La vita poteva consolarmi dell’arte?

No: prendendo la Sonata da un altro punto di vista, guardandola in se stessa come l’opera di un grande artista, ero risospinto dal flusso sonoro verso i giorni di Combray – non di Montjouvain e della parte di Méséglise, ma delle passeggiate dalla parte di Guermantes – in cui io stesso avevo desiderato d’essere un artista. Abbandonando, di fatto, questa ambizione, avevo rinunciato a qualcosa di reale? La vita poteva consolarmi dell’arte? o c’era nell’arte una realtà più profonda, capace di offrire alla nostra vera personalità un’espressione ad essa negata dalle azioni della vita? Ogni grande artista sembra, in effetti, così diverso dagli altri, e ci dà così intensamente quella sensazione dell’individualità che invano cerchiamo nell’esistenza quotidiana!

Marcel Proust, La Prigioniera

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

La vita poteva consolarmi dell’arte?ultima modifica: 2022-08-25T12:15:30+02:00da ellen_blue

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