Pane e pesci

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12 APRILE 2024

VENERDÌ DELLA II SETTIMANA DI PASQUA

Alla “mancanza” di quella folla affamata, corrisponde l’abbondanza di pane che il Signore dona. A quel bisogno di amore della folla, venuta per incontrare Gesù, corrisponde una compassione capace di andare in profondità, così che sia nutrito anche il cuore.

L’abbondanza con cui il Signore nutre, è paragonabile alla Provvidenza che ci viene incontro lungo il giorno; può essere un sorriso inaspettato, un saluto o semplicemente qualcuno in grado di dirci: “sono qui con te”, oppure anche solo camminare per strada e vedere i colori che la primavera ci ha donato, quel verde brillante delle foglie nel cielo blu del tramonto, sono segni che Lui ci è accanto e come allora, usa ciò che ha per arrivare a noi.

È interessante notare come Gesù faccia raccogliere con attenzione l’avanzo di quell’abbondanza, che non vada sprecato. Si, perché l’amore si consuma, non si spreca. Tutta quella folla verrà nutrita, eppure nonostante questo non capisce, cercano di farlo Re. Ma Gesù non è re come dicono loro, la sua vita è spesa per amore, non per potere.

Spesso anche noi ci sentiamo parte della folla, corriamo e la frenesia del quotidiano ci fa dimenticare di Lui, dei dettagli della sua presenza, in noi. Oggi andiamo a quel pane Eucaristico come la prima volta, ma non siamo piu dei bambini siamo uomini e donne con il nostro carico di speranze come quella folla che in fila attende quel pane. Mettettiamo nelle sue mani il nostro cuore, così che lo benedica e lo guarisca dalla ferita e dal peccato. Quei pani e pesci sono un evento straordinario, che diventerà per noi quotidianità nella mensa Eucaristica. A noi il compito di ricordare la Sua compassione, la sua Parola nella domanda a Filippo, il suo essere in disparte a pregare, così da essere capaci di vedere la compassione. L’ascolto e la preghiera, siamo quei pani e pesci spezzati in abbandonanza, dove il cuore rivolto all’altare di Dio, in quel “amen”, ponga tutto se stesso e senta quanto Dio per primo ha messo se stesso per noi, affinché nessuno vada perduto.

“Signore,

“Amen”, ti accolgo in me,

liberami Tu.

Pane del cielo,

venuto in un cuore dalla fame abbondante,

possa la Tua compassione,

il mio l’ascolto e la preghiera,

essere un inizio in cui

sentirti accanto,

così che amandomi profondamente sappia mettere il cuore,

sappia mettere Te in tutto quello che faccio.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Compassione e dono

compassione e dono

SABATO 10 FEBBRAIO 2024

SANTA SCOLASTICA, VERGINE – MEMORIA

Anche oggi come allora, Gesù è attorniato da molta folla che ha bisogno di essere sfamata, di saziare quel desiderio profondo che ciascuno porta in cuore, di vita, di verità, di significato; un desiderio che Gesù ben conosce e non serve nemmeno che gli si chieda qualcosa, perché il suo cuore è già mosso a compassione, è pronto a donare tutto per tutti, dai più vicini ai più lontani, da quelli che lo conoscono poco, a quelli che hanno imparato a conoscerlo.

Tutti in Gesù sono invitati a trovare una pienezza di vita. Simbolico è il numero sette dei pani: indica la perfezione la pienezza delle opere di Dio. A questo Dio che dona tutto, si contrappone la paura dei discepoli, preoccupati del poco che hanno, ma Gesù non toglie nulla, Lui moltiplica, e lo fa a partire da quel poco che c’è.

Mettere a disposizione quanto siamo e abbiamo, questa è la vita del discepolo; se non diamo i nostri sette pani, il signore non può compiere nessun segno, non può moltiplicare, saziare, avanzare.

Nulla va sprecato di quanto viene donato, perché in Lui ogni segno parte dalla quell ‘esperienza di compassione, che ci fa sentire sfamati da quell’amore che non avrà fine e che oggi come ieri, è venuto a toccare te.

“Signore,

Tu lo senti,

il Tuo cuore ode il mio dolore,

la mia fatica.

Compassione che non è pietà,

è far parte della mia solitudine,

di quello spazio

che mi strapperei di dosso.

Tu tocchi di me, quello che vorrei levare

e il Tuo amore mi trasforma;

lacrime sul mio viso scendono,

le guance non comprendono

se di gioia o di infelicità,

ma nessuna verrà persa da Te,

che hai compassione di me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Folla dei pensieri

folla dei pensieri

 

05 DICEMBRE 2022

LUNEDÌ DELLA II SETTIMANA DI AVVENTO

 LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 35,1-10

Salmo: Sal 84 (85)

Vangelo: Lc 5,17-26

 

Il perdono di Dio allontana la folla di pensieri che non ci permette di andare davanti a Lui. Siamo come paralizzati dalle preoccupazioni, dalla paura del futuro, dal peso dei nostri peccati e dalle parole della gente. Questa folla che abita la nostra mente, si mette davanti a Gesù e non lascia spazio per altro.

È bello vedere come ci sono persone che nella preghiera ci mettono davanti a Gesù superando la folla e ci affidano a Lui, il solo capace di fare della nostra paralisi il luogo del miracolo. Si, perché di miracolo di tratta quando Dio passa attraverso gli ostacoli del nostro cuore e vi mette qualcosa di nuovo: speranza, pace, consolazione e forza.

Come per il paralitico, possiamo incontrare persone che mormorano su di noi, mettendo giudizi sulla nostra vita, sui nostri sbagli, ma Dio è uno solo. Egli taglia in due le parole inutili attraverso il perdono: “Ti sono perdonati i tuoi peccati” e la rinascita: “Àlzati e cammina”, così che la nostra vita non sia segnata dal giudizio del nostro errore, ma dall’amore di Dio che ci viene incontro.

Il paralitico si alza e non c’è più la folla. Ecco il secondo miracolo congiunto al primo: non solo siamo riabilitati a camminare grazie alla Sua Misericordia, ma la folla della nostra mente svanirà quando dinanzi a Dio, lasceremo a Lui il posto del cuore che ha bisogno di essere sanato, e questo sarà la nostra forza.

Sbaglieremo ancora? Probabilmente si, ma con i nostri piedi torneremo a Lui conoscendo già la strada, la via delle cose prodigiose di Dio.

“Signore,

allontana da me la folla,

affinché il tuo amore entri in me.

Risana il mio cuore, ho tanta speranza in Te,

anche se mi mancano le forze per esprimerlo.

Sostienimi quando le parole degli altri

mi feriscono e lasciano il segno,

fa che io sappia portare ed offrire,

accogliere e perdonare,

così da camminare senza quel lettuccio,

ma solo con le mie gambe, sorretto da Te.”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Il pane della compassione

pane della compassione

 

LUNEDÌ 01 AGOSTO 2022

SANT’ALFONSO MARIA DE’ LIGUORI, VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Ger 28,1-17

Salmo: Sal 118 (119)

Vangelo: Mt 14,13,21

 

Il Vangelo di oggi è il miracolo della quotidianità di Dio: la Parola e il pane.

Noi siamo come quella folla che desidera ascoltare solo delle parole buone, perché abbiamo tutti bisogno di nutrire il cuore di bontà, di trovare un po’ di pace, di sostare semplicemente dinanzi a Lui per essere guariti.

Pur essendo nella folla, per il Signore, ciascuno di noi non è anonimo, al punto che Egli sente la nostra fame e la sete, ha compassione. Leggiamo nel brano che non gli basta solo incontrare o guarire i malati che erano là, ma vuole dare vigore al corpo, nutrendolo, affinché tutto l’essere di ognuno si senta riconosciuto e amato.

Gesù nutre i suoi con cinque pani e due pesci, con la semplicità di un cibo di casa, che tutti ricevono, perché partecipi di quell’unica famiglia di Dio, che rende tutti fratelli. Egli ci insegna ad alzare gli occhi al cielo, e a sentire scendere su di noi la benedizione del Padre, affinché lasciato quel luogo essa prosegua, rimanga in noi ora che siamo nutriti con il vero cibo della sazietà: Gesù, il Figlio di Dio.

“Signore,

è difficile comunicare quello che vive il mio cuore,

le preoccupazioni o le paure che vi abitano.

Eppure, tu mi sai comprendere

anche quando non mi so spiegare.

Oggi voglio solo alzare gli occhi al cielo

e vivere della Tua benedizione,

desidero confidare nel Tuo nome,

perché so che non c’è un cuore

che in Te non possa trovare rifugio.

E allora, eccomi qui, come tutti,

anch’io, per nutrirmi di quel Pane

che Tu hai pronto per me

ogni giorno”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Una cosa non verrà mai a mancare

 

una cosa non verrà mai a mancare

 

05 LUGLIO 2022

MARTEDÌ DELLA XIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Os 8,4-7.11-13

Salmo: Sal 113B (115)

Vangelo: Mt 9,32-38

 

Il Vangelo di oggi, ci parla di noi tra la folla a volte stanca e sfinita, di cui il Signore ha compassione. E per quanto ogni tanto possiamo sentirci senza Pastore, non è così. Gesù annuncia, prepara, viaggia e guarisce, affinché la vita sia un’esperienza di Dio.

La Sua compassione non è pena, è patire con noi. Lì dove ci sembra di non avere le forze, Egli è presente per donarci la Sua forza, e quando ci sentiamo soli è sempre con noi. Dopo tante lacrime, auguriamoci possa scendere un sorriso, dato dalla gioia di riconoscere, che almeno una cosa non verrà mai a mancare: il Suo amore per noi!

“Gesù,

sento in me la tua compassione.

Quanti nomi ha il tuo amore:

misericordia, bontà, compassione.

Spesso sono così stanco

che rimango in silenzio, ammutolito,

come il muto del Vangelo di oggi,

aspetto solo che Tu mi guarisca.

Signore, guarisci il mio cuore,

affinché ogni Tuo gesto non sia vano

e io torni a cantare le tue lodi,

a parlare di Te anche a chi non ti crede.

Di una cosa ho la certezza: se sono qui a chiedere,

è perché sei Tu a darmene la forza”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

L’unica cosa

 

L'unica cosa

 

DOMENICA 19 GIUGNO 2022

SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO – ANNO C – SOLENNITÀ

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gen 14,18-20

Salmo: Sal 109 (110)

Seconda lettura: 1Cor 11,23-26

Vangelo: Lc 9,11b-17

 

Il Vangelo della liturgia odierna, ci presenta l’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci.

Quella folla venuta da lontano per essere guarita, non solo sarà sanata, ma verrà nutrita. Gesù prima di compiere quel gesto, dice ai suoi discepoli: “date voi stessi da mangiare”.

Coloro che sono nutriti da quel Pane, diventano essi stessi cibo per nutrire una fame più profonda: siamo chiamati ad aver compassione gli uni gli altri, per donare con la nostra vita quel pezzo di pane che è Gesù.

Come possiamo farlo? Credendo in Dio e con la testimonianza di noi stessi, sarà Lui a fare tutto, noi siamo quel poco pane e pochi pesci, con cui Egli ha nutrito tanta gente.

Nella Solennità di oggi, pensiamo alle parole che Etty Hillesum scrisse nel suo diario e sono per noi segno di come ciascuno sia chiamato a dare se stesso, in ogni circostanza. Leggiamo: “L’unica cosa che possiamo salvare di questi tempi, e anche l’unica che veramente conti, è un piccolo pezzo di te in noi stessi, mio Dio. E forse possiamo anche contribuire a disseppellirti dai cuori devastati di altri uomini.”

Parole davvero attuali che toccano i nostri cuori e arrivano in profondità. “Tutti mangiarono a sazietà”: viviamo di ciò che ci nutriamo e portiamolo nella nostra realtà, affinché pur nella precarietà del tempo presente, quel pezzo di pane sia la nostra forza.

 

 

 

Da quando era con te

 

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LITURGIA DELLA PAROLA  (clicca qui)

Prima lettura: 2Sam 1,1-4.11-12.17.19.23-27

Salmo: Sal 79 (80)

Vangelo: Mc 3,20-21

 

Gesù entra nella nostra casa, nella nostra folla di pensieri, preoccupazioni, mancanze ed è venuto per dare una svolta. Egli entra nella casa, ma quando?

C’è differenza tra quando l’abbiamo percepito e il suo essere entrato in casa nostra. Gesù ci invita a renderci conto che Lui è già lì, da sempre.

Il Signore non arriva quando viviamo delle mancanze, oppure quando siamo nella pienezza, Egli è già presente in tutte queste situazioni, è già entrato nella nostra casa ed è tra quelli della folla. Il problema è che a volte non riusciamo a riconoscerlo.

Siamo presi da troppe cose e possiamo anche ricordarci del Signore, ma Egli desidera essere per te più di un ricordo. Non a caso, nel Vangelo di oggi si parla del fatto che manca da mangiare, Lui è il pane capace di nutrirti più in profondità e donarti le risorse per il quale tu possa vivere. Il cibo che noi mangiamo si esaurisce, il Suo invece, è una relazione che dura, è costante e continuamente ci rafforza.

Oggi puoi guardare alla tua casa, alla tua vita e riconoscere quando Egli ha deciso di abitarvi ed essere nutrimento, ovvero da sempre, da prima che tu nascessi, perché un giorno possa riconoscerlo e sapere che tra la folla, c’è Qualcuno pronto a donarti tutto se stesso, con tutto il cuore.

Egli desidera tu sappia, che in te c’è una forza in grado di affrontare le cose belle come le brutte, non sei solo, in te e per te c’è un Dio presente prima che tu nascessi, durante la tua crescita, nelle tue lacrime e nei tuoi sorrisi. Lui aspetta solo che tu ti accorga presto da quando era con te, per scoprire che la tua vita è stata piena da sempre.

 

 

Una folla di salvati

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Sam 18,6-9; 19,1-7

Salmo: Sal 55 (56)

Vangelo: Mc 3,7-12

 

Una grande folla raggiunge Gesù da ogni parte, non importa dove siamo, in qualsiasi punto è possibile raggiungere Gesù. Possiamo anche essere lontani, può essere la curiosità a spingerci ad andare, il bisogno di guarire, il Signore fa smuovere e inizia un viaggio che porterà all’incontro con lui.

In questo Vangelo si parla spesso della folla, e tendenzialmente si pensa a un numero di persone molto elevato, dove non è possibile percepirne i volti, ma questa folla non è anonima.

Nel testo, si parla di coloro che per sentito dire andavano da Gesù, altri invece volevano essere guariti e si gettavano su di Lui per toccarlo, si parla persino degli spiriti impuri che cadevano ai suoi piedi e gridavano. Ogni persona ha un ruolo ben definito davanti a Gesù, noi dobbiamo solo capire dove collocarci e la straordinaria novità, è che in qualsiasi posizione siamo, tutte le strade portano alla comunione con Dio. Chiunque è nella folla non sarà rimandato indietro, ma riceverà il dono di una relazione con Lui.

Il Signore desidera tu sappia che non sei solo un partecipante della folla, ma ha cuore la tua vita, tu sei a un punto preciso della tua storia dove Egli desidera incontrarti; si fa spazio su una barca, affinché la folla non lo potesse schiacciare e tu rischiassi di non vederlo.

Incomincia il tuo viaggio parti da dove sei, con il bagaglio delle tue fatiche e incomprensioni che accompagnano le tue giornate, con tutto il tuo desiderio di bene, di bello e vai da lui. Vedrai attorno tanta gente desiderosa di incontrarlo, persone titubanti e altre da conoscere e scoprire, ma la cosa che ci accomuna è proprio Gesù, grazie a Lui siamo una folla, si, ma una folla di salvati.

 

 

Benedizione e sazietà

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Gv 4,7-10

Salmo: Sal 71 (72)

Vangelo: Mc 6,34-44

 

All’inizio di questo giorno, sentiamoci parte di quella folla senza pastore, che ora invece ha trovato chi può colmare il loro cuore. Il Signore è venuto per toglierci dalla nostra condizione di mancanza e dirci che siamo nelle sue mani, come quel pane che dopo essere benedetto si moltiplica, sazia ed avanza.

Egli desidera tu faccia esperienza di benedizione e sazietà, e l’unico modo è farsi pane. Lui è il pane che stai mangiando e tu uscendo dalla folla lo porti con te.

Quanto pane hai? Ovvero, quanta esperienza di quel pane hai fatto? Non importa se è poco o nulla, Egli desidera tu abbia consapevolezza che il cielo ti ha donato un pane capace di saziare i tuoi vuoti. Per te Dio, tuo Padre ha mandato Suo figlio affinché tutto ciò che in te è spezzato, diviso possa essere unito, sanato, benedetto e donato.

Egli che ti ha nelle mani, si mette nelle tue, affinché tu sappia cosa vuol dire fidarsi e tu possa sentire che è il primo Lui a credere in te.

 

 

 

Salito sul monte lì si fermò

 

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Is 25,6-10a
Salmo: Sal 22 (23)
Vangelo: Mt 15,29-37

 

Gesù si ferma su un monte, il fermarsi dà come esito la guarigione e lo sfamare della folla. Desideriamo focalizzare il nostro pensiero non su Gesù, ma su di noi. Noi siamo quegli zoppi, ciechi, storpi, sordi e molti altri malati che vanno a farsi guarire. Sentiamoci tra di loro, carichi di fatiche e speranze di guarigione, ma anche di desiderio di farcela, di collaborazione ad aiutarci gli uni gli altri per salire sul monte. Sentiamo la compassione che Gesù ha per la folla, questa folla non è anonima siamo noi! Gesù che solitamente sale sul monte per incontrare Dio, incontra noi e ci rende più vicini a Dio. È quasi toccare il cielo con un dito! E questa guarigione non è fisica, è molto più profonda tanto da poter dire come la prima lettura:

“Ecco il nostro Dio;
in lui abbiamo sperato perché ci salvasse.
Questi è il Signore in cui abbiamo sperato;
rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza,
poiché la mano del Signore si poserà su questo monte”.