Creato da artemisia_gent il 31/08/2007

Mamma & Prof.

Il flusso di coscienza di una mamma alle prese con la vita di tutti i giorni. Casa, scuola, famiglia, ideali, viaggi e pensieri: ecco cosa potete trovare.

Messaggi di Settembre 2016

lezioni di letteratura Americana

Post n°1778 pubblicato il 29 Settembre 2016 da artemisia_gent

Oggi mi sono iscritta ad un corso on line dell'università di HArvard di letteratura Americana che verte su due dei miei autori preferiti Hemmingway e Scott Fitzgerald.

Lo ammetto ho capito solo il 60% di quello che è stato detto, ma ho lo script della lezione e stasera me lo riguardo con calma. Ho capito perchè sapevo di cosa stava parlando, quale era l'argomento principale. I romanzi, la vita e le vicende dei due scrittori mi sono molto familiari e non è stato poi così difficile.

Lo faccio per divertimento, ma anche per capire come si sentono i miei ragazzi che vengono dall'africa occidentale e dall'Africa mediterranea. Oggi sono stata un'ora con un ragazzo Ivoriano che mi ha fatto capire di conoscere gli argomenti di fisica trattati dal professore, ma non capisce le consegne perchè sono in italiano. Lo stesso vale per la matematica. Lo stesso vale per la mia ragazza Egiziana alla moda, sa come si fa il disegno di moda perchè lo faceva anche in Egitto, ma non capisce la consegna perchè è in italiano e non in arabo. Ho ceduto al traduttore, non vorrei usarlo, vorrei farli sforzare nell'italiano, ma è impossibile, per poter parlare, per sforzarsi a parlare bisogna conoscere 100 parole almeno. Loro non ne sanno nemmeno 10. Gli africani cadono spesso nei cosiddetti "false Friends", mentre con gli arabi... ricorro ad un interprete quando proprio non riesco a comunicare.

però mi piace. Anche se è molto stancante. 18 ore così proprio non posso sopportarle, ma 12 si.

 
 
 

L2, CLIL o Storia dell'arte?

Post n°1777 pubblicato il 28 Settembre 2016 da artemisia_gent

Con la "Buona scuola" tutto è cambiato. Non so se tornerò mai ad essere un'insegnante come la ero prima del ruolo. Vorrei tanto, era tutto più facile, sapevo cosa dovevo fare, lo avevo imparato all'università.

Adesso? Boh, non so più cosa sono.

Di necessità virtù sono diventata un'insegnante L2, ovvero insegno l'italiano agli stranieri. Ma il più delle volte le mie lezioni sono impostate come quando vai ad imparare l'inglese, dove parli con un madre lingua del più e del meno. Lungi da me ad affrontare discorsi grammaticali che vadano oltre alla 5 elementare. Mi hanno chiesto di essere questo tipo di insegnante, vorrei formarmi, ma non riesco a capire come si fa. A quanto pare occorrono ore certificate di attività piuttosto che master, io quelle ne ho a bizzeffe, ma guardando un fac-simile d'esame io mi sento un po' a disagio... quelle cose non me le ricordo proprio più. Ma si possono rinfrescare. Non è impossibile.

Però un mio sogno nel cassetto è il CLIL. Non ho ancora un buon livello di inglese, ci devo lavorare almeno un paio di anni.

Più vado avanti e più capisco che quel giorno avrei dovuto scegliere lingue piuttosto che lettere. Ho fatto testa o croce perchè mi piacevano entrambe. però potrei sempre iscrivermi, ma adesso non ho nessuna voglia di imparare un'altra lingua... però a Genova fanno anche Arabo... non male, potrei quasi informarmi per iniziare il prossimo anno, vorrei prima sapere quanti esami devo dare, visto che comunque una laurea e una specializzazione già le possedio e ho sul groppone almeno 40 esami da 10 CFU, che non sono pochi. Però imparare l'arabo sarebbe un sogno. Sono sicura che il preside mi appoggerebbe, poi sul lavoro quante opportunità ho per migliorare la lingua? Sicuramente più che l'inglese. 

 

La buona scuola non vuole che smettiamo di imparare. L'avrei fatto anche senza questo obbligo. La seconda laurea è il mio sogno da sempre.

 

 
 
 

Insegnanti si nasce

Post n°1776 pubblicato il 27 Settembre 2016 da artemisia_gent

Troppa gente in questi giorni si chiede come sia possibile che così tanti insegnanti abilitati non abbiano passato il concorso.

Io due idee inizio a farmele guardando i colleghi neoimmessi da concorso. Alcuni sono preparatissimi, ma altri... da accapponare la pelle. Ricordo i miei primi tempi, i miei errori, ma io ho sempre riflettuto sui miei errori e ho sempre cercato la vicinanza e l'amicizia dei colleghi esperti per imparare, ma resto convinta del fatto che insegnante ci nasci. E io ci sono nata. Ma in Italia l'insegnamento, per troppi, è un ripiego. In teoria solo i migliori dovrebbero accedere alla professione, ma in Italia vuoi gli stipendi bassi, vuoi l'estrema precarietà che ha caratterizzato gli ultimi 20 anni, non molti sono disposti a intraprendere la professione e i migliori... piuttosto fanno altro.

Io non sono perfetta, io posso migliorare, anzi io devo farlo. Sono pronta a mettermi in gioco ogni giorno e mio malgrado ho la presunzione che tutti siano pronti a farlo. Peccato che non è così.

Spero di non essere nominata tutor di nessun neoimmenso in ruolo, sono un'insegnate troppo esigente sui temi dell'inclusività, sui bes, sui dsa, sui diritti e sui doveri dei ragazzi per non mettere il bastone fra le ruote al mio allievo. MA la mia scuola, l'IPSIA, è una scuola fatta di troppe fragilità che devono diventare forze, non mi sento di lasciare tutto questo in mani sbagliate.

 
 
 

Perdersi e trovarsi

Post n°1775 pubblicato il 14 Settembre 2016 da artemisia_gent

Per me perdermi in un bicchier d'acqua è all'ordine del giorno. Vivo molto male le situazioni appena mi si presentano, poi invece a mente fredda riesco a ragionare e a trovare il via.

La scuola è iniziata da due giorni, del titolare non si sa nulla. Sto preparando le lezioni di disegno e di storia della moda ma sto anche pensando a cosa fare quando il titolare si presenterà. Proprio oggi ho steso il progetto per l'integrazione degli alunni stranieri insieme alla referente, ho chiesto il permesso di prendermi nelle mie ore a disposizione i tre ragazzi nuovi che non parlano italiano per fare quattro chiacchere, infondo con loro mi piace fare così: parlare.

Oggi sono stata con una ragazza egiziana del Fayyum, era sorpresa che conoscessi il suo paese, era sorpresa che mi piacesse sentir parlare in arabo e che mi sforzassi di capire. Certo Ormai capisco la differenza di accento fra le varie nazionalità arabe e non nascondo che vorrei capirlo, vorrei impararlo, ma non è semplice. E quando lo dico ai ragazzi ci rimangono sempre malissimo, non se lo aspettano.

Ho in mente diverse cose, devo solo mettermi lì, sola, pensare e progettare. E poi infondo le sostituzioni non sono poi così negative, in ogni classe ho qualcuno che conosco e a cui fa piacere parlare con me, perchè io sono "quella che li aiuta". Tre mesi lontana dai ragazzi mi avevano fatto scordare questo. Anche se non sono la titolare di cattedra a loro non importa, sono quella che li aiuta comunque.

 
 
 

Il lavoro nobilita

Post n°1774 pubblicato il 10 Settembre 2016 da artemisia_gent

Scommetto che ci sono migliaia di italiani pronti ad avere un posto come il mio dove è possibile non fare niente e portarsi lo stipendio sicuro a casa ogni mese. Ne sono certa. Io invece ci soffro.

Mi sento totalmente inutile.

Se anche quest'anno riuscirò a fare qualcosa sarà grazie alle elemosina dei colleghi che mi cederanno la parte "scomoda" del loro lavoro. E di gente pronta a cedermi i suoi casi impossibili ce n'è. E io lavorerò con chi nessuno vuole e tutti come il solito mi loderanno perchè sono sempre disponibile e non dico mai di no, lasciandomi ovviamente sempre con gli scarti. Sarò quella che recupera la gente dal corridoio, quella che mette tutti dentro alla classe, quella che urla perchè fanno casino. Quella dei casi disperati, quella che parla a coloro che non vogliono sentire. Ma sono completamente inutile. Potrei anche non esserci che è lo stesso.

Non riesco a digerire che la tipa in esubero nazionale sia riuscita ad avere ben tre classi sue. In Italia puoi sbatterti quanto vuoi ma il merito non vale niente, vanno avanti solo i raccomandati e i leccaculo e mi dispiace questa legge chiamata "buona scuola" porta vantaggio solo a questo sistema clientelare italiano. Non dovevo aspettare il ruolo, dovevo emigrare come 4 anni fa avevamo pensato, continuo a pensare che in Italia non ci sia posto per noi.

 
 
 

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