Gioia

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10 MAGGIO 2024

VENERDÌ DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Il Vangelo di oggi riprende il tema della tristezza che viene cambiata in gioia da Gesù, ma qui si aggiunge un elemento molto importante: la gioia non è soltanto per un momento, si tratta di una gioia che nessuno può togliere, nessuno può scalfire.

E la gioia del mattino di Pasqua, la gioia di una vita nuova, un uomo nuovo viene al mondo, come l’immagine che ci mostra Gesù del bambino che nasce, dopo un travaglio di vita.

La gioia di Cristo ci rende nuove creature e questo uomo nuovo che nasce, è anche ciascuno di noi, quando attraversando le difficoltà dell’esistenza terrena, con tutte le sue

condizioni di limite, di fragilità, di mortalità, testimonia di saper amare con lo stesso amore di Dio.

Nessuno ama la sofferenza e nessuno la cerca, Dio l’ha già attraversata per noi e con noi: “Nessuno potrà togliervi la vostra gioia”, dice Gesù, perché è già nostra, Lui ce l’ha donata tutta nel sigillo indelebile del suo Spirito.

Credere nel potere di Dio nella mia storia, è dare ragione di un amore che ci colma di gioia, un amore che non verrà mai meno così come la gioia, perché il Signore risorto non ci lascerà mai più: è la sua promessa.

Lasciamo che Dio sia la nostra gioia infinita, cosi da essere liberati da quei turbamenti che pesano nel nostro cuore e viviamo la sua presenza, con tutta la fede e con tutto l’amore di cui ci ha resi capaci.

“Signore,

a quella tristezza

tanto radicata in me,

insegnami a dire basta.

Fa che non guardi solo al dolore,

alla fatica e al peccato,

ma riesca a vedermi

come mi guardi Tu: con amore.

Che cos’è la gioia?

Scoprire che c’è una luce

non solo in fondo al tunnel,

ma già all’inizio,

così che nel tragitto io non mi perda,

e la mia Luce sei Tu.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Dalla tristezza alla gioia

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09 MAGGIO 2024

GIOVEDÌ DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Gesù oggi ci dice che il nostro cuore proverà tristezza perché Lui andrà via, ma la sua assenza durerà “poco”, poi lo rivedremo e la nostra tristezza si cambierà in gioia.

La tristezza è un’emozione che ci fa provare dolore, disperazione, delusione, impotenza. Cosa possiamo fare davanti alla “perdita” di qualcuno che amiamo, davanti a situazioni che non sappiamo come venirne fuori?

Gesù ci insegna come affrontare questi “tempi”, queste vicende che sono un importante passaggio della nostra esistenza: dalla tristezza alla gioia, dalla morte alla vita, dalla delusione alla speranza.

Tutto si trasforma alla luce di quel verbo “vedrete”. Vedere, non vedere con gli occhi, che per i discepoli è stato: prima realmente vedere il Signore risorto e poi un vedere con il cuore; solo il cuore che ama vede e comprende. Qui entra in gioco la fede nel credere che la morte di Gesù, non è la fine di tutto, ma il compimento dell’amore, dove Gesù ritorna al Padre per donare a noi il suo Spirito di vita. Questo tempo è il passaggio della Pasqua, è il tempo dove avviene la salvezza, dove la nostra tristezza si cambia in gioia: “Hai mutato il mio lamento in danza, la mia veste di sacco in abito di gioia” (Sl 30).

Un Signore che ci strappa alla tristezza, si fa rialzare dal nostro dolore, ci insegna che queste situazioni della vita, non sono morte, ma possono diventare passaggi verso la luce, se vissuti con Lui e come Lui nell’amore. Allora scaviamo nel profondo del nostro, cuore magari faremo fatica, ma lì emergerà quella fonte zampillante di vita, che è lo spirito del Signore. Guardiamo con gli occhi del cuore e crediamo in quell’amore che ha già trasformato il nostro dolore.

“Signore,

tieni: ti affido il mio cuore,

trasformalo,

affinché ogni dolore e fatica

nelle tue mani non vadano perduti.

Prometti vita, gioia,

è davvero anche per me?

Si, lo sento da come tieni in mano il mio cuore,

perché chi ne ha così cura

è perché ama

e Tu Signore lo hai già fatto,

la mia gioia ora è per l’amore

che hai per me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Gioia

 

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GIOVEDÌ 02 MAGGIO 2024

SANT’ATANASIO, VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

La gioia di Cristo sia in te!  Potrebbe essere questo il saluto che ciascuno di noi oggi, può dire all’altro. Non una gioia qualunque di un momento di spensieratezza, di svago, ma una gioia duratura, interiore, che penetra nella profondità nel cuore umano frutto di un amore stabile. Una gioia derivante da quell’unico evento in cui Cristo ha vinto ogni male, ha “mutato il mio lamento in danza, le mie vesti di sacco in abito di gioia” (Salmo 30,12).

Solo la gioia del Risorto dona pienezza alla nostra esistenza, dà forza al nostro vivere quotidiano, ci aiuta ad affrontare le inevitabili difficoltà e le sofferenze della vita. Afferma padre Cantalamessa: “Senza Dio, la vita è un giorno che termina nella notte; con Dio è una notte che termina nel giorno, e un giorno senza tramonto”.

L’amore di Dio ci dona il giorno della vita, perché noi possiamo vivere ogni giorno la vita nella gioia, con la certezza di poter guardare ad una gioia senza fine, che fin da ora possiamo pregustare, ma che solo un giorno sarà “piena”.

Questa gioia non si può comprare, ne vendere, si può riceve e donare: Dio desidera dare a noi tutta la sua gioia, allora rimaniamo nel suo amore, perché la nostra “gioia sia piena”. Nessuna gioia vera è senza amore, e nessun amore è completo se manca la gioia.

A te che leggi, a te che ascolti, a te che ami: la gioia di Cristo sia in te!

“Signore,

dammi un po’ della Tua gioia.

Solleva il mio cuore un po’ più su,

affinché me ne accorga,

così che il mio volto si rallegri,

perché vede in Te

quella speranza di pace

che non ha confini,

supera gli ostacoli

e mi fa riconoscere davvero,

che Tu mi ami!”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Ti rendo lode

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LUNEDÌ 29 APRILE 2024

SANTA CATERINA DA SIENA, VERGINE E DOTTORE DELLA CHIESA, PATRONA D’ITALIA E D’EUROPA – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Il Vangelo di oggi inizia con Gesù che rende lode al Padre. Ma Dio non lo si loda tanto per le cose materiali che da lui riceviamo, quanto per l’amore che ci dona, perché Lui è nostro Padre e noi siamo suoi figli. Gesù è venuto per farci conoscere il Padre, per portarci il cielo sulla terra, cosi il Verbo si è fatto carne, l’amore è diventato concreto.

E sebbene Dio si dona a tutti, non tutti però riescono a comprendere quell’amore, poiché Dio non lo si possiede con l’intelligenza, non è un’ideologia, non lo si trova nell’autosufficienza di chi vuole bastare a se stesso; Dio si rivela al cuore che lo attende, che lo cerca sebbene a tentoni e che lo desidera.

Dio è il Padre che vuole solo donare amore ai suoi figli; nella misura in cui mi riconosco bisognoso, povero, mancante e lo accolgo, Egli si dona per colmare la mia vita della sua presenza.

Gesù ha ricevuto tutto dal Padre e consegna tutto se stesso a ciascuno di noi, ci introduce nella vita del Padre a cui nessuno si deve nascondere, perché Lui vuole solo donare, accoglie le nostre povertà, i limiti, i peccati e li purifica nella sua grande misericordia.

Allora ascoltiamo l’invito di Gesù: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, […] e troverete ristoro per la vostra vita”. Andiamo a Lui e preghiamo con le parole di santa Caterina da Siena, che oggi festeggiamo patrona d’Italia: “Tu, Trinità eterna, sei come un mare profondo, in cui più cerco e più trovo; e quanto più trovo, più cresce la sete di cercarti. […]  Trinità eterna, sei creatore ed io creatura; ed ho conosciuto – perché tu me ne hai data l’intelligenza, quando mi hai ricreata con il sangue del tuo Figlio – che tu sei innamorato della bellezza della tua creatura”. Per questo con Gesù, rendiamo lode al Padre.

“Ti rendo lode, Signore,

per un amore così profondo colmarmi il cuore,

tanto grande che ne sfioro solo la superficie.

Tu Trinità infinita,

ami e trovi bella questa tua creatura non perché ti ricorda Te medesimo,

ma perché Tu hai tra le mani

un amore frutto di un legame

tra Te e il Figlio, e lo Spirito Santo

e in quest’unione,

trovi in me un cuore

dove poter far nascere questo amore.

Un cuore che seppur fragile,

attende, spera

e chiede, perdono

e loda Te per questa gioia. “

(Shekinaheart eremo del cuore)

Lunedì dell’angelo

 

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01 APRILE 2024

LUNEDÌ FRA L’OTTAVA DI PASQUA

Nella tradizione spirituale, la gioia è il segno della presenza di Dio

Alla nascita di Gesù l’angelo dice: vi annuncio una grande gioia; le donne davanti al sepolcro vuoto corrono con gioia grande a dare l’annuncio della resurrezione. Non hanno ancora visto il Signore, ma la fede le spinge a credere, cosi tra la paura e la gioia, emerge la gioia più grande della paura.

La gioia da un annuncio di vita. Gesù si mostra, incontra le donne, “esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono”. Una gioia incontenibile, un amore che vuole trattenere. Lo stupore non basta, Dio lo si adora chinati a raccogliere un mistero di vita, un germoglio uscito dal cuore della terra per vedere il miracolo del cielo.

Dove cercare la gioia che dona pienezza di vita al cuore, se non in un Dio che risorge?

“Cerca la gioia nel Signore esaudirà i desideri del tuo cuore” (Sl 36,4). E qual’è la nostra gioia se non il desiderio di incontralo di trovarlo, vivo, presente?

La fede in Gesù risorto si fa audacia di annunciarlo, di mettersi in cammino lungo i sentieri della vita per raggiungere tutti, vicini e lontani, per raccontare un evento di salvezza.

Camminare è il verbo del discepolo, del Risorto, è abbandonare il sepolcro per correre sulle strade della storia, una storia gia abitata da Cristo risorto.

“Signore,

il Tuo annuncio corre sino a me:

sei risorto!

La Tua risurrezione è il passo di vita nelle mie “morti”.

Tu luce che rifletti nel buio,

sole del mattino,

stella delle notte,

vieni e risplendi nel mio cuore,

così che risorga anch’io io camminando verso di Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

 

Magnificat!

Magnificat!

 

MARTEDÌ 15 AGOSTO 2023

ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA (MESSA DEL GIORNO) – SOLENNITÀ

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ap 11,19a; 12,1–6a.10ab

Salmo: Dal Sal 44 (45)

Seconda lettura: 1Cor 15,20–27a

Vangelo: Lc 1,39-56

Maria ha permesso alla promessa di Dio racchiusa nella sua parola di compiersi e rivelarsi al mondo; ha acconsentito al Suo desiderio d’incontrare l’uomo. La vita di ogni uomo nasce da un incontro d’amore. Ogni figlio porta vitalità, gioia di vivere, visione di speranza, forza ed energia.

Accogliere il Verbo della vita nella propria umanità, vuol dire far risplendere l’amore di Dio a tutti, far trasparire questa Presenza divina. Proclamare Maria assunta in cielo significa mostrare la grandezza infinita dell’amore di Dio per l’umanità.

Maria, Madre di Dio, è la prima tra le creature a riceve la gloria che appartiene a Dio.

Ci troviamo davanti ad un mistero pieno di speranza, tanto che Dante, giunto in paradiso, fa dire a S. Bernardo quelle straordinarie parole:

Qui se’ a noi meridïana face

di caritate, e giuso, intra ‘ mortali,

se’ di speranza fontana vivace.

Donna, se’ tanto grande e tanto vali,

che qual vuol grazia e a te non ricorre,

sua disïanza vuol volar sanz’ali.

La tua benignità non pur soccorre

a chi domanda, ma molte fïate

liberamente al dimandar precorre.

In te misericordia, in te pietate,

in te magnificenza, in te s’aduna

quantunque in creatura è di bontate (Paradiso, canto XXXIII).

Con Maria compiano anche noi il nostro Magnificat. Alziamoci in fretta, non temiamo, riconosciamo la Sua presenza e facciamone dono ad altri. Maria stella del cielo, volge la sua luce in alto, affinché ogni cuore guardando a Lei sappia dove alzare lo sguardo e scorgere il proprio pezzo di ncielo.

“Maria mamma del cielo,

accompagna il mio cammino,

affinché come pellegrino, giunga alla mia meta.

Maria fai del mio cuore

il luogo del fiat, del mio Si quotidiano,

così che risplenda sempre la Sua luce nonostante le mie tenebre.

E quando il mio piede avrà inciampato,

rialzami, corri da me in fretta

attraverso quei monti di fatica e cantami il tuo Magnificat

così che rialzandomi, mi ritrovi in Te,

nelle tue parola e dica con te: Magnificat”

(Shekinaheart eremo del cuore)

La nostra gioia

La nostra gioia

19 MAGGIO 2023

VENERDÌ DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA

Prima lettura: At 18,9-18

Salmo: Sal 46 (47)

Vangelo: Gv 16,20-23a

“Nessuno potrà togliervi la vostra gioia”, dice Gesù e questo perché la gioia appartiene già al nostro cuore, dice infatti: la vostra gioia.

La gioia di cui parla Gesù, non è semplicemente allegria, è uno stato del cuore che vive nell’amore che da vita. Egli usa la similitudine della donna che partorisce, la quale “non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo”.

Questa gioia appartiene a chi capisce e sperimenta che il dolore, il fallimento, la morte non sono l’ultima parola, ma sorgente di nuova vita.

La gioia del discepolo ha le sue radici nel dono della vita di Gesù, un  dono che rinnova tutta l’umanità e la creazione  intera.

Tale gioia nasce dalla certezza di essere dei salvati dall’amore di Dio, dove quell’amore che sembrava sconfitto è stato in realtà vittorioso. Questo è ciò che è nascosto nella  Pasqua di Cristo e questo è il fondamento ultimo della gioia.

Lo Spirito Santo che è Amore ci colma di questa gioia, ci dona il suo frutto: gioia immensa, gioia vera, che nessuno ci può togliere, perché impressa nel nostro cuore. Una gioia che come dice un famoso canto:

“vola sopra il mondo

ed il peccato non potrà fermarla,

le sue ali splendono di grazia,

dono di Cristo e della sua salvezza

e tutti unisce come in un abbraccio

e tutti ama nella carità” (Frisina – la vera gioia).

“Signore,

rendimi il mio cuore consapevole

di essere fatto per la gioia.

Una gioia semplice, capace di sorridere,

di essere altro, oltre i miei muri di tristezza.

Ritrovo Te in questa gioia.

Fa che sappia custodirla, riconoscerla,

per poterla donare a chi come me,

pensava di non aver nulla.

C’è un dono prezioso,

nelle profondità del cuore,

che ci dirige, verso l’alto”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

“Si cambierà in gioia”

si cambierà in gioia

18 MAGGIO 2023

GIOVEDÌ DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA

 

Prima lettura: At 18,1-8

Salmo: Sal 97 (98)

Vangelo: Gv 16,16-20

“La vostra tristezza si cambierà in gioia” dice Gesù. Non soltanto un momento passeggero, ma tutta la nostra tristezza ovvero, in tutta la nostra vita.

Gesù qui vuole rassicurare il cuore dei suoi discepoli, rassicura anche tutti i nostri cuori e di tutti quelli che verranno ancora, perché la sua parola consola. Gesù comprende Il timore del cuore che alberga in ciascuno e ci aiuta a non disperare, a non sentirci soli di fronte a tutto quello che pare assurdo e fa paura. Egli capisce, anzi previene le nostre domande, per assicurarci che ha compreso il nostro disagio.

Vengono alla mente le parole di Manzoni: Dio «non turba mai la gioia dei suoi figli se non per prepararne loro una più certa e più grande».

Dio ama la vita che è opera delle sue mani e conduce tutto attraverso vie che non conosciamo ancora, ed eventi di cui non ne comprendiamo appieno il senso. Ma in questo condurre non abbandona mai l’essere umano a se stesso. Egli ha vinto tutte le sofferenze e le prove della vita, persino la morte. Il Signore risorto sarà sempre con noi.

Solo questa certezza può sostenere la speranza anche nelle situazioni più drammatiche e tramutare la tristezza in gioia.

“Signore,

dona al mio cuore

la gioia che viene da Te, dal saperti accanto.

Sei tu il mio rifugio,

il luogo sicuro dove poter posare il cuore,

allora, ti prego, donami sollievo,

affinché io possa trovare quella pace,

quella gioia, come sottofondo della mia vita,

anche nella notte più buia”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Perché la vostra gioia sia piena

perché la vostra gioia sia piena

 

11 MAGGIO 2023

GIOVEDÌ DELLA V SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 15,7-21

Salmo: Sal 95 (96)

Vangelo: Gv 15,9-11

Siamo tutti amati da Dio come Egli ama il suo stesso figlio unigenito, e in forza di questo amore, siamo eredi di una gioia profonda. È di questa gioia che Gesù parla, ovvero di un’esperienza di amore: egli si è sentito amato e rimane nell’amore del Padre fino alla fine. La gioia dell’amore del Padre è ciò che ha riempito tutta la sua vita, ne è il senso, un senso che viene lasciato in eredità ai discepoli, perché essi ne facciano tesoro e diventi anche la loro gioia.

La gioia evangelica è il respiro di vita del cristiano, non un sentire qualunque, ma ha una radice profonda nel cuore della fede.

Romano Guardini scriveva: “La sorgente dell’allegria, si trova nel più profondo dell’essere di una persona (…). Lì risiede Dio. Allora, l’allegria si espande e ci fa luminosi. E tutto ciò che è bello è percepito con tutto il suo splendore”.

Viviamo la gioia! Perché questa è un fatto di vita, la gioia è questione di senso che riguarda l’essere e il vivere.

Non abbiamo paura, camminiamo sulle orme di Gesù per imparare a superate resistenze e timori; lasciamoci amare e prendere per mano da Dio, perché “grandi cose ha fatto il Signore per noi, ci ha colmati di gioia” (Sal 126,3). Cerchiamo la gioia del Signore e sarà Lui ad esaudire i desideri del nostro cuore (cfr Sal 37,4). Impariamo a gustare tutte le gioie che il Signore mette sul nostro cammino: “gioia esaltante dell’esistenza e della vita; gioia dell’amore; gioia pacificante della natura e del silenzio; gioia talvolta austera del lavoro accurato; gioia e soddisfazione del dovere compiuto” (Gaudete in Domino, n. 1).

“Insegnami a gioire nonostante la fatica,

fa che il mio sguardo salga verso il cielo,

dove il mio cuore

alla ricerca di ossigeno con Te,

possa respirare.

Insegnami a dire parole di gioia e di meraviglia,

così da essere un Tuo raggio di sole,

anche dopo tanta pioggia.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Esulta di gioia

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29 NOVEMBRE 2022

MARTEDÌ DELLA I SETTIMANA DI AVVENTO

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 11,1-10

Salmo: Sal 71 (72)

Vangelo: Lc 10,21-24

Gesù esulta di gioia nello Spirito Santo. L’avvento viene anche definito come il tempo della gioia, allora lasciamoci pervadere dallo Spirito, apriamo gli occhi del cuore e della della mente per vedere la salvezza, per capire quanto il Signore ci ama da darci Suo Figlio.

A volte pensiamo che questo mistero sia troppo grande per noi da non riuscire a comprenderne appieno la sua portata, eppure il Signore sembra dirci: impara la gioia dei piccoli, perché lì è il segreto della mia grandezza; accogli il dono di me stesso, perché lì è la vera gioia.

Non c’è tempo per la tristezza, non c’è tempo per rimanere fermi, bisogna esultare di gioia. Come fare se il nostro cuore non riesce ad esultare? Come gioire se la fatica del tempo presente invade l’animo?

Ascoltiamo Gesù che ci chiama beati, non perché le cose sono andate bene, ma perché i nostri occhi possono vedere, il nostro cuore è messo in grado di comprendere la grandezza di un Dio bambino per noi, piccolo fra i piccoli.

Siamo creati con la capacità di poter toccare questo amore sopra ogni limite, oltre ogni dolore o affanno ed esserne testimoni. Mediante Gesù, dal Padre ci è stato dato tutto, un Dio in cui poter credere proprio quando nessuno ci comprende, quando il cuore nel buio completo cerca la luce. Il Suo amore impresso nella storia, ha fatto la nostra storia e l’ha resa sacra, perciò esultiamo di gioia nello Spirito, perché Egli è qui per nascere, rinascere ancora e noi con Lui

 “O tu Sole,

che lasci la Tua impronta sulla terra,

fa che il mio cuore

possa trovare in Te la gioia.

Aiutami a comprendere il dono di un Dio bambino,

grande e nel contempo piccolo,

tra le braccia di nostra madre.

Si, perché grazie a te,

Tua madre è diventata la nostra

e la Tua vita è diventata la speranza per la mia,

perché sei Tu la mia gioia.”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)