La nascita di Maria

 

La nascita di Maria

 

GIOVEDÌ 08 SETTEMBRE 2022

NATIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Mic 5,1-4a oppure Rm 8,28-30

Salmo: Sal 12 (13)

Vangelo: Mt 1,1-16.18-23

 

Quello di Maria è un cammino di Luce.

Oggi di Lei si celebra la sua nascita, il suo essere venuta alla luce ed era già nella mente di Dio, che quella dolce neonata un giorno avrebbe concepito il Figlio di Dio.

Ella è stata un ponte tra la terra il cielo, illuminando i cuori di tutti noi cresciuti, che a volte ci dimentichiamo di essere parte della Sua luce. Abbiamo avuto bisogno di Maria, di una madre che ci donasse la possibilità di ritornare nonostante i nostri sbagli, a quella promessa originaria di un Dio che ci ama e ha cura di noi.

La nascita di Maria rappresenta la nostra rinascita, dove ogni cuore nel dolore o nella gioia possa affidarsi a Lei, confidare e pregare dinanzi a una Madre che ci ama e per ogni figlio che viene alla luce, Ella lo benedice, lo custodirà nel Suo cuore per sempre come fosse il primo giorno.

“Maria,

per Te la luce di Dio è stata la Tua forza,

illumina la mia vita.

Tienimi per mano e

fammi sentire vicino al cuore del Tuo figlio.

Rafforza la mia fede, consola il mio cuore

e donami la gioia di saperti accanto, o Madre.

La semplicità del focolare di Nazareth

sia anche la mia casa,

dove poter dire anch’io Si a Dio,

nelle piccole cose”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

 

“Nessuno potrà togliervi la vostra gioia”

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: At 18,9-18

Salmo: Sal 46 (47)

Vangelo: Gv 16,20-23a

 

La gioia che proviene da Cristo non sarà mai tolta: è una promessa!

Il dolore che stiamo vivendo, o abbiamo vissuto è circoscritto e non dura per sempre. Gesù per farcelo capire, ci fa l’esempio della donna che al momento del parto prova dolore e poi la gioia della nascita, prevale su quella sofferenza.

Ci sono, però, dei dolori difficili da superare, e non portano a una vita che nasce, per questi Egli è venuto: per essere sollievo nei cuori chiusi da tanta sofferenza, perché a volte, siamo proprio noi ad aver bisogno di rinascere da quel dolore.

Quanto è dura Egli lo sa, ha sperimentato per primo il dolore, la fatica, lo smarrimento, e parlare ora della gioia, non è dimenticare cosa vuol dire soffrire o non aver tatto per chi soffre, anzi è un incoraggiamento alla speranza. C’è una possibilità accanto a noi ed è Cristo stesso, Lui che ha fatto della morte una vita, ora fa del nostro dolore una rinascita. L’ostrica che non è stata ferita non produce perle.

Il Signore è Colui che vuole garantirci una vita, dove il dolore non sia l’ultima parola, e se anche i ricordi riaffioreranno, nessuno potrà toglierci la nostra gioia. La gioia che proviene dall’aver incontrato Colui che desidera riportarci non indietro, al momento del dolore, ma avanti, così che l’esperienza di Dio possa risanarlo. Sarà quella gioia scoperta, riconosciuta come un dono, a essere la forza per non domandare più nulla.

Affidiamo a Dio il nostro dolore, affinché lo trasformi. Lasciamo che il Suo amore entri nel cuore per risanare, lenire, curare e tocchi profondamente ogni momento della vita, così da sperimentare la Sua gioia e credere che non ci sarà mai tolta e sarà la nostra forza!

 

 

Il Signore è con te

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Is 7,10-14; 8,10c

Salmo: Sal 39 (40)

Seconda lettura: Eb 10,4-10

Vangelo: Lc 1,26-38

 

Le parole dell’Angelo a Maria, ci aprono la strada nel comprendere tutta la storia di salvezza: “Il Signore è con te”.

Il Vangelo dell’Annunciazione è tra i più conosciuti, ma la bellezza della Parola di Dio, è che ha sempre qualcosa da dirci, personalmente, ogni giorno.

“Il Signore è con te”, è un annuncio di speranza, una promessa ed è un augurio che sentiamo giornalmente nella Celebrazione Eucaristica: “il Signore sia con voi”.

A volte non è semplice credere nella Sua presenza, quando ci troviamo di fronte alle difficoltà, nelle croci quotidiane, tendiamo a dimenticarcene. Il Signore viene in nostro aiuto, donandoci in questi giorni di preparazione alla Pasqua, un testo che preannuncia la nascita di Gesù: l’Annunciazione. Egli ci invita a pensare all’inizio, al principio, a ritornare a quella Speranza così impressa nei testi di natale, affinché guardando a quel Dio Bambino possiamo lasciarsi commuovere il cuore a tenerezza. Lui desidera farci ritrovare nella Sua nascita la nostra rinascita, nel Suo Amore il nostro essere perdonati, nel Suo sguardo il nostro coraggio, per ricominciare da qui.

“Il Signore sia con te”, con noi, sempre. Ecco il dono che oggi ci fa: la consapevolezza di questa presenza che rafforza la speranza.

 

Vivere il “come”

 

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Prima lettura: 1Sam 26,2.7-9.12-13.22-23

Salmo:  Sal 102 (103)

Seconda lettura: 1Cor 15,45-49

 Vangelo: Lc 6,27-38

 

Nel Vangelo di questa domenica, troviamo un invito su come procedere nel nostro cammino, ci viene chiesto uno stile che contraddistingue, ed è possibile solo osservando il Padre.

Il punto di partenza, non sono le indicazioni stesse, ma l’esperienza dell’amore ricevuto, di uno sbaglio perdonato, di un sorriso che asciuga una lacrima, c’è l’amore di Dio che precede.

“Siate misericordiosi come il Padre vostro”, c’è tanto da fare:  conoscere la Misericordia, sapere di essere Figli amati dal Padre e vivere il “come”.

La misericordia di Dio è come il ventre da cui rinasciamo per vivere da Figli, i quali possono compiere azioni di bene con quel di più che caratterizza i lineamenti del volto del Padre.

Dio ci fa un duplice dono, non solo ci rende Figli amati, ma quell’Amore Misericordioso non ci lascia fermi, è lo slancio per fare anche noi altrettanto.

“Signore, oggi ripenso alla mia vita,

e per quanto abbia sofferto, sia caduto e rialzato

c’è un di più che mi commuove:

è la tua Misericordia, che nonostante i miei errori,

si è presentata per me come aria fresca in una calda sera d’estate.

A volte sono stato io a lasciarmi,

ed ho considerato che il mio sbaglio

fosse un peso talmente grande anche per Te.

Invece Tu, non mi hai mai abbandonato.

La misericordia, è come il ventre da cui rinasciamo per vivere da figli,

e Tu oggi mi inviti a riconoscerlo tra le pieghe della mia storia.

Aiutami a farne memoria per essere capace di quel di più,

che mi inviti a vivere nella consapevolezza di essere tuo figlio,

con impressi in me i lineamenti del tuo volto di Padre. Così sia”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)