e Gesù, è proprio questa: la percezione di un’unità costante con il Padre.

Gesù afferma di agire come Padre, di perdonare come, Lui di amare come Lui: “quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo”. È un’unità tale, che se dovessimo raffigurarla con un’immagine, non sapremmo  distinguere quando finisce il Padre e quando comincia il Figlio. Con ciò, cosa vuol dire a noi il Vangelo di oggi? Che il Padre ritenendoci figli, ha mandato suo Figlio, per guarirci da quella solitudine che a volte ci devasta, quando facciamo fatica, quando la sofferenza è al limite e urliamo persino contro di lui: dove sei?

Il Figlio è la risposta al nostro grido: sono qui accanto a te, proprio com’ è scritto nella prima lettura: “io non ti dimenticherò mai”. È come se Dio ci dicesse: ci sono, non ho mai smesso di amarti, soffro anch’io per il tuo dolore. Non c’è croce più grande che vedere il proprio figlio soffrire, ma ti conosco, tu non mi vedi, non mi senti, ti mando mio Figlio, affinché tu possa aprire il cuore e trovare speranza.

Eccoci, siamo tutti davanti a quel Padre che ha generato un Figlio, ora in questo tempo, con le braccia distese così che quando crollassero le nostre, la croce non ci cadesse addosso. Gesù, cireneo dei nostri giorni, ci aiuti a comprendere che è il Padre ora che agisce, per consolare e sostenere la nostra vita, per rassicurare il nostro cuore che mai si dimenticherà di noi. Ed ogni istante di croce o di luce, porta con sé la Sua presenza, la presenza di un amore che perdona, che ci protegge, che asciuga le nostre lacrime.

Il Padre agisce e agisco anch’io, sentiamoci dentro questa relazione del Padre e del Figlio, perché è proprio in essa che la nostra solitudine non c’è più.

“Signore, stammi vicino,

possa sentire l’amore del Tuo Figlio

venirmi incontro,

Tu che l’hai mandato anche per me,

ti prego, fa che non si scordi di me.

Siamo tanti, una folla intera

ed io cosa sono per te?

Tuo figlio!

Aiutami a sentire la forza di questa parola,

così che possa venirti incontro

ed aprire quella porta del mio cuore, chiusa da tempo per il dolore

e che ora so essere protetta da Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Amare

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08 MARZO 2024

VENERDÌ DELLA III SETTIMANA DI QUARESIMA

Amare ed essere amati, è un desiderio fondamentale e primigenio dell’uomo, allora il comando di Dio non è più un comando, ma è un desiderio, quello di entrare in relazione con colui che

ci ama più di tutti, fino a darci la vita. Egli ci ha chiamati all’esistenza. Dio parla e noi abbiamo il compito di ascoltare la voce che ama la vita. Amare è instillare desiderio, amare è nostalgia di essere sempre riamati di nuovo.

Siamo polvere, e il Signore ha messo insieme questa fragilità, creandone un organismo stupendo; non siamo opera delle nostre mani, bensì della parola di Dio che ci ha chiamati alla vita e ora ci dice: Ascolta!

“Ascolta la tua anima, Io ti ho colmato di amore, non di filantropia, ho dato la mia vita per te, perché tu potessi esserne totalmente partecipe e vivere accanto a me.

Amami! Io che ti ho dato la vita, mi faccio ora mendicante di quell’amore che tu puoi darmi, ma dammelo tutto, non tenere niente per te, perché chi dona moltiplica.

Ascolta quanto amore ti ho dato e comunicalo, dillo a tutti”.

L’amore è uno solo, ma a tutti possiamo dare qualcosa di noi, di originale, di nuovo, proprio in forza di quello che abbiamo ricevuto; possiamo essere segno e rivelazione del volto di Dio, al cuore di ogni fratello.

“Insegnami ad amare

anche quando sono stanco;

insegnami a mettere il cuore

e non solo la testa.

A tutti i poveri, ad ogni ricco,

dal primo all’ultimo uomo,

Tu doni una casa,

e la Tua casa è il Tuo cuore.

Aiutami a fare del Tuo amore,

la mia vita,

che ogni fibra del mio essere

ami come Te

e tutti sappiano riconoscere il Tuo amore

e benedirti per questo.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Ritrovare il cielo

Ritrovare il cielo

07 MARZO 2024

GIOVEDÌ DELLA III SETTIMANA DI QUARESIMA

Il Vangelo di oggi ci segna, va diritto alle intenzioni del nostro cuore: “Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde”. Spesso anche noi siamo contro di Lui, che non vuol dire essere suoi nemici, o che non lo amiamo, semplicemente facciamo fatica ad ascoltare la sua voce, facciamo di testa nostra, mettiamo muri e non ponti, manchiamo di fiducia e appena le cose non vanno bene, ci chiediamo dove Lui sia, e ci sentiamo soli.

Quanto è difficile sentire fratelli e sorelle cari, quanta strada dobbiamo compiere per purificare il cuore, eppure il Vangelo ci offre la speranza: quell’uomo a cui la casa non crolla.

Quell’uomo che non vacilla e rimane stabile, come riesce? Per grazia di Dio, una grazia che probabilmente sa riconoscere, perché Egli non ci vuole dispersi, ci lascia liberi, ma come un padre che teme che il figlio  sbagli.

Egli è venuto per unire cielo e terra, non per dividerlo; Egli è venuto per amore, per portare pace a quei cuori pieni di fatica e dolore. Dio ci guarda, osserva ogni nostra lacrima, ogni goccia di sudore, ogni minimo cenno di sorriso e spera che il nostro viso non stia a guardare in basso, ma in cielo presso Dio.

Tu uomo, il cui corpo è terreno, hai nel cuore il cielo, non te ne accorgi? Alza gli occhi, rialzati, senti il tuo cuore battere? Il cielo è la frequenza di Dio, immenso, batte di amore per te. Non temere, non avere paura, perché anche quando non lo senti e il tuo cuore urla: dove sei? Un soffio di brezza leggera sussurra: sono qui accanto a te.

“Mio Dio dammi la forza,

il mio cuore possa incontrare il Tuo.

Restiamo uniti.

Stammi accanto, aiutami a non temere,

insegnami a non cadere.

E quando nel Silenzio più profondo sentirò come una voce

fa che mi accorga di Te,

e cominci ad alzare lo sguardo,

per ritrovare il cielo

nella mia stanza del cuore”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Convertirsi

 convertirsi

21 FEBBRAIO 2024

MERCOLEDÌ DELLA I SETTIMANA DI QUARESIMA

“Essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona”.

L’invito di oggi è proprio quello di convertire il cuore. Come a Ninive gli abitanti cambiarono atteggiamento, modo di vivere, oggi il Vangelo ci dice che ora vi è un uomo più grande di Giona, ovvero: come quegli abitanti hanno ascoltato un profeta, noi non possiamo ora ascoltare il Figlio di Dio?

Certo, molti abitanti non credevano in Giona, magari il loro cambiamento era per il timore di essere distrutti, ma in in quelle parole: “vi è uno più grande”, è insito la grande differenza; che dinanzi a Gesù possiamo cambiare rotta, non per timore di un castigo, per paura di Lui, ma proprio per il contrario. Egli ci ama talmente tanto ed è la  forza del suo amore che ci permette di cambiare, perché chi ama, aiuta anche a tirare fuori il meglio di sé.

Ecco la ragione della nostra conversione, è una conversione all’amore che compie meraviglie, che ci apre alla fiducia e lascia andare la paura.

La Quaresima sia riconoscere un amore che ci plasma, che arde già nel nostro cuore da tanto tempo. Nel nostro quotidiano portiamo questo amore di Cristo, anche solo fidandoci di Lui, abbandonando la paura. Ogni nostro gesto, ogni azione, possa essere un racconto della grandezza di Dio, possa farci camminare consapevoli di una salvezza che è già alle porte, e che il nostro cuore crescendo nella fede, sarà capace di intendere.

Per tutto quello che ancora non riusciamo a fare, mettiamolo nella Misericordia di Dio, Egli sa i nostri sforzi, le fragilità e le cadute; Lui conosce e comprende e non c’è nulla che sarà così per sempre, perché siamo creati per un crescendo, per un’eterna bellezza, che ha già i suoi sbocchi in questa vita e non solo nella vita eterna. Possa il suo amore colmare il nostro cuore e saldare tutto ciò che in noi si è spezzato.

“Signore,

converti il mio cuore,

fa che guardi a Te,

spesso soffre, lacrima,

cosa ne farò?

Lo do a Te, abbine cura.

Nelle tue mani è la mia vita,

Ti do ciò che ho di prezioso

così che ogni mio gesto,

parta da quel cuore nelle Tue mani,

così da sentire il Tuo sostegno per sempre”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

Questione di cuore

questione di cuore

MARTEDÌ 06 FEBBRAIO 2024

SANTI PAOLO MIKY, PRESBITERO E COMPAGNI, MARTIRI – MEMORIA

“Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”. Queste parole presenti nel Vangelo di oggi, esprimono bene il rammarico, il dispiacere del Signore nel vederci lontani.

Nel cammino della vita può capitarci di pensare che il Signore è lontano, che si è dimenticato di noi, ma la domanda che dobbiamo farci oggi è: potrebbe dire lo stesso anche Lui di noi?

Non si tratta solo di fare delle cose per Lui, con Lui, si tratta di metterci il cuore. Possiamo fare anche le cose più giuste e sante, ma se il nostro cuore non è presente, sono vane.

Cosa c’è dentro al tuo cuore? Affidalo a Dio. Lui che il tuo cuore tiene in mano dal tuo primo respiro, purificherà in te tutto ciò che pesa, affinché sia possibile l’unità tra il pregare e l’amare, tra il sopportare e l’aspettare. Affidati, fidati di Lui, perché anche se il tuo cuore ora fosse lontano, Lui non smetterà mai di amarti; mai il Suo cuore si chiuderà per te. Dio che ti ha creato è il primo ad amarti, perché ogni figlio è la sua “stella” più bella.

“Signore,

abbi cura del mio cuore,

abbine cura perché io non lo so fare.

A volte mi sento così solo,

non c’è per me conforto

Quanto vorrei sentire il Tuo amore!

Libera il mio cuore,

così che ogni gesto

sia una duplice espressione di amore:

Il Tuo per me, amore eterno,

il mio per Te ferito, ma ancora vivo,

così che ogni sguardo,

ogni incontro abbiano la luce di Te,

risplendano di Te, sempre.”(Shekinaheart eremo del cuore)

Dimora

dimora

 

14 GENNAIO 2024

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B

In ogni età della vita ogni persona umana, seppur in maniera differente, è sempre alla ricerca di un significato, di qualcosa che dia senso al suo vivere in questa storia.

“Che cosa cercate? “. Chiede Gesù. Il loro è il desiderio di trovare un luogo dove posare il cuore, di colmare un anelito di vita, di vivere un incontro, una relazione con Lui, che non sanno ancora dove li porterà, ma si fidano, perché Giovanni lo ha indicato con uno sguardo particolare, con la metafora dell’agnello di Dio che allude alla Pasqua.

Gesù si volta, ovvero si rivolge a tutti quelli che lo cercano, li guarda e li invita a vedere. Quello sguardo diventa il luogo dell’incontro e dell’esperienza di vita con Dio, infatti non c’è nessun altro luogo dove andare e vedere per dimorare, se non Lui stesso.

Gesù non dà istruzioni, risponde dando se stesso, il suo esempio, la sua vita che si fa esperienza viva di amore che si dona a ciascuno. Lui è il maestro del cuore, insegna a non spegnere mai quelle domande che vengono dal cuore, perchè dicono amore da condividere, vita da vivere.

“Signore,

dimora in me,

in questo mio cuore

che ha bisogno di ristoro.

Ti cerco,

perché desidero essere cercato,

e rimango in attesa di Te,

di quello sguardo che ferma il tempo,

in cui rimaniamo solo io e Te.

Dio che conosci il mio cuore,

abitalo, vivimi,

così che io possa vivere in Te”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Buon 2024

Buon 2024 da Shekinaheart Eremo del cuore

“Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”.

A Maria vogliamo affidare l’anno appena iniziato, Lei che è custode del nostro cuore, possa darci la forza nelle difficoltà, possa esserci di sostegno a non smettere di sperare anche quando è dura. Trovare qualcuno che custodisce il cuore è un dono grande, è il dono più prezioso che Dio possa darci. Ecco chi è Maria, custode del nuovo anno, custode del nostro cuore.

Buon anno a te che leggi, buon anno ai tuoi cari, a chi non ce più; possa tu sentire il sostegno di Dio, possa tu vivere nella pace e nella serenità e possa sentire per te le parole della prima lettura:

“Ti benedica il Signore

e ti custodisca.

Il Signore faccia risplendere per te il suo volto

e ti faccia grazia.

Il Signore rivolga a te il suo volto

e ti conceda pace”.( Nm 6, 22-27)

 

Nascita

nascita

 

SABATO FERIA PROPRIA DEL 23 DICEMBRE

Ogni nascita di un bimbo è sempre qualcosa di straordinario, e la nascita di Giovanni Battista lo è ancora di più. Chiamato alla vita, chiamato per nome: un figlio donato quando tutto sembrava impossibile, un bambino che parla già dell’opera di Dio. “Si chiamerà Giovanni”. Anche il nome che solitamente veniva dato dal padre qui viene dato da Dio. La nascita di Giovanni compie un progetto di Dio che porterà ad accogliere un’altra nascita, quella di suo figlio Gesù.

Ogni bambino che nasce ha bisogno di essere amato, accolto, curato, accudito. Nessuno esiste da sé, tutti siamo parte di un progetto d’amore che Dio ha pensato dai secoli; tutto è per l’uomo e in funzione di questo, perciò amare e accogliere la vita, diventa fare esperienza dell’amore e della cura di Dio verso ciascuno di noi.

Dio ci chiama alla vita e ci chiama per nome, dandoci così una nostra particolare unicità che ci contraddistingue, non siamo esseri gettati nel mondo per caso, ma ciascuno per la sua parte può cooperare al progetto di salvezza di Dio, certi di essere sempre guidati e sorretti da Lui.

“La Tua mano Signore mi guidi,

la Tua forza sia con me.

Il Natale è l’abbraccio di Dio

per l’umanità,

è la certezza che Tu, mio Dio,

non mi lascerai,

ma sarai con me,

ad ogni mio passo e progetto;

la Tua mano sarà tesa.

Come in quella grotta fredda che il Tuo amore ha scaldato

nasci in me,

scaldami il cuore.”(Shekinaheart eremo del cuore)

“A chi posso paragonare questa generazione?”

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15 DICEMBRE 2023

VENERDÌ DELLA II SETTIMANA DI AVVENTO

“A chi posso paragonare questa generazione?”

Anche noi oggi non siamo molto diversi da quella generazione, facciamo fatica a leggere i segni della presenza Dio. Sembra che nulla possa smuovere le nostre coscienze, possa dare vita alla nostra fede. Ma Dio non vuole abbandonare l’uomo a se stesso, fa di tutto per incontrarlo e donargli una pienezza di vita.

La Sapienza di Dio non si ferma al rifiuto dell’uomo, alla non conoscenza, alla mancata coerenza, Egli desidera mostrare la sua grandezza mandando ciò che ha di più caro, donando se stesso, mandandoci suo Figlio, e in Lui un amore infinito. Solo l’amore può sciogliere la durezza dei cuori di pietra, sgretolarne la materia, colmarli del suo Spirito e trasformarli in cuori di carne, così che nessuno possa resistere davanti alla tenerezza di un piccolo bambino ed aprirsi a tanto amore. Un fanciullo avvolto in fasce in una mangiatoia, cambierà le sorti della storia, guarirà l’uomo dalle sue paure.

Andiamogli incontro, questo è tempo di grazia, non temiamo nulla, sarà Lui a guidarci sulla via della giustizia, della pace, della benevolenza, di quell’amore che lascia stupiti, che fa la grandezza del nostro cuore. Lasciamoci abitare da tanto amore così che non siamo più una generazione che rifiuta il dono di Dio, ma che annuncia le sue meraviglie. Una generazione capace di narrare all’altra le sue opere, di proclamare il ricordo di una bontà immensa (cfr. Sl. 144).

“Signore,

il Tuo volto

sciolga la durezza del mio cuore.

Fa che guardandoti

la mia vita cambi, si trasformi.

Dio, guarisci il mio cuore,

togli da me l’asprezza, la lamentela

ed ogni altra forma lontana da te.

Guidami ad essere come sei Tu,

così che nella bontà e misericordia,

permetta di far vivere chi incontro

e sarò più vivo anch’io,

perché da ogni peso mi avrai guarito

e in quella debolezza

ho sentito la Tua forza. “

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Vigilare il cuore

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02 DICEMBRE 2023

SABATO DELLA XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

La giornata che ci si apre dinanzi invita a vigilare. Vigilare sul nostro cuore affinché non si appesantisca. Gesù nel Vangelo fa degli esempi su che cosa può appesantire il nostro cuore, è un invito a dare un nome a cosa ci fa peso proprio per imparare a vigilare. Posso vigilare solo su ciò che conosco, quello che non so, si presenta come un ladro, dove io faccio appena in tempo a girarmi.

Cosa rende pesante il mio cuore ? É un riflettore puntato su me stesso. Non ci sono altri, siamo noi e Dio. A volte è più semplice sentire il cuore pesante che chiederci il perché. Oggi nel preparare il cuore all’avvento, nel fare spazio alla sua Parola, doniamo a Lui ció che nel nostro cuore pesa: una delusione, una preoccupazione, una difficoltà; tutto oggi prende le ali per volare.

Oggi il Signore prende questo tuo peso perché tu possa tornare a respirare. Affidalo a Lui, nelle sue mani ne avrà cura e rispetto, e saprà rendere il tuo cuore consolato, persino quando dopo quel dolore rimarrà il vuoto e la tentazione sarà riempirlo, proprio lì in quel momento, scoprirai il dono della vigilanza, scoprirai che c’è Dio a vegliare su di te, sulla soglia del tuo cuore notte e giorno.

Nessuno ci ruberà più nulla, tutto sarà nostro, perché il nostro cuore è di Cristo. E allora, solo allora, in quella libertà ora consapevole scopriremo la bellezza, il profondo mistero dell’amore che attende, pazienta e dona tempo, affinché l’amato tornato dal suo viaggio, possa ritrovarlo attendere alla sua porta del cuore per dirgli: quando tu non c’eri ho vigilato per te, ora che ci sei bentornato a casa!

“Signore,

veglia come me sul mio cuore,

sii Tu il custode.

Prenditi cura di me,

di tutto cio che per ora è un peso,

affinché senta il Tuo sollievo.

Guidami, perché spesso non so dove andare,

istruiscimi, per comprendere chi far entrare

e liberami, per sentire il tuo amore

bussare alla mia porta.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)