“prendi con te”

prendi con te

 

VENERDÌ 30 DICEMBRE 2022

SANTA FAMIGLIA DI GESÙ MARIA E GIUSEPPE – ANNO A – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Sir 3,3-7.14-17a

Salmo: Sal 127 (128)

Seconda lettura: Col 3,12-21

Vangelo: Mt 2,13-15.19-23

 

“Prendi con te”. Il Signore indica a Giuseppe uno stile che è proprio di Dio: prendere con sé, aver cura, Egli ha cura di noi. Più volte ritroviamo nei testi del Vangelo, Gesù che prende con sé qualcuno.

Giuseppe uomo di grande fiducia fa come gli è stato detto; questo perché per primo sente che il Signore è con Lui, Dio stesso ha preso con sé Giuseppe e lo invita a fare altrettanto.

Dobbiamo chiedere al Signore di sentirci “presi da Lui”, qui sarà la nostra forza, in risposta alle paure e ai timori che possono albergare nel nostro cuore, proprio come a Giuseppe. Tra i sogni e le fatiche della realtà, tra i dubbi e le perplessità, il Signore ci doni di credere in Lui che prende con sé tutti noi per custodirci e portarci al sicuro nel Suo cuore ed essere accolti dalla Santa famiglia di Nazareth, così da sentirci finalmente a casa.

“Signore,

prendimi con Te, tienimi al sicuro nel Tuo cuore,

per avere quell’unica certezza

in grado di illuminare il tutto.

Prendimi per mano, donami la Tua forza,

la stessa che ha sorretto tanti prima di me.

Tu Dio della pace, dona pace al mio cuore,

fa che non si spezzi, ma impari a piegarsi

come delle ginocchia in preghiera davanti a Te,

per scoprire contemplandoti,

che Tu hai cura di me

e sarai con me per sempre”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

In principio

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DOMENICA 25 DICEMBRE 2022

NATALE DEL SIGNORE (MESSA DEL GIORNO) – SOLENNITÀ

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 52,7-10

Salmo: Sal 97 (98)

Seconda lettura: Eb 1,1-6

Vangelo: Gv 1,1-18

Il Vangelo della messa del giorno è di Giovanni (Gv 1,1-18) ed inizia così:

“In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio”.

In principio, all’inizio di tutto, della vita e di ogni forma vivente c’è il Verbo e per evitare confusioni ci viene detto esplicitamente, che il verbo era Dio. Il Dio che con la Parola crea il mondo, ora ci fa un grande dono dicendo:

“E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria”.

Ecco il dono, ecco la salvezza, Gesù il Figlio di Dio nasce in mezzo a noi, tra di noi, affinché ogni cuore possa aprirsi alla speranza e rinascere. Come dice Benedetto XVI: “mentre noi cerchiamo sempre altri segni, altri prodigi, non ci accorgiamo che il vero Segno è Lui, Dio fatto carne, è Lui il più grande miracolo dell’universo: tutto l’amore di Dio racchiuso in un cuore umano, in un volto d’uomo”.

Buon Natale di cuore! Fraternità Shekinaheart

 

 

Preparare il cuore

preparare il cuore

 

15 DICEMBRE 2022

GIOVEDÌ DELLA III SETTIMANA DI AVVENTO

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 54,1-10

Salmo: Sal 29 (30)

Vangelo: Lc 7,24-30

 

“Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero”.

Nell’avvicinarsi del Natale, la liturgia ci mostra Giovanni Battista descritto da Gesù come più di un profeta, il messaggero che prepara la via al Signore.

Quando attendiamo qualcuno a casa nostra ci prepariamo a riceverlo, riordiniamo, cuciniamo, lo accogliamo all’ingresso, lo facciamo accomodare, gli offriamo ciò che abbiamo, conversiamo, scambiamo pensieri ed ancora molte altre cose. Se tutto questo lo facciamo per i nostri amici, parente o conoscenti, cosa faremo pensando che Dio stesso manda suo Figlio a casa nostra? Ci metteremo in azione subito, pensando a quanto fare per accoglierLo in modo adeguato.

Gesù non ci chiede di fare delle cose “esteriori”, il suo desiderio è essere accolto, ascoltato, riconosciuto dentro al nostro cuore! La casa da riordinare è il nostro cuore, bisogna fargli spazio, perché non siamo noi a preparare qualcosa per Lui, ma é la sua venuta a preparare la salvezza per noi. La sua venuta è occasione per renderci persone nuove, e anche se non ci toglie dalle nostre fatiche, dai problemi di ogni giorno, ci fa esistere nel suo amore.

Attendere Gesù in questo Natale, sarà per noi rinnovare il desiderio di una vita piena di Lui: un semplice e disarmante bambino, che riempie l’inquietudine del cuore gettandovi le radici della verità, della bellezza, della bontà e dell’unità, che danno armonia a tutto l’essere. Apriamogli il nostro cuore, attendiamo la sua venuta oggi e sempre, perché il disegno di Dio possa realizzarsi in noi e gli altri vedano quale grande “artista” ci ha colmato di gioia.

 “Signore,

agli sgoccioli del Natale,

aiutami a preparare il cuore.

Fa che nonostante il dolore o la fatica

io possa percepire la Tua nascita

e ritrovare un po’ di amore dopo tanta attesa.

Chi ti ha preparato la via

ha provato la gioia di poterti sentire accanto,

fa che anch’io ritrovi Te nel mio povero cuore

e scopra che sei Tu ad aver preparato per me,

una via d’amore e tenerezza,

una via in cui anch’io possa tornare bambino

in braccio a Te.”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Eccomi

Eccomi

 

GIOVEDÌ 08 DICEMBRE 2022

IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA – SOLENNITÀ

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gn3,9-15.20

Salmo: Sal 97 (98)

Seconda lettura: Ef 1,3-6.11-12

Vangelo: Lc 1, 26-38

«Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». Con queste parole, Maria accoglie il disegno di Dio che la fa diventare madre del Salvatore. Finalmente può compiersi l’antica promessa per tutta l’umanità.

Proclamandosi serva del Signore apre la sua vita e il suo grembo alla vita divina, sarà dimora di Dio in mezzo agli uomini, di cui tutto il suo essere è testimonianza e intercessione.

Chissà Maria come si sarà sentita a portare un mistero di amore cosi grande! Ogni donna quando porta in grembo un figlio si trasforma, diventa madre. Non cambia solo il suo fisico, ma tutto il suo essere. Nel tempo della gestazione vivrà all’unisono con una nuova creatura, un mistero di vita che cresce tra attesa, gioia, preoccupazione, speranza e molti altri sentimenti. Per Maria tutto questo sarà ancora di più, perche Ella sarà la Madre di Dio sempre unita al Figlio e pronta a donarlo continuamente, cosi noi trovando la Madre, incontriamo il Figlio e possiamo vivere della loro presenza.

Quando ci troviamo in difficoltà, affidiamo la nostra sofferenza a Lei che con il suo Figlio ora accompagna ogni sofferenza umana, perché venga aperta all’esperienza dell’amore.

In questa solennità rivolgiamoci a Maria, questa grande Madre, lasciamoci avvolgere dal suo tenero sguardo, sentiamoci figli come il suo  Figlio Gesù, amati immensamente, chiediamogli di accompagnare i nostri passi  sulle strade del bene, perché avvenga anche in noi il disegno di Dio e possiamo far nascere Gesù nel nostro cuore e nelle nostre case.

“Madre,

sono io oggi a dirti eccomi,

come lo dissi Tu quel giorno

offrendo a Dio la Tua vita.

Ora, sono qui per affidarti la mia

e Tu sai cosa vi è dentro.

Aiutami Maria,

affinché io non mi perda.

Entra nel mio cuore, piccola stanza che dinanzi al cielo non è nulla,

ma è il mio cielo,

il luogo dove desidero abitiate Tu e Tuo figlio,

cosi che viva già il mio Natale:

una luce nell’oscurità, una speranza, la mia rinascita”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

“trovati-amati”

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SABATO 03 DICEMBRE 2022

SAN FRANCESCO SAVERIO, PRESBITERO – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 30,19-21.23-26

Salmo: Sal 146 (147)

Vangelo: Mt 9,35-38 – 10,1.6-8

 

Quante volte ci è capitato di sentirci stanchi, sfiniti per tanti motivi ed proprio in queste situazioni che dobbiamo cercare di non perdere il coraggio, perché il nostro “essere perduti” non è nel sentire di Dio, per Lui siamo il suo popolo da cercare e condurre a casa.

Accadeva ai tempi di Gesù e accade anche adesso, però nel tempo una cosa non è mai passata: la compassione di Dio. Il cuore di Dio è accanto al nostro, apparteniamo a Lui al punto che ogni nostro gemito non gli è estraneo. Siamo sorretti dalla sua mano e se cadiamo Egli non ci lascerà, se ci perdiamo Lui non ci stancherà di cercarci.

“Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele”: è il compito che Gesù da ai suoi. Coloro che un tempo erano senza pastore e che dopo aver incontrato il Signore, ora sono chiamati ad aiutare altri a fare esperienza di Lui, così che alla fine saremo tutti dei “trovati-amati”, riconosciuti da un Dio Padre il cui cuore ama e si stringe accanto al nostro per donargli tutto l’amore, l’affetto e la forza di cui ha bisogno.

Affidiamoci a Lui, l’unico in grado di capirci fino in fondo, perché Gesù pensa e vive con il cuore del Padre e da Figlio, porta a Dio tutte le nostre sofferenze.

Cosa grande è il Suo amore capace di comprendere ogni dolore ed ogni fragilità. Stanchi e sfiniti non lo saremo per sempre, poiché Egli è accanto a noi e la Sua compassione sarà la nostra forza. Quando avremo timore di perderci o che nessuno creda più in noi, Egli ci condurrà per mano, sarà luce per il nostro cammino ed il Suo amore non finirà mai. O tu pecora perduta non temere, Dio Tuo Padre ti sta già cercando!

 “Signore,

ti affido il mio cuore,

affinché con Te trovi la forza

per camminare ed andare avanti.

Quando mi sento solo ed abbandono anche me stesso,

fammi sentire la Tua presenza

così da ritornare a vivere,

consapevole che nel Tuo cuore

c’è un posto anche per me

e che non lo perderò mai,

perché è mio da sempre”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Occhi per credere

 

occhi per credere

 

02 dicembre 2022

VENERDÌ DELLA I SETTIMANA DI AVVENTO

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 29,17-24

Salmo: Sal 26 (27)

Vangelo: Mt 9,27-31

 

Il brano del Vangelo di oggi ci spiega come la fede sia avere gli occhi chiusi, essere al buio, ma allo stesso tempo non smettere di credere per vedere con il cuore. I due ciechi seguono Gesù, ma come fanno se non vedono? Probabilmente usando l’udito, ascoltando la direzione della Sua voce e dei Suoi passi; il non vedere potenzia gli altri sensi e come avviene al corpo, accade anche per lo Spirito.

Questo è di consolazione quando nel buio più totale temiamo di aver perso tutto, di non aver più nulla, eppure ciò che fa aprire gli occhi ai ciechi è proprio la fede, essa è quel senso in più in grado di guidarci sempre e comunque, così da poter passare attraverso la fatica ed uscirne risanati.

Ora come ora, non abbiamo Gesù qui fisicamente per rispondere alle nostre domande, e a volte ci sentiamo ciechi, viviamo persino il timore di incontrarne altri e rischiare di cadere, ma Gesù è proprio accanto a noi, dobbiamo usare l’organo dell’amore per vederlo, ovvero il cuore.

Solo così potremmo superare il buio, credendo in Lui, lasciando che Egli operi nella nostra vita e la trasformi, e sarà per qualcosa di buono, che ci farà bene perché Egli vuole il nostro bene.

Sentiamoci profondamente amati e lasciamo sia Lui a guidarci, confidando negli strumenti che ci dona per rafforzarci: la Parola, i sacramenti, le persone e guardiamo insieme il cuore prendere forma, crescere nella relazione con Lui, allora non ci sarà più una notte troppo buia perché il sole è dentro di noi.

 “Gesù, fammi vedere

donami occhi capaci di riconoscerti,

entra nel mio cuore e vivi in me

così che io possa sentirti

e da lì cominciare a credere.

Tu sei la mia unica forza,

non c’è speranza per me, se non in te

e per questo ti prego: attraversa la notte con me,

affinché io possa tornare a risplendere”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Ci sei Tu

 

ci sei Tu

 

01 DICEMBRE 2022

GIOVEDÌ DELLA I SETTIMANA DI AVVENTO

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 26,1-6

Salmo: Sal 117 (118)

Vangelo: Mt 7,21.24-27

Il Signore oggi ci invita a scegliere, poiché per entrare nel regno dei cieli, ovvero nella relazione con Lui è necessario fare vita di tale relazione. È questa la volontà di Dio, al di là di ciascuna scelta personale, la prima vera decisione è sceglierlo, farlo entrare nel nostro quotidiano.

Scegliamo il Signore: lasciamo che le Sue parole penetrino nel nostro cuore, esse saranno la forza nella tempesta. Quando nel timore ci mancherà la terra sotto i piedi, sapremo che Lui è qui con noi e allora non dovremo nemmeno dire: “Signore, Signore”, perché sapremo che Egli sta già parlando e operando in noi.

In questo avvento, tempo di attesa e di speranza, cerchiamo nel quotidiano di innalzare il nostro pensiero a Lui; mentre lavoriamo, studiamo o siamo in casa, eleviamo a Dio una preghiera dal cuore. Piano piano la paura passerà, gli occhi si apriranno alla provvidenza, e il cuore comprenderà di essere su una roccia sicura dove il passato, il presente e il futuro, non saranno in grado di farci vacillare, perché Dio, nostro Padre ci ha promesso un luogo sicuro in cui poter posare il cuore.

L’avvento è proprio il tempo in grado di rafforzarci in questo, poiché al di là delle luci di natale che illuminano le nostre città, c’è una stella in grado di condurci a casa, da Dio. Tale stella ci guida a meditare oltre il nostro tempo, in compagnia di Maria e Giuseppe, essi intrapresero un viaggio fidandosi di Dio e nonostante la fatica, il loro cuore era al sicuro, perché Dio era con loro.

In quella Santa notte, si compirà la promessa di Dio, una luce attraverserà il buio delle nostre notti, nascerà l’Emmanuele il Dio con noi, la loro e la nostra stella più bella, in grado di donarci pace, amore e coraggio per tutta l’eternità!

“Scelgo te,

perché sento che tu mi hai scelto,

la Tua è una chiamata a vivere

ciò che in una vita non basta: la Tua parola!

Proprio per questo, non voglio più perdere tempo,

aiutami a non sprecare parole,

ad essere attento a Te

che vieni non solo a Natale, ma sempre,

per confortare il mio cuore,

per dirmi di non avere più paura,

perché qui con me, ora e sempre ci sei Tu”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Una ragione di vita

 

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27 NOVEMBRE 2022

I DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A

 LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 2,1-5

Salmo: Sal 121 (122)

Seconda lettura: Rm 13,11-14a

Vangelo: Mt 24,37-44

 

In questa prima domenica di avvento la Chiesa ci invita alla vigilanza, ovvero, a porre attenzione che i nostri cuori siano davvero aperti ad accogliere la venuta del Messia. Gesù: un dono d’amore di Dio Padre che ci ama ed è fedele alle Sue promesse.

Avvento non significa in primo luogo attesa, ma presenza, non aspettiamo solo la nascita di Gesù a Betlemme, ma viviamo la tensione a trovare qualcosa di più grande, ciò allude alla capacità del cuore e dell’intelligenza di percepire proprio la “presenza” del Signore Gesù.

L’avvertimento che Gesù fa ai suoi discepoli nel Vangelo di oggi è: “Vegliate dunque”, riguarda la tensione del cuore, come se dicesse: non fate come al tempo di Noè, quando nonostante la gente fosse avvertita, non cambiò il proprio modo di agire, ma cercate la Sua presenza, scopritela, avvertitela, viveteci dentro, fatene la ragione del vostro vivere.

Restare pronti è l’atteggiamento essenziale che dobbiamo avere, per cogliere la manifestazione del Signore nel Suo amore per noi e del nostro amore per i fratelli in ogni circostanza, in ogni dettaglio della vita.

Attendiamo la Sua venuta, perché il Suo regno conquisti il nostro cuore, tutti i cuori e tutta la storia, fino ai confini del mondo.

 “Signore,

dammi la ragione della vita:

imparare come Te ad amare,

senza riserve, a perdita,

affinché mi presenti davanti al tuo altare

ogni giorno a mani vuote,

di quel vuoto che ha dato tutto.

In questo Natale nasci nel mio cuore

così che Tu sia la mia spiegazione di tutto,

la mia ragione di vita”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Volare alto

 

volare alto

 

26 NOVEMBRE 2022

SABATO DELLA XXXIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ap 22,1-7

Salmo: Sal 94 (95)

Vangelo: Lc 21,34-36

 

Le parole di Gesù oggi, risuonano come un richiamo alla responsabilità. Siamo i primi responsabili di ciò che facciamo entrare nel nostro cuore, ed essendo un luogo delicato, Gesù ha a cuore sia al sicuro.

È capitato a tutti di aver il cuore appesantito, il problema è quando questo diventa un modo di vivere, poiché avere il cuore pesante è rendere la vita altrettanto pesante, per noi stessi e anche per chi ci sta accanto.

La metafora usata nel brano è quella del laccio e può capitare anche a noi di vivere qualcosa che stringe e più è stretto, più si fa fatica a liberarsi.

Chiediamo a Dio un cuore leggero che non è superficialità o immunità dalle sofferenze, anzi un cuore che impara ad essere libero è proprio quello più provato, ma che ha capito dove e in CHI essere deposto.

Gesù è il cuore di Dio venuto sulla terra, il Padre ci ha dato il Suo cuore affinché il nostro possa ritornare a battere, a vivere una vita fatta di fatiche, ma anche di consapevolezza che in noi abita la saggezza, ed essa è proprio un dono Suo, capace di destarci dal sonno dei nostri pensieri per volare alto, liberi al di sopra di tutto.

“Signore,

donami il coraggio di essere leggero,

che non vuol dire incosciente,

ma semplicemente il non aver permesso

alla pesantezza di stringere il mio cuore.

Aiutami a liberarmi dal laccio degli affanni,

dalla fragilità e dal timore di essere solo.

Tu sei con me, e con Te ogni cuore

ha una strada dove poter tornare,

fammi fare esperienza di questo

per volare alto al di sopra di tutto”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)