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Aiutare la ricerca su osteosarcoma e sarcoma di ewing...

Post n°288 pubblicato il 16 Luglio 2010 da zilla4ever
 

E' partita la CAMPAGNA RACCOLTA FONDI DELL'AISOS, fino al 25 LUGLIO donate due euro con un sms al numero 45508!!! Se vi capita di ascoltare la radio c'è anche lo spot in onda su molte radio nazionali! Inoltre dal 19 al 25 saremo sulla RAI! Donate donate donate e invitate i vostri amici a farlo!!

Una testimonianza:

Dovrei ritenermi fortunata, dovrei essere felice, ma non lo sono. Quando mi è stato diagnosticato l’osteosarcoma avevo 20 anni, non ero più una bambina e non ero ancora una donna. Attraversavo una fase di evoluzione che la malattia ha arrestato bruscamente e che non riesco ancora a sbloccare. Ho paura di costruire qualcosa di bello ed importante perché potrebbero strapparmelo dalle mani. Sono sempre pronta a lasciare questa vita, senza dolore. Eppure sono guarita, il mio percorso è andato bene. Ho un ginocchio bionico e un pezzo di osso che ormai dopo dieci anni è diventato mio a tutti gli effetti. La gamba operata è uguale all’altra, nessuno si accorge della protesi e non immagina le tenebre che porto dentro. Posso correre, saltare, giocare. Non mi basta. Dovrei essere felice per aver riavuto tutto quello che ho temuto di non ricevere più. Non è così. Perché mi sono persa tra dolori inspiegabili, paure, angosce e solitudine. E malgrado il  tempo sia risuscito a cancellare immagini, paure e tormenti, il mio cuore e la mia povera testolina sono intaccati per sempre. Sanguinano ancora…

…Non c’è tormento che non possa essere superato se si è aiutati e capiti. A me tutto questo è mancato. C’erano solo gli occhi dei miei cari che raccontavano la loro impotenza. Per proteggerli, mi tenevo tutto dentro, dicendomi che era il mio fardello e che solo io avrei dovuto portarlo. Ancora oggi non parlo con nessuno di quello che ho provato 10 anni fa…

…Nessuno deve provare il senso di solitudine, buio e angoscia che ho provato io. Nessuno merita di stare solo, meno che mai i giovani che affrontano qualcosa di inspiegabile come l’osteosarcoma. Per questo credo molto nell’Aisos. E’ il tassello mancante. Di ortopedici e oncologi ne abbiamo tanti. Ciò che manca è un abbraccio che eviti a tanti ragazzi di restare lacerati per sempre. C’è bisogno di una grande madre come questa associazione, capace di guidarti dall’inferno verso il purgatorio. E di lasciarti andare piena di gioia e fiducia verso il paradiso.

 

 
 
 
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