Ma voi chi dite che io sia?

Ma voi chi dite che io sia?

 

27 AGOSTO 2023

XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 22,19-23

Salmo: Dal Sal 137 (138)

Seconda lettura: Rm 11,33-36

Vangelo: Mt 16,13-20

Non si crede per sentito dire, ma per aver fatto esperienza. Per questo oggi, Gesu ci chiede chi sia Lui per noi.

Una domanda vitale, che tocca nel profondo dell’esistenza in quanto risponde alla grandezza di un amore così impensabile, che a volte il nostro  cuore stenta a riconoscere. Si tratta di una conoscenza per rivelazione, per confidenza e non per convinzione, come a dire: lascia che il tuo cuore si alimenti della promessa di salvezza  in Gesù.

Ciascuno è gia plasmato dalle mani di Dio, il Signore ci conosce da sempre, con le nostre forze e le nostre debolezze, eppure ci chiama a vivere di Lui. La vita non è ciò che si dice della vita, ma ciò che si vive della vita, cosi come di Gesù Cristo non conta ciò che dico di Lui, ma ciò che vivo di Lui, o meglio ciò che cerco di vivere. Magari non basterà tutta la vita per imparare ad amare come Lui, ma tutta la vita “spesa” in questo investimento, diventa già vivere e partecipare della beatitudine dell’amore di Dio.

Allora chiediamogli che la conoscenza del Suo amore conquisti i nostri cuori e informi il nostro agire, così da vivere del Suo amore sempre e comunque. Perché come in Pietro roccia nella chiesa si è manifestata la salvezza di Dio, anche per noi piccola pietruzza, risplenda lo splendore della Sua Presenza: un piccolo pezzetto di chiesa nuova che ama e spera.

“Signore,

fammi scoprire chi sei sempre,

fa che il Tuo volto, sia impresso nella profondità del mio cuore.

Tu che sei l’unico capace di toccare il mio cuore.

Tu che sai amare nel profondo

portami sempre nel Tuo cuore e fa che viva di Te e per Te,

ed il mio sguardo limpido nel Tuo amore,

sappia guardare il mondo come lo guardi Tu.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Vedere

vedere

 

GIOVEDÌ 24 AGOSTO 2023

SAN BARTOLOMEO, APOSTOLO – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ap 21,9b-14

Salmo: Dal Sal 144 (145)

Vangelo: Gv 1,45-51

Nel Vangelo di oggi, troviamo spesso il Verbo vedere. Filippo invita Natanaele a vedere, Gesù vede Natanaele sotto l’albero di fico,  e infine Natanaele vedrà in Gesù qualcuno di promettente, tanto da dire: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!»

Vedere! Abbiamo bisogno di vedere, di vederci chiaro non solo nelle cose di Dio, ma sempre.

Gesù oggi ci invita a guardare da un altro punto di vista, ovvero in profondità. Egli può dire che in Natanaele non c’è falsità, non perché l’ha visto sotto l’albero di fico, bensì perché ha guardato dentro al suo cuore. Nello stesso tempo, se Natanaele ha potuto quasi fare una professione di fede, chiamando Gesù maestro e affermando che è il Figlio di Dio, è perché quell’incontro l’ha toccato in profondità; se si fosse fermato all’apparenza, avrebbe continuato a chiedersi cosa di buono sarebbe potuto venire da Nazareth.

Ecco che i nostri occhi non servono solo a guardare, abbiamo uno sguardo capace di andare in profondità, in noi e negli altri. Oggi siamo chiamati ad usare di questo dono, che il Signore stesso ci ha fatto creandoci. La nostra stessa vita a volte fatta di routine, le stesse persone, le stesse cose possono mostrare un nuovo volto, se lasciamo a Lui lo spazio per guardare con noi.

Chiediamogli di aprire gli occhi, di non fermarci solo alla descrizione di ciò che avviene, ma di andare oltre, poiché il mio sguardo può diventare un muro o uno spiraglio di luce, dipende da che parte lo guardo. Ed infine guardiamoci un momento e pensiamo a come ci guarda Dio; che belli i suoi occhi, in Lui non c’è giudizio o sbarramento, ma è uno sguardo di amore “possibilitante” venirti incontro. È questo lo sguardo di cui a volte abbiamo bisogno per ricominciare, ed ecco che Lui c’è lo dona.

Vuoi vederlo? Recati in chiesa e mettiti seduto. Conosci la storia del Santo Curato d’Ars?

Si narra di un contadino che, ogni giorno e alla stessa ora, entrava in chiesa, e si sedeva nell’ultimo banco. Ogni giorno, alla stessa ora, fin quando un giorno San Giovanni Maria Vianney, incuriosito da quel modo di fare, gli si avvicinò e gli chiese: “Buon uomo ho osservato che ogni giorno venite qui, alla stessa ora e nello stesso posto. Vi sedete e state lì. Ditemi: cosa fate?”. Il contadino, scostando per un istante lo sguardo dal Tabernacolo: “Nulla, signor parroco…io guardo Lui e Lui guarda me”.

Il santo Curato d’Ars descrisse quella esperienza come una tra i più alti segni di fede e di preghiera. Lasciamoci guardare da Lui, perché il suo sarà sempre uno sguardo di amore, tanto grande da illuminare anche il nostro.

“Signore,

eccomi qui, guardami

alla ricerca di uno sguardo “possibilitante”

sono venuto a porre me stesso.

Non ho altro,

ma tutto quello che ho Te lo dono:

ed è la mia speranza in Te.

La speranza del Tuo amore tanto grande da proteggermi.

La fiducia che in Te sarò al sicuro

e il desiderio di amare come ami Tu.

Porto tutto ai tuoi piedi,

non oso alzare lo sguardo,

eppure se sono qui è perché il Tuo sguardo si è già chinato

ed io mi commuovo in Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Briciole di pane

briciole di pane

 

20 AGOSTO 2023

XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 56,1.6-7

Salmo: Dal Sal 66 (67)

Seconda lettura: Rm 11,13-15.29-32

Vangelo: Mt 15,21-28

Una donna straniera, una donna forte, una donna che chiede pietà per la figlia malata, e non si arrende davanti a Gesù che sembra essere restio a questo incontro. Persino i discepoli intervengono perché possa esaudirla. Questa donna non molla e rilancia ancora la sua richiesta di aiuto, convinta in cuor suo, che Gesù può fare qualcosa, può guarire sua figlia. Certo è straniera, non frequenta il tempio, non conosce le leggi dei rabbini, ma comprende che Gesù può dare vita, ed è venuto per tuttl.

La sofferenza, la malattia, il dolore, accomunano tutti gli esseri umani, non esiste lo straniero, ma soltanto la persona bisognosa di vita e di salvezza.

Credere nella potenza di Dio è fidarsi che in poca cosa, come una briciola di pane che cade dalla tavola, sia racchiusa tutta la forza di Dio, il dono di salvezza. Basta una briciola di fede per nutrirsi e vivere di quel pane di vita che è Gesù e si dona.

Gesù loda questa donna, perché accontentandosi di una briciola di pane, ha mostrato una grande fede, tanto da colmare il desiderio del suo cuore, il desiderio di una madre per la guarigione della figlia.

“Signore,

tengo stretta quella briciola di pane

che è la mia fede;

custodiscila Tu affinché non si perda.

È una briciola lo so,

ma è tutto quello che ho,

è fatta di Te e con Te: è pane.

Tu pane del cielo,

hai posto in me un pezzo di Te,

e non me ne voglio separare.

Guarisci il mio cuore,

fa che viva unita a quella briciola così piccola,

ma che ha tutto: ha Te!”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

“Lasciateli”

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19 AGOSTO 2023

SABATO DELLA XIX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gs 24,14-29

Salmo: Dal Sal 15 (16)

Vangelo: Mt 19,13-15

“Lasciateli”.

Il Signore oggi ci invita a lasciare, che cosa? Chi? Il nostro cuore di fanciullo a Lui.

Vi sono delle caratteristiche tipiche dei bambini: la tenerezza, la curiosità, l’intelligenza. Oggi ci viene chiesto di liberarle, perché se siamo stati bambini, e su questo non vi sono evidenti dubbi, sono dentro di noi. Durante il corso della vita le sofferenze, le fatiche, lasciano andare quelle caratteristiche che un tempo erano anche nostre. Pensando alla tenerezza, impariamo a farla diventare adulta e a dargli il volto di confidenza filiale in Dio. La curiosità che non è l’impicciarsi, ma è: chi cerca, va in profondità e prosegue nel cammino con la serietà e vivacità del cuore. Infine l’intelligenza ovvero, sapere leggere dentro la nostra storia quel filo rosso che ci conduce a Dio.

Ecco che essere bambini non è essere infantili, ma è non avere perso quelle caratteristiche in grado di farci vedere il regno dei cieli, la sua Presenza qui ed ora in mezzo a noi.

“Signore,

donami un cuore fanciullo,

che nella semplicità sappia riconoscerti Padre

e sappia affidarsi a te.

Aiutami a camminare in avanti

e che impari a starti accanto.

Fa che non mi perda nel cercarmi e ritrovi Te a trovarmi”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

“Per la durezza del cuore”

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18 AGOSTO 2023

VENERDÌ DELLA XIX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gs 24,1-13

Salmo: Dal Sal 135 (136)

Vangelo: Mt 19,3-12

“Per la durezza del cuore”.

Oggi il Signore ci invita a comprenderci più in profondità, a dare nome al perché delle nostre azioni. Da dove vengono? Da un cuore riconciliato o da un cuore duro? Non dobbiamo temere cosa troveremo. Dobbiamo chiederci cosa farne, cosa ci spinge realmente. Gesù è venuto ad insegnarci uno stile di vita che non è uno sguardo lontano dalla realtà anzi, si muove a partire da questa.

I farisei mettono alla prova Gesù, e Lui risponde perché il suo cuore è talmente libero che dinanzi alla prova non barcolla. Chiediamo al Signore anche noi di essere così, di vivere di quell’autenticità che da conforto al cuore. Il Suo amore è più forte del nostro metterlo alla prova, è più fedele dei nostri inciampi ed è concreto in tutte quelle realtà della vita dove pensiamo non vi sia.

Affidiamo a Lui chi siamo, e piano piano la durezza delle sofferenza, la fatica del comprendere, cederanno il passo dinanzi ad un amore più grande e forte; ed ogni nostra azione allora, seppur la stessa, parlerà in maniera diversa, poiché essa avrà conosciuto cos’é l’amore e dentro il cuore ritroverà la speranza.

“O Signore,

mi rivolgo a Te con il cuore in mano.

Potessi togliere il mio peccato!

Potessi inabitarmi del Tuo amore,

E non esaurirmi in un cumulo di cose da fare.

Affido a te la mia vita, il mio cammino.

Giunga a Te il cuore di chi ha voglia di restaurarlo

e fa mio Dio che nutrendomi di Te;

possa compiere azioni a partire da questo nutrimento;

così da poter vivere di quella speranza che trovo negli occhi di molti

e che spero un giorno riempia lo sguardo mio”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Perdono

perdono

 

17 AGOSTO 2023

GIOVEDÌ DELLA XIX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gs 3,7-10.11.13-17

Salmo: Dal Sal 113A (114)

Vangelo: Mt 18,21-19,1

Ricominciare è credere all’amore che fa nuove tutte le cose: questo è il frutto del perdono. Gesù per noi ha risorse infinite di misericordia, perché la giustizia di Dio non si preoccupa di ristabilire una parità tra debitore e creditore, ma condona sempre.

Cristo ha già pagato il nostro debito che ci era impossibile pagare da soli, la salvezza ci è già donata. Fissando i nostri pensieri su tanto perdono ricevuto, il nostro cuore vive la meraviglia di un amore avvolto di misericordia, cosi perdonare gli altri non è solo un semplice suggerimento, bensi un partecipare il dono della salvezza.

Dio si fa incontro a tutti, perché tutti lo possano cercare e trovare, e questo amore non è possibile trattenerlo per sé, é come calcolare settanta per sette è un numero infinito!

Quanto ci ama Dio? Butta il calcolo, sposta il tuo sguardo e osserva: ogni volta che sbagli Lui ti ama; quando nella tua camera in segreto ti senti solo, Egli è li e ti ama e quando è dura perdonare il dolore che ti hanno provocato, ama per due: per te e per quello che non ti hanno dato.

Dio ama e perdona, facciamo di tutto questo il luogo dove crescere e vivere fino a quando? L’amore non ha  un tempo, l’amore semplicemente vive e fa vivere, così il perdono diventa il luogo in cui Dio ogni giorno ha posto la nostra rinascita, é quel fino a quando, oltre tempo, oltre spazio, quell’occasione di possibilità che ci fa toccare fin da adesso la salvezza.

“Signore,

ti chiedo perdono,

per tutte le volte che ho chiuso il mio cuore,

per aver dato al dolore uno spazio che non è suo.

Aiutami a vivere di Te, del Tuo amore,

fammi capace di guarire dall’idea di un amore che ha un limite

e donami di amare illimitatamente

come fai Tu ogni giorno,

da quella prima volte che sono caduto e Tu mi hai detto:

Figlio, ti sono perdonati i tuoi peccati.

Signore grazie per avermi molto amato.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

I figli sono liberi

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LUNEDÌ 14 AGOSTO 2023

SAN MASSIMILIANO MARIA KOLBE, PRESBITERO E MARTIRE – MEMORIA

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Prima lettura: Dt 10,12-22

Salmo: Dal Sal 147

Vangelo: Mt 17,22-27

I figli sono liberi, e Gesù c’è lo dimostra addirittura pagando una tassa per estranei, la modalità del pagamento però, ci dice la straordinarietà di Gesù. Non prende una moneta dalla tasca, ma manda Pietro a far quello che li riesce meglio: pescare.

Ecco, Gesù nel nostro ordinario mette qualcosa di straordinario, mette il suo straordinario, così che la nostra libertà non sia solo nostra, bensì la somma di Lui con noi.

Chiediamo al Signore di sentirci sempre più figli del Padre, chiediamo al Signore il dono di una libertà che non è da qualcosa, di qualcosa, ma è per qualcuno, ovvero Lui.

Noi siamo liberi per mano Sua, e siamo liberi per Lui, affinché in ogni nostro gesto traspaia la straordinarietà di Dio, persino in quelle situazioni di chiusura dove vorremmo scappare. Lasciamoci plasmare il cuore, Egli che ci ha creato con il cuore libero, possa portarci a viverlo con compimento, e noi facciamo questo gesto d’amore straordinario: riportiamo Dio nelle nostre vite!

Egli che a causa di alcune monete si è giocato tutto sino alla fine, ci dimostra che la liberta dell’amore non ha prezzo, così San Massimiliano Kolbe di cui oggi facciamo memoria, sull’esempio di Gesù, non ha risparmiato la sua vita, ma l’ha donata al posto di un padre di famiglia. In questa libertà data dall’amore crocifisso, facciamo anche noi della nostra vita gesti di umana libertà.

“Signore

rendi il mio cuore libero.

Spezza le catene che spesso mi tengono fermo.

Fa che possa sentirmi Tuo figlio,

e vivere ogni giorno

sicuro del Tuo amore,

con nel cuore il Tuo coraggio

e possa camminare con fede

persino nelle vie incerte.

Non voglio che Tu mi sia solo accanto,

ma ti desidero nella mia vita

così da sentirti in me per sempre”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Signore, salvami!

Signore, salvami!

 

07 AGOSTO 2023

LUNEDÌ DELLA XVIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

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Prima lettura: Nm 11,4b-15

Salmo: Dal Sal 80 (81)

Vangelo: Mt 14,22-36

“E quanti lo toccarono furono guariti”. Si conclude così il Vangelo di oggi, dopo tanta paura da parte dei discepoli e di Pietro, finisce con una certezza: il Signore tocca le nostre paure. Questo deve esserci di consolazione poiché, a volte la tentazione è quella di scappare, di fuggire, oggi invece è propria la forza di Dio a tirarci fuori dalle acque dei nostri pensieri!

Anzi, paradossalmente quella paura diventa mezzo per percepire la salvezza, luogo in cui scoprici amati anzitutto da Dio e da chi come noi, compie la sua traversata ogni giorno.

Il Vangelo di oggi termina con una promessa: che tutti saranno guariti se si lasciano toccare il cuore da Dio!

Colui che ci ha creato non ci abbandonerà, anzi verrà incontro, affinché la nostra mano afferri la Sua. Allora, affidiamo al Signore quanto di più faticoso e pauroso abbiamo nel cuore, arriviamo a gridare come Pietro: “Signore, salvami!”. Non abbiamo timore di lasciarci vedere da Lui così, perché Egli ci sta amando già.

“Signore, salvami!

Sembrano mie la parole di Pietro,

parole di chi ha paura, fa fatica e soffre.

Oggi mi unisco a tanti che vorrebbero gridartelo

e lo faccio anche per loro: salvaci!

Salvaci dalla disattenzione di chi ci è accanto,

salvaci dalle paure che il passato avanza,

salvaci da quel futuro incerto

e salvaci, ora, in questo presente.

Giunga a noi la Tua mano, come Tu vorrai, nel modo che Tu ritieni

e soprattutto, fa che ci rendiamo conto

che ci stai già salvando.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Trasfigurazione: festa della vicinanza di Dio

Trasfigurazione: festa della vicinanza di Dio

 

DOMENICA 06 AGOSTO 2023

TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE, FESTA – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Dn 7,9-10.13-14

Salmo: Dal Sal 96 (97)

Seconda lettura: 2Pt 1,16-19

Vangelo: Mt 17,1-9

«Alzatevi e non temete». Sono queste le parole che Gesù dice ai suoi discepoli, dopo che l’hanno visto trasfigurato.

«Alzatevi e non temete». Sono le parole che oggi il Signore ci invita a sentire per noi, perché quell’evento coinvolge il nostro cammino ed il nostro cuore.

La bellezza della festa della Trasfigurazione sta nella vicinanza di Dio. Si! Perché se non si fosse messo accanto ai suoi discepoli, essi non avrebbero potuto vedere la luce del suo Volto. E anche dopo, quando il timore fa cadere a terra, Egli si avvicina. Bellissimo! L’Amore fattosi carne concretamente si mette accanto, per donarci la sua luce. Il Signore si fa accanto a noi, e ci ama.

Lasciamoci trasfigurare, ovvero, viviamo di quella Sua luce, lasciamo cadere il buio, ma non noi stessi. Facciamo entrare luce al nostro cuore a volte chiuso dal dolore.

Dentro di noi, figli creati ad immagine del Padre è gia impresso il Suo volto, siamo già legati a Lui, viviamo di questo legame! Crediamo in quel Cristo risorto, e affidiamogli il nostro cuore con tutte le sue paure ed incertezze e non temiamo più nulla, perché oggi, come ieri e per sempre, ci sarà il Suo volto di luce a chinarsi sulla nostra fragilità, sulle nostre cadute, per dirci: «Alzatevi e non temete»

“Signore,

volto di luce, illumina il mio cuore.

Dinanzi alla tenebra della mia paura, del mio peccato,

il Tuo amore mi vieni incontro per dirmi di rialzarmi.

Come fare Signore?

Quanto vorrei non cadere, quanto vorrei rialzarmi!

Eppure oggi hai toccato il mio cuore,

perché tra quei discepoli ci sono anch’io

e allora mi rialzo in nome di quella Tua luce,

di quella voce che mi invita a non temere.

Fascio di Luce sei Tu o Dio,

vita vera, Spirito di amore,

rinfranca tutti i cuori che come me cercano il Tuo volto;

sii Tu a rialzarci e non temeremo più”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Nel silenzio un ricordo

Nel silenzio un ricordo

 

05 AGOSTO 2023

SABATO DELLA XVII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Lv 25,1.8-17

Salmo: Dal Sal 66 (67)

Vangelo: Mt 14,1-12

Mentre più della metà del Vangelo di oggi, è ricco di dettagli su ciò che i personaggi hanno detto, l’ultima parte dalla decapitazione in poi è avvolta dal silenzio. Un silenzio oseremmo dire di rispetto per la perdita di Giovanni, persona cara ai suoi discepoli, subentrano gesti di cura, non più avvolti da parole ma dall’amore, che spesso nel silenzio sanno dire di più rispetto a tanti discorsi.

Un amore che i discepoli di Giovanni hanno percepito quando erano con Lui: l’amore alla verità, l’affetto per Gesù il Messia tanto atteso. Questo amore si fa strada in tanti cuori, e Giovanni vivrà in loro, persino in quel silenzio tanto assordante, vive ancora Giovanni ed il suo amore alla verità. Ed è proprio in quel silenzio, in quel vuoto, che possiamo ritrovarlo, come possiamo ritrovare i nostri cari, perché anche se non fisicamente con noi, nel silenzio, nella preghiera, nel nostro cuore essi vivono ancora e ci vogliono bene come sempre.

Oggi allora preghiamo per tutti noi, perché questo messaggio ci sia di consolazione e di forza e preghiamo per tutti i nostri cari, perché loro assieme a Giovanni hanno già visto il volto di Gesù.