Creato da IndianaOglala il 04/08/2013

FUOCO CHE BRUCIA

LO SPIRITO DI UN LAKOTA NON SI ARRENDE MAI

 

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Nel tempo
le tradizioni si spengono,
i miti si sbriciolano,
e gli uomini, inesorabilmente, dimenticano.
Ma gli Spiriti non dimenticano

Vittorio Zucconi

 

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I NOSTRI AMORI EQUINI

Post n°513 pubblicato il 21 Luglio 2014 da IndianaOglala

 

da ClassHorseTV la mia tv preferita ( la più vista a casa mia!)

 

BUCEFALO

Un cavallo da Re

Bucefalo, un formidabile cavallo che proveniva dalla Tessaglia, terra
famosa per la qualità dei suoi allevamenti, un giorno venne offerto
al padre di Alessandro, il re macedone Filippo II - per la somma di
13 talenti.

Per capire l’entità di tale somma basti pensare che con essa si sarebbe
potuto pagare il compenso mensile per 1500 soldati.
Quando Bucefalo, cavallo illustre, venne presentato al re e al giovane
figlio nessuno riusciva a restare in sella al terribile animale.
Filippo e i suoi dignitari lo giudicarono indomabile e lo rifiutarono, ma
Alessandro replicò con sfrontatezza che essi erano degli incapaci.
Spronato dal padre a dimostrare coi fatti l’arditezza delle parole,
Alessandro si esibì nel celebre episodio della doma.
Accortosi che il cavallo era intimorito dalla sua stessa ombra
e continuava ad impennarsi paurosamente, Alessandro fece voltare
Bucefalo col muso dritto verso il sole e, dopo averlo accarezzato
a lungo, con rapido balzo gli salì sulla groppa: l’animale si lanciò
in una corsa sfrenata per oltre dieci miglia finché, ormai esausto, si arrese
finalmente al suo nuovo padrone, di cui certamente intuì la futura
gloria di condottiero. Perché Alessandro volle chiamare Bucefalo
quel cavallo solido ma slanciato, pronto e vivace, il cui sguardo
terribile incuteva spavento ad amici e nemici? Gli studiosi non
sono concordi al riguardo: di solito Bucefalo viene descritto come
cavallo morello, talvolta con una stella bianca, talvolta con occhi di
colore diverso, di enorme stazza e altre volte addirittura provvisto di
un prezioso corno d’avorio di unicorno in fronte.
In effetti il suo singolare nome, in greco, significa sia "dalla testa
di toro" che più genericamente "dalla testa grossa". Un'altra versione
si basa sul fatto che Bucefala era anche il nome d’una famosa razza
di cavalli della Tessaglia marcati con una testa di bue sulla spalla.
Sembra che Bucefalo si facesse montare esclusivamente da
Alessandro Magno. Con Bucefalo, Alessandro affrontò innumerevoli
battaglie, in alcune delle quali il formidabile cavallo gli salvò più di una
volta la vita. Bucefalo portò il suo padrone fin in India, dove dopo un
ultima azione di salvataggio a favore di Alessandro sembra sia morto
poco dopo per le ferite riportate a 30 anni di età. Alessandro in onore del suo formidabile destriero fece addirittura costruire una città,  Alexandria
Bukephalos, oggi la città indiana di Jalapur. Alessandro Magno morì
pochi anni dopo, all’età di 33 anni, nel 323 a.C.

 

Cosa saremmo noi uomini senza i nostri cavalli?
Un bel niente!!!!

Perfino un grande come Alessandro Magno, uno
dei personaggi storici che amo di più,
si era innamorato
del proprio cavallo ed era diventato un tutt'uno con lui.
Alessandro deve la sua grandeza anche al suo magnifico e
coraggiso cavallo.
D'altronde:

Dove può l'uomo nel mondo intero trovare nobiltà
senza orgoglio,
amicizia senza invidia,
bellezza senza vanità?


Qui, dove la grazia è intrecciata di muscoli, e la forza è
costretta dalla gentilezza,


Egli serve senza servilismo, combatte senza inimicizie.
Non c'è niente la mondo di più potente, niente di meno
violento, niente di più veloce, niente di più paziente.


Il nostro passato è nato sul suo dorso,
tutta la nostra storia è opera sua,
Noi siamo i suoi eredi,
Egli è la nostra eredità.

THE HORSE

by Ronald Duncan


Non esiste segreto più grande
di quello che si dicono il cavallo
e il suo cavaliere
quando sono insieme. 



 

 

ALLE MIE MAGNIFICHE PUPE!

 
 
 
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Pertanto è pregato di astenersi da visite chi non ama e rispetta gli animali e chi cerca di imporre le sue idee politiche.
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Su questo blog compaiono notizie tratte da internet o dal sito del giornale della mia città, la Gazetta di Parma; i racconti, le poesie e le leggende sui Nativi Americani e altri sono tratte dai miei libri personali.
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