Libertà

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20 MARZO 2024

MERCOLEDÌ DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA

Chissà se vi è mai capitato d’incontrare delle persone che vi hanno lasciati stupiti per la loro libertà d’animo, che riescono a trasmettere una verità e una serenità di se stessi non comune, una fede che dice a chi incontrano: Dio ti ama!

Tale libertà può essere solo frutto di un cammino nella verità di Dio: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Ma questa parola non è soltanto per qualcuno, bensì per tutti, perché tutti in Gesù siamo resi figli, siamo stati liberati dal peccato e messi in grado di amare su una misura altissima, quella di dare la vita sull’esempio di Gesù.

Il Figlio è amato talmente tanto dal Padre, da non temere più nulla, cosi anche noi, se ci immergiamo in questa verità, possiamo cominciare a vivere senza la paura di non essere considerarti, stimati o giudicati dagli altri. Nelle nostre relazioni saremo liberi di camminare nella verità, di sentirci bene con noi stessi e con gli altri, perché la nostra forza è in quella Parola che è stata seminata nel profondo del cuore di ciascuno e genera sempre vita nuova. Una Parola vera che ci insegna come consegnare noi stessi agli altri fratelli, cosi che quanti ci incontrano, possano trovare in noi la vera libertà dei figli di Dio.

“Signore,

libera il mio cuore,

così che non sia schiavo delle mie paure,

delle mie angosce.

Libera il mio cuore,

così che mi chiamino: figlio di Dio.

Voglio stare bene nel Tuo cuore,

voglio starci da figlio libero,

e soprattutto voglio guarire dal peso del mio passato,

catene arruginite, ma che fanno male.

Tu sei la mano che mi libera da quel giogo,

prendi la mia mano per non lasciarla più,

per essere figlio,

per divenire un figlio libero.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Il mio posto

 

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28 FEBBRAIO 2024

MERCOLEDÌ DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA

Nel Vangelo di oggi, troviamo una mamma che cerca una raccomandazione per i suoi due figli, vuole che entrambi possano occupare una posizione di prestigio. Se da una parte, potrebbe sembrare una richiesta umanamente comprensibile, dall’altra scorgiamo che non si può piegare la volontà di Dio alla nostra volontà.

È cosa molto buona il desiderio di restare accanto al Signore, ma non per avere della gloria, degli onori, infatti Gesù risponderà: “Voi non sapete quello che chiedete”.

Il Signore desidera insegnarci cosa chiedere, vuole portarci a prendere coscienza che la grandezza dell’uomo non viene dal posto che occupa, dalle conoscenze importanti o comunque da fattori esterni, ma soltanto da Lui stesso. La volontà di Dio è quella di darci sé stesso, comunicarci la sua vita, che si compie nel dono in pienezza della sua libertà: questa è la vera gloria di Dio. Una libertà che si consegna “in riscatto per molti.”

Tutti possiamo chiedere al Signore di insegnarci a vivere la grandezza del suo amore che si consegna in dono per agli altri, che si mette a servizio.

Imparare a non ingrandire il proprio io sugli altri, ma ad essere per gli altri, per servire accanto a Gesù.

Per noi è importante capire a quale modello di vita vogliamo ispirarci, quale direzione prendere, se non quella di realizzarci ad immagine del Figlio di Dio, su quella gloria che viene da Dio stesso, che ci aiuta a fare verità in noi stessi, nei pensieri, nelle parole e nelle azioni.

“Signore,

dal Tuo cuore,

parla al mio della Tua grandezza,

fammi respirare quell’amore che perdura,

sorreggimi,

allarga le Tue braccia e prendimi,

che il mio posto

non sia a destra o a sinistra,

ma sia nel Tuo cuore,

unico luogo sicuro per me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

“Non è lecito?”

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 16 GENNAIO 2024

MARTEDÌ DELLA II SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

“Non è lecito?”. Ecco l’accusa che i farisei rivolgono a Gesù. Gesù manifesta qui, quanto la sua libertà sia per rendere l’uomo libero, al di là di ogni precetto. Se Egli non fosse stato libero, noi non saremo già dei salvati; se Egli non avesse fatto della sua vita uno strumento di salvezza, noi saremo perduti.

Per far questo Gesù ha messo in gioco la sua libertà, affinché fosse nelle mani del Padre. Qui si compie un grande gesto: dare all’altro la propria libertà, come il Padre con il Figlio, così il Figlio con noi. Possiamo anche rifiutarlo, relegarlo ad uno schema teologico ben preciso, ma Egli rimarrà fedele al suo amore, ci lascerà liberi.

Una libertà che sgomenta, perché non chiede niente, se non che tu sia libero.

Libero perché sei amato e non perché la tua vita è una successione di precetti. Liberi, di quella libertà che fa di essa non un inganno o un utopia, ma ciò che è realmente: un cammino, in cui piano piano si perde un po’ se stessi, per ritrovarsi nell’Altro, Dio e sentirsi al sicuro in quel suo caldo abbraccio, un abbraccio dove due libertà si incontrano, non per un precetto, ma per amore.

“Signore,

pongo la mia libertà nelle Tue mani,

perché in fondo, non sono libero.

Pensieri, dubbi,, giudizi,

offuscano la mia mente.

Miei compagni sono i se, i ma,

e lasciarli andare mi fa chiedere:

cosa mi rimarrà?

In fondo mi hanno sempre accompagnato.

Cosa farò?

E poi Ti sento, respiro di quella libertà data dal Tuo amore per me,

è un attimo,

come il mare nei castelli di sabbia,

i miei venuti giù

e rimani solo poi più Tu.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Ma voi chi dite che io sia?

Ma voi chi dite che io sia?

 

27 AGOSTO 2023

XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 22,19-23

Salmo: Dal Sal 137 (138)

Seconda lettura: Rm 11,33-36

Vangelo: Mt 16,13-20

Non si crede per sentito dire, ma per aver fatto esperienza. Per questo oggi, Gesu ci chiede chi sia Lui per noi.

Una domanda vitale, che tocca nel profondo dell’esistenza in quanto risponde alla grandezza di un amore così impensabile, che a volte il nostro  cuore stenta a riconoscere. Si tratta di una conoscenza per rivelazione, per confidenza e non per convinzione, come a dire: lascia che il tuo cuore si alimenti della promessa di salvezza  in Gesù.

Ciascuno è gia plasmato dalle mani di Dio, il Signore ci conosce da sempre, con le nostre forze e le nostre debolezze, eppure ci chiama a vivere di Lui. La vita non è ciò che si dice della vita, ma ciò che si vive della vita, cosi come di Gesù Cristo non conta ciò che dico di Lui, ma ciò che vivo di Lui, o meglio ciò che cerco di vivere. Magari non basterà tutta la vita per imparare ad amare come Lui, ma tutta la vita “spesa” in questo investimento, diventa già vivere e partecipare della beatitudine dell’amore di Dio.

Allora chiediamogli che la conoscenza del Suo amore conquisti i nostri cuori e informi il nostro agire, così da vivere del Suo amore sempre e comunque. Perché come in Pietro roccia nella chiesa si è manifestata la salvezza di Dio, anche per noi piccola pietruzza, risplenda lo splendore della Sua Presenza: un piccolo pezzetto di chiesa nuova che ama e spera.

“Signore,

fammi scoprire chi sei sempre,

fa che il Tuo volto, sia impresso nella profondità del mio cuore.

Tu che sei l’unico capace di toccare il mio cuore.

Tu che sai amare nel profondo

portami sempre nel Tuo cuore e fa che viva di Te e per Te,

ed il mio sguardo limpido nel Tuo amore,

sappia guardare il mondo come lo guardi Tu.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

I figli sono liberi

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LUNEDÌ 14 AGOSTO 2023

SAN MASSIMILIANO MARIA KOLBE, PRESBITERO E MARTIRE – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Dt 10,12-22

Salmo: Dal Sal 147

Vangelo: Mt 17,22-27

I figli sono liberi, e Gesù c’è lo dimostra addirittura pagando una tassa per estranei, la modalità del pagamento però, ci dice la straordinarietà di Gesù. Non prende una moneta dalla tasca, ma manda Pietro a far quello che li riesce meglio: pescare.

Ecco, Gesù nel nostro ordinario mette qualcosa di straordinario, mette il suo straordinario, così che la nostra libertà non sia solo nostra, bensì la somma di Lui con noi.

Chiediamo al Signore di sentirci sempre più figli del Padre, chiediamo al Signore il dono di una libertà che non è da qualcosa, di qualcosa, ma è per qualcuno, ovvero Lui.

Noi siamo liberi per mano Sua, e siamo liberi per Lui, affinché in ogni nostro gesto traspaia la straordinarietà di Dio, persino in quelle situazioni di chiusura dove vorremmo scappare. Lasciamoci plasmare il cuore, Egli che ci ha creato con il cuore libero, possa portarci a viverlo con compimento, e noi facciamo questo gesto d’amore straordinario: riportiamo Dio nelle nostre vite!

Egli che a causa di alcune monete si è giocato tutto sino alla fine, ci dimostra che la liberta dell’amore non ha prezzo, così San Massimiliano Kolbe di cui oggi facciamo memoria, sull’esempio di Gesù, non ha risparmiato la sua vita, ma l’ha donata al posto di un padre di famiglia. In questa libertà data dall’amore crocifisso, facciamo anche noi della nostra vita gesti di umana libertà.

“Signore

rendi il mio cuore libero.

Spezza le catene che spesso mi tengono fermo.

Fa che possa sentirmi Tuo figlio,

e vivere ogni giorno

sicuro del Tuo amore,

con nel cuore il Tuo coraggio

e possa camminare con fede

persino nelle vie incerte.

Non voglio che Tu mi sia solo accanto,

ma ti desidero nella mia vita

così da sentirti in me per sempre”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Profumo

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03 APRILE 2023

LUNEDÌ DELLA SETTIMANA SANTA

 

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 42,1-7

Salmo: Sal 26 (27)

Vangelo: Gv 12,1-11

Gesù si trova a Betania a casa dei suoi amici Lazzaro, Maria e Marta. Qui accade un fatto particolare: Maria si abbandona all’effusione dell’amore, presentandosi al suo Signore con tutta se stessa, mettendosi in gioco e rompendo con gli stereotipi femminili del tempo.

Ella cosparge i piedi di Gesù con abbondantissimo e prezioso profumo, e li asciuga con i suoi capelli. Maria non teme i giudizi degli altri, cosa possano pensare di un simile gesto ed anticipa quello che farà tre giorni dopo Gesù ai suoi discepoli. Maria anticipa la fragranza dell’amore del Signore che si diffonderà per tutta la terra, dove lo spreco di tanto profumo, dice l’abbondanza quale misura dell’amore.

Come Maria mettiamoci ai piedi di Gesù, versiamogli tutto il profumo, ovvero, tutto l’amore di cui siamo capaci che ritornerà a noi moltiplicato, profuso nei capelli, poiché l’amore effonde nel cuore il suo ritorno, è più forte di un profumo, non andrà mai via, resterà per abitarvi. Cosi è l’incontro di quella donna con Gesù, avvenuto una volta, ma che vale per tutta la vita, in quanto è l’amore a fare di sé il sigillo. Il Suo amore non conosce il risparmio, la sua logica, è quella di dare tutto.

“Signore,

qui, ora siamo solo io e Te.

Uno di fronte all’altra,

non c’è bisogno di parlare,

Tu sai di me, mi conosci

ed io povera creatura, ti dono

tutto quello che posso,

tutto quello che sono:

una boccetta di profumo spaccata.

Un cuore infranto, ma con tutta la voglia di non perdersi.

Il Tuo amore mi ha preso così come sono,

non ha badato alla frattura,

si è limitato ad accogliere quello che io potevo fare,

ed io per sempre, lo ricorderò e ci sarò per te”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Volare alto

 

volare alto

 

26 NOVEMBRE 2022

SABATO DELLA XXXIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ap 22,1-7

Salmo: Sal 94 (95)

Vangelo: Lc 21,34-36

 

Le parole di Gesù oggi, risuonano come un richiamo alla responsabilità. Siamo i primi responsabili di ciò che facciamo entrare nel nostro cuore, ed essendo un luogo delicato, Gesù ha a cuore sia al sicuro.

È capitato a tutti di aver il cuore appesantito, il problema è quando questo diventa un modo di vivere, poiché avere il cuore pesante è rendere la vita altrettanto pesante, per noi stessi e anche per chi ci sta accanto.

La metafora usata nel brano è quella del laccio e può capitare anche a noi di vivere qualcosa che stringe e più è stretto, più si fa fatica a liberarsi.

Chiediamo a Dio un cuore leggero che non è superficialità o immunità dalle sofferenze, anzi un cuore che impara ad essere libero è proprio quello più provato, ma che ha capito dove e in CHI essere deposto.

Gesù è il cuore di Dio venuto sulla terra, il Padre ci ha dato il Suo cuore affinché il nostro possa ritornare a battere, a vivere una vita fatta di fatiche, ma anche di consapevolezza che in noi abita la saggezza, ed essa è proprio un dono Suo, capace di destarci dal sonno dei nostri pensieri per volare alto, liberi al di sopra di tutto.

“Signore,

donami il coraggio di essere leggero,

che non vuol dire incosciente,

ma semplicemente il non aver permesso

alla pesantezza di stringere il mio cuore.

Aiutami a liberarmi dal laccio degli affanni,

dalla fragilità e dal timore di essere solo.

Tu sei con me, e con Te ogni cuore

ha una strada dove poter tornare,

fammi fare esperienza di questo

per volare alto al di sopra di tutto”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Beati noi

 

beati noi

 

07 SETTEMBRE 2022

MERCOLEDÌ DELLA XXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Cor 7,25-31

Salmo: Sal 44 (45)

Vangelo: Lc 6,20-26

 

Oggi il Signore ci parla direttamente, non fa uso di parabole, alza gli occhi ed esclama: “beati voi quando…” e se leggiamo attentamente il testo, vedremo che alle beatitudine non corrisponde una descrizione di gioia, anzi di povertà, fame e pianto. Ovviamente il Signore non vuole dirci che siamo beati quando soffriamo, ma beati quando nonostante quelle situazioni, riusciamo a riconoscere il regno di Dio, la sazietà e la gioia che provengono da Lui. È come se il Signore ci invitasse a fare un passo in più di consapevolezza, ovvero credere che in qualunque circostanza la mano di Dio non si allontanerà mai dalla nostra, e ogni fatica non sarà mai vissuta nella solitudine, bensì con un Dio che ha cura di noi.

La tendenza in cui si può cedere è il “guai” con cui ci avverte Gesù, ossia cercare la ricompensa, la consolazione, non perché sia sbagliato e se il Signore ce ne parla, è perché conosce pienamente l’animo umano, ma in quanto è temporanea, limitata nel tempo e lascia quel sapore di “finito” che non tiene libero il cuore dell’uomo, ma lo rende dipendente.

Dio ci ha creato per una libertà che si manifesta proprio nella fatica, nella povertà e alzando gli occhi al cielo, abbiamo il dono di incrociare lo sguardo del Signore e provare quella pienezza e forza di Dio che Egli desidera per tutti noi.

Siamo creati per essere beati, per renderci conto che la nostra beatitudine è nel Signore, attraverso tutto ciò che siamo e facciamo e per credere o tornare a credere in un Dio che vuole solamente dirci: figlia/o la mia benedizione sia sempre su di te, non temere, perché non ti lascerò. Davvero di cuore beati noi!

“Signore,

vorrei che tutti conoscessero il Tuo amore,

chi si sente solo o ha paura,

chi ha sbagliato e non si pente,

potessero vedere il Tuo sguardo.

Oggi ti prego per tutti loro,

risorgano dal loro dolore

e riscoprano che ci hai creato

per essere beati.

Beati, non per l’assenza di fatica,

ma per l’essenza del Tuo amore.

La Tua Parola giunga su tutti noi

e ci sia di forza, coraggio e conforto

in ogni circostanza”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

Una libertà data da un amore più grande

 

Una libertà data da un amore più grande

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Dn 3,14–20.46.50.91–92.95

Salmo: Dn 3,52–56

Vangelo: Gv 8,31-42

 

Le parole di Gesù nel Vangelo di oggi, ci danno consolazione: “conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”. Liberi da tutte quelle paure che abitano nel nostro cuore, da quei sentimenti negativi che a volte nascono da dispiaceri, incomprensioni, liberi da quelle idee che non ci fanno camminare.

Solo il pensiero di essere liberi ci fa respirare, è come una ventata di aria fresca in una giornata molto calda, dove rimane solo l’arsura. Liberi è avere sete di Dio.

La promessa di Gesù, riempie di coraggio, forza, desiderio di farsi custodire dalla Parola, di prenderLa in mano e leggersi dentro di Essa, così da liberarsi da tutto ciò che ci ostacola e poter finalmente respirare.

Il Signore ci desidera liberi, nella vita fatiche ne abbiamo tante, e Lui lo sa, ma se ascoltiamo quest’invito, possiamo fare della Sua Parola un punto di forza. Egli non ci toglie la fatica, ma ci dà un’appiglio su cui contare e cosa c’è di più stabile della Parola? Essa si fa carne, è un Volto che non solo ci è accanto, ma è dentro di noi, per dirci tutto l’amore e il desiderio di bene che il Padre ha verso tutti.

Siamo creati liberi, di una libertà che ovviamente non è agire in base al sentire del momento, ma è scegliere secondo una Parola, che percorre le strade della storia e arriva sino a noi.

La Parola diventa il metro di misura, e se nel nostro cammino ci siamo un po’ persi, non importa, possiamo tornare a quel principio che non è un daccapo, ma è un nuovo inizio.

L’idea di Dio per noi è un nuovo inizio, affinché camminando lungo i passi della verità, possiamo incontrare Colui che ci renderà liberi, di una libertà data da un amore più grande del nostro peccato e dalla certezza della Sua presenza.