Sulla barca

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19 GENNAIO 2023

GIOVEDÌ DELLA II SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Eb 7,25-8,6

Salmo: Sal 39 (40)

Vangelo: Mc 3,7-12

Molta folla sta cercando Gesù, hanno visto dei segni straordinari: ha perdonato i peccati, ha fatto camminare un paralitico, è stato capace di guarire una mano chiusa, ci ha resi figli di Dio accolti ed amati cosi come siamo, senza riserve.

Anche noi corriamo da Lui, vogliamo fare la stessa esperienza: incontrarlo, ascoltarlo, toccarlo, perché guarisca tutti i nostri mali, le nostre afflizioni del corpo e dello Spirito.

Toccare Gesù equivale ad entrare in relazione con Lui, riconoscerlo figlio di Dio, Signore della nostra vita.

Proseguendo nella lettura del testo, Gesù dice ai suoi discepoli di preparare una barca, perché non lo schiacciassero, dato che parecchia folla andava da Lui per essere guarita.

È significativo questo particolare, poiché l’esperienza della guarigione non è l’unica cosa, Gesù non è venuto solo per guarire, ma per restare sulla nostra barca, che sia in difficoltà o nella quiete.

Oltre alla guarigione ci viene dato molto di più: una relazione dove poter trovare la forza di affrontare ogni mare, ogni fatica, non da soli, ma con Colui che ha scelto di vivere con noi.

Spesso nelle difficoltà ci chiediamo dove sia Dio, e quando arriverà per sollevare almeno un po’ il nostro cuore, oggi ci risponde: sono sulla barca con Te, nella Tua storia, non per guarirti ed andarmene, ma per restare perché ti amo, figlio mio e non ti lascio.

“Signore resta accanto a me,

e nelle ore piu buie

fammi vedere un raggio della Tua luce.

Solleva il mio cuore più in alto,

aiutalo a salpare dal timore della Tua assenza

e fammi navigare nella consapevolezza della Tua presenza.

Ad ogni figlio che chiede aiuto,

Tu doni una risposta:

Te stesso, il Tuo amore,

non solo la guarigione di un momento,

ma la presenza di una vita

e di questo ti rendo grazie”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

Quella mano paralizzata

 

Quella mano paralizzata

 

05 SETTEMBRE 2022

LUNEDÌ DELLA XXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Cor 5,1-8

Salmo: Sal 5

Vangelo: Lc 6,6-11

 

Oggi Gesù ci mostra ancora una volta, che il centro della sua opera di salvezza è l’uomo con le sue debolezze, le sue fragilità, i suoi limiti, e persino con il suo peccato.

La mano paralizzata, per l’uomo rappresenta l’impossibilità di fare qualsiasi cosa, di prendere e di donare, ma nel momento stesso in cui Gesù lo chiama a mettersi nel mezzo e a tenderla, avviene la guarigione. Tuttavia non è solo la mano a rinvigorirsi, qui l’intera vita dell’uomo viene salvata. Quella mano paralizzata ha potuto raccogliere il dono di Dio, ed ora è pronta per lavorare, accarezzare, mangiare, pregare, consegnare, ricevere e ancora ridonare, perché la vita è un continuo rifluire dell’amore ricevuto.

Gesù invita ciascuno di noi ad alzarci per metterci in mezzo, non importa quanto le nostre mani siano povere e aride, Egli saprà darci una vita nuova. Siamo al centro del Suo cuore e le mani raccontano la pienezza d’amore, il perdono ricevuto, la tenerezza di un Dio che si prende cura di tutto l’uomo.

“Signore, oggi ci sono anch’io.

“Alzati”,

perché me lo chiedi?

Preferirei non vedessero la mia mancanza.

Tu l’hai vista, perché sono al centro del tuo cuore

e nel momento che ti tendo la mano acquisto vigore,

la mia mano “formicola”, riprende a funzionare.

Hai fatto questo per me

e ogni volta che guarderò la mia mano, Ti ricorderò.

Alle paralisi di questo tempo

inviterò a credere in Te,

perché in fondo ciascuno di noi

ha una mano da tendere,

per ricevere quell’amore che solo Tu sai donare”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Il pane della compassione

pane della compassione

 

LUNEDÌ 01 AGOSTO 2022

SANT’ALFONSO MARIA DE’ LIGUORI, VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Ger 28,1-17

Salmo: Sal 118 (119)

Vangelo: Mt 14,13,21

 

Il Vangelo di oggi è il miracolo della quotidianità di Dio: la Parola e il pane.

Noi siamo come quella folla che desidera ascoltare solo delle parole buone, perché abbiamo tutti bisogno di nutrire il cuore di bontà, di trovare un po’ di pace, di sostare semplicemente dinanzi a Lui per essere guariti.

Pur essendo nella folla, per il Signore, ciascuno di noi non è anonimo, al punto che Egli sente la nostra fame e la sete, ha compassione. Leggiamo nel brano che non gli basta solo incontrare o guarire i malati che erano là, ma vuole dare vigore al corpo, nutrendolo, affinché tutto l’essere di ognuno si senta riconosciuto e amato.

Gesù nutre i suoi con cinque pani e due pesci, con la semplicità di un cibo di casa, che tutti ricevono, perché partecipi di quell’unica famiglia di Dio, che rende tutti fratelli. Egli ci insegna ad alzare gli occhi al cielo, e a sentire scendere su di noi la benedizione del Padre, affinché lasciato quel luogo essa prosegua, rimanga in noi ora che siamo nutriti con il vero cibo della sazietà: Gesù, il Figlio di Dio.

“Signore,

è difficile comunicare quello che vive il mio cuore,

le preoccupazioni o le paure che vi abitano.

Eppure, tu mi sai comprendere

anche quando non mi so spiegare.

Oggi voglio solo alzare gli occhi al cielo

e vivere della Tua benedizione,

desidero confidare nel Tuo nome,

perché so che non c’è un cuore

che in Te non possa trovare rifugio.

E allora, eccomi qui, come tutti,

anch’io, per nutrirmi di quel Pane

che Tu hai pronto per me

ogni giorno”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)