Guardare in alto

guardare in alto

 18 APRILE 2023

MARTEDÌ DELLA II SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 4,32-37

Salmo: Sal 92 (93)

Vangelo: Gv 3,7-15

Gesù nel dialogo con Nicodemo dice che bisogna rinascere dall’alto. Non c’è rinascita dal basso, ossia dai nostri progetti terreni, quando crediamo di farcela da soli; la rinascita viene solo dall’alto, dal vivere la vita con il Signore Risorto.

Lo Spirito soffia e rigenera a vita nuova. Nascere dallo Spirito significa allora, vivere a partire dall’intima convinzione che l’amore di Dio è sempre fedele, ed è talmente forte che neppure il peccato e la morte lo possono distruggere.

Siamo chiamati a guardare in alto, non più ad un serpente di rame, fatto da Mosé per salvare il popolo d’Israele, bensi al Cristo, all’infinito amore che la Croce significa e ci comunica.

Lo Spirito è quella forza d’amore che gonfia le nostre vele, e come il vento non si può fermare, non si può contenere, bisogna sempre lasciarci sospingere sicuri che è Dio ad indicarci la rotta, a gonfiare le nostre piccole vele per condurci in porto e poter rivolgerci a Gesù con cuore confidente e dire:

“Signore,

elevo il mio sguardo in alto,

perché è da lì che vorrei rinascere,

per lasciar andare tutto cio che dal basso mi tira più giù.

Aiutami a rinascere con Te,

affinché la mia vita

trovi la sua svolta,

trovi il suo posto,

non grazie ai miei sforzi,

ma per l’amore che hai per me.

Un amore che è sceso in basso,

per tirarmi su, per farmi rinascere.

Con Te, io sono già rinato.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Rinascere dall’alto

rinascere dall'alto

 

17 APRILE 2023

LUNEDÌ DELLA II SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 4,23-31

Salmo: Sal 2

Vangelo: Gv 3,1-8

Nicodemo è un capo dei Giudei, un uomo di cultura e riconosce Gesù come inviato da Dio, un maestro della legge, tuttavia non riesce a comprendere il messaggio nuovo che Gesù porta: rinascere mediante lo spirito.

Gesù afferma: “Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito”. Nascere dallo Spirito equivale a rinascere di nuovo, è lasciare che questo entri in noi e che sia lo Spirito a guidarci con una nuova libertà.

Essere cristiano non è soltanto seguire dei Comandamenti, seppur vero, è avere la certezza che siamo rinati nell’amore di Dio e così ascoltare il dono dello Spirito che ci porta dove Lui vuole.

Nella nostra vita cristiana tante volte ci troviamo come Nicodemo ad andare a Gesù di notte, ovvero nell’incomprensione della fede, perché questa non è il frutto di una riflessione su Gesù, ma di una comunicazione della vita che proviene da Dio, una riplasmazione del nostro essere che accade quando nel cuore viene acceso il dono della fede.

È lo Spirito che ci fa partecipi della Vita che è in Dio. È lo Spirito che ci fa vivere al ritmo dell’Amore che Lui ha per noi.

Ogni uomo vecchio viene così trasformato in uomo nuovo e può camminare seguendo la libertà dello Spirito, che lo conduce sulle sue vie, verso la pienezza di un amore, che più ne coglie la portata, più ne aumenta la grandezza da scoprire.

Solo chi nasce dallo Spirito può avere questa qualità di Vita, questa qualità di Amore.

“Signore,

aiutami a rinascere,

fa che la mia vita

cominci dal Tuo amore.

Il Tuo spirito mi consoli,

mi doni la forza di camminare,

e mi guidi in ogni istante,

cosi che ad ogni mio passo

ti riconosca accanto

e nella fatica ritrovi il coraggio.

Tu spirito di vita,

che non ti stanchi di soffiare,

riscalda i cuori, risana le ferite

e donaci la grazia di riconoscerti

per rinascere in te”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

A porte chiuse

a porte chiuse

16 APRILE 2023

II DOMENICA DI PASQUA O DELLA DIVINA MISERICORDIA – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 2,42-47

Salmo: Sal 117 (118)

Seconda lettura: 1Pt 1,3-9

Vangelo: Gv 20,19-31

Oggi il Vangelo dell’ottava di pasqua si concentra su Tommaso. Egli era uno dei discepoli, l’unico che alla sera quando venne Gesù non lo vide, poiché il testo ci narra non essere presente. Tommaso vive otto giorni da “separato in casa”, i suoi compagni avevano fatto esperienza di Gesù risorto mentre Lui era rimasto alla passione. È proprio per questo che se la prende ed esige una pretesa: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

Ma Gesù ritorna, perché l’amore torna sempre. Gesù non lascia Tommaso nella sua condizione di difficoltà e realizza addirittura la sua pretesa. Egli non solo vedrà Gesù, ma toccherà i segni di quell’amore, i segni di Risurrezione.

Anche per noi il Signore torna, o meglio, è presente nella nostra storia quando chiudiamo le porte del nostro cuore alla novità, alla vita. Egli entra nelle “porte chiuse” del cuore, per togliere i segni della passione e della morte e lasciare germi di Risurrezione. Non importa se saremo lontani dal nostro cuore, se inganniamo noi stessi lasciando che le nostre ferite non ci facciamo proseguire, Egli verrà per liberare ogni cuore da ogni macchia di peccato.

Oggi è il giorno della festa della divina misericordia, alle porte chiuse del nostro cuore vi sono due braccia spalancate di amore pronte a difenderci, ad amarci non solo oggi, ma per tutta la vita.

“Signore,

entra nelle porte chiuse del mio cuore

e dona vita.

Fa che il Tuo amore sia più forte della mia durezza

e sciolga il gelo che mi separa da Te.

Aiutami a vedere Te, il Tuo volto

venirmi incontro,

poiché io lo so, sei Tu la mia forza.

Finalmente anch’io ho un posto dove poter andare:

nel tuo cuore,

aperto, spalancato, pieno d’amore,

tanto da sciogliere il mio gelo in tante lacrime di commozione,

poiché i miei occhi hanno visto il Tuo amore.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Gesù presente e vivo

Gesù presente e vivo

15 APRILE 2023

SABATO FRA L’OTTAVA DI PASQUA

Prima lettura: At 4,13-21

Salmo: Sal 117 (118)

Vangelo: Mc 16,9-15

Il Vangelo di oggi ci invita a pensare Gesù presente e vivo nella nostra vita. Egli si manifesta da risorto a chi prima aveva già incontrato per vari motivi. È così anche per noi: la nostra vita è attraversata dalla sua presenza in modi differenti, poiché sempre Egli  ha cura di noi.

Il rischio è: ma ci crediamo? Crediamo ad un Dio presente davvero nella nostra vita, oppure viviamo questa relazione come un Dio che invoco ogni tanto?

Credere non è un punto di arrivo, è il primo passo: Maria di Màgdala ha fatto quell’esperienza iniziale con Gesù che è stata un mezzo che l’ha portata a credere in Lui risorto, così i suoi discepoli, c’è sempre un momento che prepara a quel nuovo incontro con Gesù risorto.

Dobbiamo chiedere al Signore l’aiuto di sentirlo vivo e accanto a noi, di liberare il nostro cuore da tutto ciò che frena o può frenare la nostra relazione con Lui, così da poter scorgere segni di Risurrezione, segni di Dio nella nostra vita, che non esclude la fatica quotidiana, ma essi saranno la forza da cui attingere. Diventeremo anche noi dei risorti, ovvero persone capaci di Dio, in grado di mettere luce, di far brillare la nostra vita persino in quelle parti più buie, poiché Lui le ha già perdonate e per il quale ha amato e ha dato tutto, tutto se stesso.

“Signore,

illumina la mia vita del Tuo amore risorto.

Aiutami a credere sempre,

nonostante il dolore o la fatica.

Aiutami a ricordare quel primo giorno

in cui ho percepito il Tuo amore,

affinché possa guardare

la mia vita con speranza,

una speranza che viene dall’esperienza

che Tu per me, o Signore, ci sei”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

È il Signore

è il Signore

14 APRILE 2023

VENERDÌ FRA L’OTTAVA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 4,1-12

Salmo: Sal 117 (118)

Vangelo: Gv 21,1-14

Nel Vangelo di Giovanni, possiamo leggere per ben due volte l’episodio della pesca miracolosa; una prima della Risurrezione in Gv 5,1-11 e l’altra dopo la Risurrezione, che viene presentata nel testo della liturgia odierna.

Giovanni riconosce che è Gesù proprio da quel medesimo gesto avvenuto anni prima, ma che nel corso del tempo aveva reso i discepoli diversi, ora non sono più titubanti nel gettare la rete, avevano già fatto esperienza della possibilità di Dio.

Quello che oggi potremo chiederci è: a distanza di tempo anche noi accostandoci ai vangeli a che punto siamo? Il Signore della vita ci spinge a fare un percorso di vita, e si è vivi se si cresce, o perlomeno se si tende a farlo. Non dobbiamo spaventarci se invece ci sentiamo arenati, perché è proprio questo vangelo a dirci che lì dove è impossibile, la Sua possibilità bussa alla nostra porta.

Chiediamo al Signore l’aiuto e la forza per fare della nostra vita un luogo di incontro e di memoria, un luogo in cui tra le mille impossibilità emerga la Sua possibilità, in grado di farci esclamare come Giovanni: è il Signore.

Resta con noi

resta con noi

12 APRILE 2023

MERCOLEDÌ FRA L’OTTAVA DI PASQUA

 LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 3,1-10

Salmo: Sal 104 (105)

Vangelo: Lc 24,13-35

“Egli fece come se dovesse andare più lontano”

Il Signore non si impone mai alla nostra volontà, ma fa sorgere in noi la nostalgia del suo incontro. La sua vicinanza fa ardere il cuore della sua presenza, che non possiamo più trascurare.

Allora come i discepoli esclamiamo: “resta con noi perché si fa sera”. Senza la sua presenza non vediamo bene, ci viene meno la lucidità della fede e la magnanimità del cuore, abbiamo bisogno della Sua luce nella nostra notte.

Gesù ci conosce e fa della sua presenza un luogo in cui ci è possibile sentire il cuore ardere, ovvero: sentirlo vivo in noi, al punto da non poter piu stare senza di Lui. Siamo invitati a dire al Signore: “resta”, resta nelle nostre case, nel nostro cuore, resta, perché senza di te il nostro cuore non arderebbe.

Gesù è il presente, per questo è nato, morto e risorto, per poter essere sempre con noi, con tutti, anche con chi non lo conosce, con quanti non lo cercano affatto.

Un Dio che per restare sempre sceglie un pezzo di pane, la cosa piu semplice di questo mondo, ma anche la piu unica, perché chiunque riceverà di quel corpo, non potrà che sentire il cuore ardere, poiché l’amore scalda, brucia, si consuma e sopratutto non finirà mai.

Sul Tuo cuore

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04 APRILE 2023

MARTEDÌ DELLA SETTIMANA SANTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 49,1-6

Salmo: Sal 70 (71)

Vangelo: Gv 13,21-33.36-38

Tradimento e rinnegamento sono le due parole terribili, presenti nel Vangelo di oggi

Qui leggiamo la miseria e la pochezza umana a differenza della grandezza di Dio, e la nostra piccola fede che si infrange davanti agli eventi che ci turbano e ci spaventano.

Eppure costoro erano amici di Gesù, li aveva scelti Lui, come può succedere questo?

Ci vengono alla mente le parole del Salmo 53: “Se mi avesse insultato un nemico, l’avrei sopportato; se fosse insorto contro di me un avversario, da lui mi sarei nascosto. Ma sei tu, mio compagno, mio amico e confidente” (vv 13-14).

Quale dolore puo aver trafitto il cuore di Gesù, prima ancora dei flagelli sul suo corpo?

Giuda è avvolto dalla notte, non c’è luce che possa filtrare nel suo cuore, la tenebra ha preso il sopravvento e fugge dall’amore che Gesù vuole ancora donargli dandogli “quel pane”.

Pietro invece promette la sua fede, è disposto ad un gesto eroico, eppure anche lui dovrà fare l’esperienza della paura e della debolezza umana, per  aprire il cuore alla vera fede e confermare i sui fratelli.

Giovanni, “il discepolo che Gesù amava”, si china sul petto del suo Signore per sapere di chi sta parlando, e coglie tutta l’emozione, il turbamento, il battito gonfio di quel cuore colmo di passione d’amore, perche la fedeltà di Dio è piu forte di ogni tradimento e rinnegamento.

Gesu è venuto per dare salvezza, per rendere gloria al Padre, perché la gloria dell’uomo e la stessa gloria di Dio, consistono nell’amare.

Si tratta di un vero dono, di vivere consegnati, affidati a Lui con tutto il nostro essere, senza alcuna riserva o difesa.

“Come Giovanni, mi metto sul Tuo cuore,

lì dove il tradimento di colui che hai scelto ti ha colpito.

Mi chino su di Te, poiché Tu con me

l’hai fatto tante volte

e proprio come quando ci si ama,

i tuoi gesti diventano i miei.

Aiutami ad accompagnarti in questi giorni santi,

per scoprire quanto è grande il Tuo amore

e quanto il mio cuore è capace di riceverlo.

Sii accanto a me,

ed insieme usciamo da questa notte e risorgiamo.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

Profumo

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03 APRILE 2023

LUNEDÌ DELLA SETTIMANA SANTA

 

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 42,1-7

Salmo: Sal 26 (27)

Vangelo: Gv 12,1-11

Gesù si trova a Betania a casa dei suoi amici Lazzaro, Maria e Marta. Qui accade un fatto particolare: Maria si abbandona all’effusione dell’amore, presentandosi al suo Signore con tutta se stessa, mettendosi in gioco e rompendo con gli stereotipi femminili del tempo.

Ella cosparge i piedi di Gesù con abbondantissimo e prezioso profumo, e li asciuga con i suoi capelli. Maria non teme i giudizi degli altri, cosa possano pensare di un simile gesto ed anticipa quello che farà tre giorni dopo Gesù ai suoi discepoli. Maria anticipa la fragranza dell’amore del Signore che si diffonderà per tutta la terra, dove lo spreco di tanto profumo, dice l’abbondanza quale misura dell’amore.

Come Maria mettiamoci ai piedi di Gesù, versiamogli tutto il profumo, ovvero, tutto l’amore di cui siamo capaci che ritornerà a noi moltiplicato, profuso nei capelli, poiché l’amore effonde nel cuore il suo ritorno, è più forte di un profumo, non andrà mai via, resterà per abitarvi. Cosi è l’incontro di quella donna con Gesù, avvenuto una volta, ma che vale per tutta la vita, in quanto è l’amore a fare di sé il sigillo. Il Suo amore non conosce il risparmio, la sua logica, è quella di dare tutto.

“Signore,

qui, ora siamo solo io e Te.

Uno di fronte all’altra,

non c’è bisogno di parlare,

Tu sai di me, mi conosci

ed io povera creatura, ti dono

tutto quello che posso,

tutto quello che sono:

una boccetta di profumo spaccata.

Un cuore infranto, ma con tutta la voglia di non perdersi.

Il Tuo amore mi ha preso così come sono,

non ha badato alla frattura,

si è limitato ad accogliere quello che io potevo fare,

ed io per sempre, lo ricorderò e ci sarò per te”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Profezia di salvezza

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01 APRILE 2023

SABATO DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ez 37,21-28

Salmo: Ger 31,10-12b.13

Vangelo: Gv 11,45-56

Nel Vangelo di oggi, il sommo sacerdote di quell’anno Caifa, per motivi soprattutto di paura e d’interesse politico, spinge il Sinedrio ad uccidere Gesù. Qui l’evangelista annota che Caifa profetizzò: ” Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi.”

Ora, come può essere questa una profezia, se le profezie indicano una volonta divina? Dio non può volere la morte del Figlio! Questa profezia è frutto di complotti umani, ma Dio trasforma la volontà di male dell’uomo in una possibilità di bene.

Spesso si dice che Dio scrive dritto anche sulle righe storte, per indicare che Lui può cambiare il significato delle cose nella logica dell’amore, può dare una nuova valenza, perché l’amore cambia la realtà, non in maniera fisica del termine, ma nella struttura di senso. Così anche il dolore può essere vissuto nel dono di sé.

Dio non impedisce che gli eventi accadano, ne guida il loro percorso.

Da omicidio, quel gesto diventa offerta, diventa profezia di salvezza per tutti.

Dio guida la storia perché ci ha dato, con l’esempio e la presenza di Gesù, la possibilità di renderla un luogo di perdono, di libertà e di gioia, un luogo dove dire a tutti che la sua Misericordia è più grande di ogni miseria umana, che l’offerta della sua vita vale infinito amore per ciascuno.

“Signore, Dio delle possibilità,

dona alla mia vita la forza per andare avanti,

nella difficoltà come nella gioia,

e riconosca nel Tuo amore

la mia forza.

Trasforma il cuore

rendimi capace di bontà, pietà, mitezza

fa che possa amare e non giudicare,

perdonare persino lì in quel luogo buio,

dove il dolore prende il sopravvento,

affinché risplenda il tuo volto Santo,

così che nei Tuoi occhi io possa vedere la mia vita,

tutto il buono che hai pensato per me”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Gettiamo via le pietre che appesantiscono il nostro cuore

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31 MARZO 2023

VENERDÌ DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA

Prima lettura: Ger 20,10-13

Salmo: Sal 17 (18)

Vangelo: Gv 10,31-42

“Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre; per quale di esse volete lapidarmi?”.

I Giudei non sopportano più Gesù, sono pronti a lapidarlo. Ha bestemmiato, perché Lui che è uomo si è fatto Dio.

Un Dio dal volto umano non può essere un Dio, è troppo povero! Non si accorgono di avere un immagine sbagliata di Dio, lo vedono come uno al quale importa più la sua legge, che non la gioia dei suoi figli; un Dio dallo sguardo giudicante, che toglie anziché dare possibilità. Non comprendono, che solo quel Volto può trasformare il nostro cuore che getta pietre, in un cuore umano che dona amore.

Dio dona misericordia e possibilità di vita nuova. Il fine di tutta la storia sarà positivo, perché vi ha messo mano e non si tirerà indietro; andra fino alla fine, salirà sulla croce per salvare tutta la creazione e redimere l’uomo creato ad immagine della sua immagine.

Alla soglia della settimana santa, gettiamo via tutte quelle pietre che appesantiscono il nostro cuore e occupano le nostre mani, per riconoscere quanto amore viene versato in quest’ora della storia e per tutti i tempi. Li è l’inizio della nostra fede, dove credere in Lui è lasciarsi commuovere da tanto amore.

“Signore,

sostieni la mia vita,

donami la forza di cambiare quello che non va,

tutto cio che mi allontana da Te.

Aiutami sempre a credere in Te,

nelle tue opere, nella tua parola.

Fa della mie scelte

il luogo dove si possa scorgere il nostro incontro.

E quando inciamperò

mostrami sempre il tuo amore

per rialzarmi e ripartire.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)